Di Solange Manfredi Un libro fondamentale, che consiglio vivamente di leggere a tutti coloro che vogliono capire il meccanismo “osceno” e criminale del potere.
Riporto alcuni passi tratti dal libro nella speranza di indurre i più a leggerlo interamente e cercando, al contempo, di dare un’idea, a chi non ama la lettura, della realtà del potere. Disinformazione
“Tutti noi siamo ciechi dinnanzi ad uno dei fenomeni più importanti delle nostre vite: il reale funzionamento della macchina del potere…si tratta di una cecità indotta dallo stesso potere al fine di perpetuarsi”.
“Questa disinformazione si realizza azionando due leve: quella della censura informativa su tutti i fatti che riguardano i rapporti mafia-potere…..e quella dell’amplificazione a senso unico delle vicende criminali di bassa macelleria tipiche della struttura militare”.
“Il lavoro di imposture culturali funzionali al potere è affidato da sempre proprio agli intellettuali e costituisce una delle loro principali fonti di reddito”.
“La classe dirigente “dirige” anche la formazione della pubblica opinione, organizza il sapere sociale, seleziona la memoria collettiva, sceglie ciò che deve essere ricordato e ciò che deve essere dimenticato, costruisce la tavola dei valori, imponendo dall’alto esempi in negativo e positivo”
Oligarchia
“Nel mondo della politica il potere, come abbiamo accennato, è concentrato nelle mani di pochi oligarchi i quali, oltre a nominare i parlamentari, attribuiscono posti di comando in tutti gli snodi della istituzioni secondo criteri di fedeltà. Obbedire senza fiatare garantisce la permanenza nel giro di quelli che contano, e brillanti carriere. La disobbedienza e la critica ti tagliano fuori. L’etica dell’obbedienza celebra i suoi fasti anche nel mondo della comunicazione….l’obbedienza ai superiori gerarchici può rendere la vita agevole per i sostituti procuratori, il dissenso può esporre invece a sfibranti mobbing….ispezioni ministeriali a raffica, richieste di trasferimenti urgenti per incompatibilità ambientale, avocazioni di procedimenti, provvedimenti disciplinari che entrano anche nella valutazione di merito di decisioni sgradite”.
“Vi sono mille modi per distruggere la vita di una persona, riducendola alla miseria, gettandola nel discredito, condannandola alla morte civile”.
“Il metodo mafioso che nella sostanza consiste nell’abuso organizzato dei pochi sui molti e che si declina nelle più svariate forme, non è infatti una creatura delle classi popolari, ma delle classi alte”.
La corruzione e il ricatto
“La corruzione in Italia non sembra essere una deviazione del potere, ma una forma “naturale” di esercizio del potere che gode di accettazione culturale da parte della classe dirigente e che conta sulla rassegnazione da parte delle classi sottostanti”.
“La società della corruzione infatti genera la società del ricatto”.
“Il metodo consiste nell’integrare nel proprio interno quanti più soggetti possibili, rendendoli complici e quindi ricattabili. In questo modo non esistono variabili indipendenti che possono scombinare i giochi. Il sistema integra al suo interno le opposizioni disinnescando il controllo politico, integra magistrati disinnescando il controllo penale, integra, corrompendoli, esponenti delle stesse forze di polizia, integra, comprandoli, giornalisti che possono rivelarsi scomodi”.
La criminalità dei potenti
“Sempre più spesso mi accadeva di rendermi conto che il mondo degli assassini comunica attraverso mille porte girevoli con insospettabili salotti e con talune stanze ovattate del potere…i peggiori tra loro avevano frequentato le nostre stesse scuole, potevi incontrarli nei migliori ambienti e talora potevi vederli in chiesa battendosi il petto accanto a quelli che avevano già condannato a morte”.
“…I Riina, i Provengano, i Concutelli, i Fioravanti, i Chiesa, i Poggiolini non sono – come si vorrebbe far credere – dei mostri, ma sono espressione di una mostruosa “normalità” italiana che chiama in causa l’identità culturale del Principe, cioè di quella componente della classe dirigente italiana che da sempre ha costruito il proprio potere sul sistema della corruzione, su quello mafioso, e che ha protetto nel tempo i vari specialisti della violenza utilizzandoli per gli omicidi di mafia e per la strategia della tensione realizzata mediante stragi di innocenti”.
“Questa criminalità dei potenti si è declinata dall’Unità di Italia ad oggi su tre versanti: la corruzione sistemica, la mafia e lo stragismo per fini politici”.
“La questione criminale, dunque, in Italia è inscindibile da quelle dello stato e della democrazia”
La mafia
“…la mafia è anche uno dei tanti complicati ingranaggi che nel loro insieme costituiscono la macchina del potere reale nazionale…nessuno può permettersi di svelare taluni segreti della parte oscena della storia che gli è accaduto di intravedere senza rischiare di restare stritolato dalla reazione compatta e trasversale di tutto il sistema”.
“Neanche Falcone poteva articolare compiutamente il proprio pensiero, illuminando una realtà di potere criminale intrecciato con quello legale così complessa da sembrare ai più incredibile e frutto di allucinazione. Esplicitare compiutamente il suo pensiero l’avrebbe delegittimato ed esposto alla reazione violentissima di tutto il sistema….immaginiamo cosa avrebbe significato, allora, dopo un attentato di quel genere, affermare esplicitamente che la mafia opera talora come braccio esecutivo di un sistema criminale nazionale di cui fanno parte soggetti apicali di altri sistemi di potere. Ti avrebbero preso per pazzo”.
“….è l’intero sistema che chiede il silenzio: e lo chiede perché certi segreti, certe verità non sono gestibili pubblicamente né sul piano giudiziario, né su quello politico. La stessa coltre di silenzio giudiziario e politico calata sui tentativi di golpe e sui crimini commessi dal Principe negli anni della strategia della tensione avvolge anche i crimini mafiosi. Il silenzio coatto sui crimini è il sigillo del potere”
“Personaggi come Provenzano e Riina e altri capi sono il sottoprodotto e la replica popolare di questo modo di esercitare il potere. Durano nel tempo non per forza propria, ma perché sono leve necessarie del gioco grande del potere. Quando esauriscono la loro funzione vengono abbandonati al loro destino. Anche dopo tuttavia continuano a svolgere un ruolo essenziale:fungere da parafulmine su cui scaricare tutte le responsabilità del male e da paravento della criminalità del potere”.
Massoneria
“Nel tempo alcuni vertici militari della mafia sono stati cooptati nel circuito massonico. E’ il caso ed esempio di Stefano Boutade, capo del mandamento mafioso di Santa Maria del Gesù, referente di Andreotti, di Sindona e di altri potenti. Negli anni settanta Bontade conseguì il grado 33 della massoneria”.
“La massoneria occulta e deviata è stata probabilmente una delle postazioni dalle quali alcuni vertici strategici del principe hanno utilizzato di volta in volta come bracci armati per i propri disegni di potere la mafia siciliana, la ‘ndrangheta, la camorra, la banda della Magliana, i servizi deviati. Da ultimo, secondo quanto dichiarato da vari testimoni di giustizia, alcuni suoi esponenti avrebbero svolto un ruolo di direzione nel progetto di eversione democratica che nel 1992-1993 si proponeva, mediante l’esecuzione di stragi affidate alla mafia, di mettere in ginocchio lo Stato e di instaurare un nuovo ordine politico fondato sulla disarticolazione dell’unità nazionale e la creazione di tre ministati”.
“Gioacchino Pennino, uomo d’onore, medico e politico di rango, divenuto collaboratore ha dichiarato a sua volta che l’ordine di uccidere Dalla Chiesa era stato trasmesso da Roma tramite un uomo della P2 ora deceduto. Solo pochi vertici della mafia conoscevano la verità”.
“In sostanza si assiste nel tempo ad un processo quasi fisiologico di integrazione tra massoneria segreta e deviata ed alcuni esponenti apicali delle mafie, i quali all’interno delle loro rispettive organizzazioni di riferimento costituiscono strutture tenute segrete agli altri affiliati, destinate a svolgere un ruolo di collegamento tra élite criminali dei ceti alti e élite criminali dei ceti bassi per la conduzione comune degli affari di più alto livello e per i grandi giochi di potere. La massa di manovra delinquenziale sul territorio, tenuta all’oscuro degli uni e degli altri, viene utilizzata di volta in volta per le singole operazioni. Se qualcosa va per il verso storto, tali “operatori” vengono sacrificati. La loro eventuale collaborazione con la magistratura non determina problemi gravi perché essi ignorano sia le reali motivazioni sia i registi occulti delle operazioni di cui sono stati meri esecutori. Se parlano raccontano le motivazioni di copertura a essi fornite e da essi ritenute in buona fede corrispondenti al vero. Un meccanismo molto sofisticato e collaudato nel tempo”.
