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17 Comments

  1. Anonimo
    12 Maggio 2013 @ 19:11

    Bell'articolo, niente male per un Luciferino.

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    • Anonimo
      14 Maggio 2013 @ 12:39

      Luciferino? Cosa vuoi dire?

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  2. Seth Ankh
    12 Maggio 2013 @ 19:16

    Questo post mi ha fatto venire in menti il finale della Montagna incantata, romanzo di Thomas Mann (tra l'altro notevole per i numerosi dibattiti tra un gesuita ed un massone). Il protagonista dell'opera passa 7 anni in un sanatorio, prigioniero di una finta malattia del corpo, ma in realtà schiavo di una inattività spirituale, simbolo della crisi borghese di quel periodo. Alla fine del libro decide di tornare alla vita, ma paradossalmente lo fa per andare in guerra (Prima guerra mondiale). L'autore sottolinea la catastrofe che ha sconvolto l'Europa e conclude così:

    "Avventure della carne e dello spirito che hanno potenziato la tua semplicità, ti hanno permesso di superare nello spirito ciò che difficilmente potrai sopravvivere nella carne. Ci sono stati momenti in cui nei sogni che governavi sorse per te, dalla morte e dalla lussuria del corpo, un sogno d'amore. Chi sa se anche da questa mondiale sagra della morte, anche dalla febbre maligna che incendia tutt'intorno il cielo piovoso di questa sera, sorgerà un giorno l'amore?".

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  3. in cammino
    12 Maggio 2013 @ 22:35

    ciao Paolo ti consiglio per il tuo percorso di ricerca personale di aggiungere anche il diario di suor faustina: "guarda il cielo,vedi la luna e le stelle?quelle stelle sono le anime dei cristiani fedeli e la luna sono le anime degli appartenenti ad ordini religiosi.vedi che grande differenza di luce c'è tra la luna e le stelle;così in cieloc'è una grande differenza fra l anima di un religioso e quella di un cristiano fedele.La vera grandezza sta nell amare Dio e nell umiltà
    per me la fede è lo spazio che concediamo a dio dentro di noi e quindi affermare sinceramente sia fatta non la mia ma la tua volontà..quale sia questa volontà lo devo ancora scoprire..ma mi sembra poco umile dire che il proprio modo di viver è eterno perchè rimarrà qualcosa dentro gli altri che ci hanno conosciuto.. una sola persona ha detto io son la via la verità la vita… , la sofferenza è l unica cosa da offrire al Signore in cambio di tutto ciò che ci dona (san Francesco d'Assisi dixit)
    una persona che ha intrapreso un cammino di fede

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  4. Giorgio Andretta
    13 Maggio 2013 @ 6:16

    Come può un simpatizzante del buddhismo ricondurre tutto alla intelligenza e sensibilità e non considerare il livello spirituale ed evolutivo?
    Non c'entra per niente la ruota dell'incarnazioni?
    E la volontà del Dio (o comunque lo si voglia definire)?
    Cristo stesso nella croce esclamò:"Non la Mia ma la Tua volontà sia fatta!".
    Ad majora.

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  5. IleHado
    13 Maggio 2013 @ 11:06

