- Premessa. 2. Le varie teorie sull’origine dei tarocchi. 3. Conclusioni. Una tesi eclettica.
Premessa.
L’origine del tarocchi – si sente dire spesso – è avvolta nel mistero. Per qualcuno derivano dagli antichi egizi; per altri sono stati introdotti dagli zingari; altri ancora li collegano alla cabala e quindi agli ebrei; infine, studi recenti ci vedono una summa della sapienza templare e sostengono siano stati introdotti dai cavalieri del tempio, senza contare gli autori che ci vedono rispecchiate le conoscenze massoniche e addirittura quelle islamiche.
E’ possibile invece, come vedremo, trarre una sintesi da tutte queste teorie, per capire da dove realmente venga questo meraviglioso, affascinante e misterioso sistema di divinazione.
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Le varie teorie sull’origine del tarocchi
I tarocchi compaiono tra il 12esimo e il 13esimo secolo, ad opera di zingari e templari (una delle tante tesi sostiene che furono introdotti in Europa dai crociati, e che fossero di origine saracena). Per secoli però la loro origine rimase sconosciuta, e nessuno provò a mettere per iscritto uno studio serio e scientifico.
Il primo tentativo in tal senso fu quello di Court de Gebelin, nel 1781, il quale ci vide racchiusa la saggezza e i misteri degli egizi. Lo studioso lo deduceva – tra le altre cose – dalla ricorrenza del numero 7, caro agli egizi (escluso lo zero, le carte sono 77, gli arcani minori sono 14 per ciascun seme – quindi 2 per 7 – e gli arcani maggiori sono 21, ovvero 3 per 7) nonché la corrispondenza dei 4 semi con l’ordinamento politico della società. Questa tesi, di recente, è stata suffragata della corrispondenza ravvisata da alcuni studiosi, tra i simboli contenuti nei tarocchi e quelli contenuti nella cosidetta “Mensa Isiaca” o tavola Brembina, custodita al museo egizio di Torino, risalente al primo secolo d.c e raffigurante simboli egizi.
Successivamente, più o meno nello stesso periodo, Jean Francoise Alliette, in arte Etteila, confermò l’origine egizia dei tarocchi ma affermò anche che, nei secoli, essi erano stati parzialmente modificati ed erano arrivati fino a noi in forma distorta rispetto agli originali; provvide quindi a farne un nuovo mazzo, rispetto a quelli in circolazione, che prese il nome di Tarocco di Thot, o tarocchi di Etteilla, a seconda delle versioni. Questo mazzo, molto bello anche se molto differente da quelli tradizionali, è acquistabile anche oggi.
Poco tempo dopo l’occultista Eliphas Levi, a metà del 1800, affermò che le origini dei tarocchi risalivano alla cabala, e quindi alla tradizione ebraica. Molti i punti di contatto con la Cabala, secondo questo studioso: dal numero degli arcani maggiori, che richiamano le 22 lettere dell’alfabeto ebraico e della Sephirot dell’albero della vita, ai significati delle carte, spesso sovrapponibili al significato delle varie lettere.
Da questo momento gli studi sui tarocchi cominciano a fiorire, ed emergono nuove interpretazioni e nuovi tentativi.
Gerard Encausse, in arte Papus, affermò che essi furono diffusi dagli zingari. D’altronde tale opinione era in linea con quella di Court de Gebelin, secondo cui gli zingari erano egiziani sconfinati in Europa.
Arthur Edward Waite, il fondatore dell’Ordine della Rosa Rossa e della croce d’Oro, facendo una sintesi di tutti gli studi precedenti, vide nei tarocchi una dottrina sacra, in cui identificò elementi di alchimia, di Cabala, e dottrine rosacrociane, e affermò che essi erano una sintesi della tradizione massonica.
In epoca più recente abbiamo studi che collegano i tarocchi ai templari. I loro simboli, in quanto “monaci guerrieri”, sono infatti la coppa (il graal), la spada del guerriero, il bastone del pellegrino, e i denari (ricordiamo che il moderno sistema economico e bancario fu, in sostanza, un’invenzione dei templari, i quali sono considerati i primi veri banchieri nel mondo).
