La prima auto che Mariapaola comprò era una Nissan Micra blu. Aveva il terrore di guidare e mi chiese se potevo aiutarla a superare questa paura. Non guidò mai quell’auto da sola, e di fatto non la usò mai. La usavamo insieme. Uscivamo alle 5 del mattino quando non c’era nessuno, andavamo in giro per i paesini del viterbese, e quando iniziava il traffico, prendevo io la guida e andavamo a fare colazione nei paesi che di volta in volta visitavamo: Celleno, San Martino, Farnese, Valentano. Viaggiavamo per questi paesi, per strade immerse nei boschi e nel silenzio irreale delle prime ore del mattino in una atmosfera irreale.
Ho sempre pensato che quella della scuola guida fosse una scusa per stare insieme, perché lei aveva paura del lavoro che facevo io e ufficialmente mi aveva “lasciato”, ma in quel modo aveva una scusa per vedermi e per dormire insieme, oltre che per passare dei momenti che ricordo come qualcosa di magico per l’atmosfera.
Dopo qualche anno la convinsi a comprare un’altra Nissan Micra, questa volta con cambio automatico, per evitare la complicazione di cambiare marcia, e concentrarsi di più sulla guida. La scegliemmo azzurra, con cambio automatico e tetto apribile. La andammo a comprare a Ferrara, la ritirammo il 15 giugno. Quel giorno, prima della partenza, al mattino le diedero la diagnosi della analisi: tumore al seno, triplo negativo, il più aggressivo. Quando ebbe la diagnosi vomitò e stette male e non voleva partire. Io la convinsi, dicendole “che differenza c’è tra piangere a casa, o piangere in viaggio? Ormai l’hai comprata e pagata, andiamo a prenderla, piangerai durante il viaggio”. Mentre tornavamo da Ferrara mi disse “Questa macchina resterà a te, perché io morirò. E quando aprirai il tetto apribile mi penserai in cielo”.
Quella macchina fu un vero e proprio dono (per lei, non per me), perché guidò lei per tutto il viaggio da Ferrara a Viterbo. Per la prima volta guidò in mezzo al traffico, in autostrada, e in città e quando arrivammo a casa disse “che bel regalo Paolo. Guidando non ho pensato al mio tumore, hai fatto bene a convincermi a partire lo stesso”. Da quel giorno, mi accompagnò spesso nei miei viaggi, e guidava sempre lei perché così si distraeva.
Tenni l’auto per qualche anno, finchè venne il momento di cambiarla, perchè ormai era vecchia. Mi dispiaceva dovermene separare perché per me non era un’auto qualsiasi, ma l’auto di Mariapaola, e allora dissi al mio amico Tiziano se la voleva in regalo. Tiziano mi rispose “no Paolo, non la voglio perché la tua auto ha una speciale protezione fatta solo per te. E’ destinata a te e solo a te. Appena la venderai si romperà a sarà inservibile”.
Infatti la lasciai al concessionario in conto vendita, ma lo stesso giorno mi telefonarono mi dissero “mi dispiace ma l’auto che ci ha lasciato non possiamo venderla. Appena l’abbiamo messa in moto si è rotto il motore e la riparazione è troppo costosa. E’ stato fortunato ad arrivare fino a noi, poteva rimanere a piedi da un minuto all’altro. Dobbiamo rottamarla”.
Come nuova auto cercavo un modello che avesse perlomeno il cambio automatico, ad un costo contenuto, ma non necessariamente una micra. A Roma trovai proprio una Nissan Micra, modello successivo; andò il mio amico Massimo a vederla al posto mio, perchè è un appassionato di auto, e mi disse che era in ottime condizioni. Quando andai a ritirarla senza vederla prima, e mi accorsi che era uguale a quella di Mariapaola, anche se nera. Per il resto era identica negli accessori (cambio automatico, tetto apribile; e fui contento di questo particolare perchè potevo continuare ad aprirlo, guardare il cielo e pensarla, come faccio ogni volta) e addirittura aveva gli stessi difetti (il portellone che non si apriva, una riga sul lato destro). Nel cruscotto della Micra esiste un cassetto invisibile che spesso la gente non sa che esiste; lo aprii e trovai un biglietto. Nel biglietto c’era solo un numero e la sigla “MP”. E appena uscii dal concessionario mi resi conto che era il 20 ottobre, il giorno del compleanno di Mariapaola. Mi fu chiaro che anche quella macchina era sua e me l’aveva mandata lei. Anche questa seconda Nissan, come la precedente, non la considero mia, ma un dono di Mariapaola.
