Una strage di stato mai chiamata come tale.
Premessa.
La vicenda del mostro, in effetti, per anni è stata considerata come un giallo in cui occorreva trovare il serial killer. In realtà la vicenda può essere guardata da una prospettiva assolutamente diversa, cioè quella tipica di tutte le stragi di stato italiane: l’ostinato occultamento delle prove affinché non si giunga alla verità, grazie al coinvolgimento della massoneria e dei servizi segreti; l’inefficienza degli apparati statali nel reprimere queste situazioni; l’impreparazione culturale quando si tratta di affrontare questioni che esulano da un nomale omicidio o rapina in banca e si toccano temi esoterici.Ripercorriamo quindi le tappe della vicenda per poi trarre le nostre conclusioni. Con la dovuta avvertenza che il nostro articolo non è volto a individuare nuove piste; non vogliamo discutere se Pacciani fosse o no colpevole, se il mostro fosse uno solo o fosse un gruppo organizzato, se dietro ai delitti del mostro ci sia la Rosa Rossa, come si è ipotizzato, o altre sette sataniche. Vogliamo analizzare la cosa dal punto di vista prettamente giuridico, evidenziando alcuni dati che nessuno finora ha abbastanza trattato.Il processo Pacciani.
Dal 1968 al 1985 vengono uccise otto coppie di giovani nelle campagne di Firenze. In 4 di questi duplici omicidi vengono prelevate delle parti di cadavere, seni e pube in particolare. Ricordiamoci questo particolare del pube, perché lo riprenderemo in seguito.
La vera e propria caccia al mostro comincia dopo il terzo omicidio, quando si capisce che dietro ad essi c’è la stessa mano.
Dopo errori giudiziari, e vicende varie, si arriva all’incriminazione di Pietro Pacciani nel 1994.
Appare chiaro che Pacciani è colpevole, o perlomeno che è gravemente coinvolto in questi omicidi. Gli indizi infatti sono gravi, precisi e concordanti: in particolare lo inchiodano il ritrovamento di un bossolo di pistola nel suo giardino, inequivocabilmente proveniente dalla pistola del mostro (una beretta calibro 22); l’asta guidamolla della pistola del Mostro, inviata agli investigatori avvolta in un pezzo di panno identico a quello poi trovato in casa Pacciani; e soprattutto un portasapone e un blocco da disegno, di marca tedesca, che verrà riconosciuto come appartenente alla coppia tedesca uccisa dal mostro. C’era poi un biglietto trovato in casa sua, con scritto “coppia” e un numero di targa corrispondente a quello di una coppia uccisa. Le intercettazioni telefoniche ed ambientali poi fecero il resto, mostrando che Pacciani mentiva, celando agli investigatori diverse cose importanti.
Eppure il processo fa acqua da tutte le parti. Tante cose, troppe, non quadrano in quel processo. Non quadra il movente, perché Pacciani – benché violento e benché in passato avesse già ucciso, per giunta con modalità che a tratti ricordano quelle di alcuni delitti – non sembra il ritratto del serial killer. Non quadrano alcuni particolari (ad esempio le perizie stabiliranno che l’uomo che ha sparato doveva essere alto almeno un metro e ottanta, mentre Pacciani è alto molto meno. Inoltre durante il processo alcuni dei suoi amici mentono palesemente per coprirlo, sembrando quasi colludere con lui. Perché mentono?
In primo grado Pacciani verrà condannato. In secondo grado verrà assolto.
L’impianto accusatorio, in effetti, era abbastanza fragile. Però proprio il giorno prima della sentenza di secondo grado, la procura di Firenze riesce a trovare nuovi testimoni (quattro) che inchiodano Pacciani e soprattutto riescono a spiegare il motivo di alcune incongruenze. Due di questi testimoni sono infatti complici di Pacciani e, autoaccusandosi, svelano che in realtà quei delitti erano commessi in gruppo.
Ma la Corte di appello di Firenze decide di non sentire questi testimoni, e assolve Pacciani. La sentenza verrà annullata dalla Cassazione, ma nel frattempo Pacciani muore in circostanze poco chiare. Apparentemente muore di infarto, ma Giuttari, il commissario che segue le indagini per la procura di Firenze, sospetta un omicidio.
Il caso Narducci.
Nel 2002 l’indagine sul mostro si riapre, ma a Perugia. Per capire come e perché si riapre però dobbiamo fare un passo indietro.
Il 13 ottobre del 1985 viene trovato nel lago Trasimeno il corpo di un giovane medico perugino, Francesco Narducci. Il caso viene archiviato come un suicidio, anche se la moglie non crede a questa versione dei fatti. E sono in molti a non crederlo. Anzi, da subito alcuni giornali ipotizzano un coinvolgimento del Narducci nei fatti di Firenze.
Nel 2002 la procura di Perugia, intercettando per caso alcune telefonate, sospetta che il medico Perugino sia stato assassinato e fa riesumare il cadavere.
Il cadavere riesumato ha abiti diversi rispetto a quelli indossati dal cadavere nel 1985. Altri, numerosi e gravi indizi, nonché le testimonianze della gente che quel giorno era presente al ritrovamento, portano a ritenere che il cadavere ripescato allora non fosse quello di Narducci, e che solo in un secondo tempo sia stata riposta la salma del vero Narducci al posto giusto. Indagando sul caso, il PM di Perugia, Mignini, scopre che il giorno del ritrovamento le procedure per la tumulazione furono irregolari; che quel giorno sul molo convogliarono diverse autorità, tutte iscritte alla massoneria, come del resto era iscritto alla massoneria il padre del medico morto e il medico stesso. E si scopre che il Narducci era probabilmente coinvolto negli omicidi del mostro di Firenze. Anzi, forse era proprio lui che, in alcune occasioni, asportò le parti di cadavere.