Non mancano, però, autori che affermano le origini sufiche (quindi in seno all’Islam) di queste carte. Così ad esempio Jonh Blakeley, nel suo libro “La torre mistica dei tarocchi”, che si rifà agli scritti del famoso studioso Idries Shah, il quale afferma che i tarocchi nascono in ambiente sufi, e vengono poi diffusi in Europa con figure e simbolismo in parte alterato. Secondo Marianne Costa, l’origine islamica dei tarocchi è evidente dal fatto che gli arcani maggiori, pur essendo l’evidente rappresentazione di un percorso spirituale, non mostrano mai Dio; ed è il Corano che, in effetti, proibisce di rappresentarlo, ma non di scriverne il nome. E il nome di Dio sarebbe iscritto, in forma velata, nella nuvole della carta del giudizio.
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Conclusioni. Una teoria eclettica.
In realtà queste teorie sono solo apparentemente diverse. Vediamo perché.
La realtà è una. La conoscenza e la verità, se esistono, sono una. Abbiamo anche visto, in nostri precedenti articoli (e nel libro “Viaggio alla Ricerca di Dio”), come tutte le tradizioni sapienzali, spirituali, e religiose, affermino, in sostanza, le stesse verità fondamentali.
Tutte le precedenti teorie, dunque, portano a un’unica conclusione. In particolare:
- Gli zingari, a quanto pare, venivano dall’Egitto (il termine gitani deriverebbe dalla piana di Giza). Non a caso, la regina degli zingari è Sara la nera; ogni 22 maggio si celebra la festa degli zingari a Saint Maries de la mere, in Francia e Sara era la schiava egiziana di Maria Maddalena che approdò sulle coste della Provenza insieme ad altri seguaci di Cristo; schiava che, essendo sempre stata accanto alla principale discepola di Gesù, acquisì conoscenze esoteriche, nonché una saggezza, straordinarie, e per questo motivo venne riconosciuta come regina degli zingari.
- La cabala ebraica è riconducibile alla sapienza egiziana; basti ricordare che Mosè effettuò la sua formazione spirituale presso il faraone Akenaton; era cioè stato iniziato ai misteri egizi, di cui la dottrina e la sapienza cabalistica ebraica costituiscono una discendenza diretta:
- I templari attingevano le loro conoscenze dalla Cabala, dall’alchimia, dal sufismo, e così pure, successivamente Rosacroce e templari, nonché la massoneria. In definitiva, tutte queste tradizioni si ricollegano alla sapienza dell’antico Egitto.
- Da questo punto di vista hanno ragione anche quei pochi studiosi che hanno azzardato un’origine Saracena (comprovata dallo storico Covelluzzo, che nella sua “Storia di Viterbo” afferma essere stati importati a Viterbo, nel 1379, dai saraceni). L’islam infatti deriva dal ceppo delle religioni abramitiche, da Mosè, e dunque ancora una volta dagli egizi.
Non c’è quindi da meravigliarsi se, nei secoli scorsi, ciascuno ha visto solo una verità parziale sull’origine dei tarocchi, essendo la possibilità di studio e confronto tra varie tradizioni più limitata rispetto ad oggi.
Attualmente però, può affermarsi, d’accordo con Waite, che i tarocchi sono una sintesi di tutte le tradizioni sapienzali, le quali hanno necessariamente un’origine unica.
I tarocchi sono costituiti da simboli universali, validi per tutte le tradizioni e in ogni contesto spirituale. Ed ecco spiegato il motivo per cui ciascuno vi vede, al loro interno, qualunque cosa possibile, senza con ciò affermare nulla di errato.
Se fino al 1200 non vi era traccia dei tarocchi, è dovuto alla feroce repressione che la Chiesa Cattolica, in occidente, effettuava su qualunque eresia spirituale e/o religiosa, si che le dottrine dei Giovanniti dovevano esser tramandate in segreto, per evitare le persecuzioni.
Dal 1200 in poi emerge piano piano una forte opposizione al potere ufficiale di allora; i tarocchi cominciano timidamente ad apparire, e infine, a partire dal 1800 in poi, possono essere studiati, rimaneggiati, e diffusi liberamente.
Da questo punto di vista, si armonizzano e trovano la loro giusta collocazione anche altre teorie, sempre recenti, come quella di Bozzelli che, nel libro “Tarocchi, il vangelo segreto”, vede dei collegamenti con le dottrine esoteriche del Cristianesimo, e in particolare nella figura dell’arcano 22 Maria Maddalena, che ricompare nell’arcano 21 (il giudizio) davanti alla tomba di Cristo risorto. I templari veneravano infatti la Maddalena, e appartenevano a quella corrente esoterica del Cristianesimo detta “Giovannita”; ma tale corrente è ricollegabile a Cristo, agli Esseni, e dunque ancora alla tradizione ebraica e cabalistica, e dunque ancora a quella egiziana, ricollegabile a sua volta a quella Zoroastriana.