Quando uscii dal concessionario aprendo il tetto apribile dissi a voce alta “Mariapaola, perché l’auto è nera, e non blu, come la precedente?”. Il perché lo capirò dopo qualche tempo.
Quando morì, Mariapaola volle essere seppellita a Nova Siri, in provincia di Matera, nonostante fosse di Napoli e morta a Napoli. E mi disse “poi capirai perché voglio essere seppellita Nova Siri, e molte cose del nostro rapporto le capirai molti anni dopo la mia morte”.
Capii che una delle indicazioni che Mariapaola mi aveva dato riguardo a Nova Siri era connessa a Sirio e ciò che ruota attorno a questa stella (Nova Siri infatti è il nuovo Sirio, cioè Sirio B, detto anche “il sole dietro al sole” o “Sole nero“) . Ripresi quindi lo studio dell’astrologia e approfondii l’astrologia esoterica cercando in particolare di capire Sirio. Scoprii quindi che Sirio è la stella più importante in astrologia esoterica, perché si ritiene che l’umanità venga da li, e approfondii alcune leggende orientali che dicono la stessa cosa. Grazie a questa indicazione di Mariapaola approfondii l’astrologia delle stelle fisse e degli asteroidi.Ma capii anche che se aveva voluto essere seppellita li doveva esserci qualche motivo ulteriore, che infatti capirò più tardi.
Il 18 aprile del 2022 conobbi Giusy. La prima cosa che notai fu che aveva una Micra blu uguale alla prima auto di Mariapaola. E quando vidi la sua auto lo presi per un saluto di Mariapaola, come se mi dicesse “auguri Paolo… non sarà un rapporto semplice, ma del resto con me non eri abituato a cose semplici”.
La seconda cosa che notai, dopo qualche tempo, era che il mio rapporto con Giusy era il più intenso e magico della mia vita dal punto di vista energetico, e che riuscivo a tollerare alcune cose del nostro rapporto, in particolare l’imprevedibilità e la sensazione di essere in mezzo a un mare in burrasca, proprio per il training a cui ero stato abituato dopo anni di rapporto con Mariapaola. Mariapaola infatti mi aveva abituato a lasciar andare il controllo nei rapporti (se ne andava da casa anche a metà pasto e spariva per giorni senza dirmi nulla; poi tornava all’improvviso senza dare una spiegazione; mi ha lasciato una decina di volte, ogni volta per un motivo diverso e sempre più originale, per morire in un modo del tutto inaspettato). Spesso ho detto a Giusy che sono pronto ad affrontare il nostro rapporto, totalmente imprevedibile e per molti aspetti a me incomprensibile secondo logiche umane, proprio perché dopo anni di Mariapaola mi sono abituato alla mancanza di controllo e all’imprevedibilità, e alla mancanza (apparente) di logica. Credo che la cosa più originale e imprevedibile del nostro rapporto fu la sua morte, perchè qundo scoprì di avere un tumore mi disse “bene Paolo, potrei curarmi. So che con la Di Bella e con le terapie alternative potrei guarire, e se faccio la chemio sono destinata alla morte. Devo scgliere se vivere o morire, e so che tu rispetterai la mia scelta”. Scelse di curarsi con la chemioterapia perchè, disse “così posso suicidarmi in un modo socialmente condiviso e approvato“. E pochi giorni prima di morire mi disse “la cosa bella di questi mesi è stato il rapporto con te. Perchè ho capito che mi ami davvero. E abbiamo passato momenti bellissimi nei nostri viaggi”. La sua morte fu la cosa più imprevedibile che fece nel nostro rapporto (non per la morte in sè, ma per le modalità) e fu la prova più dura da sopportare di tutte quelle a cui mi aveva sottoposto.
