Di tanti sassolini nelle scarpe che vorrei togliermi dopo che Mariapaola se ne è andata, ce ne sono due in particolare.
Uno è il professor MR, primario di non so che clinica, medico specializzato in non so che cosa, che interveniva sulla mia pagina facebook sempre a favore della chemioterapia, ne lodava la bontà, e decantava le persone anche della sua famiglia che si erano “salvate” grazie alla chemio.
Ora che Mariapaola è morta, in soli 10 mesi dalla scoperta del tumore al seno, vorrei chiedergli: Gentile dottore, nelle sue statistiche mi fa rientrare, per cortesia, anche Mariapaola. Io credo che, essendo morta in dieci mesi, a occhio e croce qualcosa avete sbagliato nelle vostre cure, no? Sa, io non sono un esperto, ma quando vedo una persona che muore, so capire che è morta, e allora mi dovrebbe spiegare su quali principi scientifici si è basata la vostra cura. E dati i soldi che lo stato avrà speso per queste miracolose cure, a occhio e croce un centinaio di migliaia di euro, forse più, mi domando: ma non era meglio se non la curavate per niente, e le davate la metà dei soldi con cui ci facevamo una vacanza intorno al mondo io e lei, almeno ci godevamo gli ultimi mesi?
Ovviamente il dottor R, dopo aver invaso la mia bacheca con i suoi deliri tratti dai protocolli della medicina ufficiale per mesi, ora mi ha tolto l’amicizia e bloccato quindi non ho avuto il piacere di ascoltare la sua risposta alla mia domanda.
Ma se potessi parlargli vorrei aggiungere: dottore… Alla lista dei successi terapeutici, potete aggiungere anche una mia allieva? Lei è durata un po’ di più di Mariapaola, circa un anno, quindi la cura ha avuto più successo.
L’altro sassolino è un parente di alcuni parenti di Mariapaola, il mitico (per me, perché compariva come un incubo sempre nei momenti peggiori) Roberto, un oncologo – radioterapista – che era la persona di fiducia delle famiglia cui i familiari si rivolgevano per consigli e consulti. Era l’incubo delle mie notti, perché ovviamente i suoi consigli erano inevitabilmente due: chemioterapia e radioterapia; e sapevo che stavano portando alla morte Mariapaola (ma del resto lo sapeva anche lei).
Ricordo in particolare un suo intervento, il più tempestivo, incisivo e provvidenziale. Mariapaola aveva iniziato la radioterapia alla colonna, ma resasi conto che a Viterbo non la curavano affatto, stava decidendo se andare o no alla Lukas Klinik in Svizzera.
“No – sentenziò il mitico Roberto – meglio di no, perché dovrebbe interrompere la radioterapia che sta facendo a Viterbo, poi ricominciare, bisogna tarare il macchinario, ecc… Meglio che rimanga lì”.
E Mariapaola rimase li a finire la radioterapia, lasciandomi come un coglione, perché io avevo sperato che finalmente si decidesse a curarsi e prendesse in mano la sua vita.
Ecco, mi piacerebbe dire a Roberto: caro Roberto, sai perché Mariapaola ha seguito i tuoi consigli? Perché aveva una buona scusa per uccidersi. Conservo ancora i suoi sms, che ci mandavamo di notte, quando io piangendo ripensavo ai tuoi consigli e le chiedevo “ma perché ti sei arresa?”, e lei rispondeva “è troppo dura, Paolo, non ce la faccio a vivere”.
Ecco, sai qual è il paradosso, Roberto? Che Mariapaola deve davvero dirti grazie, per averle fornito l’appiglio che voleva (ma in mancanza del tuo appiglio ne avrebbe trovati altri, quindi la responsabilità non è tua).
E vorrei aggiungere: caro Roberto, so che non sarai sfiorato dal dubbio, so che continuerai a proporre le stesse cure ad altre centinaia di pazienti, rendendoti responsabile della loro morte (morte che del resto sceglieranno loro; la differenza tra loro e Mariapaola è solo che lei era più lucida e consapevole).
Ma vorrei solo che tu leggessi i suoi (e miei) sms, per capire quanto abbiamo apprezzato i tuoi interventi, io e Mariapaola, durante tutta la durata della sua malattia.
Qualcuno in pubblico, altri in privato, mi hanno scritto dicendo che traspare dai miei scritti rabbia, oltre che dolore.
Il dolore sì, quello è forte, ma la rabbia no, di quella ce n’è abbastanza poca.
Non esterno queste cose per rabbia.
Proprio in queste ore stavo riascoltando alcune registrazioni che facevo col cellulare nei dialoghi tra me e Mariapaola, registrazioni che facevo in genere per divertirmi, o per riascoltarle poi dicendole per scherzo: “Vedi come mi hai trattato male in data… ecc…”
In una di queste registrazioni parlavamo, ridevamo e scherzavamo ma l’argomento era serio, ed era l’atteggiamento da tenere nei confronti del tumore; a un certo punto, dal minuto 3,30 in poi, dice una cosa molto precisa: “Ma Paolo, tu sei veramente convinto che l’operazione possa togliermi il tumore? Io, per conto mio, penso che se questi mi tolgono il seno è più probabile che muoio; ma veramente pensi che l’operazione mi salverà? Ma dai Paolo su! Non penso sia la cosa definitiva per salvarmi”.
La registrazione è datata 14 gennaio, un mese prima dell’operazione.
Mi si conferma sempre di più la straordinaria lucidità che Mariapaola ha sempre avuto, di cui non mi sono reso conto fino in fondo, nei mesi scorsi.
Talmente era consapevole di questo, che a volte Mariapaola non rispondeva al telefono ai fratelli, e alcune volte non li ha messi al corrente delle sue scelte, perché pensava che non la capissero, mentre lei capiva perfettamente dove la portava la strada che aveva intrapreso.
Ad un certo punto poi, quando la sorella le ha detto “appoggio qualsiasi scelta tu faccia”, ha iniziato ad aprirsi sempre alla sorella e a voler parlare con lei, sempre però non parlando volentieri con amici o altri familiari che non riteneva in grado di capirla (e capire).
Non posso quindi provare rabbia per nessuno, se non forse – in qualche momento – per me stesso, perché mi rendo conto che anche io avrei potuto fare di più e diversamente, e mi rendo conto in questi giorni che anche io non mi rendevo esattamente conto di quello che lei provava e voleva.
Però qualcuno deve pure dire queste cose a MR, a Roberto, ai medici che l’hanno curata, ai parenti che l’hanno consigliata, agli amici che la consigliavano senza ascoltare più di due minuti la sua situazione clinica e che non hanno perso più di qualche secondo per ascoltare quello che dicevo sulle terapie alternative.
Il fatto che non sia colpa loro, e che Mariapaola avesse scelto consapevolmente e lucidamente cosa fare, non implica che l’atteggiamento dei medici non sia un atteggiamento criminale, e che quello di alcuni amici e parenti non sia assolutamente scellerato, tanto da diventare di fatto un atteggiamento complice).
