In occasione del 40° anniversario dell’omicidio di Mino Pecorelli, assassinato il 20 marzo 1979 a Roma vicino alla redazione del suo giornale “OP – Osservatore Politico”, dedichiamo questa puntata all’approfondimento del caso e dei legami con altre vicende oscure della nostra storia recente. E’ nostra ospite la giornalista Raffaella Fanelli, con cui parliamo della sua inchiesta sulla pistola che sparò a Pecorelli. Inoltre interviene Rosita Pecorelli, sorella di Mino, e ascoltiamo alcune testimonianze e rivelazioni, tra cui quelle di Vincenzo Vinciguerra e del giudice Guido Salvini.
Buon ascolto!
jenseits
24 Marzo 2019 @ 21:57
OP fu utilissimo a conoscere i segreti di stato, ma da qui a santificare Pecorelli (che comunque era un piduista, cosi’come Dalla Chiesa) ce ne corre, sapevano a cosa andavano incontro.
Stefania Nicoletti
26 Marzo 2019 @ 13:30
Non è una questione di santificare Pecorelli, ma di bilanciare quello che è stato detto per 40 anni, di togliergli di dosso l’immagine del ricattatore, e di far capire quale grande giornalista sia stato. Comunque nella P2 era un infiltrato. E “sapevano a cosa andavano incontro” non è un’argomentazione valida. Anche Pasolini, Moro, Ilaria Alpi, e tanti altri, sapevano a cosa andavano incontro.
Michele Lastella
24 Novembre 2020 @ 19:42
Totalmente daccordo con Stefania. Ogni essere umano che si spende per far sapere la verita agli altri e contribuire a lasciare una goccia nell oceano della consapevolezza e conoscenza di quello che davvero la realta nasconde, merita attenzione e i fatti che ha lasciato attraverso il suo operato contanto di piu delle chiacchere e delle etichette. Chiunque isia scritto alla P2 e atantissime altre societa segrete, va demonizzato perche altrimenti giustifichiamo l adesione promuovendo un meccanismo in cancrena che ci ha portati dove siamo ora, ma se la ragione sia per Dalla Chiesa sia per Pecorelli fosse stata quella di infiltrazione per indagare su quello che accadeva dato che poi li hanno uccisi ecco che la loro figura cambia. Tra quelli che hanno fatto parte di quei gruppi solo quelli che sono rimasti, che si sono salvati per una ragione ben precisa, ovvero omertosa e di sfruttamento di potere a loro vantaggio, sono da giudicare e da punire. Durante il lavoro sul mio libro, Il codice dei Codici, dalle ricerche che sono venite fuori dagli archivi internazionali esistenti e da whistleblowers che hanno lasciato informazioni si evince qualcosa che chiude il cerchio e completa il mosaico in maniera limpida, chiara decisa e non lascia alcun dubbio a quella solita espressione Italiota: I misteri d’Italia. Qui di misterioso ormai non vi è rimasto piu nulla, tutto è chiaro, tutto è venuto e sta venendo fuori, ed ha un disegno globale dove l Italia è solo un avamposto nell’ampia visione di questa limpidissima, chiarissima e ormai conosciutissa AGENDA. Ad maiora. Michele Lastella