Le indagini portano ad ipotizzare una pluralità di mandanti coinvolti negli omicidi del mostro, che commissionavano questi omicidi per poi utilizzare le parti di cadavere per alcuni riti satanici.
In particolare, il Lotti confessa che questi omicidi venivano pagati da un medico. E con un accertamento sulle finanza di Pacciani verranno trovati capitali per centinaia di milioni, di provenienza assolutamente inspiegabile.
Vengono mandati 4 avvisi di garanzia a 4 persone, tra cui il farmacista di San Casciano Calamandrei, un medico e un avvocato, che sarebbero i mandanti dei delitti del mostro di Firenze.
Mentre per occultamento di cadavere, sviamento di indagini e altri reati minori (che inevitabilmente andranno in prescrizione) vengono rinviate a giudizio il padre di Ugo Narducci, e i fratelli di Francesco; il questore di Perugia Francesco Trio, il colonnello dei carabinieri Di Carlo, l’ispettore Napoleoni, l’avvocato Fabio Dean e molti altri, quasi tutti iscritti alla stessa loggia massonica, la Bellucci di Perugia, e alcuni di essi, compreso il padre di Narducci, collegati addirittura alla P2. Appartengono alla P2 Narducci, il questore Trio, mentre l’avvocato Fabio Dean è il figlio dell’avvocato Dean, uno dei legali di Gelli.
Depistaggi e coperture eccellenti.
In questa vicenda sono presenti ancora una volta i servizi segreti e i loro depistaggi, nonché tutte le mosse tipiche che vengono attuate quando occorre depistare.
In pratica l’indagine conosce una prima fase, che arriva fino al processo di appello di Pacciani, in cui essa scorre senza problematiche particolari, tranne ovviamente quella tipica di ogni indagine, e cioè l’individuazione dei colpevoli.
Ma appena si apre la pista dei mandanti si scatena un vero inferno.
Anzitutto lo screditamento degli inquirenti, che vengono derisi, sminuiti; vengono continuamente sottolineati gli errori fatti da costoro (come se fosse semplice condurre un indagine del genere senza commetterne); la procura fiorentina viene spesso presentata dai giornali come una procura che vuole a tutti i costi incastrare degli innocenti; Giuttari viene presentato come uno che vuole farsi pubblicità; un pazzo che crede alla folle pista satanista; quando il commissario è vicino alla verità lo si isola, oppure si cerca di trasferirlo con una meritata promozione (che però metterebbe in crisi tutta l’inchiesta).
Più volte giornali e televisioni annunceranno scoop fantastici tesi a demolire il lavoro di anni della procura di Firenze, e di Perugia.
Alcuni giornalisti che ipotizzano il collegamento massoneria – delitti del mostro – sette sataniche vengono querelati anche se le querele verranno poi ritirate.
Vengono fatte indagini parallele e non ufficiali di cui non vengono informati gli inquirenti. Il PM Mignini scopre che dopo l’ultimo delitto del mostro la polizia di Perugia aveva indagato su Narducci e sul mostro, e ciò risulta dai prospetti di lavoro, datati 10 settembre 1985. Ma di queste indagini non viene avvisata la procura di Firenze.
Ma in compenso anche i carabinieri, per non essere da meno, fanno le loro indagini parallele di cui non informano gli inquirenti.
Alcuni carabinieri confidano che anni prima avevano fatto un’irruzione nell’appartamento fiorentino del Narducci per trovare le parti di cadavere che il Narduci teneva nell’appartamento, ma che erano stati “preceduti”. Anche di questi fatti la procura di Firenze non viene informata. Queste indagini parallele erano coordinate a Perugia dall’ispettore Napoleoni, che pare agisse addirittura all’insaputa del suo diretto superiore Speroni (così scrive Licciardi nel suo libro)
Su Narducci c’era un fascicolo da tempo, ma il fascicolo venne smarrito, e ritrovato dopo anni privo di varie parti.
Così come scomparvero misteriosamente molti reperti che erano stato acquisiti durante le indagini, come la famosa pietra a forma di piramide trovata sulla scena di uno dei delitti.
Non manca poi – stando alla ricostruzione di Giuttari nel suo libro – anche il procuratore capo di Firenze, Nannucci (che è sempre stato contrario all’indagine sui mandanti) che avvisa un indagato, il giornalista Mario Spezi, dell’imminente indagine; questo fatto verrà segnalato alla procura di Genova che però archivierà la posizione del procuratore.
Infine, ci sono gli immancabili depistaggi dei servizi segreti deviati. Il Sisde aveva già dai tempi del terzo delitto preparato un dossier che ipotizzava che non fosse coinvolto un solo serial Killer, ma i componenti di una setta satanica che agivano in gruppo, e ciò appariva evidente da alcuni particolari della scena del delitto. Ma questo dossier – che porta la data del 1980 – non viene mai consegnato agli inquirenti di Firenze.
Il dossier era firmato da Francesco Bruno, consulente del Sisde.
In totale, sono tre gli studi commissionati dal Sisde che si persero misteriosamente per strada e non arrivarono mai sulle scrivanie degli inquirenti fiorentini. Guarda caso proprio quei dossier che ricostruivano la pista dei mandanti plurimi e delle messe nere.