E allora qualcuno deve, semplicemente, dire le cose come stanno.
Loro, i medici, continueranno a pensare che hanno seguito i protocolli, quindi sono a posto con la coscienza.
Amici e parenti continueranno a pensare che il problema fosse che Mariapaola non si è curata al Regina Elena o al Pascale di Napoli.
Ma qualcuno deve pur dire loro le cose come stanno, anche se non servirà a nulla: ai medici, occorre dire che sono degli assassini con licenza di uccidere.
A familiari ed amici bisogna dire che sono degli scellerati senza cervello.
So che tutto questo non servirà a nulla, come non servirà il sito che ho aperto, dedicato alle cure sul cancro; non servirà a nulla, se non a semplificare la vita a persone che stanno facendo già una ricerca specifica, e che sono già pronte per affrontare un discorso diverso, e soprattutto che hanno già una volontà loro, autonoma, di vivere.
Nessuno si salverà grazie a quel sito.
Ma occorre comunque qualcuno che dica le cose come stanno deve esserci.
Il mio discorso non è diverso da quello che ho fatto a suo tempo nella storia del Mostro di Firenze con Piero Luigi Vigna e Mario Spezi (che di recente mi ha querelato per diffamazione davanti al tribunale di Firenze).
Che loro fossero gli assassini, nei delitti del Mostro di Firenze, lo sapevano in molti, sia a Firenze che in Italia. Dire che sono loro gli assassini, non serve a nulla; nessuno andrà in galera (al massimo sono io che mi becco una querela e una condanna) e nessuna delle vittime future si salverà, perché gli assassini hanno potuto agire grazie alla complicità delle famiglie, prima di tutto, e poi di polizia, carabinieri, magistratura, politica, e gente comune; quella mite gente comune, quell’innocua gente comune, quell’onesta gente comune, che non vuole sapere, non vuole immischiarsi, e si volta dall’altra parte e che si informa su L’Espresso, Repubblica, Panorama, ecc. (e ricordiamo che Mario Spezi è un giornalista di Panorama, tra i più quotati quindi poi non c’è da meravigliarsi se la gente comune pensa che l’assassino fosse Pacciani, perché per immaginare che fosse invece il procuratore capo di Firenze, poi andato alla DIA per meriti professionali, in effetti ci vuole una fantasia superiore a quella di Dan Brown).
Non è quindi solo colpa di Spezi e Vigna se accadono queste cose, come non è solo colpa dei medici la morte di Mariapaola, perché in delitti efferati come quelli del mostro occorre la complicità (magari involontaria) delle famiglie, spesso, oltre che della gente comune; e anche per far morire di tumore una persona occorre la complicità indiretta di familiari e amici.
Perché quindi io ho detto e scritto queste cose, nonostante sapessi che la cosa non avrebbe avuto alcun seguito, che nessuno avrebbe riaperto le indagini e nessun giornalista si sarebbe seriamente occupato della vicenda?
Semplicemente perché qualcuno deve pur dirlo, perché solo dicendo le cose, senza voltarsi dall’altra parte, aumenterà piano piano la consapevolezza verso certi fenomeni.
Qualcuno deve pur dire quindi a Spezi e a Vigna, “gli assassini eravate voi”.
Qualcuno deve pur dire ai medici che hanno curato Mariapaola, “Siete degli assassini, vi piaccia o no”.
Qualcuno deve anche dire, però, che di persone ne hanno sicuramente ammazzate di meno Spezi e Vigna rispetto ai vertici delle multinazionali del farmaco e ai medici conniventi.
Poi però occorre anche dire a familiari, parenti, amici, utilizzando le parole di Andrè: “se avete preso per buone le verità della televisione, anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso convolti”.
E occorre anche dire, alla gente comune, che sono loro i responsabili di tutte queste morti.
E occorre anche dire, alla gente comune, che sono loro i responsabili di tutte queste morti.
Ecco. Ho scritto questo, anche se so che non cambierà nulla, nessuno mi restituirà Mariapaola e nessuno pagherà per i delitti del mostro di Firenze che continuano indisturbati anche se con meno eco mediatica di un tempo.
Semplicemente perché qualcuno doveva pur dirlo
PS. Sono consapevole che, come dice un famoso detto, chi punta il proprio dito contro un altro, ne punta contemporaneamente tre contro se stesso.
Questo mio puntare il dito non mi esime infatti dall’interrogarmi sulle mie responsabilità, o verso Mariapaola, o verso la società; non mi esime ad esempio dal rendermi conto che comprando alcuni cibi contribuisco a incrementare l’industria di morte delle multinazionali; comprando e cambiando cellulari contribuisco al mercato delle batterie e incrementare le miniere africane che estraggono il materiale radioattivo con cui esse sono fatte.
Purtroppo la risposta che mi so dare è che non riesco a fare di più, come, credo, anche le persone contro cui ho puntato il dito in questo articolo.
Nessuno riesce a fare di più.
Ma credo che alcune cose vadano dette lo stesso.
Giorgio Andretta
11 Maggio 2014 @ 7:12
Certo che è messo male, spiritualmente parlando, Franceschetti, se preferisce suicidarsi piuttosto che rispondere ai miei commenti e destina le sue energie alle baggianate espresse nel post che ci ospita.
Ritengo tutti i medici, a qualsiasi titolo, completamente assolti da ogni responsabilità nella conduzione della dieta di ognuno.
Non mi stancherò mai di ripeterlo: il karma è personale.
Ho dovuto trascorrere in un tribunale alcune ore e mi sono seduto in prossimità della toilette, tutti gli avvocati che usufruivano del servizio uscivano senza lavarsi le mani.
Ad majora.
Giorgio Andretta
11 Maggio 2014 @ 7:30
Egr. jj,
cosa non le è comprensibile quando dichiaro che il karma è personale?
E' convinto di ricostruirsi l'imene spirituale accusandomi di ermetismo?
Perché non si guarda allo specchio? Potrebbe vederci l'immagine di Dorian Gray.
Quando le ho puntato la pistola sulla tempia obbligandola a leggere i miei commenti?
Cristo ci ha esortati a non frequentare l'ignavia.
Anonimo
8 Gennaio 2015 @ 10:47
Giorgio, provi la via della semplicità. Stare troppo chiusi dentro la testa non fa bene. Non la obbligo a leggere questa risposta.
Anonimo
11 Maggio 2014 @ 8:17
Solo questa frase riesce a darmi un pò di consolazione:
" L'Universso tende all'equilibrio".
Quindi tutti coloro che coscientemente od incoscientemente, provocano il Male, saranno "riequilibrati" nelle forme e nei modi che l'Universo riterrà opportune.
Io sono di mezza età, non ho visto moltissimo nella vita, ma guardandomi attorno, mi è capitato di venire a conoscenza di alcuni "riequilibri" e c'è da spaventarsi da un lato, e rifletterci su dall'altro.
Buona vita.
