Tratto dal sito: http://www.fabiopiselli.com/
Far sparire un documento d’indagine non sembra così difficile in questo nostro strano paese, è avvenuto anche questa volta nel caso delle indagini relative la strage di via D’Amelio, come in altri casi nei quali c’è stato un riferimento ad operatori dei servizi segreti, non ultimo il caso di Ilaria Alpi che ha visto la sottrazione di un fascicolo da una procura calabrese.
Potremmo ipotizzare che all’interno delle procure vi sia una sorta di canale diretto tramite il quale i servizi possono accedere ad informazioni e stanze, d’altronde farebbe parte del loro lavoro sapere e conoscere; non sarebbe improbabile che questi abbiano dei collaboratori fra gli operatori di PG, gli avvocati, i cancellieri, gli ausiliari, oppure anche fra i giudici come avvenuto in passato.
Dobbiamo considerare che i servizi sono un importante strumento per la nostra sicurezza, che l’ex-sisde ha influenza nelle attività di polizia per quanto concerne la criminalità organizzata, il terrorismo etc., ha un canale diretto con le prefetture e le procure, per cui la presenza di un agente segreto non dovrebbe destare preoccupazione, anzi forse potrebbe rappresentare una risorsa di elevata professionalità.
Ma nel nostro strano paese tutto diventa nebuloso, un ruolo di spessore non sempre corrisponde allo spessore del ruolo, un agente segreto intorno alle stragi non sembra rappresentare una risorsa di informazioni e analisi ma una potenziale fonte di inquinamento e depistaggio.
Ecco oggi sparire da un fascicolo d’indagine una schedina sim nella quale sembra che siano contenuti i dati delle utenze telefoniche di qualche agente segreto; per quanto mi si permetta dire che è possibile ricostruire il traffico di quella sim anche se questa non è fisicamente utilizzabile, ovvero tracciarne i contatti tramite dei nodi specifici, oppure semplicemente riconoscerne il segnale fra milioni di altri e addirittura disegnare una mappa dei contatti in entrata ed in uscita sulla rete radiomobile.
Non dobbiamo pensare che l’agente segreto abbia usato un telefono “operativo” criptato, probabilmente ha usato un cellulare privato oppure quelli di reparto ma non cripati, per cui il segnale c’è e ci sarebbe anche se fosse stato criptato; l’unica difficoltà relativa la sua identificazione come un vero agente segreto sarebbe solo quella eventualmente opposta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per le giuste ragioni di segretezza eventualmente dimostrate.
Stiamo naturalmente ipotizzando che il famoso agente segreto, tale Carlo (?), appartenesse al sisde, ma non sarebbe errato ricondurlo al sismi ed alle varie ramificazioni che in quel periodo il servizio segreto militare aveva in Sicilia, o magari era solo un esterno che lavorava per più committenti.
Ci troviamo ancora costretti a ipotizzare gli scenari delle stragi, chi in modo corretto chi più fantasioso, fino alla fantascienza, dopo anni ed anni di stragi nelle quali la manina e la falange dei servizi è sempre stata in qualche modo evidenziata.
Potremmo finalmente imparare, e la storia ce lo insegna, che i servizi segreti italiani sono uno strumento di sicurezza ad alto costo, spesso ambiguo ma necessario, il cui obiettivo sembra essere il minimo danno e non la soluzione, motivo per cui in ogni strage ci lasciano sempre qualche pezzo….
Fabio Piselli
Giuseppe
2 Agosto 2009 @ 18:26
Bell'articolo. Concordo con quello che dici sui servizi segreti che tutelano la nostra sicurezza.
Mi piacerebbe pero' conoscere almeno un solo evento importante che stava per provocare una qualche strage e che sia stato evitato per opera dei servizi segreti. Ma forse quando cio' avviene non gli viene dato il risalto necessario. Purtroppo, quando si sente parlare di servizi segreti italiani non si pensa a James Bond che salva il paese ma ai depistatori, agli attentatori, ai complici, ai deviati, ai cospiratori, ai trattatori di papelli…
Giuseppe, UK
Anonimo
2 Agosto 2009 @ 21:07
l'italia è messa decisamente peggio di molti altri paesi… e chi va via da questo paese mafioso (nelle mani delle varie mafie) fa decisamente bene…
Anonimo
2 Agosto 2009 @ 21:20
brontolo: sono stato nel tuo blog ed ho letto l'articolo che dedichi al poliziotto che fa il duro con quella povera gente , veramente forte!, va a finire che mi diventi simpatico
Fabio Piselli
2 Agosto 2009 @ 21:44
sono molte le operazioni per le quali dobbiamo inchinarci al valore dei soldati e degli agenti impiegati per la nostra tutela che sono tenute segrete
ma queste non possono essere un alibi o controparte di quelle nelle quali alcuni loro colleghi hanno fatto l'esatto contrario
personalmente ho ammirato il coraggio di qualcuno ed allo stesso tempo c'ho fatto un confronto avanti ai PM
i servizi sono uno strumento necessario alla politica, purtroppo nel nostro paese la politica è uno strumento necessario per i servizi….