Ma qualche anno dopo Francesco Bruno, intervistato, sosterrà che a suo parere il serial Killer è un mostro isolato, ancora in libertà.
Morti sospette.
Ci sono poi le solite morti sospette tipiche di tutte le grosse vicende giudiziarie italiane. Una vera strage, in realtà. O meglio, una strage nella strage. La prima morte sospetta è quella del medico Perugino trovato morto nel lago Trasimeno. Poi la morte di Pacciani per la quale la procura di Firenze apre un fascicolo per omicidio.
E poi la solita mattanza di testimoni.
Elisabetta Ciabiani, una ragazza di venti anni che aveva lavorato nell’albergo dove Narducci e la sua loggia massonica si riunivano e che aveva rivelato al suo psicologo, Maurizio Antonello (fondatore dell’Associazione per la ricerca e l’informazione delle sette) il nome di alcuni mandanti del mostro e aveva rivelato il coinvolgimento della Rosa Rossa nei delitti: Elisabetta verrà trovata uccisa a colpi di coltello, compresa una coltellata al pube, ma il caso venne archiviato come suicidio. Mentre lo psicologo Maurizio Antonello verrà trovato “suicidato”, impiccato al parapetto della sua casa di campagna.
Renato Malatesta, marito di Antonietta Sperduto, l’amante di Pacciani, che viene trovato impiccato, ma con i piedi che toccano per terra; uno degli innumerevoli casi di suicidi in ginocchio, che non fanno certo l’onore delle nostre forze di polizia subito pronte ad archiviare il caso come suicidio nonostante l’evidenza dei fatti.
Francesco Vinci e Angelo Vargiu, sospettati di essere tra i compagni di merende di Pacciani (il primo è anche amante di Milva Malatesta) trovati morti carbonizzati nell’auto.
Anna Milva Mattei, anche lei bruciata in auto.
Claudio Pitocchi, morto per un incidente di moto, che sbanda ed esce di strada all’improvviso, senza cause apparenti. Anche questa è una modalità che troviamo in tutte le vicende italiane in cui sono coinvolti servizi segreti e massoneria: Ustica, soprattutto, e poi nel caso Clementina Forleo, di cui ci siamo già occupati.
Milva Malatesta e il suo figlio Mirko, anche loro trovati carbonizzati nell’auto; una fine curiosamente simile a quella che volevano far fare al perito del Moby Prince poche settimane fa. La stessa tecnica. Così come la tecnica dei suicidi in ginocchio è identica a quella dei morti di Ustica e di tutte le altre stragi che hanno insanguinato l’Italia. Tecniche identiche, che fanno ipotizzare una firma unica: quella dei servizi segreti deviati.
Rolf Reineke, che aveva visto una delle coppiette uccise poche ore prima della loro morte, che muore di infarto nel 1983.
Domenico, un fruttivendolo di Prato che scompare nel nulla nell’agosto del 1994 e venne considerato un caso di lupara bianca.
E poi ce ne sono tanti altri. C’è il caso di tre prostitute, una suicidatasi, e due accoltellate, che avevano avuto rapporti a vario titolo con i compagni di merende, e chissà quanti alltri di cui si non si saprà mai nulla.
Un discorso a parte va fatto per Luciano Petrini. Consulente informatico, nel 1996 avvicinò una persona (anche lei testimone al processo) Gabriella Pasquali Carlizzi, dandogli alcune informazioni sul mostro e mostrando di sapere molto su questa vicenda; ma il 9 maggio fu ucciso nel suo bagno, colpito ripetutamente con un porta asciugamani a cui tolsero la guarnizione per renderla più tagliente. Nella casa non compaiono segni di scasso o effrazione. Conclusioni: omicidio gay. Nessuno prende in considerazione altre piste. Nessuno prende in considerazione – soprattutto – l’ipotesi più evidente: Petrini aveva svolto consulenza nel caso Ustica, sul suicidio del colonnello dell’aereonautica Mario Ferraro, quel Mario Ferraro che venne trovato impiccato al portasciugamani del bagno. Ma il fatto che sia stato ucciso – guarda caso – proprio con un portasciugamani, non induce a sospettare di nulla. Omicidio gay!?!?
Conclusioni
La verità sul mostro di Firenze non si saprà mai. Non si sapranno mai i nomi dei mandanti, perlomeno non di tutti.
In realtà, in questa vicenda molte cose sono chiare, molto più chiare di quanto non sembri a prima vista. Leggendo attentamente i fatti e i documenti è possibile farsi un’idea della vicenda, e delle motivazioni che spingono alcune delle persone coinvolte. Ma non è mio intendimento fare ipotesi, smontare tesi o costruirle. Non mi interessa poi così tanto capire se Pacciani era il vero mostro o fu solo incastrato. Se Narducci era il mostro, o se erano altri. Se Pietro Toni, il procuratore che chiese l’assoluzione di Pacciani e definì“aria fritta” l’ipotesi dei mandanti sia in mala fede oppure se gli sia sfuggito un “leggerissimo” particolare: che una simile mattanza di testimoni e di occultamenti presuppone un’organizzazione dietro tutto questo. E che a fronte dei depistaggi, delle sparizioni di fascicoli, dei tentativi di insabbiamento, l’ipotesi del mandante isolato diventa fantascientifica, perché in tal caso si impone di presupporre che tutti gli investigatori che si sono occupati delle vicende del mostro siano impazziti o si siano messi d’accordo per fregare Pacciani e gli altri e che tutti i testimoni siano morti per delle coincidenze.
Atteniamoci quindi ad un dato di fatto.