MYHEART
11 Maggio 2014 @ 8:53
Non credo, Giorgio: il Karma non è mai solo personale, benchè gli avvocati del suo tribunale hanno perso completamente la coscienza dell'"altro". Quanti ne vedo di esseri che hanno solo coscienza di sè e che annullano l'"altro" fino al punto di non vederlo neppure anche se gli sta ad un centimetro di distanza! E' per questo che non si lavano le mani DOPO la minzione: sicuramente però se le sono lavate PRIMA, perchè a sè ci tengono eccome e al loro cosino.
laurama
11 Maggio 2014 @ 9:10
Salve, capisco il suo dolore, soprattutto per l'impotenza che ha dovuto/deve subire con questa vicenda.
Da quello che lei ha scritto sembra evidente che Mariapaola non ha voluto decidere della sua vita ma si "è fatta decidere".
Ho avuto modo di acquistare un libro di Osho "Morte:La grande finzione" ad un certo punto parla del suicidio con queste parole: "Io ho la sensazione che quanti si suicidano, sono le persone più sensibili, le più intelligenti che esistano: a causa della loro sensibilità, della loro intelligenza, trovano difficile adattarsi a questo mondo nevrotico. La società è nevrotica. Le sue basi sono nevrotiche. La sua storia è una lunga trama di follie, violenza, guerre, distruzione. Qualcuno sostiene che il suo Paese sia il più grande del mondo: questa è nevrosi. Qualcuno afferma che la propria religione sia superiore alle altre: questa è una nevrosi."
Queste parole probabilmente non la consoleranno per la perdita subita, ma spero le servano come incoraggiamento ad ANDARE AVANTI, a proseguine nel suo percorso volto a smascherare le storture del "sistema". Evidentemente la sua vita esigeva anche questa prova.
In questa pagina http://www.scienzenoetiche.it/holos/14_morte_rinascita.php c'è una bellissima poesia LA VERITA' ILLUSORIA.
Le dedico anche questa frase che ho trovato sul web (di Paola Melone), da quello che ho potuto leggere, nelle sue pubblicazioni, Mariapaola mi ha ricordato il volo di una farfalla:
"Un'anima sensibile si veste con le ali delle farfalle.Ammirane i colori, le sfumature e la leggerezza, ma non provare a toccarla, potresti fermarne il volo".
Paolo Franceschetti
11 Maggio 2014 @ 9:42
Grazie Laura. Le tue parole un po' mi hanno consolato.
Ho sempre considerato Mariapaola la persona più intelligente e sensibile che abbia conosciuto (sensibile nel senso che "sentiva" le cose, non nel senso che avesse tatto; anzi, era anche un po' stronza a dir la verità).
E si è suicidata per i motivi che hai detto, come si suicida molta gente.
E' un peccato che non usino la loro sensibilità a vantaggio del mondo, anzichè a svantaggio di loro stessi.
Anonimo
11 Maggio 2014 @ 16:14
Un avvocato puo' perdere una causa, senza necessariamente esser tacciato d'incompetenza. Il sistema giuridico e' infinitamente piu' semplice del concetto di vita umana, eppure se un medico non riesce a tenere in vita un paziente seriamente malato e' tallonato da parenti che non si capacitano del fatto che un essere umano possa, oltre a nascere, anche morire. La dipartita di una persona cara e' una brutta botta, anche per persone molto forti spiritualmente. Prendersela con medici, parenti, e chi capita a tiro serve certamente a svuotare la coscienza, a poter dire "l'avevo detto io, voi invece..", "ho fatto di tutto io, voi invece…", ma non a riportare in vita la cara estinta. Purtroppo.
Se veramente si vuol fare qualcosa, oltre che svuotare la coscienza o proporre tecniche opinabili, e' studiare, informarsi, prendersi titoli medici (laurea medica), lavorare sul campo, andare volontari in paesi disagiati. Accusare tizio o caio, serve a nulla, proporre metodologie nuove senza una piena coscienza del "PERCHE'" funzionano (se funzionano) serve quanto accusare a vuoto la gente che, per carita' anche sbagliando, ha opinioni diverse dall'autore del blog.
Paolo Franceschetti
11 Maggio 2014 @ 17:22
Rispondo all'ultimo anonimo. In parte hai ragione. In parte no.
Della morte di Mariapaola non accuso i medici nè i parenti, perchè come ho scritto in un articolo ben dettagliato Mariapaola ha scelto volontariamente di morire.
Ma ciò non toglie che molti di loro sono incompetenti lo stesso.
ROSMARINA
11 Maggio 2014 @ 19:38
I MEDICI SONO QUALCOSA DI PIù CHE INCOMPETENTI: SONO MACELLAI. ALL 'UNIVERSITà DI ROMA COME IN ALTRE IN SPECIE DEL SUD, SI DIVENTA MEDICI COMPRANDO GLI ESAMI
Anonimo
11 Maggio 2014 @ 20:42
E' un peccato che non usino la loro sensibilità a vantaggio del mondo, anzichè a svantaggio di loro stessi.
Forse non aveva idea di come poterlo fare, o forse non ne aveva le forze…
Fabio
11 Maggio 2014 @ 22:48
Carissimo Franceschetti
le sue parole mi hanno colpito, più di quelle di tanti altri interventi, seppur importantissimi, che ha scritto in questi anni (la seguo infatti da molto tempo). Mi permetto di suggerire per il suo nuovo Blog la cura a base di semi di albicocca e poiché lei ci insegna che il sistema ci avvisa sempre, le ricordo una battuta che si trova nel film "Watchmen" dove uno dei protagonisti dice ad un altro (che nel film è malato) "ti stai curando con le medicine proibite a base di seme di albicocca, eh?…". Lei è un ottimo indagatore, sono certo che saprà approfondire…
La saluto e la ringrazio per la sincerità ed il cuore che mette in tutto quello che fa ( a parte attaccare i 5stelle… Dai, scherzo…)
Fabio
Giorgio Andretta
12 Maggio 2014 @ 5:16
Sig. MYHEART,
lei scrive: "Non credo, Giorgio: il Karma non è mai solo personale.." nega senza proporre l'alternativa, quindi se non è personale com è il karma per lei?
Giorgio Andretta
12 Maggio 2014 @ 5:29
Se molti medici sono incompetenti, Franceschetti, significa che la scuola nel suo insieme lo è e ciò è irrefragabile in considerazione dei risultati.
Enkidu
12 Maggio 2014 @ 7:10
Caro Paolo ,finora ho solo e sempre seguito te tramite il mezzo informatico senza mai intervenire credo che sia giunto il momento.
Voglio affrmare che:
I tuoi scritti, le tue parole spesso sono una vera fonte d'approvvigionamento nel deserto che ci circonda.
Molti come me ascoltano messamente nel silenzio, prendendo spunto ed ispirazione dalle tue parole che sono sempre ricche di informazioni per chi vuole ricercare.
