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A causa dell’alto numero di mail cercheremo di rispondere a tutti, specialmente alle mail urgenti, ma è possibile che la risposta tardi qualche giorno. In caso di urgenza o di mancata risposta sollecitateci senza insultarci. 🙂
Anonimo
23 Maggio 2013 @ 12:14
pensi che Roberta Ragusa sia tra le vittime della Rosa Rossa (tra l'altro abita anche vicino a VIA DEI GIGLI)
Ho letto il tuo libro sul sistema massonico e ordine della Rosa Rossa Vol1.Ci sarà anche un 2° volume?
ciao Lucia
Paolo Franceschetti
23 Maggio 2013 @ 13:06
Ciao Lucia si il secondo volume uscirà a ottobre. Invece quanto a Roberta, non me ne sono mai occupato quindi non so che dire
Luca Tacchi
24 Maggio 2013 @ 21:53
ROberta RaguSA
13 01 13
C'e molta omerta in paese…
Per me é da tener d'occhio sta vicenda
Anonimo
28 Maggio 2013 @ 21:28
Ciao Paolo complimenti per il tuo libro..i libri come il tuo dovrebbero essere proposti tra le letture scolastiche
Giuseppe
29 Maggio 2013 @ 21:51
Ciao Paolo, sinceramente non ho ancora capito(per quanto riguarda le malattie)in cosa credi.
La teoria del tumore come fungo, magari è quella giusta e le malattie hanno origini "fisiche", ma seguendo le teorie di Malanga o del Dott. Hamer,
la vera causa non ha nulla a che fare con l'esterno. Mi meraviglia che tu, che ormai hai dato tanta importanza al lato spirituale
ti soffermi ancora con funghi, virus o similari. Ovviamente posso aver frainteso. ciao. (Craven Road)
michele
30 Maggio 2013 @ 9:19
Ciao Paolo, Solange e collaboratori.
E' ormai da qualche tempo che seguo il tuo blog e seguo le tue conferenze su YouTube. Farti/farvi i complimenti è poca cosa, un semplice grazie è poca cosa; ma in realtà trovare proloni più espressivi mi risulta alquanto adulatorio.
Da sempre ho sospettato che c'era qualcosa che non andasse sui delitti di Cogne, Erba, Meredit, ecc. con voi ho avuto la conferma cosa si nasconde, neache tanto velatamente, dietro la realtà che ci presentano. Continuate con coraggio il vostro lavoro perchè sempre più persone possano aprire la loro mente come avevte aiutato me a capire. Grazie.
Michele
mina stallone
6 Giugno 2013 @ 12:35
buon giorno avv. franceschetti sono mina stallone e ci siamo sentiti per telefono per chiederle aiuto in quanto da anni sto vivendo quanto viene descritto nei vostri blog. Mi ero resa conto di quanto la realtà fosse dominata da apparenza e falsa percezione dei valori, ma è da poco che ho potuto rendermi conto che quello che per me era un annoso problema, in realtà nascondeva un programma più vasto.
mina stallone
7 Giugno 2013 @ 9:11
Ruvo di Puglia 7/6/2013 oreo1,30
Egregio dott. Paolo Ferraro ho una storia lunghissima e piena di dolore da raccontare.
E' una brutta storia di sofferenza morale e anche fisica lunga quanto la mia vita.
Non saprei da dove cominciare nè a cosa dare priorità nella narrazione.
E' una brutta storia per le molteplici complicanze che ha avuto e che mantiene.
Cominciamo da quando ho realizzato di essere stata oggetto di avvelenamento sia io che i miei due figli e che questo stesso avvelenamento era il vero motivo che aveva portato a morte mio padre.