Quando in un indagine importante compare il binomio massoneria – servizi segreti, questo binomio indica che sono coinvolti dei mandanti eccellenti, al di là di ogni immaginazione. Ancora una volta la massoneria deviata riesce a mostrare tutta la sua forza, riuscendo a tacitare ogni tipo di delitti, purché siano coinvolte persone a loro legate. Non solo colpi di stato, stragi e altro, ma addirittura delitti come quelli del Mostro di Firenze. Il che porta a concludere che anche i morti legati alla vicenda Mostro di Firenze, che non sono solo le sedici vittime ufficiali, ma anche tutte le altre (i testimoni soppressi brutalmente e gli omicidi non individuati ufficialmente) possono essere considerati una strage di stato. L’ennesima strage compiuta con la connivenza di pezzi dello stato, resa possibile sia dalle complicità ad alto livello, sia dall’ignoranza degli organi investigativi, dalla loro impreparazione riguardo al modus operandi e alla struttura delle logge massoniche deviate e in particolare delle sette sataniche.
Ancora una volta viene in evidenza poi la totale inutilità delle norme giuridiche e processuali. Finché un PM che avvisa un indagato commetterà un reato minimo; finché l’occultamento di prove o di un fascicolo agli inquirenti, subirà un pena minima, destinata tra l’altro ad andare in prescrizione; finché l’operato dei servizi segreti rimarrà sempre impunito in nome del cosiddetto segreto di stato; finché il tempo massimo per le indagini preliminari, anche in reati così complessi, continueranno ad essere due anni; finché avremo questo sistema, insomma, la macchina giudiziaria sarà sempre paralizzata nel perseguimento di questo tipo di delitti, cioè i delitti che vedono coinvolti, a vario titolo, i colletti bianchi nel coprirsi a vicenda i reati da ciascuno di loro commessi.
Finisco questo articolo riportando le parole di un mio amico di infanzia, ufficiale dei carabinieri di un paese della Toscana. Mi ha detto: “Certo Paolo che dietro ai delitti del mostro di Firenze ci sono alcune sette sataniche legate a logge deviate della massoneria. I fatti di Perugia parlano chiaro. Noi spesso sappiamo chi sono e cosa fanno certi personaggi. Ma abbiamo l’ordine di non indagare. Vedi… Un tempo, se toccavi il tasto mafia – politica e indagavi su questo filone, o scrivevi un pezzo di giornale, morivi. Oggi la politica ha capito che è inutile uccidere per questo, perché i magistrati si possono trasferire, i reati vanno in prescrizione… insomma ci sono altri mezzi per insabbiare un’inchiesta. Ma il tasto delle sette sataniche, e dei coinvolgimenti eccellenti in queste sette, non si può toccare, altrimenti si muore. Pensa che ogni anno, in Italia, spariscono migliaia di bambini. Oltre ai dati ufficiali della polizia di stato, ce ne sono molti altri, Rom, immigrati clandestini, ecc. che non compaiono nelle statistiche. E questi bambini finiscono nel circuito delle sette sataniche, che sono collegate spesso al circuito dei sadici e pedofili, che pagano cifre astronomiche per video ove i bambini muoiono veramente”. E mi ha anche detto i nomi di alcune persone coinvolte, tra l’altro chiaramente ricavabili dal fatto di essere proprietarie dei luoghi in cui si svolgevano questi riti.
Questo mio amico non sapeva, all’epoca, che ero coinvolto anche io in vicende che riguardavano la massoneria deviata e raccontò queste cose con tranquillità, davanti alla mia fidanzata dell’epoca, mentre eravamo seduti in un bar. Tempo dopo, quando lo venne a sapere, e gli feci delle domande, negò di avermi mai dato quelle informazioni.
Ma, lo ripeto, quello che importa non sono i nomi. Non è se Tizio o Caio sia coinvolto, e in che cosa sia coinvolto. Anche perché il singolo nome talvolta può essere il frutto di un errore, di un tentativo di screditare qualcuno. E francamente a me non è questo che fa paura.
Ciò che fa paura è la vastità delle connivenze; il fatto che per delitti di questa gravità ed efferatezza ci possano essere coperture eccellenti e che la macchina della giustizia sia paralizzata. Il fatto che gli organi investigativi siano impreparati quando si affrontano vicende che sfiorano l’esoterismo e i servizi segreti deviati.
Eppure la vicenda del Mostro di Firenze dovrebbe interessare tutti, non solo gli amanti dei gialli, dell’horror e dell’esoterismo. 18 vittime ufficiali che potevano essere nostri amici, nostri partner, o potevamo essere noi; decine di vittime nella mattanza dei testimoni e delle persone coinvolte; centinaia di famiglie inconsapevoli coinvolte nella vicenda, che escono distrutte, alcune perché vittime del mostro, altre perché sospettate di essere familiari di un mostro. Il vero mostro in questa vicenda, non è solo chi ha ucciso ma anche tutte le persone che hanno coperto la verità, che in virtù dei loro legami con la massoneria deviata o con pezzi deviati dello stato hanno coperto, colluso, e taciuto. Il vero mostro è la massoneria deviata, che come una piovra si è insinuata in tutti i punti vitali dello stato. Il mostro di Firenze è solo uno dei suoi tentacoli.
Bibliografia
Se molti in questi anni hanno cercato di nascondere la verità, è anche vero che, come dice un detto famoso, la verità non si può nascondere per sempre. Per chi vuole cercarla e capire segnaliamo due testi.