Inoltre bastano pochi attacchi per fare molta confusione, e creare l'illusione di un lavoro fallimentare, mentre tutti quelli che traggono beneficio da te ed il tuo pregevole lavoro non emettono alcun rumore ed acun disturbo alcun fastidio in quanto in fase con la tua vibrazione.
Caro Paolo un forte abbraccio , ed un grande GRAZIE di esistere.
PS. Il tuo lavoro non è inutile e mai lo sarà, continua fiducioso sapendo che per ogni contrario alle tue opinioni ce ne sono centinaia favorevoli e in fase con il tuo pensare .
Anonimo
12 Maggio 2014 @ 9:42
Caro Paolo,
"Quello che noi facciamo è solo una goccia nell'oceano, ma se non lo facessimo l'oceano avrebbe una goccia in meno." (Madre Teresa)
Non ci privi delle sue gocce, non sono inutili, come non e' stata inutile la vita (e la morte) di Maria Paola.
In fondo, anche Cristo si e' lasciato suicidare come dice lei…
Anonimo
12 Maggio 2014 @ 12:50
Quello che apprezzo maggiormente di te, se mi permetti Paolo, dopo che ti leggo da un po’, è il buon senso puro e semplice dei tuoi ragionamenti. Ciò mi ricorda che molto spesso la soluzione delle cose è dentro di noi, o comunque è quella che noi sentiamo più vicina. Perciò anche questa volta è chiaro che si tratta di buon senso puro e semplice, quando ci diciamo che qualcuno deve pur fare il lavoro sporco di dire a questi signori che devono assumersi le responsabilità di quello che fanno. Chiaro, e forse anche banale, ognuno di noi lo deve fare, assumersi le proprie responsabilità, anche quelle di non cercare la via della consapevolezza; è una grave responsabilità anche quella di rimanere comodi nel proprio orticello, finchè le cose vanno bene..
In tutto questo, ciò che continuo a non comprendere, o meglio che mi pone un sacco di interrogativi difficili da maneggiare, anche con il buon senso, è la volontà implacabilmente autodistruttiva di persone come la Mariapaola. Mi è rimasto impresso un film che ho visto qualche anno fa “the bridge”, il ponte dei suicidi, che raccontava 24 suicidi dal golden gate di San Francisco, in un anno di immagini. Una cosa straziante, tutte persone più o meno giovani che sceglievano il ponte come ribalta per gridare a quanta più gente possibile la propria sofferenza con un estremo atto finale di suicidio. Forse è questo l’aspetto che si dovrebbe affrontare di più e meglio, la dove non arriva il buon senso logico e razionale, ovvero le cause “spirituali” per così dire, dei tumori (oltre a quelle ambientali che certamente esistono).
G.
Aironeblu
12 Maggio 2014 @ 17:32
Ma qualcuno deve pur dire loro le cose come stanno, anche se non servirà a nulla: ai medici, occorre dire che sono degli assassini con licenza di uccidere.
A familiari ed amici bisogna dire che sono degli scellerati senza cervello.
Sono con te nella maniera più assoluta.
Iniziamo a chiamare le cose con il loro nome e iniziamo a sollevare il velo di questa neolingua orwelliana che sommerge le nostre esistenze.
E piano piano la realtà inizierà a essere più chiara.
Billy The Kid
12 Maggio 2014 @ 18:10
E questo Viti che dicono essere il Mostro di Ugnano?
Luca
12 Maggio 2014 @ 22:46
@ Giorgio Andretta
GA> il karma è personale
Lei manda in crisi la mia parte razionale.
Una bottiglia di buon rosso mi permette di chiederle se – quindi – mette in discussione il concetto rosacrociano di karma collettivo (www.rosacroceoggi.org/testi/mario_rizzi/karma.htm#collettivo)
Mi bastoni adeguatamente se lo ritiene opportuno.
Aironeblu
13 Maggio 2014 @ 1:20
A me sembra un perfetto imbecille (Viti) che ha letto troppi fumetti.
Giorgio Andretta
13 Maggio 2014 @ 6:18
Il primo gradino del karma, sig. Luca, è personale, conseguentemente è fuori discussione il concetto rosacruciano del karma collettivo.
Nella fattispecie il primo e personale è quello di Mariapaola quello collettivo iniziale è della società italiana, tra i due ne esistono molti altri non ultimo quello del nostro ospite.
Quello collettivo non si esaurisce con lo specifico della società italiana, ma, a cerchi concentrici, via via si allarga sempre più.
Qui mi fermo perché non vorrei andare ad intaccare il mio.
Comunque sempre a disposizione per ogni specifico chiarimento.
carmelo maria carlizzi
13 Maggio 2014 @ 6:26
Io non credo come dice Paolo che Mariapaola volesse lucidamente suicidarsi.
II suicidio è un gesto preciso, attivo. Rifiutare anche lucidamente una cura di cui si ha paura o che istintivamante non dà fiducia, non è suicidio. Anche lasciarsi andare non è suicidio. Può forse definirsi debolezza, fragilità… O altro! E così anche desiderare di morire, per paura, per dolore, per nausea di vita…
Mariapaola il suo percorso di sofferenza se l'è fatto tutto, ha subìto l'annuncio del male, il tormento delle cure, l'asportazione del seno, la nuova condizione fisica, il riproporsi di diagnosi e cure dopo il fallimento, ogni giorno lo strazio delle persone amate e che l'amano, il dover prepararsi ad andare incontro all'ignoto che ogni giorno l'avrà di certo assalita come necessità "questa notte, domattina, fra una settimana, io non ci sarò più…", quanto le dicevano i medici imbecilli, quelli impotenti, quelli in gamba che volevano aiutarla, quelli che in buona fede le proponevano cure sperimentali o alternative o solo tentativi dignitosi. Un'altalena di morte e di speranza. Paolo ha vissuto e qualcosa ci ha fatto conoscere di questo calvario di Mariapaola, non diverso da tanti altri percorsi di vita che finiva nei pazienti che stavano attorno a lei. Numeri, volti, sigle, semplici cartelle cliniche di quello schedario di morte che è la corsia di un reparto di oncologia o peggio ancora di un hospice per malati terminali.
Poniamoci per un istante, almeno per rispetto a Mariapaola e a tutte le creature che come lei imboccano il tunnel ad imbuto del pianeta cancro, la possibilità che lei abbia percepito ad un dato momento e con assoluta consapevolezza nel suo animo che nessuna cura l'avrebbe guarita, al di là di ogni buonafade o scienza o miracolo. E quindi concediamole il diritto alla fine d'aver voluto credere più alla scienza ufficiale che la dava per condannata senza speranza, che trovare la forza di seguire una persona cara o un medico in buona fede in un percorso che comunque avrebbe richiesto energie fisiche e determinazione che lei ormai non aveva più, e oggettivamente.
Vogliamo concedere a Maripaola la realtà di non riuscire a decidere, d'essere stanca, incoerente, contraddittoria, incomprensibile. E forse con sua intima piena consapevolezza. Poiché un momento voleva vivere e si attaccava a quello che le dicevi come ad una flebo miracolosa. Ma subito dopo un'altra flebo le toglieva il respiro e quindi ogni forza.