Stragi del 1992 -1993
“Secondo le risultanze acquisite, la regia di tale strategia, che doveva attuarsi mediate una escalation di stragi e di sapienti mosse politiche, era stata messa a punto dall’ala più oltranzista del Principe: settori della massoneria deviata, esponenti della destra eversiva, segmenti dei servizi, circoli imprenditoriali e finanziari. In tale progetto alla mafia era riservato il ruolo di braccio operativo”.
“Quel che mi pare interessante osservare è che, come è emerso nel corso delle indagini, il piano “segreto” era conosciuto, almeno nelle sue linee essenziali, da alcuni esponenti del mondo politico del tempo, i quali comunicavano tra loro da sponde opposte anche lanciandosi reciproci messaggi ed avvertimenti criptati,indecifrabili a tutti coloro che erano ignari di quanto stava accadendo”.
“La decisione di ucciderlo (Paolo Borsellino n.d.r.) subisce un’improvvisa accelerazione e viene portata a termine il 19 luglio cogliendo di sorpresa alcuni degli stessi vertici di Cosa nostra, come Giovanni Brusca”.
“Solo un nucleo ristrettissimo ed eletto di capi, quelli legati alla massoneria deviata ed il Principe, sanno il perché di quella accelerazione”
Anonimo
22 Luglio 2008 @ 13:57
Solange,Paolo…. voi quando un libro? Penso sarebbe interessante
Alessandro
Anonimo
22 Luglio 2008 @ 16:19
Be, chi lo pubblicherebbe mai?
Se tutta l’editoria é in mano a chi sappiamo…
Angela
Matteo B.
22 Luglio 2008 @ 19:57
Ciao a tutti, mi associo al commento di Alessandro, al di là del sistema-editoria che Angela denuncia, un libro si può fare anche in proprio, il pdf in questo aiuta, il problema reale sarebbe non tanto la realizzazione ma la distribuzione. Passare la voce e distribuire, beh quello spetta a noi, se vogliamo realmente dare una mano a Paolo e Solange.
L’articolo è bello, consiglierò il libro tramite il canale-mail ad amici e colleghi all’università, sperando in un buon passaparola.
Ciao Matteo.
Anonimo
22 Luglio 2008 @ 22:54
Il sistema è semre lo stesso!!!
…Tronchetti retribuisce Costanzo con 3 milioni di euro all’anno soltanto, in definitiva, per costruire l’immagine di Afef. Ma, in realtà, Tronchetti vuole tenerlo buono e, nel contempo, alla larga. Costanzo non aveva nemmeno il numero diretto del suo cellulare. Si ripetono i segnali negativi.
Salvatore Cirafici, capo della sicurezza di Wind, un massone, mi racconta che è stato interpellato da un giornalista del Giornale che sta preparando un articolo contro di me, ispirato da Luigi Bisignani. Che ci fossero fibrillazioni in corso, lo deduco anche da altri episodi. Poco dopo il Natale del 2002, diciamo nel gennaio del 2003, Berlusconi convoca Pollari a Palazzo Chigi e gli chiede a brutto muso: “Chi è questo Tavaroli?”, “E’ vero che Mancini è un comunista”? Pollari replica, difende Mancini e comunica che sta per nominarlo capo della 1° Divisione. Berlusconi abbozza. Non poteva dire di no a Pollari. Come non glielo ha potuto dire poi, con il governo successivo, Romano Prodi, che ha sempre difeso il direttore del Sismi.
Tronchetti retribuisce Costanzo con 3 milioni di euro all’anno soltanto, in definitiva, per costruire l’immagine di Afef. Ma, in realtà, Tronchetti vuole tenerlo buono e, nel contempo, alla larga. Costanzo non aveva nemmeno il numero diretto del suo cellulare. Si ripetono i segnali negativi.
Salvatore Cirafici, capo della sicurezza di Wind, un massone, mi racconta che è stato interpellato da un giornalista del Giornale che sta preparando un articolo contro di me, ispirato da Luigi Bisignani. Che ci fossero fibrillazioni in corso, lo deduco anche da altri episodi. Poco dopo il Natale del 2002, diciamo nel gennaio del 2003, Berlusconi convoca Pollari a Palazzo Chigi e gli chiede a brutto muso: “Chi è questo Tavaroli?”, “E’ vero che Mancini è un comunista”? Pollari replica, difende Mancini e comunica che sta per nominarlo capo della 1° Divisione. Berlusconi abbozza. Non poteva dire di no a Pollari. Come non glielo ha potuto dire poi, con il governo successivo, Romano Prodi, che ha sempre difeso il direttore del Sismi.
http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/cronaca/dossier-telecom/verita-tavaroli-2/verita-tavaroli-2.html
Anonimo
23 Luglio 2008 @ 7:31
Berlusconi si para il fondoschiena per legge e intanto la Forleo viene allontanata da Milano…
ognuno ha i suoi metodi, il “principe” e’ vivo e vegeto.
un saluto
Lorenzo
Anonimo
23 Luglio 2008 @ 10:00
“Il network eversivo”
“La Porcu organizza un giro delle sette chiese, un’agenda di incontri con Nicolò Pollari, Francesco Cossiga, Paolo Scaroni (Eni), Enzo De Chiara (uno strano personaggio, finanziere italo-americano, vicino alle amministrazioni Usa, già finito in qualche inchiesta giudiziaria), Pippo Corigliano (Opus Dei) che a sua volta mi presenta Luigi Bisignani che già aveva chiesto di incontrarmi (se fosse stato siciliano, dopo averlo conosciuto, avrei pensato che fosse un mafioso) e la Margherita Fancello (moglie di Stefano Brusadelli, vicedirettore di Panorama), che a sua volta mi riportò da Cossiga, Massimo Sarmi (Poste), Giancarlo Elia Valori, il generale Roberto Speciale della Guardia di Finanza. Insomma, dai colloqui, capisco che questi qui sono in squadra.
Mi immagino una piramide. Al vertice superiore Berlusconi. Dentro la piramide, l’uno stretto all’altro, a diversi livelli d’influenza, Gianni Letta, Luigi Bisignani, Scaroni, Cossiga, Pollari. E’ il network che, per quel che so, accredita Berlusconi presso l’amministrazione americana.
http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/cronaca/dossier-telecom/verita-tavaroli/verita-tavaroli.html
Anonimo
23 Luglio 2008 @ 10:40
bellissimo libro! un paese marcio dominato dalle varie mafie. un paese che forse non ha futuro, e il presente è orrendo. e chi fugge da questo maledetto paese mafioso fa decisamente bene.
Anonimo
23 Luglio 2008 @ 13:45
Ciao a tutti,
mi permetto di consigliare – a chi non lo avesse ancora fatto – di vedere anche lo straordinario film documentario “In un altro paese” di Marco Turco, che ripercorre 30 anni di storia di mafia, con contributi di personaggi (buoni e cattivi) imperdibili.
Fabrizio
Anonimo
23 Luglio 2008 @ 16:40
Miccichè-Mastella la procura di reggio pensa che cercassero appoggio da alcune logge.
…Gli investigatori hanno identificato i nomi in due componenti la segreteria al Ministero di Mastella e di un esponente del movimento giovanile dell’Udeur. Successivamente gli investigatori hanno intercettato una telefonata fatta da Mastella a Micciché dopo che quest’ultimo aveva tentato invano di contattare il ministro.
“Va detto – hanno scritto i magistrati – che la conversazione non affrontava alcun tema specifico e anzi Mastella si affrettava ad interromperla dopo aver compreso l’identità del suo interlocutore che gli parlava di possibili appoggi elettorali”. “Poiché – proseguono i magistrati – sia Piromalli che Micciché erano consci delle difficoltà dovute al particolare momento in cui si viveva e che limitava obbiettivamente l’ambito di operatività dei loro referenti, nonostante tutta la buona volontà degli stessi, già pensava Micciché ad ulteriori vie per la soluzione del problema”.
“Ho l’impressione però – dice Micciché nel colloquio – che non si riesce a manovrare bene. Qua dovremo forse a mio avviso fare un altro tipo di rapporto e lo devo fare in Lombardia”. Ovvero, secondo i magistrati alla “Massoneria”.
http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_730197863.html
noalgore
24 Luglio 2008 @ 8:15
“chi fugge da questo maledetto paese mafioso fa decisamente bene.”
