Nel corso dei secoli, l’umanità ha cercato in molti modi di rispondere alla stessa domanda: che cos’è la realtà?
 Dalle aule dei filosofi alle cattedrali dei mistici, dai laboratori degli alchimisti ai templi interiori degli iniziati, emerge sempre la stessa intuizione profonda:
La realtà non è oggettiva. È una manifestazione della coscienza.
In questa prospettiva, filosofia, spiritualità e magia non sono tre discipline separate, ma tre facce della stessa medaglia, tre modalità con cui l’essere umano tenta di comprendere e vivere il mistero della propria esistenza.
1. La filosofia: comprendere razionalmente l’illusione
La filosofia, fin dai tempi di Platone, non si limita a raccogliere concetti, ma cerca la struttura invisibile del reale.
Cartesio, Kant, Fichte, Hegel, fino a Goethe, hanno mostrato che ciò che chiamiamo “mondo esterno” non è un dato oggettivo, ma il riflesso della mente che lo percepisce.
 L’Io è la chiave di tutto: esso non scopre la realtà, la costruisce.
La filosofia, dunque, è il tentativo della ragione di spiegare l’illusione — di mostrare come il mondo sia una proiezione ordinata della coscienza.
La sua missione è capire: portare luce nel labirinto dell’apparenza.
la sintesi che tutti i filosofi hanno operato, può esprimersi cosi: la realtà è un’illusione e dipende dalla percezione soggettiva, di uno o di molti.
Occorre tenere presente, giusto per capire meglio, che alcuni filosofi come Cartesio, erano anche esoteristi, molti erano massoni, e in collegamento con logge e fratellanze rosacrociane.
2 – La spiritualità: riconoscere e testimoniare il mistero
La spiritualità parte dalla stessa intuizione, ma la vive nella dimensione del cuore.
 Là dove la filosofia analizza, la spiritualità contempla.
Non si limita a teorizzare che la realtà è illusoria: lo dimostra attraverso l’esperienza, quando l’anima percepisce che la vita è sogno, riflesso, vibrazione.
Le tradizioni mistiche di ogni epoca hanno cercato di mostrare questa verità anche ai sensi: miracoli, guarigioni, estasi non sono prodigi per stupire, ma segni tangibili di una legge superiore — la legge per cui lo spirito può plasmare la materia.
La spiritualità, dunque, è l’esperienza diretta del principio filosofico: è la coscienza che si riconosce oltre la forma.
3 – La magia: applicare la legge nella pratica
Se la filosofia spiega e la spiritualità contempla, la magia — nel suo senso autentico e non superstizioso — opera.
 È il tentativo di mettere in pratica le leggi della coscienza: di usare consapevolmente la mente, la parola, la volontà e il simbolo per agire sulle forme della realtà.
La magia parte dal presupposto che l’universo è mente e che ogni atto interiore produce un effetto esteriore.
 Così, il mago non manipola forze esterne: semplicemente collabora con la legge che già governa tutto.
 In questa luce, la magia non è altro che la filosofia diventata azione, la spiritualità resa concreta.
In altre parole, se la filosofia e la spiritualità hanno cercato di dimostrare che la realtà è un’illusione, il mago sperimenta questa realtà, cercando di operare sulla realtà e trasformarle, agendo sull’illusione (magia e maya, illusione, hanno la stessa radice)
4 – Le confraternite del pensiero
Non è un caso che molti dei grandi filosofi fossero in contatto diretto o indiretto con correnti esoteriche come la Massoneria o il Rosacrucianesimo.
Goethe, Fichte, Newton, Leibniz, ma anche discepoli e seguaci di Kant e Hegel, frequentarono ambienti dove si cercava di unire scienza, simbolo e spirito.
 In quelle logge e fratellanze, la filosofia trovava il suo completamento operativo: la conoscenza diventava iniziazione, la teoria diventava rito.
5 – Tre vie, un’unica scienza dello Spirito
Alla fine, filosofia, spiritualità e magia non sono che diversi linguaggi dello stesso sapere:
- La filosofia spiega che la realtà è creata dalla coscienza.
- La spiritualità mostra che è possibile percepirlo.
- La magia dimostra che si può agirlo.
Tre vie, una sola verità: la realtà è un atto di coscienza.
 E quando l’uomo lo riconosce, non è più spettatore del mondo, ma co-creatore del reale, partecipe dell’Intelligenza che anima ogni cosa.
“Il filosofo pensa, il mistico sente, il mago opera. Ma in tutti agisce la stessa Luce che si cerca e si riconosce.”
6 – L’esperienza del Cerchio Firenze 77
Il Cerchio Firenze 77, ha condensato filosofia (vi sono spesso citati e commentati i vari filosofi) spiritualità (c’è il pensiero dei mistici di ogni tempo) e magia (ci sono insegnamenti sulla magia).
Allo stesso tempo, il percorso effettuato con il Cerchio, consente di appagare ogni esigenza:
L’esigenza del mistico, di arrivare alla contemplazione del divino; i brevi brani di Teresa, Maestro orientale, Yogananda, soddisfano questa esigenza e i temperamenti mistici, ma poco razionali, possono anche sorvolare sugli insegnamenti, decisamente più complessi, di kempis.
L’esigenza del filosofo razionale, perchè questi scritti sono razionali, precisi, coerenti e alla prova di ogni logica). I maestri del Cerchio spesso citano i vari filosofi, ne ricostruiscono il pensiero, e lo comparano coi loro insegnamenti.
L’esigenza del mago, perchè tutta l’esperienza del Cerchio è un fenomeno magico, di materializzazioni, entità, variazioni spazio temporali, ecc.; dal punto di vista teorico gli insegnamenti di Kempis e Nephes sulla magia sono straordinari. Il mago quindi vi troverà tutto ciò che può soddisfare sia le sue esigente teoriche che pratiche (ho detto spesso, infatti, che quella del Cerchio è l’esperienza magica e spirituale più straordinaria di tutti i tempi).

 
  
  
 