Concediamo il diritto a Mariapaola di non avercela fatta e di non costituire per nessuno un esempio o un ricordo negativo. Lei già da tempo diceva e voleva tornare nel ventre materno di Napoli, della sua infanzia e della sua famiglia, di quanto ricordava e che rivoleva. Ma quel ritorno, nella psicologia dell'anima vuol dire rinascita, ma non da zero. Alla fine lo ha ottenuto e, da quanto ha riferito Paolo, ci si è rifugiata accucciandosi con un sorriso.
E tutto questo non è suicidio, ma spinta a operare tutti perché il genere umano recuperi l'antica originaria purezza e dignità.
Giorgio Andretta
13 Maggio 2014 @ 6:28
E' sufficiente conoscere la legge del karma, sig. Aironeblu, per chiamare ogni cosa con il proprio nome, così facendo però si incorre nel rischio di essere tacciati da ermetici dai semplici, come nel mio caso.
Oppure supercazzolaro, così sono stato definito dal solone internauta che si firma Billy The Kid, in altro blog. Quest'ultimo partorisce continuamente enunciazioni da uomo di paglia (veda in WP).
Anonimo
13 Maggio 2014 @ 8:27
Credo che quello che hai detto Paolo sia la verità e cioè che tutte le persone con la loro omertà hanno contribuito alla morte delle persone sia per quanto riguarda il MOSTRO DI FIRENZE sai per il caso della tua amica,e non mi meraviglio se l Italia continuerà in questo vortice di disoccupazione e mal contento generale continuando a vedere l informazione che danno i media come vera, bisogna svegliarsi e combattere contro questo sistema che ci sta rovinando perché io sono una delle vittime che come tanti è disoccupata.Spero che la mio appoggio ti possa essere d aiuto.FEDERICO
Nat
13 Maggio 2014 @ 9:22
Caro Paolo ti seguo da molto tempo , anche se le cose che tu dici non vengono ascoltate e ci sono persone che continuano a non capire e le cose non cambiano ,ti posso dire una sola cosa per quello che mi riguarda:seguendoti ho e continuo ad imparare molte cose e la mia vita è cambiata molto in meglio ,e credo come me molte persone.quindi per quello che ti posso dire tu magari senza saperlo ( ma sono convinto che in fondo lo sai) stai aiutando molte persone e un pò alla volta le cose cambieranno.ci tengo molto che tu lo sappia.mi aggiungo partecipe al tuo dolore .un immenso grazie da un amico
Anonimo
13 Maggio 2014 @ 10:59
Per rispondere a Carmelo Maria Carlizzi, volevo dire che certo, ci mancherebbe altro, a Mariapaola dobbiamo concedere tutto il rispetto possibile per la condizione che ha subito, la sofferenza che ha patito e quant'altro. D'altronde, se ce ne fosse l'opportunità, nessuno meglio di lei potrebbe spiegarcelo cosa si prova, visto che ha vissuto tutto questo sulla propria pelle. Poi per carità, non volevo neanche sostenere che la Mariapaola abbia voluto anche solo inconsciamente suicidarsi. La sua vicenda però, per come la ha descritta Franceschetti, mi ha fatto pensare ad un suo lato autodistruttivo, che mi è sembrato comunque evidente. E' questa parte che io faccio fatica a comprendere, in quanto oscura: la pulsione autodistruttiva che molti di noi hanno, spesso senza rendersene conto, e che forse potrebbe essere alla base di molti tumori, chissà
G.
Billy The Kid
13 Maggio 2014 @ 11:10
Via su Andretta, scherzavo! Un minimo di autoironia!
Giorgio Andretta
13 Maggio 2014 @ 18:30
Che modo curioso di esercitare l'autoironia, sig. BTK, ed altrettanto ilare il suo scherzo.
L'ironia non è alla portata di tutti, perciò sia gentile, per quanto mi riguarda, mi conceda la libertà di applicarmela.
Gliene sarò eternamente riconoscente.
Billy The Kid
13 Maggio 2014 @ 18:35
E comunque non ho definito LEI supercazzolaro, signor Andretta… Quel termine semmai potrebbe ben attagliarsi al nostro attuale Giamburrasca Presidente del Consiglio, ahimè…
Anonimo
13 Maggio 2014 @ 23:26
http://imgur.com/6tYnqNm
vista questa propongo la reintroduzzione delle pene corporali e il reato di ignioranza.
Andretta dicca 33 ma non a me e nemmeno al medico che a scrito questa riceta col conpiutter e stanpatto colla stanpante
jj
Giorgio Andretta
14 Maggio 2014 @ 6:25
Offendere per il gusto di farlo è perverso, Franceschetti, dal momento che il potere è suo la invito caldamente a svelenire il clima che l'internauta che si firma jj e spesso anonimo ha instaurato. Diversamente la fine indicata è quella che in passato era interpretata da "Democrito".
Cassi tutti i commenti con suindicato nickname a me rivolti.
Se si intende definire una persona come "coglione" si deve essere in grado di dimostrarlo con le dovute argomentazioni, diversamente rimane un'azione arimanica.
A lei la scelta!
Paolo Franceschetti
14 Maggio 2014 @ 6:29
Senta Andretta, lei viene qui a provocare e poi si lamenta se qualcuno la insulta?
ma andiamo!
Il karma è personale, come dice lei, che non si stanca mai di ripeterlo.
E allora consideri che nel suo karma vi rientrano anche gli insulti che lei si attira con i suoi modi.
E chi sono io per cambiare il suo karma?
Giorgio Andretta
14 Maggio 2014 @ 8:00
Franceschetti, questo è il suo blog ed a lei sono indirizzati i miei commenti, se uno s'intromette nel nostro dialogo lo ritengo un belluino maleducato.
Anche perché vengono usati modi e metodi che si possono definire tutto fuorché garbati, non mi sono mai sottratto nel rispondere a chicchessia su qualsiasi argomento quando la richiesta è avvenuta all'interno della netiquette e del buon vivere.
Nessuno mi ha mai puntato una pistola sulla tempia costringendomi a leggere i commenti di altri ed a mia volta chiosarli, se l'ho fatto ho usato discrezione e sensibilità, senza mai travalicare il rispetto umano.
Spesso mi sono sentito accusato di esprimermi in modo criptico, invece penso che il mittente delle accuse dovrebbe riflettere e giungere alla conclusione di non essere attrezzato intellettivamente in quantità sufficiente da affrontare i temi trattati. Dimostrando boria ed arroganza scaricando su altri le proprie deficienze.
Scrivo ciò perché ho lampante il significato di karma personale a differenza della quasi totalità dei suoi ospiti che credono sia una pietanza macrobiotica.
Tanto le dovevo.
Paolo Franceschetti
14 Maggio 2014 @ 8:22
Andretta, se uno si intromette sarà anche un belluino maleducato, ma il dialogo è pubblico, ed è rivolto quindi al pubblico.