Nel febbraio del 2006 comunico a "mio marito" che mio padre era morto avvelenato e quello stesso avvelenamento era la causa del malessere mio, della bambina piccola di un anno e di mio figlio più grande che allora aveva 15 anni. In realtà io mi rendevo conto di essere avvelenata, ma non riuscivo a reagire. E' questo il termine più giusto per descrivere il distacco di quello che man mano vivevo e della difficoltà che provavo a prendere in mano la situazione. Questo fatto ossia non essere riuscita a proteggere i miei figli, unitamente alla paura di eventuali ripercussioni sulla bambina che era molto piccola e aveva passato mesi allettata con me, mi ha mandato letteralmente in panico. Così mentre a fatica mi riprendevo dall'avvelenamento cadevo nella paura e nella rabbia perche non riuscivo a liberarmi del "male" della mia famiglia. Il peggio doveva ancora arrivare! In preda alle crisi di panico che ormai mi impedivano per giorni di addormentarmi e quindi poter recuperare un pò di forze per superare il mio grave senso di colpa, ho contattato un amico neurologo, il quale è venuto a rafforzare il mio senso di colpa perchè ero io che non volevo riprendermi e la terza volta se nè andato dicendo che se volevo riprendermi dovevo farmi ospedalizzare in psichiatria e mi consigliava un paese lontano dal mio più di 50 Km (Triggiano) perchè lì c'era personale qualificato. Lì sono stata trattata una schifezza, aggravando la mia frustazione, sia per i modi con cui venivo trattata, sia perche si sono presi gioco di me nel colloquio delle visite e mi hanno sfidato per farmi reagire allorchè gli fu chiesto, da "mio marito" di farmi uscire.
E' da poco che ho collegato che il paese era vicino e favorevole a colui che aveva attivato il sistema e che il neurologo "mio amico" era stato premiato con inserimento nell'USL per il servizio svolto.
Anche le denuncie tentate presso le diverse autorità o non hanno portato a niente o ci sono stati dei miglioramenti di ruolo per quelli che hanno preso più a cuore il mio problema, almeno inizialmente e comunque anche da questi prima o poi sono stata trattata da "colpevole", ossia con un colloquio più adatto ad un imputato che ad una vittima dell'avvelenamento e di tutto il resto.
Ora mi scusi sono stanca e devo andare a dormire, mina stallone
mina stallone
7 Giugno 2013 @ 15:44
Buona sera dott. Ferraro e avv. Franceschetti
devo aggiungere alcune cose relative al mio soggiorno in psichiatria a Triggiano: venivo trattata come una pazza che si era inventato tutto e io dentro di me dicevo : vabbè! mi sarò anche inventata tutto, ma perchè mi trattano con tale disprezzo, dopotutto e come se qualcuno fosse andato lì per un problema ad un organo che poteva essere il cervello o il fegato o qualunque altro e voi lo fate sentire in colpa di essersi ammalato! cogleivo anche che, comunque, il trattamento riservato agli altri ospiti era meno aggrressivo e a volte comprensivo e affettuoso, e questo lo giustificavo pensando: vabbè! gli starò antipatica! ma non riuscivo a capire che in realtà era tutto organizzato e da quella persona che, abitanto lì vicino, mi veniva a trovare giornalmente e si congratulava con con loro per il trattamento riservatomi. Una volta gli chiesi il motivo per cui si profondeva in tante adulazioni e questi mi rispose che in tal modo se fossi ritornata come si pensava (eh! mi hanno detto che ritornerarai!) avrebbero avuto verso di me un trattamento altrettanto di riguardo. E in effetti ho rischiato di ritornare perchè quando sono tornata a casa ho cominciato a sentirmi molto più male, fisicamente intendo, non mi reggevo in piedi, il respiro era ingovernabile e quando socchiudevo gli occhi vedevo intorno due cerchi come due ghirlande di bollicine bianche e nere. Ho pensato che mi avessero dato qualcosa per costringermi a ritornare , avevo escluso l'effetto di dipendenza a quanto mi avevano già somministrato in quanto il tempo di comparsa dei sintomi era inferiore al tempo di cadenza di quanto mi stavano dando in ospedale e anche per quello che mi somministravavo in sede, benefici non me ne aveva apportati perche il panico era costante e ormai cercavo di tenerlo a bada volontariamente, per quanto mi sfuggisse da mille pensieri e l'insonnia era persistente per tutto il tempo rimasto lì. Penso proprio che la "dottoressa" che gestiva il reparto (quella ch mi trattava con tanto astio) abbia avuto anch'essa una buona gratificazione per il lavoro svolto!