    "Chi non sedette pieno di timore davanti al sipario del proprio cuore?".L'esperienza dello sconforto è inevitabile per tutti coloro che intraprendono questa via: anche GEsù ha passato un momento di profonda angoscia, come riferiscono i Vangeli("Abbà, Padre!Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice"). Si potrebbe obiettare che GEsù vive questo momento non all'inizio(come Dante nella Divina Commedia), bensì alla fine poco prima della morte. Ma anche in Dante questo avviene immediatamente prima della "morte" perchè l'entrata in Inferno corrisponde simbolicamente a una morte e avviene proprio nell'anniversario del venerdi santo. Torniamo a Dante che si trova nella selva oscura. Giunto ai piedi di un colle compie un gesto molto significativo: guarda in alto. Guardare in alto(o dall'alto->centro,inner being-così in alto come in basso)è proprio ciò che bisogna fare quando si pensa di essere senza via d'uscita. Vede allora la cima del colle illuminata dal sole e vorrebbe salire verso quella luce, ma tre bestie gli impediscono il passaggio. Ed ecco che appare una figura, Virgilio. Anche nella Bhagavad-Gita c'è una richiesta di aiuto e, l'accostamento forse può stupire, lo stesso avviene pure in un altro cammino iniziatico, quello del Flauto Magico di Mozart. Quando si alza il sipario si vede il protagonista, il principe Tamino, che fugge davanti a un drago esclamando "Aiuto aiuto!Altrimenti son perso" -da Le segrete cose, Dante tra induismo ed eresie medievali di Maria Soresina. Si è aperto il sipario care Lampadine, è giunta l'Ora di danzare all'Uni Sono…Siamo Stelle! Brilliamo! 😉 Grazie Anime Belle, Ileana

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  6. IleHado
    13 Maggio 2013 @ 11:07

    "Chi non sedette pieno di timore davanti al sipario del proprio cuore?".L'esperienza dello sconforto è inevitabile per tutti coloro che intraprendono questa via: anche GEsù ha passato un momento di profonda angoscia, come riferiscono i Vangeli("Abbà, Padre!Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice"). Si potrebbe obiettare che GEsù vive questo momento non all'inizio(come Dante nella Divina Commedia), bensì alla fine poco prima della morte. Ma anche in Dante questo avviene immediatamente prima della "morte" perchè l'entrata in Inferno corrisponde simbolicamente a una morte e avviene proprio nell'anniversario del venerdi santo. Torniamo a Dante che si trova nella selva oscura. Giunto ai piedi di un colle compie un gesto molto significativo: guarda in alto. Guardare in alto(o dall'alto->centro,inner being-così in alto come in basso)è proprio ciò che bisogna fare quando si pensa di essere senza via d'uscita. Vede allora la cima del colle illuminata dal sole e vorrebbe salire verso quella luce, ma tre bestie gli impediscono il passaggio. Ed ecco che appare una figura, Virgilio. Anche nella Bhagavad-Gita c'è una richiesta di aiuto e, l'accostamento forse può stupire, lo stesso avviene pure in un altro cammino iniziatico, quello del Flauto Magico di Mozart. Quando si alza il sipario si vede il protagonista, il principe Tamino, che fugge davanti a un drago esclamando "Aiuto aiuto!Altrimenti son perso" -da Le segrete cose, Dante tra induismo ed eresie medievali di Maria Soresina. Si è aperto il sipario care Lampadine, è giunta l'Ora di danzare all'Uni Sono…Siamo Stelle! Brilliamo! 😉 Grazie Anime Belle, Ileana

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  7. Maria AA
    13 Maggio 2013 @ 12:43

    Quis ut Deus – Michael
    Ultimamente ho scoperto la storia di un angelo dimenticato, del Principe Supremo delle Armate Celesti. Mi sono recata in pellegrinaggio in una grotta del Gargano dove per la prima volta apparve per l'anniversario della sua apparizione. Non c'era quasi nessuno a ricordarlo. Ho pensato che hanno voluto cancellarne la memoria, come e' accaduto con Padre Gabriele Maria Berardi. Quel luogo mi ha dato una pace che non saprei spiegare. Sull'eremo di Padre Gabriele sorgera' un santuario in onore di questo Angelo degnissimo ed il suo urlo di battaglia segnera' lo scontro finale. Il nostro compito e' quello di riconoscere il Signore il Giusto per la seconda volta in mezzo a noi. Voi non mi crederete. L'Arcangelo e' sempre stato fra noi e splendera' piu' che mai nella luce divina di Colui che e'.

