E’ in edicola il nuovo numero di “Delitti e Misteri“.
Approfondimenti sul caso Meredith, con interviste ai familiari, al Pm Mignini, e una nuova rubrica curata da Paolo Franceschetti “L’avvocato del diavolo“, nonché articoli e approfondimenti curati da magistrati e avvocati specializzati.
La rivista si trova nelle migliori edicole, nelle librerie Feltrinelli, alla libreria Termini.
Per abbonarsi:
http://www.delittiemisteri.eu/
Pubblichiamo qui il mio intervento relativo al caso Meredith, tratto dalla rivista:
Mi occupo di delitti rituali da qualche anno ormai. Ho potuto constatare che in essi ricorrono sempre gli stessi elementi:
– mancanza dell’arma del delitto;
– mancanza di un serio movente accertato;
– contraddittorietà (o addirittura “falsità”) delle testimonianze raccolte;
– prove scientifiche contraddittorie;
– simbologia esoterica relativa a data, luogo e ora del delitto.
Iniziamo da quest’ultima caratteristica. Anche nel delitto Meredith, la prima cosa che salta agli occhi (e l’unica cosa che viene sempre invece trascurata dagli inquirenti) è la simbologia. La data del delitto (il giorno dei morti), la somma teosofica della data (13, il numero della morte), il nome della vittima (Meredith Susan Care; Susanna è il nome che indica in ebraico la rosa e il giglio), i nomi dei presunti assassini (Amanda richiama il concetto base della filosofia e del credo rosacrociano: l’amore).
Potremmo andare avanti per un bel po’, ma la verità è che dal punto di vista giudiziario tali elementi sono poco utili; dovrebbero però servire a indicare una linea guida, a far capire fin da subito che dietro a vicende come questa c’è, molto probabilmente, molto altro rispetto a quel che emerge in superficie. La assoluta ignoranza di polizia e magistratura nel campo dei delitti rituali fa sì che questi indizi vengano del tutto trascurati, provocando un danno irreparabile alle indagini.
La mancanza dell’arma del delitto accomuna poi il delitto Meredith ad altri delitti della storia giudiziaria italiana: Erba, Cogne, i delitti del Mostro di Firenze e quelli delle Bestie di satana, Garlasco, e molti altri.
La mancanza del movente è l’altro elemento ricorrente. Il movente, in termini giudiziari, è quella motivazione del delitto che, sebbene non indichi con precisione l’autore del delitto, costituisce un tassello nella ricostruzione complessiva e nell’attribuzione di un delitto ad un dato autore.
Nei vari delitti rituali della storia giudiziaria italiana troviamo invece sempre dei moventi assolutamente improbabili (la madre di Cogne che uccide il bambino perché ha la testa grossa; i coniugi di Erba che per preservare la tranquillità del loro nido familiare scelgono il singolare metodo di sterminare tutta la famiglia; Alberto Stasi che motivato da una non provata “gelosia” decide di uccidere la fidanzata non si sa bene perché; e così via).
In questo caso la mancanza del movente è indicata chiaramente in quei “futili motivi” che costituiscono l’aggravante dell’omicidio per cui sono stati condannati in primo grado Knox, Sollecito e Guedé. Ora, che un singolo assassino possa uccidere per futili motivi è plausibile; ma che tre persone possano uccidere senza motivo diventa abbastanza improbabile, a meno di non dimostrare che fossero già da tempo assassini incalliti.
Le testimonianze, come le deposizioni degli imputati, sono spesso contraddittorie e confuse per un motivo abbastanza semplice. Chi organizza il delitto provvede (direttamente o più spesso indirettamente) a convincere testimoni o imputati a mentire su alcune circostanze, convincendo la persona che è nel suo interesse per non subire danni processuali maggiori.
Tutto ciò invece ha come unico scopo quello di rendere vacillanti alcune posizioni processuali, e di rendere il quadro complessivo più confuso.
Un’altra caratteristica comune a questo processo come a molti altri di cui mi sono occupato è la totale, assurda, folle, mancanza di collaborazione tra le varie parti del processo.
Mi spiego.