Per andare dove ? A parte questo, credo sia un buon libro e che lo leggerò. Grazie della dritta
Ambientalismo di Razza
Anonimo
24 Luglio 2008 @ 9:28
c’è solo l’imbarazzo della scelta… trovare un paese migliore di questo non è certo difficile, per fortuna.
Anastasio
24 Luglio 2008 @ 10:29
Mi piacerebbe vedere un bell'elenco, di quei paesi "più democratici"!
Ormai, siamo dinnanzi ad un Progetto Globale … di contiguità fra le varie oligarchie economico mafiose!
Una specie di Inter Regno, nel quale (penso) ben pochi paesi, si possono ancora definire NON COMPLETAMENTE COLLUSI …
Il progetto di Sinarchia (criminale) lo vedo personalmente, quasi completamente realizzato …
Altrimenti ditemi, quali paesi si possono ancora definire LIBERI da queste tristi realtà ?
Un saluto da Anastasio
>
Il vero orrore,
e' quello di un mondo
in cui e' proibito leggere,
dunque e' proibito conoscere, amare, ricordare.
>>>—> François Truffaut
>
Luca
14 Luglio 2018 @ 13:23
Non preoccuparti che la morte arriva anche X loro
Anonimo
24 Luglio 2008 @ 12:23
Se per paese democratico si intende un luogo dove non sarete marchiati con impronte digitali,dati biometrici,dna,rfid ecc. la vedo difficile è un progetto su scala globale
goober
24 Luglio 2008 @ 14:50
@ paolo e solange
Luglio col bene che ti voglio…. diceva una canzone anni’60
è bello vedervi di nuovo attivi sul blog:2 post stupendi.
Una domanda : cosa potete consigliarmi per approfondire la vicenda Contrada che in questi giorni è tornata attuale con la concessione ai domiciliari all’ex n°3 del sisde?
Un parere: avete le letto il libro di fasanella e rocca su igor marckevich “Il misterioso intermediario”? Cosa ne pensate?
Io lo sto leggendo adesso e posso dire di trovarlo interssantissimo, tanto da consigliarlo anche come semplice “lettura da ombrellone” a tutti, ma è attendibile secondo voi?.
Grazie a tutti.
Fabio Piselli
24 Luglio 2008 @ 14:58
il nostro è un paese “democratico” dipende da noi renderlo migliore…
altrove ci sono un sacco di posti belli ma ormai siamo tutti uguali, salvo qualche sacca di rara indipendenza…
potremmo trovare meno ignoranza e più civiltà in molti altri paesi questo è certo…
io mi considero un uomo che il mondo lo ha girato tanto ed ho incontrato anche in altre realtà gli stessi meccanismi di egoismo, omertà, apatia emotiva…
forse conviene concentrarsi sulle nostre risorse prima di andare altrove…
altrimenti è come andare in america e mangiare nei finti ristoranti italiani…
non mi sento dominato ma sottoposto ad un tentativo di cooptazione del pensiero per credere che “va tutto bene”…
L’ “Itaglia” è bella, rendiamola meno suddita ma non troppo libera, non saremmo capaci e rischieremo di morire di una overdose di Democrazia…
“allegria gente che da oggi siamo più sicuri”….
F
Anonimo
24 Luglio 2008 @ 16:05
per fortuna in europa gli altri paesi sono, tutti o quasi, migliori dell’italia. e del resto ci vuole poco…
Matteo B.
25 Luglio 2008 @ 1:02
Secondo me il ritornello che fuori dall’Italia si sta meglio è un pò abusato, anche fuori hanno i loro bei casini. Non credo poi che lasciare questo posto in merda sia una soluzione, è fare il loro gioco, abbandonare il campo di battaglia. Meglio costruire qualcosa a poco a poco, ma costante, per cambiare l’attuale stato delle cose. Personalmente son molto d’accordo con le parole di Fabio.
Matteo.
“Non è affatto vero che non credo nel progresso, io credo nel progresso, non credo nello sviluppo, e nella fattispecie in questo sviluppo”
PierPaolo Pasolini
Simone
25 Luglio 2008 @ 8:19
Me lo compro subito! Prima finisco, però, “Fratelli d’Italia” di Pinotti.
Ciao.
Anonimo
25 Luglio 2008 @ 10:54
è ovvio che gli altri paesi hanno i loro problemi, ma stanno sicuramente meglio dell’italia. negare questo vuol dire negare l’evidenza. gli altri paesi non hanno un governo fascista e non hanno una casta politica marcia e infame come la nostra, per fortuna.
Anonimo
25 Luglio 2008 @ 16:50
Consiglio la lettura di “Il quarto Livello” di Carlo Palermo (editori riuniti), un ex magistrato scampato a diversi attentati.
Consiglio anche “Hitler ha vinto la guerra” di Walter Graziano (Arcana)
Anastasio
25 Luglio 2008 @ 17:45
All'anonimo delle 12,54.
Desidero dire che OGNUNO DI NOI, conosce quelli che sono i problemi della Società in cui vive … il brodo di cultura in cui è costretto a nuotare o ad annegare!
Secondo me, è difficile dire se gli altri stiano veramente meglio di noi … ovvio che questo è quello che appare.
Ma non viviamo in altri Paesi al di fuori del n/s e non metabolizziamo altre notizie, che quelle che ci "filtrano" sapientemente i media, che sono i lacchè delle n/s classi dominanti!
Cordialmente da Anastasio
>
Un vero viaggio nella scoperta,
non è cercare nuove terre
ma avere nuovi occhi …
>>>—> Marcel Proust
>
Fabio Piselli
25 Luglio 2008 @ 18:46
sarò schietto e sincero:
accetterei anche la dittatura solo per la nostra cucina prima di andare a ri-mangiare le zozzerie che ho trovato in giro per il mondo…
F
Anonimo
25 Luglio 2008 @ 19:20
conosco abbastanza bene l’europa e confermo decisamente quello che ho detto. e spero che il post di fabio sia una battuta, altrimenti non sono affatto d’accordo.
Fabio Piselli
25 Luglio 2008 @ 19:31
certo che è una battuta…pane e fascismo lo trovo indigesto..
certamente emigrerei con pasta al seguito…
F
Anonimo
25 Luglio 2008 @ 22:01
BORSELLINO: «MI FAREI GIUSTIZIA DA SOLO»
Il fratello del giudice ucciso attacca la scarcerazione di Contrada, che servì lo Stato deviato.
“In carcere lo avrebbero curato benissimo. Ma ha vinto la campagna mediatica”.
«Mio fratello, Paolo Borsellino, diceva di Bruno Contrada: “Solo a fare il nome di quell´uomo si può morire”. Io sono disposto ad accettare la sua scarcerazione se tirano fuori Paolo dalla bara, vivo. Invece, lo stanno uccidendo ancora, perché Contrada conosce i segreti degli uomini delle istituzioni deviate, che restano in libertà. Adesso ho solo voglia di farmi giustizia con le mie mani, dato che la giustizia in questo nostro sciagurato paese non esiste più». Salvatore Borsellino, il fratello del giudice assassinato il 19 luglio 1992 assieme ai cinque poliziotti di scorta, cita Leonardo Sciascia («Lo Stato non può processare se stesso, diceva. Aveva ragione») e accusa l´ex superpoliziotto: «Le indagini nei suoi confronti devono proseguire».
Contrada però si è sempre proclamato innocente, ribadendo di essere rimasto un funzionario fedele dello Stato. «Non ha mentito. Ma a quale Stato è rimasto fedele? Credo a quello deviato». È anche la tesi dei giudici che l´hanno condannato. I processi hanno accertato che la famiglia dell´ex 007 del Sisde continua a vivere in una casa popolare.
Contrada non si è arricchito. Secondo lei, quale sarebbe stato il prezzo dell´infedeltà di cui è accusato? «La risposta non c´è ancora. Contrada è il solo che finora ha pagato fra tutti coloro, rappresentanti delle istituzioni, che hanno trattato con la mafia. Quella trattativa ha ucciso mio fratello».
Cosa aveva scoperto Paolo Borsellino dopo la morte di Falcone? «Contrada sa, ma non parla. Il primo luglio 1992, mio fratello stava interrogando il pentito Gaspare Mutolo sulle collusioni di Contrada con le cosche. All´improvviso, fu chiamato al telefono, per incontrare il ministro Mancino, al Viminale. Lì vide Contrada che usciva dalla stanza del ministro, rimase molto turbato. Tornò velocemente da Mutolo, per completare l´interrogatorio».