Un’altra cosa che collega Giusy a Mariapaola è Sirio. Giusy mi dice sempre che lei non ha entità o spiriti guida, perché è collegata direttamente alla fonte. Quando sto con lei in effetti entro in un mondo magico, e pare di stare in un film di Harry Potter. Percepisco con lei una dimensione divina dell’esistenza entro cui si muove. Le dico spesso che vedo chiaramente che è collegata ad una fonte divina, e che quando sto con lei sento chiaramente il divino in azione; ma che quella fonte a cui lei dice di essere collegata non è la stessa fonte di cui parlava San Francesco, o Yogananda, per intenderci. I primi tempi discutevamo su quale fosse questa fonte e le nostre discussioni più accese riguardano proprio Dio, e la fonte.
Un giorno una mia amica mi disse “quella fonte a cui Giusy dice di essere collegata, non è la vera fonte. E’ un’altra fonte, creata magicamente da un gruppo di maghi millenni fa, che si chiama il sole dietro al sole, che loro credono Dio, ma che non è la vera fonte”. E che è Sirio B, detto anche “il sole nero”. Pensai subito a Mariapaola e a Nova Siri.
Quando lo dissi a Giusy, mi rispose che si, lei è collegata a questa fonte. Sirio, il sole nero, ovverosia il sole dietro al sole.
Ed aggiunse: “si, è vero, io sono collegata a Sirio, e al sole nero, ma se esiste una fonte unica, anche la fonte secondaria proviene sempre dalla stessa fonte”.
Qualche tempo fa, di ritorno da una viaggio a Damanhur insieme a Giusy, stavo pensando che anche questa Nissan è ormai vecchia, e devo abituarmi all’idea di cambiare auto. E ancora una volta l’idea di separarmene mi creava dispiacere.
Giusy, intercettando i miei pensieri, mi dice “Mi piace molto questa auto. Me la dai? Io ti faccio scendere (cioè creare magicamente) un’altra auto che desideri. Che modello vorresti? Creiamo insieme qualcosa di materiale oltre che di spirituale” .
Ovviamente ho accettato felice, e Giusy mi ha detto “quando la prima volta ho visto la tua auto nera, con targa 000 ho capito tutto”.
Nissan, in ebraico, significa aprile. Aprile è il mese in cui Mariapaola è morta, il mese in cui sono nato, e il mese in cui ho conosciuto Giusy. La targa della seconda Micra era 649, la cui somma teosofica era 19, la carta del sole, mentre la terza Nissan, quella nera che ora è di Giusy (nera come il sole nero a cui Giusy è collegata) ha come numero lo 000. La fonte. Nera, come il sole nero cui è collegata Giusy.
Ho dato la mia Micra Nera a Giusy. E ho acquistato un’altra Nissan, la Juke; era l’auto preferita da Mariapaola, e ogni volta che ne avvistava una faceva un gioco di parole che non ricordo bene ma che suonava “It’s a joke, it’s è Juke” perchè diceva che era talmente brutta d sembrare un ranocchio, ma che proprio per questo le piaceva.
Mariapaola morì il 22 aprile 2014, e proprio il 22 aprile fu il giorno in cui Giusy mi spiegò che le relazioni terrene vengono preparate e decise in astrale.
In astrale si può essere genitore e figlio, amanti, amici, collaboratori, ma queste relazioni cadono poi nella materia in forma diversa (a seconda dei limiti fisici, culturali, ambientali, di età, ecc.; addirittura le persone si possono odiare sul piano terreno ma essere sposati in astrale, o viceversa). E mi disse che io e lei eravamo una coppia in astrale, e dovevamo solo vedere cosa scendeva sul piano materiale, e cosa avremmo creato su questo piano.
E aggiunse: “nel nostro rapporto ricorda che io creo te, e tu crei me”.