Se Raffaele Sollecito e Amanda Knox sono davvero innocenti, c’è da chiedersi perché le loro famiglie non collaborano con quella di Meredith per cercare la verità in comune, perché non si scambiano informazioni, collaborazioni, risultati, cosa che andrebbe a tutto vantaggio della rapidità dei risultati, e dell’efficienza nelle ricerche.
La risposta, purtroppo, mi è tristemente nota.
Chi organizza questi delitti ha tutto l’interesse a non far emergere la verità e a confondere le acque il più possibile.
In questo disegno vi rientra l’opera di mettere tutti contro tutti, di modo che, alla fine, l’unico vero vincitore in questa vicenda sia colui o coloro, che hanno organizzato il delitto.
In questo depistaggio, un ruolo essenziale lo giocano gli avvocati. Ci si dimentica – lo dimenticano tutti, dando addirittura per scontato l’opposto – che l’avvocato, secondo il codice deontologico, avrebbe il dovere di cercare la verità, insieme alla polizia e alla magistratura ed insieme, ovviamente, ai parenti delle vittime.
Se davvero tutti collaborassero per questo fine, la ricerca della verità diverrebbe più agevole, perché a mentire rimarrebbe solo l’assassino.
Non posso quindi dire chi sia responsabile di questo delitto, se i colpevoli indicati siano realmente tali o no, se ci sono altri responsabili e quanti. Quel che mi sento dire con certezza è però che la verità è un’altra, rispetto a quella confusa e contraddittoria emersa nei vari gradi di processo. E mi sento di dire che questa verità non verrà mai a galla, finché polizia e magistratura non decideranno di usare altri approcci con questo tipo di delitti, e finché non vengano finalmente studiati e approfonditi i cosiddetti omicidi rituali, e finché non emerga una cultura difensiva che veda l’avvocato non al servizio della menzogna e “contro” il PM e i familiari delle vittime, ma al loro servizio nella ricerca della verità.
Per finire, una rapida replica alle accuse di incompetenza mosse dalla stampa americana alla magistratura italiana. Che la nostra magistratura sia incompetente è un dato di fatto; ma in America non stanno messi meglio, perché quando ho approfondito le vicende giudiziarie americane, ho potuto notare che esse seguono gli stessi schemi e le stesse procedure seguite da noi. Anzi, da questo punto di vista in America il numero di omicidi rituali con la conseguente individuazione di capri espiatori ad hoc è esattamente identica alla nostra (dal caso risalente a Charles Manson, a quello più recente di Damien Echols, scarcerato appena due anni fa come innocente dopo essere stato condannato a morte).
Costanzo Madau
24 Febbraio 2014 @ 20:53
Ottimo come sempre Paolo. Mi sono permesso di postarlo nel mio Blog:
http://dinai.weebly.com/1/post/2014/02/considerazioni-sul-delitto-meredith-tratto-dallultimo-numero-di-delitti-e-misteri.html
Ciao..
Anonimo
25 Febbraio 2014 @ 7:39
Salve Paolo,come sempre leggo con piacere i tuoi post dei quali condivido sempre le tue posizioni; tuttavia il delitto di Amanda Knox mi fa storcere il naso in quanto seppur posso intuire che le indagini siano state condotte in maniera superficiale non capisco come 2 ragazzi che probabilmente non colpevoli dell'omicidio ma a conoscenza delle dinamiche dei fatti possano acconsentire a rimanere in silenzio e non fare i nomi di questo/i presunti assassini e così ampliare il cerchio dei possibili indagati; non dimentichiamoci che sia in questo caso che in quello di Erba gli imputati si sono fatti o stanno scontando diversi anni di galera; farsi 15/20 anni di carcere non è una bazzecola e per questo non comprendo come se si sa qualcosa non si provi comunque di discolparsi puntando il dito verso questi soggetti..magari sarà inutile ma almeno non si subisce passivamente la volontà altrui con tutte le conseguenze che ne derivano; ti chiedo pertanto delucidazioni in merito; secondo te Amanda e Sollecito erano lì al memento dell'omicidio e se si intuiscono chi possa essere stato e perchè? Grazie in anticipo per la tue eventuale risposta!