I tarocchi sono, quindi, una sintesi simbolica della tradizione unica sapienziale, che scorre in tutte le correnti spirituali, e da cui esse tutte discendono.
Si può quindi concludere, con Waite, che “i tarocchi raffigurano i valori simbolici di idee universali, dietro i quali si celano i valori inespressi della mente umana. Le dottrine segrete in essi depositate non sono altro che il conseguimento da parte di pochi delle verità insite nella coscienza di tutti ma non percepibili dall’uomo qualunque. La mia tesi è che queste dottrine siano sempre esistite, che siano state elaborate dalla coscienza di una eletta minoranza, trasmesse segretamente e trascritte in misteriosi testi come quelli dell’alchimia e del cabalismo”.
In altre parole, nei tarocchi è racchiusa la sapienza egizia, rosacrociana, templare, cabalistica, zingara, islamica e cristiana. Per questo motivo ognuno degli studiosi precedenti ha percepito una parte della verità complessiva e ciascuno di essi ha ragione; ma è solo dalla riunione di tutte le teorie che si può avere il quadro completo.
Per approfondire, la puntata di Forme d’Onda sui Tarocchi:
Frances
24 Marzo 2018 @ 9:29
il miglior Tarocco è l’altro per sé, e sé per l’altro, dove ognuno funge da Specchio di Parti dell’altro, e se ognuno guarda [anche in Modo giudicante, anzi, il Giudizio va favorito in questo Senso, Direzione, Significato] in quello Specchio, potrà sostenere [Giudizio positivo] o correggere [Giudizio negativo], [quelle Parti di] sé, [viste attraverso l’altro],
e c’è una Differenza fra quel che si vede in una Persona reale [v. Nomi e Cognomi specifici, cfr. Mondo della Realtà, Concretezza] e quel che si vede in una Persona ideale [v. Ruolo (famigliare, professionale, altro), cfr. Mondo della Verità, delle iDee, degli iDei, degli iDeali],
da considerare, ma il Principio-e-Fine dello Specchio resta valevole [valido, di Valore: trascende ogni Prezzo],
ed infine, eliminati i [propri] Lati negativi/Vizi [”fermare la Ruota o Spirale del Karma”], ed implementati i [propri] Lati positivi/Virtù [”avviare la Ruota o Spirale del Dharma”], si è raggiunta la cosiddetta Realizzazione spirituale [che è coscienziale: ciò che siamo], da manifestare tramite i Veicoli [che abbiamo: mentale, psichico, fisico], tramite la Relazione gli uni con gli altri e gli altri con gli uni;
Felicità interiore-più-Felicità esteriore a ognuno, ovunque-sempre.
Fausto
25 Marzo 2018 @ 16:04
Ero convinto che gli zingari avessero discendenza ebraica che a mio modesto parere anche per tratti somatici somigliano maggiormente. Dove si può evincere esattamente la loro provenienza egizia?
Grazie
Paolo Franceschetti
26 Marzo 2018 @ 20:36
Gli ebrei sono infatti fuggiti dall’Egitto ai tempi di Mosè. Una parte, erano quelli che oggi sono considerati Gitani.
Roberto
27 Marzo 2018 @ 10:58
Ciao Paolo.
A cosa si riferisce l’ ultima immagine pubblicata ? Si trova per caso al museo egizio di Torino ?
Grazie.
Roberto
Paolo Franceschetti
27 Marzo 2018 @ 11:59
E’ la tavola Bembina che si trova al museo egizio di Torino
Roberto
27 Marzo 2018 @ 14:27
Grazie Paolo,
risposta molto apprezzata.