Se lei voleva discutere solo con me mi faceva una telefonata, non mi scriveva sul blog, non crede.
Applichi la teoria del karma individuale anche a se stesso, Andretta, e vedrà che riuscirà a tollerare le cose in modo più sereno.
Giorgio Andretta
14 Maggio 2014 @ 9:09
La sua risposta è pletorica se non puerile, Franceschetti, nemmeno la telefonata è privata, lei non immagina quante orecchie siano all'ascolto.
Partecipo al suo blog con il preciso intento che la cosa sia pubblica, ciò non significa licenza di triviale ed offensivo dileggio, ma scambio culturale paritetico. Diversamente se lei intende che il suo albergo sia vocato ad una cloaca dove ognuno può gettare sterco liberamente all'indirizzo di chicchessia, solamente per la soddisfazione di farlo, senza alcuna giustificazione, basta saperlo, ci si regola di conseguenza.
Non si deve scomodare il karma personale per scegliere se si debba accettare una così descritta situazione, decido agevolmente di essere intollerante,comunque rimanere sereno, dormire saporitamente e non gravidarmi di un qualsiasi tumore/cancro.
Ho portato rispetto ai suoi ospiti perché anch'io lo sono, forse crede che non saprei come metterli sull'attenti se fossi io il padrone di casa?
Spero di non essere stato criptico e che le mie parole sia decifrabili a tutti.
Ad majora.
Paolo Franceschetti
14 Maggio 2014 @ 9:31
Andretta, non mi stancherò mai di ripeterlo. Il Karma è personale. Gli insulti che riceve sono solo suoi.
Non esiste alcun insulto qui,
Non faccia il bambino. La faccenda del karma non vale solo per gli altri.
Anonimo
14 Maggio 2014 @ 11:05
Paolo hai ragione a dire che la propria sensibilità andrebbe usata a vantaggio del mondo, ma questo spesso implica degli sforzi talmente tremendi, delle cariche di pazienza e sopportazione quasi eroiche, così che spesso, è veramente più facile lasciarsi andare via ,e non solo col suicidio, ma anche col rifugiarsi in cose che alla fine vanno contro se stessi.Purtroppo il sistema odia i sensibili,i "diversi" rispetto alla "media", e quelli che capiscono troppo le cose, pertanto per potersi scontrare col sistema spesso sono necessarie delle lotte anche con persone vicine (parenti e company)che sembrano davvero insormontabili. Questa è l'unica attuante per un gesto come il suicidio che comunque rimane uno dei più colpevoli agli occhi dell'Universo.
Anonimo
14 Maggio 2014 @ 11:31
T
Anna
14 Maggio 2014 @ 15:00
Egregio Andretta,
Ho una domanda per Lei, non me ne voglia se le sembra idiota, accetterò le conseguenze del caso, ma ho assoluto bisogno di fargliela, e apprezzerò una sua risposta:
Visto che amo moltissimo gli animali e ne ho parecchi dove vivo, ma cerco sempre di non interferire troppo con i loro istinti naturali e quindi di non addomesticarli più di tanto né tanto meno umanizzarli, mi chiedo da tempo se cercare di addomesticare gli animali o comunque interagire con loro nel loro habitat naturale come generalmente viene fatto nei documentari con animali che non sarebbero destinati ad un contatto diretto con l'uomo (se non fosse che noi abbiamo appunto preso e distrutto il loro territorio come un virus), non vada ad intaccare anche negativamente il loro ed il nostro Karma forzando la loro evoluzione.
Le sono grata per quanto saprà rispondermi.
Giorgio Andretta
14 Maggio 2014 @ 17:50
Non so che conoscenze esoteriche lei custodisca, sig. Anna, quindi se non sarò in grado di farmi capire è pregata fin da ora di pormi ogni quesito chiarificatore.
Per gli animali noi siamo come gli angeli per l'uomo.
Gli angeli sono molto più evoluti dell'uomo rispetto al divario tra quest'ultimo e gli animali, ognuna delle specie trattate gode della vista di quella superiore.
Gli uomini comunque dovrebbero rispettare l'ambiente naturale di vita degli animali per non intaccare il proprio karma.
L'argomento non si esaurisce con queste poche righe perché sono innumerevoli le forme di vita, non materiali, che si frappongono tra gli enti toccati.
L'uomo quando si relaziona con altre forme di vita tende a far emergere il suo lato egoistico e coercitivo se non utilitaristico e succede specialmente con gli esseri meno evoluti, prova ne sia che di animali si nutre e quindi intacca il proprio karma.
Ammazzare un animale non è tanto una colpa minore che uccidere un umano.
Mi complimento con lei se riesce a rispettare la prossemica di ogni essere vivente, perché, come ultimamente avrà evinto dai miei commenti, è molto difficile per gli umani farlo, io per esempio non sono stato in grado di comunicarlo al nostro ospite.
A disposizione per ogni ulteriore chiarimento.
Anonimo
14 Maggio 2014 @ 22:36
""L'uomo quando si relaziona con altre forme di vita tende a far emergere il suo lato egoistico e coercitivo se non utilitaristico e succede specialmente con gli esseri meno evoluti, prova ne sia che di animali si nutre e quindi intacca il proprio karma.""
esattamente come fa lei nei miei confronti, poi il solo fatto che si consideri più colto intelligente e spiritualmente evoluto del sottoscritto non solo stimola la mia compassione buddica nei suoi confronti ma mi fa anche scompisciare dalle risate
jj
Anonimo
15 Maggio 2014 @ 6:00
Andretta,al di sotto della sua composta apparenza la verità è che lei è assolutamente… fuori… controllo.
Giorgio Andretta
15 Maggio 2014 @ 6:01
jj, lei è un coglione, buddico ma coglione, sono curioso di vedere un coglione che si scompiscia dalle risate.
Giorgio Andretta
15 Maggio 2014 @ 6:15
Franceschetti, la conosco da prima che accendesse questo blog, da quando era ospite di CDC ed altri, a quell'epoca lei non aveva ancora adottato la moderazione ed infatti si trovava al centro degli attacchi, mi ricordo i suoi scambi con MDD e vari, poi stancatosi ha attuato la censura, almeno nei suoi confronti.
Quindi moderazione a senso unico, lentamente l'ho sostituita come bersaglio, ma ciò non si potrebbe riportare alla filosofia buddica che prevede il massimo rispetto per l'ospite, perciò lei dovrebbe farmi scudo con la sua persona, cercando di elevare il livello spirituale del suo albergo anziché affondarlo in una miasmatico scrauso.
Dire di essere simpatizzanti della filosofia del Budda è antitetico al realizzarla,
Tanto le dovevo.
Anna
15 Maggio 2014 @ 7:23
Andretta,
La ringrazio moltissimo per la risposta. Diciamo che le mie conoscenze esoteriche non sono lontanamente paragonabili alle sue. Ma quindi anche solo insegnare ad un cane a comportarsi "bene" è intaccare il proprio karma?