Michele Giuttari, Il mostro anatomia di un indagine, BUR.
Una cosa che mi colpisce leggendo il libro di Giuttari è che quando parla dei depistaggi e degli occultamenti vari non nomina mai la massoneria. Parla di un “partito avverso”. Anche se, leggendo, non è difficile intuire cosa sia questo partito avverso, non si capisce se la cosa sia voluta o casuale.
Questi legami vengono descritti meglio nel libro:
Luca Cardinalini, Pietro Licciardi, La strana morte del dottor Narducci, ed. Deriveapprodi.
L’idea del titolo non è nostra, ma di Piero Licciardi; è lui che definisce il Mostro di Firenze “una piovra che si insinua nello stato”.
parvatim
18 Dicembre 2007 @ 12:29
complimentissimi per il blog. sei nel mio blogroll.ciao da parvatim.wordpress
Nekradamus
18 Dicembre 2007 @ 13:43
Ho usato il tuo bell’articolo per un mio post.
Scrivo di conseguenza a due articoli appena letti che vorrei legare insieme per creare uno spunto di riflessione. Invito chi mi segue a leggerli entrambi (anche se sono un po’ lunghini). Si tratta di “La Recente Riflessione sul Concetto di Cospirazione” di Enrico Voccia, apparso su Luogocomune, e “Il mostro di Firenze: quella piovra che si insinua nello stato”, dal blog di Paolo Franceschetti.
In comune i due articoli hanno la cospirazione, un concetto a mio avviso difficile da percepire senza farsi un po’ ingannare. A parte il fatto che troppo spesso vengono additati col nome di cospirazionisti coloro che indagano su alcuni eventi poco chiari, cercando di unire (forse anche un po’ forzatamente) i puntini di un disegno, mentre in realtà il cospirazionista è colui che la cospirazione la fa. Esiste comunque, nell’immaginario collettivo, un’idea ben precisa della cospirazione, un po’ stile x-files. Un gruppo di uomini seduti in una sala ovale in un bunker segreto da qualche parte nell’antartica, tecnologie sconosciute, porte d’acciaio scorrevoli, soldati mercenari a guardia delle entrate e tanto James Bond…
continua qui:
http://www.silenti.hostwq.net/wordpress/?p=274
Anonimo
18 Dicembre 2007 @ 19:19
Complimenti per i suoi articoli. Mi permetta un’osservazione. Lei nel brano usa l’espressione “massoneria deviata”, le pare esista anche una massoneria “non deviata”? Cordiali saluti e buon lavoro, Francesco
damiano
19 Dicembre 2007 @ 11:04
Signor Franceschetti , dopo aver letto questo suo interessantissimo articolo la volevo invitare su questo forum sul mostro di firenze. Sicuramente il suo contributo sarà un ottima ricchezza.
http://www.lagiustainformazione2.it/forum/
Paolo Franceschetti
19 Dicembre 2007 @ 12:55
Grazie a tutti. Rispondo con ordine.
Per anonimo: la tua osservazione è sottile e ironica. No. Penso che non esista una massoneria NON deviata. Però esistono molti massoni in buona fede, che credono in quello che fanno e nei principi che la massoneria professa.
Oppure ci sono massoni, alcuni miei amici, che credono che entrando ci si fa solo “qualche favore” e si vieen aiutati. Senza immaginare tutto quello che c’è dietro.
Per Nekradamus.
So che posso passare per un cospirazionista. Ma vorrei fare alcune riflessioni.
1) Se nel medio evo qualcuno diceva che monarchia era illegittima, e che il potere doveva andare al popolo, e che i re non avevano alcun diritto “divino” di dominare, costui sarebbe stato preso per matto, per un cospirazionista, perchè avrebbe ipotizzato che tutti i re cospiravano per mantenere un potere che in fondo era illegittimo.
Qualche decennio fa chi parlava di mafia era considerato un mitomane,tanto che il primo pentito di mafia – Leonardo vitale – non è stato creduto, e per giunta lo hanno pure ammazzato.
Il problema era che la maggioranza dei cittadini, la mafia, non la vedeva proprio.
Così come il problema della monarchia, per la maggioranza delle persone, non esisteva.
Oggi è assodato che la mafia esiste. Ed è assodato che la monarchia è superata e i re che ancora ci sono non possono fare quello che gli pare ma devono rispondere al popolo.
Per la massoneria è i poteri occulti vale la stessa cosa.
Il problema è che la gente non li vuole proprio vedere. Gli sembra normale che le banche centrali siano privatizzate.
Nessuno ha il benchè minimo sospetto che qualcosa non vada, in una corona inglese che è capo di Stato, al veritice della religione, e al vertice della massoneria.
Anche perchè la maggior parte della gente queste cose non le sa proprio.
E siamo talmente abituati al fatto che tutti i processi importanti – dico TUTTI – in cui è coinvolta la massoneria finiscano in un nulla di fatto, che nessuno vede il collegamento.
Quindi chi ne parla, per parecchi decenni ancora, dovrà sentirsi dare del matto.
2) L’altra cosa che quasi nessuno considera è questa.
Tra complottisti e non complottisti c’è un dibattito acceso, quasi che fossero due partiti politici avversi.
Ai non complottisti sfuggono però due cose.
1) che se hanno ragione loro non succede nulla. Anzi, sarà una buona notizia. Al massimo il danno sarà che io, e qualche altro, abbiamo perso tempo dietro a ipotesi inverosimili, ma d’altronde ne ho perso tanto in vita mia, in modo stupido (video game, libri stupidi, programmi TV inutili, serate con gente noiosa). E in tal caso, sarà valsa la pena di fare tante ricerche per dimostrare che in fondo ci sbagliavamo. Sarà una delle poche volte nella vita in cui capire che si è sbagliato tutto è una bella notizia, perchè vuol dire che il mondo è più bello di come lo si vede.