Mancino sostiene di non ricordare l´incontro con Borsellino. «È un altro mistero. Ma mio fratello ha segnato l´incontro nella sua agenda grigia». L´agenda rossa di Paolo Borsellino è invece scomparsa dal luogo della strage. «Contrada deve anche dire come faceva a sapere, pochi istanti dopo l´esplosione di via D´Amelio, che era stato ucciso Borsellino. Si trovava in barca. Bisogna continuare a indagare sulle sue telefonate. E anche su quelle passate dal Cerisdi, una scuola di eccellenza per manager, in realtà un centro dei servizi deviati: si trova sul Monte Pellegrino che sovrasta la strada dove è stato ucciso Paolo».
Lei non accetta neanche i domiciliari per motivi di salute? «In carcere Contrada sarebbe stato curato benissimo. La verità è che è stata orchestrata un´incredibile campagna mediatica per la sua scarcerazione: chi poteva metterla in atto, se non i poteri forti? Sono riusciti a tirarlo fuori per evitare che potesse svelare prima chissà cosa». In carcere resta l´ex capo della Mobile di Palermo, Ignazio D´Antone, anche lui condannato per mafia, a 10 anni. «È la dimostrazione che Contrada non ha fatto tutto da solo. Chi sono gli altri complici?».
Solange Manfredi
26 Luglio 2008 @ 9:12
Ciao Goober,
per approfondire la vicenda di Contrada non saprei che libri poterti consigliare.
Per qauntro concerne il libro il misterioso intermediario di Fasanella concordo con te, è molto interessante ed offre buoni spunti.
Anonimo
26 Luglio 2008 @ 9:43
anche per me il fascismo è indigesto e francamente ho mangiato bene pure all’estero, per me il mangiare non è un problema. 🙂
Roberto Scurto
26 Luglio 2008 @ 22:27
Caro Goober posso consigliarti sul caso contrada un mio breve articolo. Lo trovi a questo link: http://senzamemoria.wordpress.com/2008/06/07/bruno-contrada-e-il-mistero-di-via-damelio/)
Per quanto riguarda questo libro,sarà pure perchè sono siciliano, lo consiglio vivamente a tutti. Sono libri che vanno riletti e studiati più volte.
N.B. Sono contento che siete tornati a scrivere. In bocca al lupo per il futuro.
Roberto Scurto
26 Luglio 2008 @ 22:30
Scusate. Nel link soprastante togliete quella “parentesi chiusa” alla fine dell’indirizzo.
ciao
Anonimo
27 Luglio 2008 @ 4:45
Cosa si nasconde dietro l’attacco neppure velato a Giulio tremonti.
TREMONTI: C’E’ PIU’ MORALITA’ IN AUTO FIAT CHE IN FUTURE GOLDMAN SACHS
(ASCA) – Roma, 25 lug – ”C’e’ piu’ moralita’ in un prodotto meccanico che in un un prodotto finanziario, in un’auto della Fiat che in un future della Goldoman Sachs”. E’ un dei passaggi del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, in un colloquio con Il Foglio.
Il ministro inizia il suo ragionamento dalla crisi che viviamo attualmente, una crisi paragonabile a quelle del ’29, anche se con alcune differenze. ”Allora c’erano le relazioni internazionali, ma non c’era la globalizzazione. Oggi ci sono gli strumenti per gestire la crisi, ma questo non ci libera dal dovere fondamentale, culturale, morale e politico di analizzare le cause della crisi e le alternative di un modello”. ”Non e’ la fine del mondo – ha spiegato Tremonti – ma la fine di un mondo”. E dopo aver sostenuto che c’e’ piu’ moralita’ in un’auto della Fiat che in un future della Goldam Sachs, il ministro ha aggiunto che ”tutto questo mette in crisi modelli culturali, stende sul lettino dello psicanalista corti di economisti. Ma questo e’ il male minore”
Il sistema nazionale contro il Britannia
L’oligarchia anglo-olandese aggrappata al sistema che sta colando a picco ha un solo modo per fermare le iniziative del ministro dell’Economia italiano che stanno guadagnando consensi nazionali e internazionali: rovesciare il governo. Per raggiungere quell’obiettivo, è stato attivato il “partito britannico”, e in particolare la “fazione del Britannia”, nota al pubblico italiano da quando l’EIR, nel 1993, denunciò la famosa riunione a bordo del panfilo della Regina Elisabetta al largo di Civitavecchia, il 2 giugno 1992, in cui banchieri della City, grand commis e affaristi italiani dell’economia e della politica discussero delle future privatizzazioni. La figura centrale di quel consesso fu Mario Draghi, allora direttore generale del ministero del Tesoro e, in seguito, regista delle privatizzazioni (o meglio, “Piratizzazioni”) prima di passare alla Goldman Sachs e essere incoronato governatore di Bankitalia dopo la caduta di Fazio.
Membro emerito del partito britannico è l’ex Presidente Francesco Cossiga. Cossiga appartiene a un piano superiore a quello dei Britannia boys, da cui si può trattare Draghi (come Cossiga spesso fa) alla stregua di un cameriere. Recentemente, Cossiga ha rivelato che esiste un piano per far cadere Berlusconi entro quattro mesi con azioni della magistratura, condite da scandaletti alla Lewinsky, e sostituirlo con una rosa di tecnocrati tra cui spiccano i nomi di, appunto, Draghi e Mario Monti.
Le rivelazioni-minacce di Cossiga vanno collocate nel contesto più ampio in cui agisce il “partito del Britannia”, che nel 1992-93 fu rappresentato dall’operazione “Mani Pulite”. Antonio Di Pietro, un protagonista dell’epoca, si è oggi messo a capo del fronte radicale che è quasi riuscito a dirottare il Partito Democratico su un binario giustizialista, se non fosse per il fallimento politico della manifestazione di Piazza Navona. Dal canto suo Berlusconi, si dice consigliato dai suoi legali, ha provocato lo scontro con la famosa legge per la sospensione dei processi, poi modificata, invece di ripristinare l’immunità parlamentare esistente in quasi tutti i paesi democratici. Poi si è mosso in questa direzione con la legge per le alte cariche dello stato, ma intanto si è rivissuta l’atmosfera del 1993-95.
Ribadiamo che, ovviamente, il bersaglio del partito britannico non è Berlusconi ma Tremonti.
Anonimo
27 Luglio 2008 @ 16:37
A proposito di economia: secondo me l’unico modo per scongiurare questa crisi e quelle future, è quella di cambiare sistema economico, non parlo di un sistema comunista, ma di una terza via: vi consiglio la lettura di “la moneta libera” di margrit kennedy.
Anonimo
27 Luglio 2008 @ 18:24
tremonti è al servizio del suo capo, che in un paese normale non sarebbe certo al governo, e nemmeno in parlamento… casomai in galera!
Anonimo
28 Luglio 2008 @ 18:36
Ciao a tutti sono italiano e vivo all’estero.
Non credo che altri paesi siano meglio del nostro. Loro se hanno un problema non ne parlano. La gente non ne percepisce il livello di corruzione e tutto sembra che vada meglio.
Sull’Italia si può semplicemente sparare a zero, visto che i primi a spararci sopra sono gli italiani stessi (questo secondo i nostri cugini europei).
Io trovo che la capacità di esporre le proprie magagne, senza complessi da primo della classe, sia una forma di democrazia e che in Italia, nonostante tutto, questa forma di democrazia ci sia… ancora.
Spero di poter ancora leggere di Voi, mic
Gianni
28 Luglio 2008 @ 19:36
Considerazioni dall’estero.
Massoni o mafiosi i politici che si vedono altrove non sembrano essere al livello dei nostri…ed anche le relative politiche almeno apparentemente funzionano…a differenza di quelle nostrane…
Io a differenza di Franceschetti sono più positivo..
Credo si possa cambiare qualcosa in Italia…Magari osservando meglio i nostri vicini…
Dobbiamo proporre un’alternativa realizzabile…Far vedere a chi non ha internet che altrove le cose vanno meglio e che potrebbero andar meglio anche da noi….Ai massoni è il nostro menefreghismo che da più potere…
Se non risvegliamo le persone semplici, il popolino, allora berlusconi e simili saranno sempre al potere…
Se andate nel sud della Spagna gli zingari sono perfettamente integrati con la popolazione locale e mai nessuno he pensato di prendere le loro impronte…
Vendono ai mercati…cantano flamenco…lavorano ai ristoranti…
Dicono che il sud della Spagna sia povero ma io ho visto campi coltivati con pannelli fotovoltaici e chilometri di pali eolici…Ci sarà pure qualche massone nell elite politica spagnola…chissà..Però le cose le fà funzionare..