F
Anonimo
2 Agosto 2009 @ 22:48
purtroppo nel nostro paese la politica è quasi tutta marcia e non è certo al servizio del popolo…
Fabio Piselli
3 Agosto 2009 @ 6:48
però credo sempre che la politica sia come la televisione, detentrice di un potere enorme ma vulnerabile al telecomando…
..il marcio è come lo sporco sui vetri delle nostre finestre, dipende dalla volontà di pulirle…
dipende da noi agire e non solo e sempre reagire, il potere di voto è ancora in qualche modo salvo, difendiamolo con una politica della collettività e non con una collettiva patia politica in forza del "accussì stanno iccose"…
F
nathan2000
3 Agosto 2009 @ 8:36
Pienamente d'accordo con Fabio. Anche se, a ben pensarci, esistono dei personaggi che, per quanto discutibili, lanciano dei sassi nello stagno senza che il gesto sortisca effetto (se non in pochi che hanno voglia di leggere tra le righe). Mi riferisco alle parole di Raffaele Cutolo in un'intervista di qualche anno fa. Al giornalista che gli domandava se nel "caso Cirillo" vi fosse la "longa manus" dei servizi deviati, il gran capo della NCO rispondeva sarcastico: "Perché? Esistono i servizi deviati? Esistono i Servizi!".
Ecco, riflettendo su queste parole, mi domando, il più delle volte, se, come afferma Fabio "sono molte le operazioni per le quali dobbiamo inchinarci al valore dei soldati e degli agenti impiegati per la nostra tutela che sono tenute segrete", affermazione che mi trova, in linea di massima, concorde… ma se, invece, esistano delle situazioni tali per cui i ben noti "Servizi", non siano tenuti, non per una sorta di deviazione, ma per adempiere a presunte esigenze (e sottolineo presunte) di sicurezza nazionale, a compiere atti in direzione differente da quella che la logica presupporrebbe.
Provo a spiegarmi meglio: certe concezioni dello Stato, inteso come collettività, sono univoche o vanno intese in altri sensi? Per essere ancora più chiaro, voglio riportare una frase di Giuseppe Ayala, tratta dal suo libro "Chi ha paura muore ogni giorno":
C'è qualcuno in questo Paese che si occupa della sottrazione dei documenti più personali delle vittime – cossiddette "eccellenti" – a cadavere ancora caldo. Una sorta di specialissima "Agenzia funebre" parallela che, anziché badare al morto, si incarica di trafugare tutte le carte più direttamente riferibili allo scomparso. La borsa che Aldo Moro aveva con sé al momento del sequestro? Mai trovata. Il computer di Giovanni Falcone? Ripulito. L'agenda rossa di Paolo Borsellino? Scomparsa. Il mandato prescinde dal contenuto di ciò che viene sottratto alle indagini. Ma viene eseguito con straordinaria tempestività. In nome, forse, di un "non si sa mai" che sarebbe interessante capire a chi fa capo. Magari un giorno, se scoperti, ci diranno che tutto questo avviene "nel superiore interesse dello Stato", mentre le povere vittime muoiono convinte di averne servito un altro. E' irragionevole supporre che la velocità dell'intervento consegua alla preventiva conoscenza del delitto che sarà consumato? L'efficienza è troppo fulminea per non essere sospetta.
Fabio, cosa ne pensi dei miei deliri circa l'univocità del concetto di Stato? 🙂
Antonio Bevilacqua.
sR
3 Agosto 2009 @ 8:52
Inoltre, c'è da aggiungere che ci sarà pure un motivo se gli agenti dei servizi non hanno cavato un ragno dal buco riguardo la serie di stragi italiane, no?
Sono pagati profumatamente per essere SEGRETI più che al servizio del cittadino…
Bravo Fabio, interessante.