Se invece si sbagliano gli anticomplottisti, il loro comportamento avrà provocato un danno immenso, perchè questo provoca ritardi nel risolvere i problemi, blocchi di indagini, ecc…
E nel frattempo saranno morte chissà quante migliaia, forse milioni di persone.
Se ci sbagliamo noi complottisti un giorno diremo “scusateci. banchieri, se agivate per il bene del mondo e non lo abbiamo capito. Scusaci Gelli, se abbiamo pensato che la tua p2 avesse ucciso, depistato, derubato, causato guerre; questi fatti dipendevano da altro, magari dal caso, ma non da te. Scusaci. Significa che dovremo cercare un’altra causa a tutti questi fatti. Ma questi fatti rimarranno.
Se si sbagliano loro, dovranno chiedere scusa ai milioni di morti per guerre inutili, alle migliaia di morti uccisi dai servizi segreti, alla gente alla fame per colpa delle banche, alle vittime che nei tribunali non hanno mai avuto giustizia.
Allora preferisco essere un complottista, e sperare un giorno che mi sto sbagliando su tutto.
Paolo Franceschetti
19 Dicembre 2007 @ 13:15
Un’ altra cosa.
Un errore che fanno i non complottisti, spesso, è quello di far passare i compplottisti per gente che pensa che ci sia un complotto mondiale massonico per tenere il potere.
Non è esatto.
Non esiste un complotto mondiale, almeno credo. Ma è una mia opinione.
Esiste però un SISTEMA, di cui alcuni traggono grandi benefici (banchieri, malavitosi, grandi multinazionali, ecc…) e che non hanno interesse a smobilitarlo.
Questo sistema è alimentato da coloro che traggono piccoli benefici dal sistema: funzionari che voglionio fare carriera senza preparazione, piccoli politicanti, ecc., le persone comuni che hanno piccoli vantaggi.
Ed è alimentato da tutti coloro che non si rendono conto, che non si informano, e che si disinteressano di ciò.
Ma non c’è un complotto mondiale.
Per fare un parallelo: non c’è un complotto di tutta la camorra, per tenere in scacco lo stato nelle zone campane.
C’è un sistema (e non a caso i camorristi la camorra la chiamano “sistema”) che i capi camorra hanno trovato giù pronto e continuano ad alimentarlo perchè fa loro comodo. Fa comodo ai politici mantenere questo sistema ecc…
Così come nel medio evo non c’era un complotto delle monarchie per tenere in piedi quella forma di stato. Ma c’era un sistema in cui credevano anche i monarchi stessi.
Quindi anche oggi non c’è nessun complotto. C’è un sistema, alimentato da tutti.
Compreso me, che a trenta anni votavo Pannella, senza capire il perchè lui candidava Gelli.
E che ho sempre considerato complottisti e cospirazionisti coloro che parlavano del “nuovo ordine mondiale”.
Finchè un giorno questo sistema me lo sono trovato davanti per lavoro. Finchè non mi sono trovato in mano dei documenti e mi hanno minacciato, me e la mia famiglia. Finchè non ho iniziato ad avere incidenti, sparizioni di fascicoli in triibunale.
Un fascicolo può sparire. Ma 5 fascicoli in 5 processi diversi, no.
Un incidente in moto può capitarmi. Ma tre in una settimana, con tre moto diverse, identici a quelli capitati a testimoni di processi importanti no.
Comincia a non essere un caso.
E allora piano piano ho cominciato a capire.
C’è sempre mio padre, o il mio miglior amico, che pensano che sia tutto un caso e non vedono i collegamenti.
Oppure si può provare a farli.
Sperando che un giorno scopra che hanno ragione loro, questo è il paradosso.
Anonimo
19 Dicembre 2007 @ 21:17
una curiosità, provate ad andare sul sito http://www.rosarossa.it e vedere cosa vi appare…qualcuno ha qualche spiegazione?
complimenti per gli articoli!
Nekradamus
20 Dicembre 2007 @ 11:14
Capisco e avvallo totalmente quello che hai detto riguardo al Sistema.
Se la monarchia si é traformata in oligarchia, se la mafia é diventata lo stato, se niente finisce e tutto si trasforma, credo comunque che l’importante sia rimanere coerenti e non cadere nell’ipocrisia di ogni giorno.
Se poi a qualcuno piace appiccicarmi addosso il label di cospirazionista (che di sicuro lo fará sentire meglio) faccia pure.
Abate Vella
21 Dicembre 2007 @ 11:32
Gentile Paolo Franceschetti,
ti volevo segnalare una “recensione” di questo blog su Il Consiglio (www.ilconsiglio.blogspot.com).
Spero sia chiaro leggendola che essa non vuole essere una critica (anche se a me piace parlare chiaro…), ma più che altro una richiesta/offerta di aiuto.
A presto!
Paolo Franceschetti
22 Dicembre 2007 @ 13:07
Grazie Abate Vella.
Ti avevo scritto personalmente. Poi volevo mettere un lungo post di risposta qui, ma credo che lascerò la parola invece a uno dei prossimi articoli, in cui mi occuperò delle cose che hai detto in modo più apprfondito.
