Dedicato a tutti coloro che non hanno la risposta dentro di loro. E che quando ce l’hanno, è sbagliata.
1. Il maestro. 2. La psicologa. 3. Noi stessi.
Parte 1. Il maestro
Anni fa andai da Giuliana una mia amica, che fa trattamenti shiatsu, terapia cranio sacrale e altro, ma ha anche doti di veggente e riesce a individuare i problemi dell’altro, prima del trattamento, senza neanche parlare. Vedendomi mi fa: “Paolo, qualcuno ti ha violentato l’anima. E ti ha distrutto l’ego. Cosa è successo?”
Nello stesso periodo Teresa, una naturopata bravissima, da cui vado da oltre quindici anni, ormai, e che ha sistemato i problemi di salute anche gravi di tantissimi miei amici, quando mi vide mi trovò il metabolismo quasi a zero (in effetti non mangiavo più quasi nulla, pur non essendo dimagrito per niente). E mi disse “Sei in una condizione disastrosa, col metabolismo azzerato, e veramente non so dove mettere le mani”. E per dirlo lei, voleva dire che ero in condizioni disastrose.
Cosa era successo? Nulla di grave.
Avevo solo incontrato un maestro, che aveva il leggerissimo difetto di avere annesso un parassita che si nutriva delle energie (dell’anima? Non l’ho ancora capito) delle persone più vicine. E che mi aveva praticamente spolpato vivo dal punto di vista energetico.
Questo parassitaggio aveva determinato (tra gli altri effetti negativi) un effetto curioso, ovverosia un bizzarro scambio di diete tra me e il maestro in questione. In pratica durante il mio rapporto di discepolato, il maestro – che si professava vegano – aveva iniziato a mangiare panini con hamburgher e pizze a volontà, mentre io per un motivo che mi appariva inspiegabile mangiavo minestre di verdure e un po’ di frutta, e mi sentivo pure sazio.
Ecco spiegato il motivo del mio metabolismo azzerato: un parassita.
Feci dei trattamenti energetici per liberarmi degli effetti nefasti di questo parassita, ma nel frattempo successe un fatto curioso con una delle persone più importanti della mia vita, Rachele, con cui ho sempre avuto un legame, anche energetico, molto forte. Iniziò un curioso scambio di diete; lei iniziò ad avere voglia di cose che piacciono a me io iniziai a comprare prodotti (tipo il latte) che non compravo da decenni, e scoprii dopo qualche tempo che i prodotti che compravo erano (non casualmente) quelli che piacevano a lei.
Rachele andò da una radioestesista e questa le disse che le sue energie erano drasticamente diminuite, in virtù del rapporto tra me e lei. Il che spiegò perché io, da quando la conoscevo, stavo molto meglio, ero più energico e il metabolismo mi si era azato, mentre lei aveva diminuito moltissimo le sue energie. In sostanza, l’avevo parassitata.
Ero ovviamente mortificato, ma lei, molto carinamente, mi disse “non preoccuparti, io ho molta energia e so come riequilibrarmi; prendi pure a prestito la mia energia, finchè non risolviamo il problema definitivamente”.
Parte 2. La psicologa.
In tutta questa vicenda si inserisce la mia amica Vania, una psicologa di grande esperienza, intelligente, intuitiva, e con una competenza e cultura eccezionale. Fin dall’inizio aveva intuito che il guru che io seguivo era una persona da cui stare alla larga. Il problema è che non aveva capito bene il perché, e continuava a incasellare il fenomeno tra me e il guru nell’ambito di categorie umane tipo “narcisismo, insicurezza, ego, ecc.”. E i fenomeni inspiegabili? Tipo la dieta invertita, e altre assurdità? Isteria. Simbiosi. Questa era la diagnosi. Inevitabilmente poi dovevo riandare al rapporto con mia madre e ai traumi infantili.
Il suo intuito, insomma, aveva visto giusto sulla pericolosità del “maestro”. Erano le sue categorie concettuali però che le impedivano di inquadrare il problema.