Fabio Piselli
3 Agosto 2009 @ 9:27
il far sparire dati e informazioni è sostanzialmente un metodo diffuso in taluni settori, non del tutto ingiustificato atteso lo spessore delle notizie che alcuni documenti potrebbero contenere ed il danno consueguente laddove fossero rese pubbliche o gestite da operatori non in grado di farlo
dai semplici nomi di agenti sotto copertura ad atti d'indagini di più ampio respiro fino ai veri segreti di Stato
il problema non è quindi il "cosa" ma il "come" che lascia spazio ad ogni forma di ricatto e di pressione rispetto alle lotte intestine della politica, delle varie amministrazioni e non ultimo anche intramafia
le menti raffinatissime di cui parlava Falcone non nascono solo nelle caserme o nelle questure, ma sono coltivate nei ministeri e professionalizzate presso sedi non del tutto conosciute ove acquiscono la "psicologia" della serietà del lavoro, coscienti che "la difesa dell'interesse nazionale" è roba per gli uffici "I" o per i servizi info-operativi, rispetto alla realtà dei segreti che tengono in piedi gli accordi internazionali, la finanza interna vincolata ai suddetti accordi, alla quale i vari partiti politici si adattano, altrimenti crollerebbe il paese
quando dico che il vero ministero degli esteri italiano e l'ENI non faccio solo una battuta, che ho rubato da qualche parte fra l'altro
il ricatto è l' arma politica che tiene in piedi il paese, delegata a soggetti inseriti in ogni ambiente, specialmente in quello di PG che è uno dei sensori delle minacce contro il sistema
abbattare il ricatto significa cambiare il paese, le borse e le agende che spariscono significano questo, contengono probabilmente le tracce della rete di connivenze fra Stato e antistato, che ormai sono le due facce della stessa medaglia
se 20 anni fa era ancora un problema di blocchi internazionali, oggi è pura lotta intestina di gruppi di potere mafioso che hanno acquisito lo spessore politico, contro altre organizzazioni criminali che invece intendono gestire un territorio e la sua economia col classico metodo mafioso
Ayala conosce bene gli uffici di PG, conosce bene l'importanza di coltivarsi un operatore rispetto alla diffidenza verso altri, conosce bene che la carriera di questi dipende dalle segnalazioni provenienti dalla Procura rispetto che dal proprio ministero di provenienza
inoltre occorre comprendere la differenza fra le sezioni di PG che operano in Procura e la PG dei reparti operativi delle varie forze di polizia, il cui condizionamento è diverso ed anche l'autonomia investigativa
occorre riformare queste strutture per avere più trasparenza e per prevenire la sparizione dei fascicoli
la collettività ha un grande potere, quello di evidenziare ciò che non funziona, senza pretendere di cambiarlo allo stesso tempo…
occorre pazienza per cambiare e doccorre forza e costanza per restare una collettività unita e non un mero insieme di frustrati…
F
B.S.
3 Agosto 2009 @ 10:45
"abbattare il ricatto significa cambiare il paese, le borse e le agende che spariscono significano questo, contengono probabilmente le tracce della rete di connivenze fra Stato e antistato, che ormai sono le due facce della stessa medaglia"
e, chissà?, c'è pure il "tertium non datur", come dire? La dialettica del nulla, se non fosse tragica… .*)
Fabio Piselli
3 Agosto 2009 @ 12:09
"Quis custodiet ipsos custodes?" aggiungiamoci tanto per far colore…
la concessione di una terza possibilità è possibile nel momento in cui non ci rendiamo ricattabili e non ci avvaliamo del ricatto…
F
Anonimo
3 Agosto 2009 @ 12:33
scusate un fuori tema:
ho trovato questo video di Rino Gaetano. alla fine del video cita il numero 12 secondo voi può significare qualcosa ?
o è solo un mio delirio dal caldo di questi giorni?
http://www.youtube.com/watch?v=F3CnwSnhW3E&feature=related
Fabio Piselli
3 Agosto 2009 @ 12:55
come sia Paolo che Gabriella ben sanno non ho una grande sintonia coi numeri in questo senso…
di Rino Gaetano resto un gran fan
F
Stefania Nicoletti
3 Agosto 2009 @ 12:58
Quello è il famoso video il cui Rino dice: "Conosco anche il profumo dei ministri".
il PROFUMO dei ministri…
Stefania Nicoletti
3 Agosto 2009 @ 12:59
Tra l'altro, c'è questo commento al video:
Eh Rino,ma cosa ti salta in mente?Parlare di profumo dei ministri,della spiaggia di Capocotta,parlare di rose,di rite,insomma,di ROSACROCE nel tuo album(che si chiamava"mio fratello è figlio unico"..come a dire "vi saluto").
Difatti non hanno aspettato molto prima di farlo fuori(col loro metodo del contrappasso)e fare una fiction infangatoria(da parte di una società con la sigla CR(sigla dei rosacroce),di claudia mori,che ha 2 figlie,ROSA-linda e ROS-ita.
Svegliamoci.
Fabio Piselli
3 Agosto 2009 @ 13:03
non ho proprio le competenze per comprendere questi codici, come meno comprendo i numeri
comprendo invece che Rino Gaetano è stato boicottato come gli altri che han tentato di offrire un confronto tramite la propria arte
l'unica loggia che ho potuto in qualche modo studiare all'interno del c.d. mondo dello spettacolo è stata la "C", ma non usava riferimenti alla c.d. rosarossa
F
Anonimo
3 Agosto 2009 @ 13:52
il problema sono appunto gli italioti, che non hanno alcuna voglia di cambiare questo paese…basta vedere come votano alle elezioni…
Anonimo
3 Agosto 2009 @ 15:05
Anonimo del 3 agosto 2009 15.52,
pensi davvero che il voto possa fare la differenza?
Conte Senza Palazzo
Anonimo
3 Agosto 2009 @ 16:35
beh, un popolo normale cerca almeno di cambiare… gli italioti invece non ci provano nemmeno, e ovviamente non cambia nulla, anzi le cose peggiorano…
Anonimo
4 Agosto 2009 @ 8:02
Brontolo:ma non ho capito bene , allora tu non credi totalmente a quello che paolo dice riguardo all'organizzazione