Per ora mi limito a dire che condivido ciò che hai detto, ma che la mi visione e la tua non sono incompatibili, bensì… sovrapponibili.
ciao
associazionecontrobusi
24 Dicembre 2007 @ 6:33
Negli anni 1993-94 due giornalisti free-lance – un reporter e un autore privato di video di inchiesta – si erano occupati in modo incisivo del caso Pacciani (e anche nello stesso periodo – ma non come collegamento dei due casi – della morte del ministro democristiano Bisaglia e di suo fratello).
Se richiestomi posso cercare di ritrovare gli indirizzi attuali degli autori e i dati delle loro inchieste.
Mau807
26 Dicembre 2007 @ 11:08
Peccato.
Lei dice delle cose sensate nel complesso, rivelando nell’insieme di aver bene compreso quei meccanismi sociologici capaci di trasformare un fatto di cronaca in un “caso”.
Però non deve citare a sostegno delle sue argomentazioni fatti non veri anche se la leggenda mediatica e il sentire comune considerano questi fatti veritieri.
Paolo Franceschetti
26 Dicembre 2007 @ 13:21
Ci dica quali sono questi fatti non veri e quali si.
Il punto però è un altro.
La mia ricostruzione è corretta o no?
Il problema è la paralisi della giustizia. E la pluralità di mandanti eccellenti.
Il fatto è che ci si deve rendere conto che esistono organizzazioni segrete , ma che tanto segrete non sono, perchè in realtà sono sotto gli occhi di tutti, se uno ha occhi per vedere.
Di questo ho voluto parlare.
I fatti citati sono tratti da atti giudiziari e ricostruzioni giornalistiche su cui c’è una sufficiente certezza, mentre ho volutamente omesso quei fatti, pur documentati e documentabili, su cui esistono maggiori dubbi.
Alcuni nomi di molti mandanti sono stati fatti in atti giudiziari. Ma non è importante riportarli qui, mi creda.
Quei nomi potrebbero essere sbagliati.
Di alcuni, addirittura, tutti noi “speriamo” (speriamo ardentemente) che siano sbagliati.
Non credo di sbagliarmi però sull’esistenza di un’organizzazione dietro tutto questo.
E lo sa quanto vorrei sbagliarmi anche su questo?
Sarebbe uno di quei casi, nella vita, in cui uno sarebbe felice di dire “ho sbagliato, per fortuna”.
Beppe
8 Gennaio 2008 @ 12:41
Un’interessante teoria sui delitti del mostro di firenze la trovate qui http://mostro3.lasanet.com
Anonimo
21 Maggio 2008 @ 12:40
Per Paolo :
oggi è stato assolto l’ex farmacista Calamandrei mandante degli ultimi quattro duplici delitti attribuiti al cosiddetto mostro di Firenze.
La sentenza è stata emessa stamani dal gup Silvo De Luca, al termine del processo con rito abbreviato apertosi il 27 settembre scorso.
Volevo chiedere se su questa persona ci sono informazioni tali che potrebbero contraddire/riaprire il processo.
è stato assolto perche innocente o per un’altra serie di motivi che non possiamo e non sapremo mai?
Grazie per la risposta.
Paolo Franceschetti
4 Giugno 2008 @ 9:55
Caro anonimo.
Purtroppo leggo i vecchi post solo di tanto in tanto e mi era sfuggita la tua domanda.
Per quel che ne so io dovrebbe essere stato assolto perchè lo hanno voluto assolvere. E perchè non ha parlato ulteriormente, dopo che gli hanno ucciso il figlio come avvertimento.
Ma non ho letto gli atti e potrei sbagliarmi. Magari è davvero innocente.
Il problema è che i veri mandanti non vanno cercati certo solo in Calamadrei e Narducci. Sono ben altri, conosciuti a molti, ma i media non se ne occupano mai.
Anonimo
25 Gennaio 2009 @ 10:58
Scusate posso sfogarmi un attimo?Di recente ho partecipato ad un forum inerente i delitti di Cogne e Firenze.Premetto che essendo Umbra,sono stata pure paziente di una persona e ne ho ricavato impressioni personali aldilà delle cronache anche perchè all’epoca non mi interessavo molto di certe cose.A distanza di anni ho poi coltivato certi interessi fino ad approdare qui e più che partecipare ho letto com’è mia natura.Premetto che apprezzo sia voi che Cosco o la Sig.Carlizzi e che sull altro forum ho solo espresso la mia opinione senza fare nomi.Subito sono stata tacciata di creder a rose rosse Gialle e fattucchiere e che lì trattano solamente analisi criminologiche serie!Ci sono rimasta di stucco,mi sento trattata come una stupida.Ho risposto che bisogna avere una visione ampia delle cose,null’altro…Tutto serve per imparare.Scusate lo sfogo
Anonimo
28 Gennaio 2009 @ 14:18
Sono un amico epistolare di Paolo.
Ho avuto l’avventura di soffermarmi a leggere qualcosa da:
http://www.rosarossa.net/
Questi allevano demoni, altro che cani e gatti smarriti…
LUI
3 Febbraio 2009 @ 12:17
A proposito dell’articolo “Il mostro di Firenze: quella piovra che si insinua nello stato”, premesso che non considero inverisimile quanto ivi adombrato, mi sorge spontaneo un paiuo di quesiti: cosa impedisce di presentarsi ad un ristorante, ordinare vitello, chiudere la carne in un contenitore ed andarsene tranquillamente, portandola ad un laboratorio di analisi di fiducia che ce ne indichi la provenienza, senza necessità alcuna di fornire al ristorante le proprie generalità?
cosa impedisce ad un paio di persone di adeguato portamento, quando fondatamente sospettino che nei locali adiacenti al ristorante si trovi rinchiuso qualcuno in attesa di essere trasformato in bistecca di recarvisi, forzando la serratura, prima che un paio di camerieri (normalmente non esperti di arti marziali) possano intervenire o far intervenire la polizia?