Lo stesso giorno che conobbi Giusy, il 22 aprile 2022, le mandai la prima cliente a fare dei lavori astrali, e fu il giorno in cui cominciammo a creare. Una cliente giovanissima che si chiama Camilla, che insieme al suo fidanzato avevano problemi abbastanza grossi di tipo esoterico; dopo aver conosciuto Giusy ha cambiato la sua vita, trasferendosi all’estero, e trasformandola in un sogno.
Mandai a Camilla il numero di Giusy alle 13,33 del 22 aprile, cioè il giorno e l’ora siderale in cui morì Mariapaola (la cui ora contiene il 13, il numero della morte).
Mentre pubblicavo la bozza di questo articolo sono successe alcune cose:
La prima. Mentre lavoravo alla bozza è partita dalla playlist di youtube una canzone in russo. Ho sentito una fitta allo stomaco e sono andato a vedere il titolo di questa canzone, che era “distesa marina” con una serie di immagini, nel video, di bellissime distese marine. Era un po’ che avevo perso la password dell’account facebook di Mariapaola, che era “distesa marina”. In quel momento Giusy, che era al mare, mi manda una stupenda foto del mare. Poco dopo mi telefona una veggente che avevo conosciuto proprio il giorno prima ad una conferenza a Roma: Marina C.
E cosi ho ricordato la password.
La seconda. Stavo cercando un sottotitolo adatto all’articolo che state leggendo, ma per qualche motivo inspiegabile questo sottotitolo non mi veniva. In quel momento Elisabetta Giuliani, la mia amica autrice di “Comandamenti magici per il mondo che verrà” ha messo un messaggio sulla sua bacheca facebook, per ringraziarmi della pubblicazione della mia trasmissione, dedicata al suo libro. Il suo libro è dedicato al padre.
La trasmissione è andata in onda domenica. E il padre è morto proprio domenica scorsa. Una sincronicità che io ho interpretato come un messaggio del padre, che la salutava dall’invisibile.
Il messaggio è questo:
Il giorno dopo Elisabetta mi manda un altro messaggio. C’è qualcos’ altro che collega me, lei, suo padre, e il libro: nel nome del padre, Francesco Paolo, è richiamato il mio nome, Paolo Franceschetti. Un’altra coincidenza incredibile che lega me, Elisabetta, suo padre, Mariapaola, Giusy, la trasmissione che conduce Fabio Frabetti,
Quando mi dicono se credo che ci sia qualcosa dopo la morte, se credo che sia vero che noi scegliamo le nostre incarnazioni e che dietro alle nostre vite ci sia un progetto già deciso prima che nascessimo, rispondo che io non “credo”. Io lo so. Lo so perché lo vivo. Perché sento che Mariapaola mi accompagna sempre, mi ha accompagnato sempre, e la reincontrerò nelle prossime vite, come incontrerò tutte le persone importanti della mia vita, per vivere un nuovo Lila, un nuovo gioco di Dio, interpretando altre parti. Vedo un disegno divino dietro ad ogni cosa, vedo collegamenti tra il mio passato e il mio presente, e tra la mia vita e quella di tutte le persone attorno a me.
Cambieranno i ruoli, i momenti, ma saremo sempre noi, pronti a giocare un nuovo Lila, il gioco di Dio. Proprio pochi giorni fa Elisabetta mi diceva che aveva voglia di giocare. E scrivere questo articolo, con la storia della macchina mi è sembrato proprio un gioco. Divino. Con un sottotitolo e un finale suggeriti dal padre di Elisabetta.
Roberto Di Francesco
20 Ottobre 2022 @ 6:38
Ti ringrazio di cuore per questo scritto, a volte a causa dei problemi sociali, economici, di salute in cui mi capita di identificarmi perdo la consapevolezza dell’invisibile. Leggendoti mi ricordo che esiste, so che il mondo invisibile è sempre presente nella nostra vita e questo conforta la mia anima.Grazie
Giuseppe Abruzzese
20 Ottobre 2022 @ 13:00
Grazie. Per Tutto e per il Tutto.
chiara
22 Luglio 2023 @ 19:05
che meraviglia questi racconti. grazie