Paolo Franceschetti
25 Febbraio 2014 @ 8:51
Come si fa? e' semplice. I ragazzi partecipano a quello che sembra un gioco insieme a persone molto pericolose di cui non potrebbero mai fare il nome. In realtà meredith muore davvero. Le persone pericolose scappano, e loro rimangono col cerino in mano. Provano a mentire per salvare se stessi e non potrebbero mai dire la verità altrimenti vengono uccisi. E mentendo vengono incastrati automaticamente.
Semplice.
Anonimo
25 Febbraio 2014 @ 10:07
Ciao Paolo..come dici tu ok..i ragazzi magari sanno ma non parlano per timori di ritorsione…ma io mi chiedo..possibile che hanno la forza di mantenere questo segreto? Non un segno di cedimento..neanche quando Sollecito ando' dalla D 'Urso in tv..si puo' mantenere in questo caso come negli altri..tipo Paola Scazzi segreti cosi' gravi per paura? Ma non fa piu' paura il carcere e i giudizi della gente?
A presto e complimenti per il tuo blog
tomas
Anonimo
25 Febbraio 2014 @ 22:35
Ciao Paolo
Premettendo che credo nell'assoluta innocenza di Sollecito,è possibile che questo ragazzo davvero non ne sappia niente e che non stia nascondendo i nomi di chi ha veramente fatto tutto questo?
Quale dovrebbe essere lo scopo di queste persone di far sapere la loro identità a un ragazzino?
A me sembra più facile colpevolizzarlo DOPO che farlo partecipare a qualcosa più grande di lui…o forse è come dici tu,meglio la confusione che essere estranei alla vicenda totalmente…
Com'è possibile non poter fare niente per impedire a un 27enne di passare la sua vita in carcere?
Alessandra
Anonimo
26 Febbraio 2014 @ 8:18
L'avvocato deve ricercare la verità? Indubbiamente, ma non è detto che poi debba dirla. Se un avvocato sa dal suo assistito che quest'ultimo è colpevole, sarà poi onere della magistratura stabilirne la colpevolezza. Il compito dell'avvocato sarà quello di far assolvere il suo assistito, fosse anche per insufficienza di prove.
A meno di non voler pensare che un avvocato si faccia pagare per fare poi la spia del suo assistito…
Anonimo
26 Febbraio 2014 @ 8:36
l'avvocato non ha il dovere di ricercare la verità, ma il dovere di difesa del proprio assistito.
Paolo Franceschetti
26 Febbraio 2014 @ 8:55
articolo 50 codice deontologico: dovere di verità.
Non diciamo cazzate e informiamoci. L'avvocato che per difendere il proprio cliente mente, diventa automaticamente complice, e in teoria dovrebbe essere indagato, processato e condannato per lo stesso reato del proprio assistito. Imbecille!
LightWarrior
26 Febbraio 2014 @ 12:58
su su … cercate di non spazientire il buon Paolo… c'hai raggiòne? in priggione!!
Anonimo
27 Febbraio 2014 @ 7:40
Salve, l'altra sera a Linea Gialla è andata in onda la solita farsa: c'era Sollecito difeso da Feltri, che non sapeva nenache il nome dell'assassinata e che sembrava la parodia di un'avvocato di un film di Lino Banfi, mentre l'accusa era la nota criminologa Roberta Bruzzone, molto bella però alquanto impreparata. Infatti Sollecito, preparato molto bene dal suo avvocato, si è difeso sugli unici indizi a suo sfavore: un gancetto di un reggiseno dove si pensava che ci fosse il suo DNA, prova poì negata dagli accertamenti del RIS, che la Bruzzone accusava di incompetenza, e sull'uso del computer durante la notte dell' omicidio che dovrebbe dare a Sollecito un alibi. Insomma nella trasmissione si è parlato solo di indizi e di particolari, senza cercare di approfondire il movente, che non c'è, il perchè la scena del delitto è stata totalmente sconvolta dalla polizia, prima dei rilievi del RIS. Era evidente che questo è un processo totalmente indiziario, senza prove e anche a chi come me lo segue in maniera superficiale, sembra totalmente sbagliato. Una domanda: perchè la confessione dell'unico reoconfesso, condannato per direttissima, Rudy Guede, non viene presa in considerazione? potrebbe aiutare a capire il movente e se nella scena del crimine c'erano anche gli altri due… un suo estimatore.