mina stallone
mina stallone
7 Giugno 2013 @ 23:49
Buona notte egregi dottori Ferraro e Francenschetti,
stanotte vorrei fare una digressione al racconto del mio vissuto e parlare dell' "incidente" occorso ad una ragazza di vent'anni avvenuto circa nove anni orsono, figlia di un gestore di distribuzione di carburante. Quell'incidende mi è sempre parso poco chiaro, ma senza per questo pensare, in tutti questi anni, che in realtà potesse nascondere un omicidio, come adesso mi sembra più che probabile. In questa vicenda si inseriscono alcuni personaggi che si sono inseriti nelle mie vicissitudini, ovvero il tipo che mi veniva a far visita in psichiatria (chiamiamolo Aleppe, nome che gli sta bene anche per il suo aspetto) e un dottore suo amico anzi compagno.
Un giorno Aleppe mi dice:- sai, viene qualche tempo fà il dottore e mi dice :-il gestore che sta lungo la statale vorrebbe inserire la vendita del gpl, tu che conosci certe persone, potresti interessartene? Aleppe si fa vanto che per lui è più facile trovare consenso che non per il dottore. Poi continua dicendo di esseri recato a Bari per parlare con una persona e che questi gli avrebbe garantito la fattibilità della cosa. Dopo qualche tempo il benzinaio và da Aleppe, scavalcando il dottore, e gli chiede a che punto fossero le procedure e che i soldi erano pronti (10 per lui, 10 per il dottore e 10 per la persona che avrebbe dato l'ok da Bari). Lui, Aleppe resta sbalordito perchè non conosceva i termini dell'accordo e pertanto il giorno seguente chiama l'amico di Bari e gli dice:-ti ricordi del fatto del benzinaio? e l'altro:- si, è tutto a posto, puoi venire a ritirare le carte. -no! dice Aleppe -annulla tutto! Dopo qualche tempo, circa un annetto una figlia del benzinaio muore a bordo della Mercedes, uscendo fuori strada mentre attraversava una rotonda che si immetteva sulla statale, poco distante dal distributore. Quello che prima mi sembrava strano era che l'auto, quel tipo di auto, non era uscita di molto fuori strada (per come mi fu descritta la cosa da un'amica) e che la causa di morte forse era stato l'urto del capo della ragazza contro il volane e soprattutto che i carabinieri intervenuti avevano ipotizzato, con molta oculatezza e perspicacia, quale causa dello sbandamento, la presenza di un cane sulla carreggiata e poichè lei amava i cani pur di evitarlo era uscita fuori strada.
Alla luce di quanto sto vivendo io grido OMICIDIO DI STATO , pur non sapendo cosa possa averlo provocato, forse il fatto che il padre scavalcando la gerarchia avrebbe provocato una lite interna? mina
mina stallone
8 Giugno 2013 @ 11:28
Buon giorno dott. franceshetti e dott. ferraro
oggi continuo la disanima delle mie vicende. Ci ho ripreso circa un anno per sedare il mio senso di colpa e sono certa che il motivo per il quale si fosse manifestato in me con tanta veemenza fosse da imputare anche dall'avvelenamento che mi aveva privato delle mia difese naturale, infatti molti veleni agiscono su quelle regioni del cervello portando ad uno squilibrio degli ormoni prodotti e causando, quindi, alterazioni comportamentali e mancata difesa agli stimoli esterni. E' stata la mia ricerca accanita a capire, in base ai sintomi rilevati sia su di me che sui miei figli, che mi aveva porteto prima, a farmi entrare in crisi per quanto fosse accaduto, ma poi anche a farmi rendere conto che le mie reazioni erano causa del continuo avvelenamento e con sostanze diverse. La violenza con cui reagivo verso mio figlio Roberto ma anche il suo comportamento assolutamente fuori controllo, perchè privo di senso di responsabilità verso sè stesso e aggressivo verso di me in particolare (cosa che mantiene ancora), la mia incapacità di giocare con la bambina, non essere più capace di fare velocemente due conti con le monete fino ad arrivare a cucinare senza avere la misura di quanto fosse gia disponbile per il pranzo, ero una trottola da quando mi alzavo la mattina fino a quando andavo a letto sfinita. Mi rendevo conto che man mano ero regredita di tanti anni e quanto avevo aquisito nella capacità di relazionarmi con la società era venuto meno. Ad esempio se dovevo andare a chierer qualcosa ad presso un ufficio lo facevo con la stessa ansia e incertezza di quando ero adolescente e per strada ripetevo a me stessa cosa dovessi dire, come quando ero piccola e mia madre mi mandava a fare un qualche servizio. mi rendevo conto che anche Roberto già dalla quinta elementare stava regredendo e assumeva comportamenti che a fatica le insegnanti avevano corretto, quale quello di infilarsi sotto la cattedra o comunque di stendersi per terra a giocare con se stesso.