In Francia i mussulmani che rappresentano un rilevante percentuale di popolazione francese è perfettamente integrata e lo Stato li aiuta…Anche troppo…Mi han detto che molti francesi di origine algerina o marocchina con i soldi che gli passa lo Stato francese per ogni figlio che mette al mondo ci campa senza nemmeno lavorare…Molti ci comprano case nei loro paesi d’origine con questi soldi.
A 25 anni se non trovi lavoro lo Stato ti dà 450 euro mensili.
Anche io, straniero in francia, registrandomi potrei beneficiare di tale somma sino a che non trovo un lavoro.
L’anpe (uffici per il collocamento) mi paga formazioni ed ateliers sino a che non trovo lavoro…O non realizzi la mia impresa…
Li esiste l’accompagnamento alla creazione d’impresa…Quando ho chiesto l’accompagnamento da noi in italia la signorina segretaria non sapeva nemmeno di cosa avessi bisogno…
Li in Francia Potresti creare un’attività commerciale con il solo aiuto dello Stato…e con l’aiuto finanziario di numerose strutture.
Ci saranno massoni tra i politici francesi..Amici di berlusconi e vari? Sicuro che si…
Però le cose funzionano…
Ieri parlavo con un messicano a proposito di delinquenza dalle sue parti (Tijuana) quasi vicino San Diego…
Lì da loro il problema maggiore è rappresentato da numerosissimi sequestri di persona (in effetti mi era tornato in mente che ad una mia amica messicana tempo fà le ammazzarono la cugina in un sequestro finito male).
Ho chiesto cosa fa lo Stato per evitare sequestri e mi ha risposto: “hanno mandato l’esercito nelle città”.
La battuta fatevela da sola, per dirla alla luttazzi..
Quante risate col messicano quando ho detto che da noi il problema emergenza è dato dalla i”mmondezza” e da qualche rumeno.
Comunque chiudo qui…avevo giusto voglia di scrivere qualcosa, visto che non ho ne diari etc..
saluti
e
positività
anche se i tempi sono bui
gianni
Anonimo
28 Luglio 2008 @ 19:44
L’arrivo imminente di questi fatti non passerà inosservato. Essi toccheranno le vite di tutti noi. Non saranno limitati ad alcune zone del paese, ma l’intero mondo economico e il sistema politico saranno coinvolti nel caos che sta per scatenarsi.
Per quanto il mondo abbia già sofferto a lungo per l’insensatezza di guerre che potevano essere evitate, la mia paura maggiore è che la rotta in cui ci troviamo porterà ancora maggiori conflitti e sofferenze economiche per tutti gli innocenti del mondo, a meno che cambiamo drasticamente la nostra direzione.
L’America, con la sua tradizione di libero mercato e di diritto alla proprietà ha aperto la strada verso grande ricchezza e progresso, sia nel mondo che a casa nostra. Da quando abbiamo perso la fiducia nei principi di libertà, autosufficienza, duro lavoro e frugalità, e ci siamo invece messi a costruire imperi finanziati con il debito e l’inflazione, tutto questo è cambiato. Questo è certamente un evento storico spaventoso.
Il problema che abbiamo di fronte non è nuovo nella storia. L’autoritarismo esiste da lungo tempo. Per secoli inflazione e debito sono stati usati dai tiranni per mantenere il potere, promuovere le aggressioni, e offrire “panem et circenses” alla popolazione. L’idea che si possa avere la botte piena e la moglie ubriaca [“guns and butter” = letteralmente, “fucili e burro”], senza pagarne le conseguenze in maniera significativa, esisteva già prima degli anni ’60, quando divenne uno slogan popolare. In quei tempi ci fu detto che la guerra del Vietnam e una forte espansione dei sussidi statali non sarebbero stati un problema. Gli anni ’70 hanno dimostrato il contrario.
Oggi le cose sono diverse, sia dai tempi antichi che dagli anni ’70. Non ha torto chi sostiene che viviamo in una economia globale. Il mondo è più popolato, ed è più integrato grazie alla moderna tecnologia, alle comunicazioni, ai viaggi. Se la moderna tecnologia fosse stata usata per promuovere le idee di libertà, di libero mercato, di moneta solida e di scambi commerciali, avrebbe introdotto una nuova età dell’oro, e una globalizzazione che potremmo accettare.
Invece la ricchezza e la libertà di cui disponiamo si stanno restringendo, e poggiano su una fragile infrastruttura ideologica. Un po’ come le dighe e i ponti del nostro paese, che il nostro sistema di guerre e sussidi statali ci ha portato ad ignorare.
Temo che le mie preoccupazioni fossero legittime, e che le cose possano essere ancora peggio di quanto pensassi all’inizio: ormai sono giunte alla soglia di casa nostra. C’è poco tempo per fare una correzione di rotta, prima che questo grandioso esperimento di libertà venga messo in profonda ibernazione.
Vi sono buoni motivi per credere che la crisi in arrivo sarà diversa, e molto più grande di quanto il mondo abbia mai vissuto prima. Invece di usare il globalismo in maniera positiva, è stato usato per globalizzare tutti gli errori dei politici, dei burocrati e dei grandi banchieri.
Essere l’unica superpotenza senza avversari non è mai stato vissuto da noi con senso di umiltà e rispetto. La nostra arroganza e aggressività sono state usate per promuovere un impero mondiale sostenuto dal più poderoso esercito della storia. Questo interventismo globale crea dei problemi a tutti i cittadini del mondo, e impedisce di contribuire al benessere della popolazione mondiale. Pensate soltanto a come sono state calpestate le nostre libertà personali negli ultimi dieci anni.
La crisi finanziaria, ancora allo stadio iniziale, è evidente per tutti: prezzo della benzina oltre i 4 dollari al gallone, costi di educazione ed assistenza medica alle stelle, crollo della bolla edilizia, crollo della bolla NASDAQ. Borse che crollano, disoccupazione che cresce, sotto-occupazione massiccia, eccessivo debito governativo, e incontrollabile debito personale. Ci sono pochi dubbi che arriveremo a una stagflazione (http://it.wikipedia.org/wiki/ Stagflazione). La domanda che presto verrà fatta è questa: quando la stagflazione diventerà depressione inflazionaria?
Vi sono vari motivi per cui l’economia mondiale è stata globalizzata, e i problemi che ci troviamo di fronte sono mondiali. Non possiamo comprendere ciò che abbiamo di fronte senza capire la “fiat money” [soldi creati dal nulla] e la bolla a lungo termine del dollaro.
Vi sono state diverse fasi. Dalla formazione del sistema di Riserva Federale, fra il 1913 e il 1933, la Banca Centrale si è imposta come controllore ufficiale del dollaro. Dal 1933 in poi, gli americani non potevano più possedere oro, togliendo così l’impedimento per la Federal Reserve di inflazionare a favore della guerra e del sussidio pubblico.
Nel ’45 altri impedimenti sono stati tolti, con la creazione del sistema monetario di Bretton Woods, che ha fatto del dollaro la moneta di riserva nel mondo. Questo sistema è durato fino al 1971. Fra il ’45 e il ’71 i federali avevano ancora qualche limitazione. Gli stranieri, ma non gli americani, potevano convertire dollari in oro a 35 dollari all’oncia. A causa dei troppi dollari che venivano stampati, questo sistema ha avuto fine nel 1971.
Il sistema post-Bretton Woods è stato responsabile per la globalizzazione dell’inflazione e dei mercati, e per la nascita della gigantesca bolla del dollaro mondiale. Quella bolla sta per esplodere, e stiamo vedendo cosa significa pagare le conseguenze per troppi errori economici fatti in precedenza.
Ironicamente, negli ultimi 35 anni noi abbiamo beneficiato di questo sistema profondamente distorto. Poiché il mondo accettava dollari come se fossero oro, dovevamo semplicemente falsificare altri dollari, spendere oltre oceano (incoraggiando in maniera indiretta anche il trasferimento del nostro lavoro all’estero) e goderci una prosperità immeritata. Coloro che prendevano i nostri dollari, e ci davano in cambio dei servizi, non vedevano l’ora di poter tornare a prestare quei dollari a noi. Questo ci ha permesso di esportare la nostra inflazione e ritardare le conseguenze che ora stiamo iniziando a vedere. Ma non era comunque destinato a durare, e ora ci tocca pagare il conto.
