Manuela Mandrone
Chiunque si accinge a descrivere il Mondo, con tutte le sue regole e di conseguenza le eccezioni a queste regole, non si imbatte certo in un’impresa da poco. Lungi dal fare ciò, in questo articolo cerchiamo solo di dare qualche spunto per riflettere insieme e partiamo dall’idea che la “matrice” sia duale.
La maggior parte degli insegnamenti di carattere iniziatico si basano su questo presupposto, ossia che l’origine del Mondo sia da ricondursi ad una radice duale, pur chiaramente anteponendo l’Unità come principio primo alla base di questa dualità.
Potremo dire che dalla dualità si genera tutto ciò che esiste. In alcune culture persino il principio creatore era descritto come un binomio, inteso talvolta come una coppia e talvolta come due antagonisti in lotta perenne tra loro.
Non indugeremo a filosofeggiare su questi concetti mitologici e numerologici su cui il lettore può informarsi altrove ma ci focalizzeremo su due forze fondamentali che potremo ritenere l’essenza di questa dualità e che tutti sperimentiamo in noi e fuori di noi. Possiamo chiamare questa coppia di forze uguali e contrarie Thelema e Agape; ma potremo anche usare altre nomenclature (es. Yin e Yang o Zolfo e Mercurio ecc…).
Thelema è la forza di repulsione e Agape quella di attrazione, in fin dei conti anche il nostro Universo fisico è fondato su questi due principi ma qui dobbiamo andare oltre la fisica.
Affinché un Essere possa percepirci come “vivo” e autonomo necessita di Thelema o Volontà ossia una forza repulsiva primigenia che permette di operare un taglio netto tra il Sé e il resto. Potremo dire che questa forza determina lo scopo della(e) Esistenza(e) ed è quindi attiva e assertiva. Ogni volta che si dice “io Sono” si applica la forza Thelemica. Per esistere ciascuno di noi deve percepirsi come separato dal resto e come soggetto capace di fare un’esperienza e di avere una memoria personale che includa la sua storia. La conoscenza di questa Forza e delle leggi che essa governa permette la pratica di diverse operazioni magiche e anche logiche. Il pensiero infatti è come la lama di una spada, per fare un ragionamento dobbiamo sezionare, sviscerare, comparare e poi elaborare una sintesi personale…tutte operazioni che procedono per contrapposizioni quindi separative. Tutte le volte che si fa un esorcismo, una e(in)vocazione, che si traccia un cerchio magico, che si lancia un incantesimo o che si cerca di “creare la propria realtà” ebbene si fa uso di questo principio thelemico. Tulle le volte che si difende la nostra individualità dall’altro e si afferma sé stessi si fa uso di questa forza.
La maggior parte delle pratiche oggi perseguite anche da chi percorre un “sentiero spirituale” fanno spesso uso e abuso di questo principio thelemico. Spesso si persegue la libertà individuale ma ci si dimentica che questa andrebbe sempre collocata nell’armonia collettiva e che un vero Mago tiene sempre questo principio avanti a sé.
La forza spesso negletta è Agape o Amore, la forza attrattiva, quella che fa collassare i confini tra l’io e l’altro, tra il fuori e il dentro e che in definitiva tende a fondere ogni cosa, perché sempre anela a ritornare all’Uno.
Agape non consente di operare per sé stessi né di restituire a terzi il male o persino il bene che ci hanno fatto, perché non permette che ci sia alcuna differenza tra oggetto e soggetto. Quando si ama qualcuno i suoi problemi sono i nostri problemi, il suo dolore è il nostro dolore. Agape presiede all’empatia, al senso del gruppo e della collettività, a tutte quelle facoltà medianiche e divinatorie e a tutte quelle ritualità in cui il celebrante si fonde completamente con la Divinità. Ogni volta che si medita, passando oltre la mente, l’ego individuale si fonde con qualcosa di più amplio di sé. Ogni volta che ci si sente tutt’uno con gli Alberi, il Vento e i grandi Spiriti che li animano allora si fa uso della forza passiva e unificante detta Agape.
A questo punto non bisogna pensare che una di queste due forze sia più importante o utile dell’altra ma bisognerebbe procurarsi di metterle in equilibrio facendo attenzione a quando e quanto si fa uso di ciascuna delle due. Se nel mondo ci fosse solo il Thelema saremo tutti delle colonne di sale, degli esseri luciferini che possono solo esistere per sé stessi, potentissimi ma aridi e totalmente disconnessi. Tuttavia se ci fosse solo Agape tutto collasserebbe e il Mondo e noi e gli Dei…tutto cesserebbe di esistere, anche la bellezza e l’amore stesso che può collegare due individui che però si possono percepire sia uniti ma anche separati. Per questo se queste forze saranno sapientemente bilanciate allora si accederà ad una vita autenticamente magica ossia ad una vita integra e restituita alla sua natura originale e queste due colonne alimenteranno l’invisibile colonna centrale.
Manuela Mandrone