Vorrei parlare di quanto mi fà ancora male, del comportamento di Roberto. Lui dall'età di 15-16 ha preso ad odiarmi, ad infangarmi di cose che non ho mai fatto prendendo gli episodi dal vissuto della ragazza che frequentava. Mi accusava di non essermi occupato di lui, di non averlo seguito a scuola, così come non lo facevo per Eleonora (eppure il mio malessere fisico era evidente ad occhio nudo, perchè ero arrivata alla parestesia con l'uso del Risperdal, seppur limitato) mi ha infangato delle cose più obbiette constringendomi a giustificarmi con chiunque potesse ascoltare il mio dolore, cosa poi rilevatosi inutile anzi dannosa laddove l'ho fatto con persone inserite nel "sistema" e comunque a lui non interessava nulla perchè nè si fermava davanti alle mie parole, nè mai era disposto a confrontarsi con me. Anzi lo stupore e la rabbia con cui cofutavo i suoi attacchi , provocavano in lui solo risolini e soddisfazione. Gli ho chiesto di recente il motivo di quanto avesse fatto , ma ha solo detto di non sapere la motivazione e, forse solo per accontentarmi, ha detto : vabbè! ho sbagliato
mina stalloe
mina stallone
8 Giugno 2013 @ 15:07
Buon pomeriggio avv. Franceschetti e avv. Ferraro
orai vorrei raccontare del mio tentativo di coinvolge l'associazione Melaniarea riguardo al problema che attanaglia me e i miei figli da troppi anni ormai. E stato sicuramente un ulteriore sbaglio che ho commesso e che, comunque mi ha fatto rendere conto della più reale portata del problema. A parte l'impossibilità di reperire la pagina tanto dal mio tablet, quanto dal compiuter della biblioteca che freguento che non portavano a nessuna pagina dell'associazione. Sono riuscita fortuitamente a fare un tentativo attraverso il portatile di una conoscente di un paese vicino e da quello rispondeva che era inserito un hacher.
Decido, comunque di recarmia Somma Vesuviana il 16 maggio e di tentare di contattare di lì l'associazione, con molta difficoltà raggiungo la strada laddove mi dicono essere la sede, ma poichè non sapevo neanche il numero civico chiedo alla gente del posto se sapessero la sede, ma nessno ne sapeva niente. Mi rivolgo; così, al gestore di un negozio di telefonia, il quale si era prodigato di rintracciare il numero di telefono del signor Michele Rea, del quale se posso azzardare un'ipotesi della sua risposta data al suo interlocutore, potrebbe aver detto : ma che mi hai chiamato a fare! forse ho azzardato ma questo potrebbe giustificare le parole e i gesti del suo interlocutore. Poi, dopo un pò che si sono parlati il signor Rea ha deciso di parlare con me e mi è stato passato il cellulare. Mi ha detto che lui al momento era in servizio,che terminava alle 16,00 e non poteva occuparsene e io ho chiesto di fissarmi un appuntamento per il pomeriggio . Lui inizialmente ha cominciato a pensare di farlo ma poi mi ha detto che dovevo recarmi presso i servizi sociali di Somma perchè, sono loro poi a contattarlo e quindia smistare le richieste. Io pur non essendomela bevuta ho seguito la sua indicazione, confermatami dagli stessi del comune senza mia richiesta. Purtroppo ero ignara di quanto fossero apertamente spietati, perchè lì la bambina mi è stata allontanata con un pretesto e portata in una casa famiglia e io non avevo ancora cominciato ad aprir bocca che sentivo gridare dall'altra parte:- Ma io non ho capito in quale psichiatria devo farla portare!. Dalle domande che mi venivano poste dall'assistente sociale era manifesto che erano fatte solo per chiarire alcuni punti che interessava loro conoscere, ossia se ci fosse qualcuno che in qualche modo mi stava aiutando, se avesse soldi con me (e lì francamente mi è balenata l'idea di quello che poi si sarebbe realizzato, ossia il furto dei borsoni), se mi accorgessi dell'avvelenamento ecc.