E le innumerevoli forme di vita disincarnate che si collocano tra uomo ed animale come agiscono o reagiscono, se così si può dire, di fronte alla crudeltà umana nei confronti degli animali? Quali sono insomma le implicazioni a livello astrale?
Io sono vegana e in passato ho sempre mangiato pochissima carne sempre di controvoglia, può aiutarmi questo a "purificare" il mio karma almeno un pò? Posto che so che dovrò scontare il mio aver mangiato carne in altre incarnazioni, ahimé. Ma sbagliando si impara.
Amo gli animali e la natura assi di più degli esseri umani e non mi sento assolutamente in colpa per questo, anzi, la cosa mi rende felice.
Grazie per la sua cortesia.
Giorgio Andretta
15 Maggio 2014 @ 8:22
Non si deve crucciare più di tanto, sig.ra Anna, la vita è come un pendolo una volta messo in moto oscilla in ambo i lati fino a tendere a fermarsi in centro, questo a spanne è il karma.
L'importante è che segua il "Cristo" in lei, cioè ascolti attentamente la sua interiorità e scrupolosamente attui ciò che le suggerisce, mai ascoltare i consigli esterni almeno che non coincidano.
In noi tutti sonnecchia un potenziale santo ed un uxoricida, questo perché dobbiamo attraversare ogni possibile esperienza di qualsiasi valenza, compresa il mangiar carne.
Pensi che mio padre era un macellaio.
La Provvidenza farà in modo di farle pareggiare il karma guidandola tra prove alterne.
Anch'io come lei mi trovo molto più a mio agio con gli animali che con gli umani, perché come le ho già detto nel mio precedente commento, i primi non sono mai mossi dall'egoismo profondamente radicato nei secondi.
I primi sono guidati dalla loro anima di gruppo, entità molto più evoluta dell'Io umano che ha da eoni già sperimentato lo stadio dell'uomo essendo partita da una situazione precedente alla nostra.
Quindi deve concludere che il "bene" del suo cane non coincide con il suo, ma che è qualcosa di profondamente diverso.
Quanto all'astralità ritengo più proficuo riparlarne in un'altra occasione, perché è una realtà pressoché infinita.
Anonimo
15 Maggio 2014 @ 14:11
per Paolo Franceschetti
Perchè non invitare in radio il sig. Andretta?
Anonimo
15 Maggio 2014 @ 22:06
"Perchè non invitare in radio il sig. Andretta?"
1 – non ha niente da dire se non forse su dorian grey
2 – usa vocaboli talmente desueti che prima di ascoltarlo si deve scaricare la app del vocabolario treccani del 1861 sull'android
3 – perchè crede di essere irresistibilmente simpatico e poi pur avendo secondo se stesso un evoluzione apiritule di tutto rispetto perde le staffe e offende, lui si che offende e usa parolacce, cosa che io non ho mai fatto !!
4 – scrive come quel mio amico che anni fà aveva una rubrica nel giornale cittadino, scrive scrive scrive non si capisce cosa ne il costrutto ne il fine, articoli interminabili infarciti di italiano aulico e cultura classica, ma raggiunta la fine ci si guarda e ci si dice: "ma che caxxo voleva dire, ma poi soprattutto a chi ?"
5 – sarebbe impossibile registrarlo, perchè l'elettronica farebbe su se stessa un autodafè, un po' come gli specchi che si rompono da soli nella casa di ugly betty a southampton.
6 – a che titolo intervenire ? un giorno è massone un altro no, che sappia chi é lui stesso, o che abbia una crisi di identità tale da cagionare la sua partecipazione a chi l'ha visto richiesta da se medesimo ? in tal caso gli autori dovrebbero cambiare il titolo della trasmissione in: " chi mi ha visto"
la peggior offesa andretta non è stato darmi del coglione, in quanto un pochino lo siamo tutti e non è una novità che lei lo sia più di altri, ma pareggiarmi a quella piattola immonda di democrito che scriveva scriveva scriveva e ancor scriveva.
comunque per il benessere generale del blog, questa è veramente l'ultima volta che rivolgo la parola a un pirla come lei se e quando interverrò cercherò di mettere del costrutto utile e non della polemica inutile, purtroppo e dico purtroppo perchè all'inizio la mia era una provocazione per cercare di capire cosa lei avesse da dire, ma questo suo ultimo intervento mi ha fatto capire che lei purtroppo è una persona sola, con pochi svaghi con una mente che ormai non ha più nulla da costruire in questo contesto umano se non quello di mettere zizzania. i post a questo articolo devono parlare di altro, la condivisione su un tema quale il cancro, le sue implicazioni su chi lo ha su di sè, le implicazioni su chi rimane, sulla sua sofferenza, sulla elaborazione di un lutto, le implicazioni psicologiche di tutto ciò, il karma di chi soffre e il karma di chi è condannato a vedere questa sofferenza, il karma di chi in questo o altri contesti e si trova impotente a modificare il corso delle cose. Queste sono le argomentazioni interessanti da ascoltare, non uno sterile dialogo fra un pirla come me e una testa di cazzo come lei andretta
jj
Costanzo Madau
15 Maggio 2014 @ 23:13
Ciao Paolo, soltanto in questo momento apprendo della scomparsa di Mariapaola, mi dispiace infinitamente e colgo l'occasione per scusarmi nuovamente con te per gli attacchi rivolti pubblicamente nei tuoi confronti su facebook per le metodiche della cura ( come se la cura della chemio fosse una tua idea) . Il mio non è un semplice outing ipocrita perchè adesso Mariapaola non c'è più, ma perchè evidentemente la vita è proprio una ruota. Scrivo pubblicamente, come feci allora su facebook, purtroppo in queste ultime due settimane mia suocera si è aggravata e oltre all'insufficienza renale le è stato diagnosticato un tumore. Soltanto adesso capisco quanto fosse fuori luogo il mio attacco nei tuoi confronti, dopo aver scoperto che la realtà è molto diversa dalle nostre intenzioni per quanto buone esse siano. In altre parole, la cura Gerson, Di Bella, L'Aloe di padre Zago sono metodi potentissimi contro il cancro, ma mia suocera non lo sa e non ci crede, i figli vorrebbero andare sul sicuro ( Sic ! ). Morale della favola: la bugia del sistema è talmente gigantesca che siamo miseramente impotenti. Dobbiamo assistere alla sofferenza dei nostri cari e amici con la consapevolezza che si può risolvere con poco, ma anche che il sistema è uno tsunami che travolge tutti, consapevoli e non.
Un caro saluto Mariapaola..
Costanzo
Giorgio Andretta
16 Maggio 2014 @ 6:08
Anonimo ha detto…
15 maggio 2014 16:11.
E' un'esperienza che ho già attraversato quella di partecipare a trasmissioni radiofoniche e televisive che non intendo ripetere oltre.
Le persone nell'anonimato dell'etere od in quello offerto da una tastiera esprimono il peggio di loro stesse.