Roberto
Lucia
27 Marzo 2018 @ 13:11
ALEJANDRO JODOROWSKY Ha fatto un bel libro sui tarocchi, lo ho incluso nel mio nuovo album su flickr, circa una trentina di foto sulla simbologia dell’occhio che tutto vede degli illuminati, perchè si parla tanto della banconota da un dollaro che avrebbe l’occhio che tutto vede alla cima, ma spesso e volentieri si trascura quello che è la realtà…. vorrei pubblicare il link perché lo ritengo (spero) di interesse per chi si occupa di simbologia, non solo dei tarocchi. Voglio dire che le foto non sono una ricerca durata un mese, ma sono scatti che hanno impiegato neanche un oretta in un pomeriggio casuale in 2 / 3 librerie. Impressionante. https://www.flickr.com/photos/101395358@N08/41005260252/in/album-72157667143740868/
Roberto
28 Marzo 2018 @ 8:37
Ottimo lavoro Lucia complimenti.
Però è bene dire che l’ occhio di Ra o occhio di Horus è un simbolo sacro archetipico che va al di là dell’ uso che varie scuole e correnti spirituali ne hanno fatto e ne fanno nel tempo. Infatti nel Tarot che è fuori dal tempo e dallo spazio per come li conosciamo noi, l’ occhio di Ra è rappresentato in tre arcani. Nei Tarocchi di marsiglia l’ occhio di Ra è visibile nel L’EMPEREUR IIII nella LA JUSTICE VIII e nel LE MONDE XXI. Buona ricerca Lucia.
Roberto
Lucia
28 Marzo 2018 @ 9:34
Grazie Roberto. Devo dire che era tutto abbastanza discreto e si stava abbastanza tranquilli anche con l’occhio di Ra o occhio di Hours, fino al giorno che non comparve il libro della Postorino Rossella con una simbologia scandalosa e abbastanza inquietante, dove è possibile osservare l’occhio sovrapposto a una farfalla e a una figura femminile a metà strada tra un make up pesante e un manichino biondo che rimanda a non meglio precisate figure. https://www.flickr.com/photos/101395358@N08/26195614147/in/album-72157694986152535/
( c’è anche una foto di un libro di Charles Bukowski con una rosa rossa su una figura femminile )
Roberto
28 Marzo 2018 @ 11:40
La farfalla è simbolo di trasformazione alchemica perchè passa da uno stato bruco che vive su un piano terreno ad una farfalla con le ali che vive su un piano aereo. Questa trasformazione è rappresentata dall’ Arcano TEMPERANCE XIIII e dall’ Arcano LE JUGEMENT XX. La tua foto è molto interessante anche perchè porta subito alla foto della locandina del film “Il silenzio degli innocenti” dove la farfalla era sulla bocca.
Lucia
28 Marzo 2018 @ 11:53
La farfalla è il simbolo del controllo mentale mk ultra.
roberto
27 Marzo 2018 @ 13:34
mah, secondo Mauro Biglino gli ebrei in Egitto non ci sono mai stati e Mosè era egiziano……
Roberto
28 Marzo 2018 @ 8:51
Ciao Roberto. La Bibbia come tutti i testi sacri ha vari livelli di lettura e comprensione. Ogni livello viene dispiegato secondo il livello spirituale raggiunto dall’ iniziato. La Bibbia come la realtà e la verità sono incomprensibili per quello che sono per chi è addormentato nella meccanicità. La Bibbia per come è stata tradotta era quella comprensibile all’ umanità per il suo stato evolutivo. Anche il Tarot è incomprensibile e si dispiega mano mano che si alza il livello spirituale dell’ iniziato. Il compito del maestro è di rivelare le verità quando il discepolo è pronto per riceverle. Il rapporto Maestro Discepolo è rappresentato dall’ Arcano LE PAPE V. Colui che alza il serpente nel deserto Mosè è rappresentato dall’ Arcano L’HERMITE VIIII.