Il nostro debito estero deve essere pagato o liquidato. Gli altri debiti sono maturati proprio ora che il mondo è diventato più riluttante ad accettare dollari. La conseguenza di quella decisione è un’inflazione dei prezzi nel nostro paese, questo è ciò a cui stiamo assistendo oggi. L’inflazione all’estero è addirittura più alta che da noi, come conseguenza della volontà delle banche centrali estere di monetizzare il nostro debito.
Stampare dollari per un lungo periodo di tempo può anche non far aumentare immediatamente i prezzi, ma nel tempo lo farà certamente. Ora stiamo assistendo alle conseguenze per avere inflazionato nel passato la disponibilità di moneta. Per quanto possa sembrare grave oggi 4 dollari al gallone, siamo solo all’inizio.
È una grossolana distrazione mettersi a dire “perforiamo, perforiamo, perforiamo” come soluzione alla crisi del dollaro e all’alto prezzo della benzina. Va bene aumentare le disponibilità sul mercato e le perforazioni, ma l’argomento è di grave distrazione dalle colpe del deficit e dai peccati commessi dalla banda monetaria della Federal Reserve.
Questa bolla è diversa e più grande delle altre per un altro motivo. Le banche centrali del mondo si accordano segretamente per centralizzare la pianificazione dell’economia mondiale. Io sono convinto che degli accordi fra le banche centrali, per monetizzare il debito americano negli ultimi 15 anni, siano esistiti, per quanto in forma segreta e fuori dalla portata delle orecchie di chiunque, specialmente del parlamento americano, che non se ne preoccupa o semplicemente non capisce.
Ora che il nostro “regalo” si esaurisce, i nostri problemi peggiorano. Le banche centrali e i diversi governi sono molto potenti, ma prima o poi i mercati si saturano, e quando la gente si ritrova in mano il sacco di dollari senza valore comincia a spendere in un’economia di tipo emotivo, scatenando la febbre inflazionaria.
Questa volta – poiché abbiamo a che fare con così tanti dollari e così tante nazioni – la Fed è riuscita a “cartolarizzare” ogni crisi in arrivo, negli ultimi 15 anni, specialmente sotto la presidenza di Alan Greenspan alla Federal Reserve, che ha permesso alla bolla di diventare la più grande di tutta la storia.
Gli errori commessi con troppo credito concesso a tassi artificialmente bassi sono enormi, e ora i mercati richiedono una correzione. Questo riguarda l’eccessivo debito, gli investimenti mal diretti, gli investimenti eccessivi ed altri problemi causati da un governo che spendeva soldi che non avrebbe mai dovuto avere.
Militarismo all’estero, elargizione di sussidi statali, e 83 biliardi [trillion] di impegni in titoli stanno tutti per venire a termine. Non abbiamo nè i soldi nè la capacità di creare una ricchezza che ci permetta di rispondere a tutte le necessità di oggi, poiché abbiamo rifiutato l’economia di mercato, la moneta solida, la fiducia in noi stessi e i principi di libertà.
Poiché la correzione per l’errata allocazione delle risorse è necessaria, e dovrà arrivare, si può cercare di vedere anche degli aspetti positivi mentre questi grandi eventi accadranno.
La gente ha di fronte due scelte. La scelta che non è disponibile per noiè quella di continuare a trascinarci nella presente situazione, cercando di sorreggere il sistema con ulteriore debito, inflazione e bugie. Questo non accadrà. Una delle due scelte, che è stata praticata così sovente dal governo nel passato, è quella di rifiutare i principi di libertà e ricorrere ad un governo ancora più burocratico e autoritario. Qualcuno sostiene che dovremmo dare al Presidente dei poteri dittatoriali, nello stesso modo in cui gli abbiamo permesso di comandare l’impero americano. Questo è il grande pericolo, e in questa atmosfera post-11 settembre troppi americani preferiscono la sicurezza alla libertà.
Abbiamo già perso troppe delle nostre libertà personali, e la vera paura di un crollo economico potrebbe portare i pianificatori centrali ad intervenire con misure che farebbero apparire il New Deal degli anni ’30 come la Dichiarazione di Indipendenza di Jefferson.
Più si concede al governo di gestire l’economia, più profonda diventa la depressione, e più a lungo questa dura. E’ stata la storia degli anni ’30 e ’40, e gli stessi errori saranno commessi di nuovo, se non ci sveglieremo.
L’aspetto positivo è che le cose non devono per forza essere tragiche, se faremo le giuste scelte. Ho visto “qualcosa di grosso” succedere negli ultimi 18 mesi di campagna elettorale, e sono stato incoraggiato dal fatto che noi siamo in grado di svegliarci e fare le giuste scelte. Ho conosciuto letteralmente migliaia di studenti, del liceo e dell’università, che sono particolarmente disposti ad accettare le sfide e le responsabilità di una libera società, rifiutando quel sussidio statale “dalla culla fino alla tomba” che ci viene promesso da così tanti politici “benefattori”.
Se più persone ascoltano questo messaggio di libertà, più persone si uniranno in questo sforzo. I fallimenti della nostra politica estera, del sistema di sussidio statale e delle politiche monetarie, e virtualmente tutte le soluzioni governative sono così chiare all’apparenza, che non ci vuole molto per convincere la gente. E’ urgente un messaggio positivo su come funziona la libertà e sul perché sia possibile ottenerla.
Uno degli aspetti migliori nell’accettare la fiducia in se stessi, in una libera società, è che possiamo raggiungere nella nostra vita delle vere soddisfazioni individuali. Questo non avviene quando il governo si assume il ruolo di guardiano, genitore o custode, poiché ti toglie il senso dell’orgoglio. Ma il vero problema è che il governo non è in grado di farci avere la sicurezza economica di cui va parlando.
I cosiddetti vantaggi che il governo sostiene di poterci procurare vengono sempre ottenuti a spese della libertà altrui. E’ un sistema fallimentare, e le giovani generazioni lo sanno.
Ritornare ad una libera società non elimina la necessità di mettere le cose in ordine, per pagare le spese stravaganti. Ma il dolore non durerebbe a lungo, se faremo le cose nel modo giusto, e soprattutto l’impero avrebbe fine per motivi finanziari. Le nostre guerre finirebbero, gli attacchi alle libertà civili finirebbero, e la prosperità farebbe ritorno. Le scelte sono chiare: non dovrebbe essere difficile, ma il grande evento che sta per avere luogo ci offre la grande opportunità di invertire la marea, e riprendere la vera grande rivoluzione americana iniziata nel 1776.
L’ opportunità si presenta nonostante l’urgenza e i pericoli che abbiamo di fronte. Facciamo in modo che il “Grande Evento” ci porti alla scoperta che la libertà funziona e diventi popolare, e che il grande evento politico ed economico al quale stiamo assistendo sia in realtà una benedizione sotto mentite spoglie.
L’arrivo imminente di questi fatti non passerà inosservato. Non saranno limitati ad alcune zone del paese, ma l’intero mondo economico e il sistema politico saranno coinvolti nel caos che sta per scatenarsi.
Per quanto il mondo abbia già sofferto a lungo per l’insensatezza di guerre che potevano essere evitate, la mia paura maggiore è che la rotta in cui ci troviamo porterà ancora maggiori conflitti e sofferenze economiche per tutti gli innocenti del mondo, a meno che cambiamo drasticamente la nostra direzione.
L’America, con la sua tradizione di libero mercato e di diritto alla proprietà ha aperto la strada verso grande ricchezza e progresso, sia nel mondo che a casa nostra.
Il problema che abbiamo di fronte non è nuovo nella storia. L’autoritarismo esiste da lungo tempo. Per secoli inflazione e debito sono stati usati dai tiranni per mantenere il potere, promuovere le aggressioni, e offrire “panem et circenses” alla popolazione. L’idea che si possa avere la botte piena e la moglie ubriaca [“guns and butter” = letteralmente, “fucili e burro”], senza pagarne le conseguenze in maniera significativa, esisteva già prima degli anni ’60, quando divenne uno slogan popolare. In quei tempi ci fu detto che la guerra del Vietnam e una forte espansione dei sussidi statali non sarebbero stati un problema. Il mondo è più popolato, ed è più integrato grazie alla moderna tecnologia, alle comunicazioni, ai viaggi. Se la moderna tecnologia fosse stata usata per promuovere le idee di libertà, di libero mercato, di moneta solida e di scambi commerciali, avrebbe introdotto una nuova età dell’oro, e una globalizzazione che potremmo accettare.