Anonimo
27 Febbraio 2014 @ 8:23
Art. 50 – Dovere di verità
1. L’avvocato non deve introdurre nel procedimento prove o elementi di prova, dichiarazioni o documenti che sappia essere falsi.
2. L’avvocato non deve utilizzare nel procedimento prove o elementi di prova, dichiarazioni o documenti prodotti o provenienti dalla parte assistita che sappia o apprenda essere falsi.
3. L’avvocato che apprenda, anche successivamente, dell’introduzione nel procedimento di prove o elementi di prova, dichiarazioni o documenti falsi, provenienti dalla parte assistita, non può utilizzarli e deve rinunciare al mandato.
4. L’obbligo di rinuncia al mandato non sussiste se produzione o introduzione avvengano ad opera di parte diversa dal proprio assistito.
5. L’avvocato non deve impegnare di fronte al giudice la propria parola sulla verità dei fatti esposti in giudizio.
6. L’avvocato, nel procedimento, non deve rendere false dichiarazioni sull’esistenza o inesistenza di fatti di cui abbia diretta conoscenza e suscettibili di essere assunti come presupposto di un provvedimento del magistrato.
7. L’avvocato, nella presentazione di istanze o richieste riguardanti lo stesso fatto, deve indicare i provvedimenti già ottenuti, compresi quelli di rigetto.
8. La violazione dei divieti di cui al comma 1, 2, 3, 5 e 6 comporta l’applicazione della sanzione disciplinare della sospensione dall’esercizio dell’attività professionale da uno a tre anni. La violazione del dovere di cui al comma 7 comporta l’applicazione della sanzione disciplinare dell’avvertimento.
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il dovere di verità è inteso nel non introdurre "prove false" nel giudizio, che farebbero anche incorrere in un reato.
Diverso è dire che l'avvocato "deve cercare la verità nel processo" è una balla colossale e fa specie sentirlo dire da un professore oltre che collega.
Addirittura l'avvocato che nelle sue indagini incorre in un reato è esonerato dall'obbligo di denuncia ex art. 334 bis del codice di procedura penale.
Lalla
27 Febbraio 2014 @ 9:46
guede non è reo confesso ha sempre negato
Lalla
27 Febbraio 2014 @ 9:47
rudy non è reo confesso
Anonimo
28 Febbraio 2014 @ 9:00
allora perchè lo hanno condannato per direttissima? oppure ha patteggiato? se ha patteggiato si è dichiarato colpevole. Oppure se lo hanno condannato per direttissima che prove avevano? insomma le carte del processo a rudy sono disponibili?
giacomo crastich
22 Giugno 2014 @ 6:57
Buon giorno,
sono d'accordo con lei riguardo agli omicidi da lei definiti rituali. L'impressione che da sempre ho tratto seguendo superficialmente questi fatti di cronaca è che ci siano molteciplici soggetti attivi nel confondere le acque. Ricordo il caso di Cogne quando l'avvocato Beziccheri tirò per prima la pista satanica, l'incredulità con cui lo considerai, col senno del poi mi accorgo che grande avvocato fu, oltre che esperto in misteri d'Italia.
giacomo crastich
22 Giugno 2014 @ 6:58
Buon giorno,
sono d'accordo con lei riguardo agli omicidi da lei definiti rituali. L'impressione che da sempre ho tratto seguendo superficialmente questi fatti di cronaca è che ci siano molteciplici soggetti attivi nel confondere le acque. Ricordo il caso di Cogne quando l'avvocato Beziccheri tirò per prima la pista satanica, l'incredulità con cui lo considerai, col senno del poi mi accorgo che grande avvocato fu, oltre che esperto in misteri d'Italia.
Unknown
26 Marzo 2015 @ 8:16
Sicuramente come detto da Paolo, la frammentazione delle indagini, svolte confusamente da più parti, rende i risultati sempre meno precisi. É quello che accade per esempio con la frammentazione della medicina e di altre scienze. sempre più specializzate e meno olistiche. É un fenomeno generale,per cui si confonde la specializzazione con la conoscenza, cose invero opposte. Da ciò la mancanza della visione d'insieme e si incorre nella totale incapacità a dirimere qualsiasi trama o evidenza.