Frances
29 Marzo 2018 @ 14:30
i Tarots rappresentati sono quelli riprodotti da Jodorowski-Camoin, secondo [come dicono loro] Colori originali e Simbologia originale [ogni singolo Dettaglio rappresenta qualcosa di preciso, e va lasciato lì e decodificato: magari Gianfranco Pecoraro può dirne qualcosa, sennò è forse meglio rifarsi al Trattato originale di Papus sui Tarocchi e Significato,
ma rischia di essere come lo ”Sefer Yetzirah” che vorrebbe spiegare molto dei Simboli, ma l’Argomento è talmente complesso per rapporto alle Conoscenze medie del singolo o, normale Cittadino, che il Libro che volevasi essere esaustivo, risulta ancora più arcano ed incomprensibile dei Simboli stessi, arcani, che intendeva svelare, sicché, ci si rifaccia sempre e comunque alla Luce che è Dio, per ogni e qualsiasi Spiegazione, su ogni e qualsiasi Tema, desiderata (Desiderio significa ”ciò che viene ispirato dalle Stelle, dagli Astri”, cfr. Astronomia ed Astrologia, sia individuale che collettiva, p. Es. anche planetaria, v. della Terra e dei suoi Earthlings <- di cui un Documentario esaustivo, qui https://www.youtube.com/watch?v=5EpxVCnJiJU )],
e i Colori usati in questi Tarocchi ricordano molto quelli dei Dipinti originali delle Piramidi, p. Es. d'Egitto [Bianco dominante, o quale Sfondo, e Colori vivaci sopra, Giallo, Rosso et Blu, altri],
mentre se vogliamo considerare la Simbologia nei Tarocchi [Arcani maggiori, nella Fotografia, e minori (Spade, Bastoni, Coppe, Denari)], questi rappresentano Elementi di Natura e, corrispondono a Fasi alchemiche [4], e l'alChimia viene d'Egitto,
così, e come lo dice Jodorowski-Camoin, ogni Tarocco rappresenta una Tappa della Trasformazione individuale, v. Evoluzione, v. Crescita [spirituale, coscienziale], così come le Fasi alchemiche,
sicché è un altro Modo, per dire la stessa Cosa [Evoluzione], mentre p. Es. le Religioni tradizionali, di ogni Etnicità, parlano della stessa Cosa, ma con altro Linguaggio ancora,
e gira e rigira il Senso è ''evolvere!'', detto in ogni Modo possibile ed immaginabile, per chi abbia Orecchi per udire [o Occhi per vedere], o altro,
e vogliate riferirvi volentieri all'Opera di Gustavo Adolfo Roll et Giuditta Dembech per Autori contemporanei, che si esprimono in Modo molto [più] comprensibile [p. Es. rispetto ai vari Jodowoski, che fra Arcani e Film come ''la Montagna sacra'', risultano più criptici: per quanto interessanti, come ogni Autore che parla di Simbologia, e, Trasformazione alchemica (andando affondo nella Questione e svelando Segreti <- chissà per quali Motivi,
e i Motivi vanno vagliati, mentre per Roll e Dembech sembrano essere cristallini, sicché riferiatevici/riferiamocivi)];
la Luce vivente, che è Dio, animi-guidi, ispiri-protegga, ognuno, ovunque-sempre.
Roberto
30 Marzo 2018 @ 10:45
Ciao Frances,
innanzitutto grazie per per il tuo auguri di Luce vivente. Poi rispetto ai tuoi dubbi, domande su ciò che è criptico e perché i Segreti sono velati ti prego di leggere il seguente testo :
“Un giorno in
cui eravamo con G., gli domandai: “Perché la conoscenza è tenuta così
accuratamente segreta? Se l’antica conoscenza è stata preservata e se,
parlando in generale, esiste una conoscenza distinta dalla nostra scienza
e dalla nostra filosofia, o ad esse anche superiore, perché non diventa
proprietà comune? Perché i suoi detentori si rifiutano di lasciarla entrare
nel circuito generale della vita, in vista di una lotta migliore o più decisiva
contro la menzogna, il male e l’ignoranza?”.
Questo è, io penso, un problema che generalmente sorge in tutti
coloro che incontrano per la prima volta le idee dell’esoterismo.
“Vi sono due risposte, disse G.; in primo luogo, questa conoscenza
non è tenuta segreta, e in secondo luogo non può, per la sua stessa natura,
diventare proprietà comune. Esamineremo subito questo secondo
punto. Vi proverò in seguito che la conoscenza, egli accentuò la parola,
è molto più accessibile di quanto si creda a coloro che sono capaci di
assimilarla; il guaio è che la gente o non la vuole o non la può ricevere.
“Ma innanzitutto bisogna capire che la conoscenza non può appartenere
a tutti e non può neppure appartenere a molti. Tale è la legge.