Invece la ricchezza e la libertà di cui disponiamo si stanno restringendo, e poggiano su una fragile infrastruttura ideologica. Un po’ come le dighe e i ponti del nostro paese, che il nostro sistema di guerre e sussidi statali ci ha portato ad ignorare.
Temo che le mie preoccupazioni fossero legittime, e che le cose possano essere ancora peggio di quanto pensassi all’inizio: ormai sono giunte alla soglia di casa nostra.
Essere l’unica superpotenza senza avversari non è mai stato vissuto da noi con senso di umiltà e rispetto. La nostra arroganza e aggressività sono state usate per promuovere un impero mondiale sostenuto dal più poderoso esercito della storia. Questo interventismo globale crea dei problemi a tutti i cittadini del mondo, e impedisce di contribuire al benessere della popolazione mondiale. Pensate soltanto a come sono state calpestate le nostre libertà personali negli ultimi dieci anni.
La crisi finanziaria, ancora allo stadio iniziale, è evidente per tutti: prezzo della benzina oltre i 4 dollari al gallone, costi di educazione ed assistenza medica alle stelle, crollo della bolla edilizia, crollo della bolla NASDAQ. Borse che crollano, disoccupazione che cresce, sotto-occupazione massiccia, eccessivo debito governativo, e incontrollabile debito personale. Ci sono pochi dubbi che arriveremo a una stagflazione (http://it.wikipedia.org/wiki/ Stagflazione). La domanda che presto verrà fatta è questa: quando la stagflazione diventerà depressione inflazionaria?
Vi sono vari motivi per cui l’economia mondiale è stata globalizzata, e i problemi che ci troviamo di fronte sono mondiali. Non possiamo comprendere ciò che abbiamo di fronte senza capire la “fiat money” [soldi creati dal nulla] e la bolla a lungo termine del dollaro.
Vi sono state diverse fasi. Dalla formazione del sistema di Riserva Federale, fra il 1913 e il 1933, la Banca Centrale si è imposta come controllore ufficiale del dollaro. Dal 1933 in poi, gli americani non potevano più possedere oro, togliendo così l’impedimento per la Federal Reserve di inflazionare a favore della guerra e del sussidio pubblico.
Nel ’45 altri impedimenti sono stati tolti, con la creazione del sistema monetario di Bretton Woods, che ha fatto del dollaro la moneta di riserva nel mondo. Questo sistema è durato fino al 1971. Fra il ’45 e il ’71 i federali avevano ancora qualche limitazione. Gli stranieri, ma non gli americani, potevano convertire dollari in oro a 35 dollari all’oncia. A causa dei troppi dollari che venivano stampati, questo sistema ha avuto fine nel 1971.
Il sistema post-Bretton Woods è stato responsabile per la globalizzazione dell’inflazione e dei mercati, e per la nascita della gigantesca bolla del dollaro mondiale. Quella bolla sta per esplodere, e stiamo vedendo cosa significa pagare le conseguenze per troppi errori economici fatti in precedenza.
Ironicamente, negli ultimi 35 anni noi abbiamo beneficiato di questo sistema profondamente distorto. Poiché il mondo accettava dollari come se fossero oro, dovevamo semplicemente falsificare altri dollari, spendere oltre oceano (incoraggiando in maniera indiretta anche il trasferimento del nostro lavoro all’estero) e goderci una prosperità immeritata. Coloro che prendevano i nostri dollari, e ci davano in cambio dei servizi, non vedevano l’ora di poter tornare a prestare quei dollari a noi.
Il nostro debito estero deve essere pagato o liquidato. Gli altri debiti sono maturati proprio ora che il mondo è diventato più riluttante ad accettare dollari. La conseguenza di quella decisione è un’inflazione dei prezzi nel nostro paese, questo è ciò a cui stiamo assistendo oggi. L’inflazione all’estero è addirittura più alta che da noi, come conseguenza della volontà delle banche centrali estere di monetizzare il nostro debito.
Stampare dollari per un lungo periodo di tempo può anche non far aumentare immediatamente i prezzi, ma nel tempo lo farà certamente. Ora stiamo assistendo alle conseguenze per avere inflazionato nel passato la disponibilità di moneta. Per quanto possa sembrare grave oggi 4 dollari al gallone, siamo solo all’inizio.
È una grossolana distrazione mettersi a dire “perforiamo, perforiamo, perforiamo” come soluzione alla crisi del dollaro e all’alto prezzo della benzina. Va bene aumentare le disponibilità sul mercato e le perforazioni, ma l’argomento è di grave distrazione dalle colpe del deficit e dai peccati commessi dalla banda monetaria della Federal Reserve.
Questa bolla è diversa e più grande delle altre per un altro motivo. Le banche centrali del mondo si accordano segretamente per centralizzare la pianificazione dell’economia mondiale. Io sono convinto che degli accordi fra le banche centrali, per monetizzare il debito americano negli ultimi 15 anni, siano esistiti, per quanto in forma segreta e fuori dalla portata delle orecchie di chiunque, specialmente del parlamento americano, che non se ne preoccupa o semplicemente non capisce.
Ora che il nostro “regalo” si esaurisce, i nostri problemi peggiorano.
Gli errori commessi con troppo credito concesso a tassi artificialmente bassi sono enormi, e ora i mercati richiedono una correzione. Questo riguarda l’eccessivo debito, gli investimenti mal diretti, gli investimenti eccessivi ed altri problemi causati da un governo che spendeva soldi che non avrebbe mai dovuto avere. Non abbiamo nè i soldi nè la capacità di creare una ricchezza che ci permetta di rispondere a tutte le necessità di oggi, poiché abbiamo rifiutato l’economia di mercato, la moneta solida, la fiducia in noi stessi e i principi di libertà.
Poiché la correzione per l’errata allocazione delle risorse è necessaria, e dovrà arrivare, si può cercare di vedere anche degli aspetti positivi mentre questi grandi eventi accadranno.
La gente ha di fronte due scelte. La scelta che non è disponibile per noiè quella di continuare a trascinarci nella presente situazione, cercando di sorreggere il sistema con ulteriore debito, inflazione e bugie. Una delle due scelte, che è stata praticata così sovente dal governo nel passato, è quella di rifiutare i principi di libertà e ricorrere ad un governo ancora più burocratico e autoritario. Qualcuno sostiene che dovremmo dare al Presidente dei poteri dittatoriali, nello stesso modo in cui gli abbiamo permesso di comandare l’impero americano. Questo è il grande pericolo, e in questa atmosfera post-11 settembre troppi americani preferiscono la sicurezza alla libertà.
Abbiamo già perso troppe delle nostre libertà personali, e la vera paura di un crollo economico potrebbe portare i pianificatori centrali ad intervenire con misure che farebbero apparire il New Deal degli anni ’30 come la Dichiarazione di Indipendenza di Jefferson.
Più si concede al governo di gestire l’economia, più profonda diventa la depressione, e più a lungo questa dura. E’ stata la storia degli anni ’30 e ’40, e gli stessi errori saranno commessi di nuovo, se non ci sveglieremo. Ho conosciuto letteralmente migliaia di studenti, del liceo e dell’università, che sono particolarmente disposti ad accettare le sfide e le responsabilità di una libera società, rifiutando quel sussidio statale “dalla culla fino alla tomba” che ci viene promesso da così tanti politici “benefattori”. I fallimenti della nostra politica estera, del sistema di sussidio statale e delle politiche monetarie, e virtualmente tutte le soluzioni governative sono così chiare all’apparenza, che non ci vuole molto per convincere la gente. E’ urgente un messaggio positivo su come funziona la libertà e sul perché sia possibile ottenerla.
Uno degli aspetti migliori nell’accettare la fiducia in se stessi, in una libera società, è che possiamo raggiungere nella nostra vita delle vere soddisfazioni individuali.
I cosiddetti vantaggi che il governo sostiene di poterci procurare vengono sempre ottenuti a spese della libertà altrui. Le nostre guerre finirebbero, gli attacchi alle libertà civili finirebbero, e la prosperità farebbe ritorno.
Facciamo in modo che il “Grande Evento” ci porti alla scoperta che la libertà funziona e diventi popolare, e che il grande evento politico ed economico al quale stiamo assistendo sia in realtà una benedizione sotto mentite spoglie.