Diversamente dal vivo, dico mai e lo ripeto: mai, nelle relazioni che ho condotto nessuno si è permesso di attaccarmi o mancarmi di rispetto pur essendo un vegano convinto quindi fisicamente inoffensivo.
Nemmeno Vittorio Sgarbi si è permesso di epitetarmi come suo solito: "capra, capra, capra" anzi si è ammutolito.
Giuliano Ferrara si è alzato e se ne è andato, un polemista come lui avverso all'antroposofia.
Questo vis-a-vis.
A rileggerla.
Giorgio Andretta
16 Maggio 2014 @ 6:18
Franceschetti, la sua logica mi diverte più di una gag del Principe De Curtis.
Cioè se uno non capisce o non riesce a decifrare ciò che scrivo, per sua manifesta incapacità od insipienza, può, a suo dire, accusarmi di ogni nefandezza ed appiopparmi qualsiasi tipo di offesa ed io buono buono debbo porgere l'altra guancia.
Di Cristo ce n'è già stato Uno, ha presente che fine Gli hanno destinato?
Anonimo
16 Maggio 2014 @ 6:54
Andretta…..che tipo di karma è quando la bitumata perde i contatti con antani?
Anna
16 Maggio 2014 @ 7:22
Andretta,
La ringrazio moltissimo per le risposte, farò tesoro di quanto ha scritto. In effetti cerco quotidianamente di comportarmi secondo coscienza rispettando qualunque forma di vita, anche quando quella umana mi irrita profondamente.
Quanto Lei dice sull'anima o coscienza collettiva degli animali sfata ancora una volta la ridicola convinzione dell'essere "umano" di essere forma di vita superiore ad altre. Non so come facciano i cacciatori o chi per loro ad uccidere creature inermi e non avere alcun problema di coscienza.
A me la cosa fa semplicemente orrore.
Per fortuna esiste un karma per tutti.
Le sarò grata di qualunque altra delucidazione vorrà darmi in seguito riguardo al mondo astrale in questo contesto.
Anonimo
16 Maggio 2014 @ 11:28
Ma come si fa a voler cambiare il mondo in meglio, se gia' in un blog si fanno litigi contro utenti che personalmente non si conosce ? La mia non e' un attacco né al signor Andretta né al signor JJ,dimostriamoci non dico superiori ma almeno piu' tolleranti rispetto al sistema in cui viviamo almeno qui dentro. Tony
Anonimo
16 Maggio 2014 @ 11:56
Andretta….ma secondo lei è meglio il karma dell'ornitorinco o quello del dingo?
E poi….è più evoluto il facocero o la quaglia?
Giorgio Andretta
17 Maggio 2014 @ 6:17
Non si fermi alle apparenze, sig.ra Anna, come fa la maggior parte delle persone, noi difficilmente verremmo a conoscere il pareggio dei cacciatori per i loro delitti e quelli di qualsiasi altro.
Se una persona viene aggredita da una malattia mortale ed un'altra nasce handicappata pensa sia un caso?
Quanto alla superiorità di una specie su di un'altra si tratta di un equivoco sesquipedale.
Poniamo il caso di un liceo; l'alunno che frequenta la quinta classe di detta scuola è più evoluto di quello che frequenta la prima?
A rileggerla.
Anonimo
17 Maggio 2014 @ 6:27
Andretta,pensi che karma pesante che deve accumulare il leone…che per tutta la vita si mangia vive una caterva di gazzelle e di zebre!!
Ma secondo lei il cercopiteco alla fine lo trova?
Anonimo
19 Maggio 2014 @ 19:19
Andretta una curiosità…….., quanti secoli sono che non chiava?
Le sarei grato se rispondesse con sincerità…….
ettore
22 Maggio 2014 @ 13:55
Un articolo meraviglioso… scritto con il cuore.
Null'altro è necessario aggiungere.
Un abbraccio.
Anonimo
3 Giugno 2014 @ 13:18
Avvocato Franceschetti, la seguo da anni, la leggo in silenzio e sono profondamente debitrice a Lei e a Solange Manfredi per aver compreso, quasi senza fatica, tanti risvolti di frivola atrocità che infarciscono questo pazzo mondo, questa pazza "civiltà" in cui viviamo.
Capisco — posso immaginare e in parte anche ricordare — il dolore lancinante subito nel perdere un'interlocutrice, una compagna di viaggio ricca della sensibilità e della apertura mentale come quelle che caratterizzavano Maria Paola e che traspaiono così bene dalla narrazione che Lei ne fa.
E' terribile il cerchio, la garrota delle necessità che stringe ogni passo intrapreso per provare a uscirne, o a scalare il muro che gronda sangue (o linfa) di tanti nostri simili, umani e no. Quando il dolore fisico infuria insieme a quello morale, la tentazione di sottrarsi a questa danza infernale può diventare irresistibile.
I pregiudizi autodifensivi di un Roberto non c'entrano, vanno presi per quello che sono: anestetici per sopportare meglio l'impotenza davanti a tutto questo. Sicuramente meno dannosi, a livello collettivo, degli escamotage similari messi in atto da un fumatore accanito o un giocatore d'azzardo ossessivo o qualunque altra vittima parzialmente consenziente di un egoismo molto più aggressivo e …. stronzo, nel senso di profondamente insensibile all'interdipendenza comune di ciascuno e di tutti, rispetto a quello che può trapelare da una difficile valutazione medica sull'esatto rapporto costo/benefici di un cambiamento di rotta, in determinate condizioni psicofisiche del malato che dovrebbe affrontarlo.
Questo per dirle che, dal mio punto di vista, è molto più facile pacificarmi con i Roberti del caso che non con gli esempi di cui sopra o con i giornalisti e magistrati che ha ricordato nel suo post. Lì il germe della folle illusione di prevalere sul male emulandolo, ha attecchito molto più profondamente — e colpevolmente.
Questo mi sentivo di scriverLe.
Grazie perché rimane a lottare ancora, qui, insieme e accanto a noi.
marilù
lancia
9 Giugno 2014 @ 16:34
a leggervi tutti ci si diverte un mondo, si impara anche qualcosa, ma è dura .
Problematic Shoes
11 Agosto 2014 @ 20:43
Caro Andretta, lei mi é istintivamente antipatico. Ovviamente l'antipatia é un fatto soggettivo quindi non lo consideri un giudizio sulla sua persona, quanto piuttosto sull'effetto che il suo karma sortisce sul mio.
Yogananda e Crowley: felicità e scopo della vita (Lettera alla mia amica che pratica la magia nera) – Myriddin'School
30 Novembre 2018 @ 11:05
[…] Ho scritto gli articoli sul Mostro di Firenze, semplicemente perché, accortomi che la realtà era diversa da quella che raccontavano, qualcuno doveva pur dirlo. E ci ho scritto pure un articolo, dal titolo, appunto, “Qualcuno dovrà pur dirlo”: http://petalidiloto.com/2014/05/qualcuno-dovra-pur-dirlo-mario-spezi-ai.html […]