Anonimo
21 Agosto 2015 @ 19:29
In questo caso non c'e' ombra di dubbio che qualche santo in paradiso abbia rimesso in liberta' questi due.Dalla marea di bugie alle accuse a lumumba sollecito amante dei coltelli al suo dna sul gancetto ,il vetro rotto dall'interno e da chi da rudy guede'? assurdo assurdo incredibile in galera restano solo i poveri innocenti veri!!!!
Anonimo
5 Novembre 2015 @ 18:27
La simbologia possono anche conoscerla, ma piuttosto i corsi di formazione per gli avvocati costituiscono magari dei corsi su come aggirare la Legge in modo legale.
Quindi chi controlla i controllori e chi fa giustizia contro gli abusatori?
Male falli passare in massa per ignoranti.
E sono tutti amici di massoni che se accusati di esserlo fanno promozioni di lotta alle logge. Un casino mediatico ben ordito ed organizzato da persone legate al Potere mondano
Anonimo
27 Gennaio 2017 @ 20:34
Scusi, premettendo che non sono scettica e che in un mondo come questo,
ormai non mi stupirei più di niente es. complotti, manipolazione di massa, e chi più ne a più ne metta , sono convinta pure io che dietro la maggior parte che ci propinano dall "alto" ci sia spesso tutt altro, e credo che tutto sia possibile, pero non riesco a capire come ad esempio in delitti come Garlasco o Cogne come farebbero questi fantomatici uomini massonici del mistero ad esempio a spingersi cosi vicini tanto da poter entrare in casa delle persone senza commettere effrazione o scasso, fare quello che devono fare , avere il tempo esatto per scappare, non essere mai e dico mai beccati con le mani nel sacco, o mentre scappano, quindi calcolare perfettamente dei tempi che neppure in teoria potrebbero conoscere, a meno che avessero poteri magici, non sapendo chi e quando potrebbe arrivare qualcuno, o se è gia presente in casa qualcun altro, sparire nel nulla senza lasciare impronte, Dna, capelli, testimoni che li vedono, o che vedono auto a loro risalenti,Come farebbero poi a inquinare le prove per far accusare qualcun altro? nel caso di Alberto Stasi , come avrebbero fatto, a invertire i pedali della bicicletta che una perizia ha confermato siano stati invertiti tra le due biciclette incriminate , lasciare Dna della vittima nei pedali, come entrano in casa anche di chi vogliono far accusare e fare tutto cio? , ipotizzando sia tutto un complotto quindi semplicemente tutti questi gravi indizi sono falsi , bisogna ipotizzare abbiano conoscenze in ogni luogo per fare tutti questi inquinamenti minuziosamente perfetti , e come farebbero a comprarsi tutti quelli che partecipano a tali complotti? ci sono in ballo scienziati, genetisti, poliziotti, magistrati, inquirenti, giudici, parti civili, avvocati, testimoni, e chi più ne ha più ne metta come farebbero a comprare il silenzio di chiunque, qualcuno che parlerebbe statisticamente ci sarebbe sempre, quindi o sono esseri malefici che hanno poteri sovraumani di controllo di qualunque cosa anche della mente a questo punto , magari sono alieni e quant altro e potrebbe anche essere, oppure la cosa mi sa di ipotesi fantascientifica , persino io ripeto che sono abituata a fantasticare parecchio, trovo questo un po oltre
esistono i delitti satanici e questo è un dato accertato , le persone spariscono
e sappiamo tutti come va a finire, ammesso che il corpo venga ritrovato ma i
delitti che avvengono dentro le mura di casa togliendo pazzi, rapine o tentanti stupri andati a degenerare, togliendo questo a mio avviso avvengono quasi sempre per mano di un conoscente/parente, se poi questo conoscente è in qualche modo legato al mondo satanico, massonico, o altro questo è un altro discorso, e comunque anche qui non si spiegerebbe come possano fare tutto in modo perfetto, sparire e inquinare tutte le minime tracce e prove, voglio solo cercare di capire non è un giudizio ,anche perché io non conosco l argomento che lei ha studiato quindi vorrei che lei gentilmente potesse fornirmi delle spiegazioni soprattutto per il caso Garlasco il quale mi interessa particolarmente
Grazie