Voi non la comprendete, perché non vi rendete conto che la conoscenza,
come ogni cosa di questo mondo, è materiale. È materiale, ossia possiede
tutte le caratteristiche della materialità. Ora, una delle prime caratteristiche
della materialità è che la materia è sempre limitata, voglio dire
che la quantità di materia in un dato luogo e in determinate condizioni
è sempre limitata. Anche la sabbia del deserto e l’acqua dell’oceano
sono in quantità invariabile e strettamente misurata. Di conseguenza,
dire che la conoscenza è materiale significa che in un luogo e in un tempo
dato ve ne è una quantità definita. Si può dunque affermare che, nel
corso di un certo periodo, poniamo un secolo, l’umanità dispone di una
quantità definita di conoscenza. Ma noi sappiamo, attraverso un’osservazione
anche elementare della vita, che la materia della conoscenza
possiede qualità interamente diverse a seconda che essa sia assorbita
in piccole o in grandi quantità. Presa in grande quantità in un dato
luogo, da un uomo, o da un piccolo gruppo di uomini, essa da risultati
molto buoni; presa in piccola quantità da ognuno degli individui che
compongono una grande massa di uomini, essa non da alcun risultato,
o forse talvolta dei risultati negativi, contrari a quelli che si attendevano.
Dunque, se una quantità definita di conoscenza viene ad essere
distribuita tra milioni di uomini, ciascun individuo ne riceverà pochissima,
e questa piccola dose di conoscenza non potrà cambiare nulla né
nella sua vita, né nella sua comprensione delle cose. Qualunque sia il
numero di coloro che assorbiranno questa piccola dose, il suo effetto
sulla loro vita sarà nullo, seppure non la renderà anche più difficile.
“Ma se, al contrario, grandi quantità di conoscenza possono essere
concentrate in un piccolo gruppo di persone, allora questa conoscenza
darà risultati grandissimi. Da questo punto di vista, è molto più vantaggioso
che la conoscenza sia preservata in un piccolo gruppo e non
diffusa tra le masse.
Frances
31 Marzo 2018 @ 15:05
ti ringrazio di buon Cuore ma qui si sta scambiando la Luce vivente per un Piatto di Riso [un Chicco ciascuno sfama nessuno; un Piatto ne sfama 1],
e tanto per cominciare la Saggezza [Sophia] serve agli Uomini ad elevarsi [dalla Condizione di Bestie a quella di Angeli], a beneficio proprio ed altrui,
sicché è e deve essere un Patrimonio comune che va a saziare chiunque [come l’Aria per chi la respira, o l’Acqua per chi ne fa uso (cfr. Ciclo dell’Acqua sempiterno e, Movimento o Mobilizzazione di Aria ed Acqua da un Luogo all’altro p. Es. della Terra, che va a pulire o dissetare chi ne ha Bisogno in quel mentre, e poi si reca altrove per rendere lo stesso Servizio a qualcun altro,
così i Raggi del Sole, p. Es. fra Emisferi terresti; ce n’è sempre quando in un Luogo è Giorno e ce n’è sempre alternativamente, qui e là, per beneficare ognuno e la Fonte è inesauribile,
ed essendo il Sole Allegoria della Luce vivente, ecco che l’Eternità e Onnipotenza di Essa, e la sua Inesauribilità, sono certe, garantite)],
ed è chi vuole occultare la Luce vivente ed i suoi Insegnamenti, la sua Guida, che cerca di avvantaggiarsi così in qualche Modo [generalmente terreno, mondano], altri invece la lasciano fluire [saggiamente: sapendo che la Luce a sé, e la Luce al prossimo, portano la Luce ovunque, e di quella si beneficia mutualmente e vicendevolmente,
nè solo io, né solo tu, ma tutti o nessuno (Ipotesi inauspicabile per chiunque),
e da cui la Regola aurea dell’Etica ”augura all’altro quel che auguri a te” (è Saggezza, Intelligenza: augurare secondo 2 Pesi e 2 Misure, Amore interiore-più-Potere esteriore, è Grettezza, anche Stupidità, Ignoranza,
e l’Ignoranza è il Veleno mentale magno, secondo ogni Tradizione spirituale etnica)];
fa viceversa Invidia chi detiene il Potere [prepotente] lasciando affamare [in vari Modi, anche torturandolo con la Schiavitù del Lavoro forzato e gli Abusi], il prossimo,
e probabilmente chi detiene quel Potere soffre di Gelosia [Veleno mentale come l’Invidia], e vuol tenerselo per sé
[ma la Soluzione c’è ed è l’Integrità: cfr. ”a Course in Miracles” della Foundation for inner Peace].
Felicità e Bene interiore-più-Felicità e Forza esteriore a ognuno, ovunque-sempre.