Ad un certo punto piomba in stanza personaggio del 118 che solo a vederlo è fonte di paura, si siede con violenza sulla sedia accanto alla mia, incrocia le gambe dall'altra parte, mette la sua mano destra a coprirsi il mento, poggiando il gomito sulla gamba che aveva sollevato sull'altra e dopo 2 secondi decreta:- allora dobbiamo fare terapia. Al che mi alzo e dico :-no, vi ho detto ,se potete aiutarmi è bene, altrimenti non fa niente. E lui fa:- lei ha detto che sta male! no -dico io- io non ho detto di stare male. L'assistente, anche lei precisa:- si, all'inizio ha detto di stare male! No- dico io- non l'ho mai detto. Prendo i borsoni ed esco dalla stanza, lì fuori ne incontro un'altro seduto sulla panchina con i guanti infilati e anche lui per l'aspetto e l'acciglio da far paura. Forse avevano mandato apposta due tipi così, per farmi spaventare?
Fuori, nel corridoio vengo a sapere che avevano telefonato a mio marito per farmi venire a prendere, che la bambina era stata portata in una casa famiglia (e non a casa dell'assistente come mi avevano fatto credere) e di lì a poco conosco la proprietaria di quella voce che tanto sbraitava nell'altra stanza piena di tante altre persone, anche in divisa.
mina stallone
8 Giugno 2013 @ 15:09
. Forse avevano mandato apposta due tipi così, per farmi spaventare e poi farmi terapia?
Fuori, nel corridoio vengo a sapere che avevano telefonato a mio marito per farmi venire a prendere, che la bambina era stata portata in una casa famiglia (e non a casa dell'assistente come mi avevano fatto credere) e di lì a poco conosco la proprietaria di quella voce che tanto sbraitava nell'altra stanza piena di tante altre persone, anche in divisa.
Devo aggiungere che mi era stato offerto da bere dall'assistente sociale e anche in questo sono stata fortunata perchè non sentivo di avere sete, ma il suo secondo tentativo mi ha messo qualche dubbio sulla salubrità dell'acqua che mi sarebbe stata offerta.
Sono andata via con la raccomandazione da parte dell'assistente capo di non andare in giro da sola, perchè anche lei non lo fà mai, và sempre accompagnata da suo marito! Non ho voluto osare ed essere troppo scortese, vista l'ospitalità ricevuta, e dirle che con il suo metro e cinquanta con i tacchi sentiva normale il dover essere sempre accompagnata.
Ora mi chiedo:- il signor Rea e la sua associazione ha svolto un servizio e a chi?
Nel pomeriggio vengo a sapere che era stata dedicata a me una pagina sul meridiano.it e leggendolo l'unica cosa giusta e vera scritta è che sono "disturbata",voglio vedere! Lo sanno meglio di me quanto e da quando mi stanno disturbando, a dire poco!1
Vorrei aggiungere: magari! anche solo qualcosa di quel che racconto non fosse vero.
mina stallone
mina stallone
9 Giugno 2013 @ 9:32
Bun giorno avvocati Ferraro e Franceschetti
innanzitutto mi scuso per gli errori di qualunque forma avete già trovato e trovere nei miei scritti,di battitura, sintassici o di ortografia, così come a volte periodi lunghi e pieni di nuove espansioni del discorso.