Anonimo
28 Luglio 2008 @ 21:53
Intanto la loro agenda va avanti giorno dopo giorno chi ha occhi per vedre..
dopo il nuovo codice fiscale,le impronte è ben che vi abituate all’esercito a presidio dei centri urbani
http://quotidianonet.ilsole24ore.com/politica/2008/07/28/107769-arrivano_3mila_soldati_nelle_citta.shtml
Tutto questo è già stato pianificato da tempo quello che sorprende è la velocità
Fabio Piselli
29 Luglio 2008 @ 8:55
la delega di servizi sussidiari di sorveglianza e protezione all’esercito è stata prospettata come una soluzione per reinserire nel circuito di PS quei poliziotti incaricati di protezione delle ambasciate e dei luoghi sensibili.
In realtà ci sono già degli istituti di vigilanza privata per questo, perfino all’ambasciata americana, mentre il presidio esterno, una mera pattuglia, di polizia o carabinieri è e rimane un importante segnale, dato appunto da polizia e carabinieri e non da militari tout court, per quanti già gli stessi carabinieri sono dei militari, forza armata addirittura da non molti anni dopo essere stati parte dell’esercito.
Credo anche, ma potrei sbagliarmi, che gli americani pagano questi istituti direttamente, che sono anche interni alle basi militari, per cui potrebbe già essere un risparmio notevole.
Ritengo inutile il supporto militare dell’esercito all’ordine pubblico o alle attività di prevenzione crimine, non sono preparati, hanno protocolli operativi diversi, non basteranno certamente qualche ora di inquadramento per formare i soldati..
l’arresto in flagranza di reato lo può fare anche il semplice cittadino….
le risorse per la sicurezza ci sono ma vanno meglio gestite e coordinate con un attento programma di attribuzione d’incarichi operativi e di riconversione di quella massa di agenti posti in ruoli amministrativi che ben potrebbero essere delegati a terzi per reinserire gli agenti in attività di polizia pura..
più che spendere milioni in soldati per strada investirei in formazione e nella professionalizzazione degli agenti di polizia e dei carabinieri, non con dei corsi civetta di poche ore nei fine settimana o in quelli “amicali”, ma con vere e proprie attività formative ben strutturate a medio e lungo termine…
la mafia e la camorra la combatti con l’intelligence e con gli strumenti tecnici donati a degli operatori qualificati, riducendo le numerose sezioni fotocopia fra le varie specialità ed incrementando i nuclei interforce
infine è importante non disperdere le esperienze, specializzare gli agenti e lasciarli crescere nella sezione, ove se è bravo e onesto darà gloria alla sezione stessa se è balordo sarà la sezione ad eliminarlo….
temo il giovane militare con un mitragliatore in mano, non mi rende più sicuro….
F
Anastasio
29 Luglio 2008 @ 10:21
Desidero complimentarmi con l'anonimo delle ore 21.44 del 28 luglio 2008.
La sua analisi è impietosa ma perfettamente condivisibile.
(purtroppo ne ha raddoppato la stesura, e quindi risulta
visibilmente difficile da comprender,e dove questa inizia e dove finisce …
forse Paolo o Solange possono fare qualcosa, per eliminare le parti superflue?)
Rispetto a questa analisi e alle implicazioni che essa propone, e che dobbiamo
considerare molto attendibili; desidero aggiungere che ben difficilmente ne
potremo uscire, se non ci uniamo veramente tutti, per contrastare (con tutti
i mezzi disponibili … legali ed illegali …) questo assurdo stato di cose!
Chi ha la mia età, e ha analizzato le cose come le ha analizzate il sottoscritto,
può vedere chiaramente, che il "progetto di Hitler" … pur se abominevole, aveva
qualche particolare e preciso fondamento. (Di cui nessuno parla!)
Inoltre, non vedo nemmeno lontanamente, l'idea di considerare in qualche modo plausibile,
quello che è stato realizzato nella Germania Nazista …
Mi spiego meglio; io non sono un nazista e nemmeno un fascista.
Mi limito a rileggere la storia, in tutte le sue possibili componenti
e a tentar di trovare risposte (che sui n/s libri di scuola, vengono
spesso negate o mistificate …) adatte a spiegare alcuni – incredibili? –
comportamenti …
Rilevo inoltre che, l'odio di Hitler è anche quello che prova da diversi
secoli anche il popolo palestinese …
E tutto questo, lo possiamo ricondurre ad un unico testo, che dobbiamo leggere
e rileggere attentamente; un testo che i "detrattori" definiscono falso!
Un testo che però, esplicita nella maniera più chiara e verosimile, quali siano
le precise mire, che il Popolo Ebraico "avrebbe" da parecchi secoli progettato!
Un Popolo Ebraico, che da sempre (lo sappiamo con certezza) vede nel DIO MAMON,
– ovvero nel DIO DANARO – l'unico strumento adatto per ottenere la sottomissione
e la messa in schiavitù, di tutti gli altri Popoli …
Non credete a quello che vi dico?
Ebbene, leggetevi e rileggetevi con molta attenzione di questo PROGETTO …
http://it.wikipedia.org/wiki/Protocolli_dei_Savi_di_Sion
http://www.the1phoenix.net/x-files/sion.htm
… e poi, mi dovete dire, se non siamo veramente ad un passo,
dalla sua più reale applicazione!
Un caro saluto da Anastasio
>
"Che cos'è una rapina in banca, a confronto della fondazione di una banca?"
>>>—-> Bertolt Brecht
>
Anonimo
29 Luglio 2008 @ 14:30
Quando nel 1905 il professor Sergyei Nilus rivelava, con la pubblicazione dei Protocolli, il piano di conquista politica del Sionismo ribelle ed oppresso, era ben lungi dal supporre che – quindici anni dopo – la sua pubblicazione sarebbe apparsa come la voce profetica alla quale il mondo ebbe il torto di non dare a suo tempo ascolto.
Oggi una parte del terribile piano è attuata.
Anonimo
29 Luglio 2008 @ 23:12
Se vogliamo continuare a parlare di tutto ciò vi posso dire che nel XIX secolo Bakunin (un filosofo chiave dell’anarchismo) previde che la cultura politica del suo secolo avrebbe seguito due strade: la prima che sfruttasse le rivolte popolari per prendere il potere che imporrà la più grande dittatura m della storia, la seconda che scoprirà che il potere reale è altrove: nelle parole dei media, che avrebbero servito i loro padroni,sarebbe a dire il sistema capitalistico.
Anonimo
30 Luglio 2008 @ 10:08
il vero potere è quello economico, e il potere economico per eccellenza è quello delle banche…
Anonimo
30 Luglio 2008 @ 10:50
I protocolli dei savi di sion sono già costati sei milioni di morti, non vorremo ricominciare?.
Anonimo
30 Luglio 2008 @ 11:33
purtroppo i protocolli dicono molte cose vere, magari fossero solo fantasie. e il problema è appunto il sionismo, non l’ebraismo. i sionisti sono ebrei e non…
Anastasio
31 Luglio 2008 @ 20:44
Non sono "i Protocolli dei Savi di Sion" ad aver procurato 6 milioni di morti, ma la stupidità umana!
I Protocolli dei Savi di Sion, dicono moltissime cose che possiamo riscontrare dimostrabili nella realtà … e sarebbe bastato mettere a ferro e fuoco tutte le Banche e tutte le proprietà di coloro che sono dediti allo strozzinaggio (anzichè realizzare campi di sterminio e camere a gas …)
Dire che è a causa dei Protocolli che sono morte così tante persone, equivale a dire che a causa del Cristianesimo e dell'Islamismo sono morti (in tanti secoli) miliardi di persone!
Non sono I Protocolli, o la Bibbia, o I Vangeli o il Corano o il Talmud, la causa dei tantissimi morti, in tutte le epoche, ma l'ignoranza e la follia.
Bisogna combattere il Male nel suo insieme e non i portatori sani, che a volte sono inconsapevoli essi stessi dei danni che arrecano …
Un saluto da Anastasio
>
Le Banche, traggono enorme beneficio,
dall'interesse su tutta la moneta. che creano dal nulla
>>>—> William Paterson, fondatore del Bank of England, 1694
>
kastlan
5 Aprile 2009 @ 11:48
NON REX NON IUS NON MOS
PER CHI NON SE NE FOSSE ACCORTO ANCORA …SIAMO UN PAESE IN CATENE OCCUPATO MILITARMENTE…
L’ART. 139 DI FATTO CI FA INDOSSARE LA CLASSICA CAMICIA DI NESSO DALLA QUALE NON POTREMO MAI LIBERARCI SALVO CHE NE PRENDIAMO COSCIENZA.
CIAO BELLI
kastlan
5 Aprile 2009 @ 11:49
UN SIMPATICO MATTACCHIONE