D’altronde la psicologia è quella scienza che inquadrerebbe Cristo, o Budda, tra i narcisisti privi di emozioni e con un ego ipertrofico, quindi per chiunque faccia un percorso spirituale la psicologia è spesso inutile.
3. La morale.
Questa quindi è una storia con varie morali:
Maestri. Molti maestri spirituali hanno conoscenze eccezionali, si, ma sono anche dei parassiti che si nutrono delle energie dei discepoli. Bisognerebbe quindi seguire un maestro senza mai diventarne dipendenti, e senza crederlo infallibile, prendendo le conoscenze che trasmette per quello che sono (lezioni) ma riconoscendo il pericolo nel momento in cui lo si esalta troppo. In teoria. Nella pratica, è un po’ più difficile.
Psicologi. Qualunque psicologo, prima di guarire gli altri, dovrebbe non solo guarire se stesso, ma anche andare oltre le etichette umane, e conoscere il cosiddetto mondo sovrasensibile, ovvero i mondi spirituali. Altrimenti si rischia di etichettare come semplice attacco di follia l’omicidio commesso da una persona parassitata da un’entità (come avviene in molti casi di cronaca in cui la follia che spinge la persona a fare una strage è indotta dall’esterno). O come narcisismo, o isteria, un fenomeno indotto da parassiti e entità non umane.
Noi stessi.
Nella mia vita si ripresenta da sempre questo dilemma, che ripropongo nelle forme del percorso che ho fatto fin qui, a tappe numerate in base all’evoluzione del mio personale percorso.
a) Trovo la psicologia incompleta e inadatta a fornire risposte.
b) Trovo che un maestro, nella vita, sia necessario per tutti perché nessuno nasce con tutte le risposte dentro di se e quelle che trova all’esterno dal mondo adulto o dalla società sono cazzate.
c) Trovo che le persone che mi hanno dato più risposte, nella mia vita, sono quelli che hanno avuto un maestro, come il mio amico Piero Cammerinesi.
d) Trovo che le persone che ripetono come un mantra che la risposta è dentro noi stessi, e che rifiutano maestri e percorsi spirituali, non mi abbiano mai insegnato nulla e sono spesso le persone più confuse che ho trovato nella mia vita.
e) Il rischio però è quello di trovare un maestro – parassita, come capitò a me, e come capita a molti che finiscono in sette o giri strani (d’altronde mi rispondo che chi non finisce in sette o sotto falsi maestri e subisce l’influenza della società o della cultura dominante, non è libero, ma è semplicemente all’interno di una setta più grande, e subisce una forma di parassitaggio su larga scala).
f) Trovo che il succo di tutte le tradizioni spirituali, e di tutti gli insegnamenti, sia quello di trovare la risposta dentro se stessi, ma trovo che bisogna prima imparare a fare le domande giuste, e anche in tal caso la mia risposta è spesso sbagliata.
g) A questo punto, visto che non ho le risposte, non mi resta che andare al punto b) ma da lì poi si va al punto c, d, e ed f.
Per questo motivo il libro che ho scritto tratta tutte le forme spirituali, in modo neutro. In modo da aiutare chiunque a trovare la propria strada, nella consapevolezza che non c’è una strada ma ci sono molte strade.
E si intitola “Alla ricerca di Dio” perché Dio è una ricerca e una domanda. Quanto alla risposta… Ancora devo trovarla.
Quando cerchi Dio, Dio è lo sguardo dei tuoi occhi
Rumi.
Raffaele
9 Novembre 2017 @ 13:29
ciao, innanzitutto come mai questo cambio di sito ?
Cmq ricordati che il migliore maestro siamo noi stessi ! fidati sempre di te stesso
Paolo Franceschetti
11 Novembre 2017 @ 13:57
Il cambio deriva dall’esigenza di pubblicizzare maggiormente ciò che facciamo. Si siamo affidati ad una ditta specializzata e vediamo cosa succede.
elisabetta
28 Dicembre 2017 @ 17:27
ho nella mia vita, incrociato dei maestri, non ho mai seguito nessuno, ma ho imparato da tutti.
Ambrogio
12 Gennaio 2018 @ 1:51
Trovare la risposta è comprendere l’inutilità della domanda.