Oggi vorrei continuare raccontando, per quanto sia possibile sintetizzarlo, dei nuovi e ripetuti _
-attacchi- di avvelenamento che si sono succeduti al primo periodo, cominciato nel 1998-1999 e terminato con la morte di mio padre. Passiamo direttamente al 2009, qundo cominciavo a riprendermo fisicamente, in quanto il senso di spossatezza veniva meno, i dolori alle gambe, alla spalla si erano molto attenuati e anche il morale e la voglia di farcela con la mia famiglia stava prendendo il sopravvento alla crisi, che vedevo come un'altro brutto episodio della famiglia d'origine, da capire, inquadrare e pian piano nescondere nei recessi della mia mente. Ma già a metà dello stesso anno cominciavo ad avvertire dolori acuti alle scapole, lungo le nervature ', tanto che a volte mi lasciava bloccata. Io ero anche, e questo lo posso dire adesso a posteriori, più irascibile del solito e comunque in casa i motivi per esserlo erano tanti. Quanto ai dolori che man mano diventavano più acuti e si estendevano anche a tutta la muscolatura della colonna vertebrale, non riuscivo a dare una spiegazione essendomi allontanata definitivamente dalla casa nella quale avevo subito il primo lungo avvelenamento. Il disagio fisico e morale andava aumentando e con me anche la bambina cominciava a presentare gli stessi sintomi e gli stessi dolori, tanto che anche lei già nei primi mesi del 2011 i dolori alle gambe le impedivano di continuare a frequentare pattinaggio e già a primavera di quell'anno io avevo limitato di molto le mie uscite e lei quando uscì per un giro in paese con l'improbabile amichetta che allora frequentava, si ritirò stanca e piena di dolori.
L'unica nota carina di quel periodo è che mio marito aveva mostrato un chiaro e inequivocabile segno di affetto e dedizione alla famiglia, era così cambiata la partecipazione alla vita familiare che, dal dover essere servito, anche a letto, adesso era lui che preparava il biberon alla bambina e addirittura contemporaneamente portava a me un bicchiere di caffè-latte. Be! pensavo io è pur sempre qualcosa o fors'anche l'inizio di una vita più partecipativa, finalmente si accorge di una qualche mia difficoltà e per me e comunque già tanto! L'unica cosa che non mi convinceva era perchè nonostante i nostri contrasti fossero sempre più accesi, lui continuava a mantenere questa chicca di gentilezza:il latte e caffè a me, il biberon alla bambina e la mattina non se ne andava se non prima aver fatto svegliare Roberto ( che non era figlio suo) e assicurarsi che anche lui si fosse fatto la buona tazza di latte.
mina stallone
9 Giugno 2013 @ 9:34
Verso la fine del 2011 ero ormai definitivamente alletata, gonfia come un pallone con allucinanti dolori all'uscita dei nervi sacrali, tanto che " riposavo" solo stesa su una tavola di legno e con le nocche sotto i glutei comprimendo dove il dolore era più forte. Questa zona era diventeta di un rosso acceso.
A dicembre di quell'anno, anche per la sopravvevienza di nuovi sintomi, decido di non bere più il latte-caffe tanto amorevolmente offertomi perchè sicuramente "mio marito" non avendo doti culinari magari aveva sbagliato qualcosa nella preparazione. E in effetti da lì comincio a stare meglio e per fortuna riprendo io a preparare la colazione alla bambina.
In realtà poichè sono tonta, quando pensavo al perchè anche la bambina avesse mostrato, contemporaneamente a me, stessi segni di malessere e di successiva ripresa, pensavo che sicuramente l'amore di un padre almeno lo avrebbe aiutato a preparare il biberon con gli ingredienti giusti e pertanto sono arrivata veramente tardi a capire che lui non era buono neppure a preparare un biberon di latte,con gli ingredienti giusti, seppure non lo avesse mai fatto prima, prima di 54 anni.
per ora interrompo qui e vengo a saltarvi, mina stallone