Grazie, salve.
Paolo Franceschetti
18 Febbraio 2009 @ 18:00
Per LUI.
Immagino che lei alluda all’articolo sul “Pranzo nella casa degli orrori. E si riferisca a quel mio articolo.
Ha ragione. Ma a parte che il posto non è facile da raggiungere senza essere notati in qualche modo, delle persone che conosco ci hanno provato. E sono state sorprese sul fatto e rimandate indietro.
Anonimo
28 Febbraio 2009 @ 16:58
Circa le societá segrete c’é uno splendido video su youtube del presidente Kennedy che ne parla in un suo celebre discorso.
Per il resto sarebbe meglio attenersi ai fatti e alle prove.
Anonimo
20 Maggio 2009 @ 23:32
http://www.strageustica.altervista.org/
“Per chi volesse confrontare quello che c’è scritto con quanto sostenuto
dal signor Francesco Cossiga vi faccio una sintesi.
A pag. 26 si legge:
” Terrorismo (…) Il terrorismo spezza la resistenza della popolazione, ottiene la sua sottomissione
(…)il terrorismo fa accettare le guerre alla popolazione e per permette al potere di portare avanti la propria politica.
Crea un clima di insicurezza(…)
a pag.67 si legge ” Indicazioni pratiche per azioni violente e combattimento in strada
a) organizzare la guerriglia nelle città
b) organizzare piccoli gruppi per sostenere la violenza della repressione della polizia
c)durante le manifestazioni si deve far aumentare la violenza, erigendo barricate in strade strette, sgonfiare le ruote della macchina della polizia e paralizzare la circolazione, impedendo qualsiasi via di fuga e lanciando molotov ecc. alla polizia, accerchiando la polizia e attaccandola nei suoi punti deboli
A pag. 78 si legge:
metodi di manipolazione di un individuo
a) Metodi violenti – uso del curaro, cianuro e trilon
b) metodi per far saltare la resistenza fisica e nervosa: sonniferi, lassativi, Lsd e cantaride
c) metodi di manipolazione: scopolamina, anestetici, farmaci che non lasciano tracce, atropina
d) mezzi diversi bombe e pistole lacrimogene
Visto che ci siamo volevo invitarvi a mettere a confronto le parole del signor Cossiga(intervista Cangini QN):
“(…) E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? «In Italia torna il fascismo», direbbero.
«Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l’incendio».(…)
con quelle dell’estremista Franco Freda (per la Cassazione responsabile della Strage di Piazza Fontana ndr) nella lettera inviata con Ventura nel 1966 a oltre 2000 Ufficiali dell’esercito: ” (…)
Spetta alle forze armate il compito di stroncare l’infenzione prima che essa divenga mortale. (…) Militari di grande prestigio e autentica fedeltà(qui ripensate alle dichiarazioni di la Russa e alla procura di Roma che vuole archiviare tutto ndr9 hanno già costituito in seno alle forze armate i Nuclei di difesa dello stato(organizzazione atlantica collegata agli ambienti del governo americano simile a Gladio).(…) “
Estratto di lettera che trovate a pag. 53 del libro di Nicola Rao ” Il sangue e la Celtica”.
http://www.youtube.com/watch?v=Q7WvLwmgqn4
http://www.strano.net/stragi/stragi/nomi/cossiga.htm
“Il simbolo, pensato da Cossiga, doveva contenere inizialmente una rosa rossa (riferita allo SDI), una bianca (in luogo dell’UpR) ed una verde (rievocante il PRI), e doveva ricordare il tricolore italiano. Successivamente fu scelto un trifoglio, i cui petali comunque ricordavano sia il tricolore che i tre partiti alleati.”
http://it.wikipedia.org/wiki/Trifoglio_(coalizione)
Maria Rita Gadu
22 Maggio 2012 @ 23:01
Perugia, 27/08/2011, funerale del "celebre penalista" Fabio Dean in Duomo – ROSE ROSSE sulla bara:
http://www.umbria24.it/perugia-in-duomo-i-funerali-di-fabio-dean-%C2%ABper-lui-al-centro-di-tutto-cera-sempre-luomo%C2%BB/56246.html
(il figlio, Giovanni Dean è presidente dell’Ordine degli avvocati di Perugia)
Anonimo
2 Agosto 2014 @ 12:17
Probabilmente sono ritardato; seguo con passione il tuo blog, ma non capisco:
-perché c'è stato un crescendo di omicidi in quella regione? e poi basta? hanno smesso?
-a chi servivano quegli omicidi? c'era un gruppo di ricchi che voleva provare l'esperienza di uccidere in sicurezza, in un ambiente circondato da un cordone di polizia?
Gira e rigira ci sono sempre articoli-elenco di incongruenze, ma nessuno che tira le fila con un'opinione globale.
FABIO DOC
4 Marzo 2016 @ 16:31
La mia opinione riguardo gli omicidi del mostro e che gli esecutori materiali sono stati piacciani lotti e Mario Vanni e forse il maresciallo in pensione che morì prima della cattura di piacciano e company. Però ci sono dei punti oscuri come il primo omicidio che secondo me è stato fatto dallo vinci difatti quando lui si confidò che voleva parlare lo hanno ucciso