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  8. Anonimo
    13 Maggio 2013 @ 17:52

    "Perché la persona sia sana e veramente felice, però, non è sufficiente amare una persona o la propria famiglia. L’amore deve essere completo e totale, e comprendere l’amore per se stessi, per il proprio lavoro, per il proprio ambiente."

    l'amore e' fuori dal nostro controllo, quindi non si ama un altro usando la volonta'.
    l'amore lo si puo' solo seguire, e' la guida che Dio offre agli uomini per capire quali sono le cose da fare (ovvero le situazioni che l'Essere vuole sperimentare).

    la depressione viene da un senso di incapacita' (ci si muove ma non entra amore), ovvero dal non capire se' stesso che significa non capire che bisogna fare sempre e solo quello che si Sente di fare.

    la vita e' un mistero e l'Essere e personale, quindi le soluzioni sono personalizzate e non arrivano mai dal di fuori. anche quando sembra cosi' (per esempio con la meditazione) e' solo un'illusione, in vero e' l'Essere che voleva esattamente quella esperienza (la meditazione) la quale quindi gli ha portato amore.

    non si ama, si prova amore quando si sperimenta una situazione, fintanto CHI dispensa l'amore continua a farlo, quando l'Essere ha sperimentato a sufficienza ecco che la stessa esperienza non fa piu' entrare amore e bisogna passare ad altro.
    quest'altro e' esattamente cio' che nel momento in cui lo pensiamo, prima di sperimentarlo, ci porta amore. e' un attimo ma quell che basta per farci capire la giusta via.

    idem

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  9. Anonimo
    13 Maggio 2013 @ 23:07

    Grazie,

    Lucas

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  10. Anonimo
    14 Maggio 2013 @ 15:51

    Complimenti Paolo articolo veramente meraviglioso.

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  11. F.
    15 Maggio 2013 @ 1:09

    Bellissimo articolo.
    Pienamente d'accordo con quel che dici, ampiamente lontana dal comprendere i mezzi che conducono alla felicità.
    Faccio mille attività, pur di non dovermi fermare a guardarmi dentro. La desolazione è tale da scoraggiare la vista, o tale immagino sia.
    Per adesso è vuoto.
    @Seth Ankh, grandissima citazione.

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  12. Anonimo
    16 Maggio 2013 @ 0:52

    Caro Paolo, complimenti per l'articolo. Mi associo a quanto detto più su, sul fatto che il tuo blog, unito a ciò che ho sempre sentito, mi abbia aiutato negli anni a capire di più dove sono finito. E ti ringrazio per questo.
    Lascio il mio commento personale dicendo che ciò che hai scritto esprime il tuo punto di vista personale, ma non vorrei che generalizzando certe questioni alcune persone potrebbero confondersi.
    Mi spiego: lavorare, guadagnare dei soldi per vivere e mantenersi è un bisogno normale. Come avere una famiglia, dei figli. Può essere un bisogno normale per tante persone, forse non per te.
    Ci sono molte persone che vivono la propria spiritualità anche all'interno dei contesti lavorativi e familiari. Neanch'io credo che il denaro debba essere un fine, ma un mezzo.
    Poniamo che io abbia un lavoro ben remunerato, il che mi permette di avere una certa tranquillità, che questo mi dia più sicurezza e mi distolga dai pensieri negativi della povertà e della sopravvivenza.
    Allora il denaro non sarà una sudicia cosa figlia del materialismo, ma un bene, che mi permette di sviluppare la mia vita in maniera migliore. Che mi permette anche di poter vivere con più serenità, fuori dal contesto della povertà. La povertà non è un valore a mio modo di vedere. Ma rende le persone più deboli, più insicure.
    Tutto sta nell'equilibrio della propria sfera, e anche se dovessi fare un lavoro che non amo, che non è la mia passione, ma mi servisse per coltivare le mie passioni e ciò che amo, non sarebbe sbagliato per principio, per me.
    Magari mi potrebbe dare la possibilità di poter investire un giorno in una mia passione, in un mio desiderio.
    Vedi del male in questo? Se si, spiegami il perché. Mi considereresti uno 'schiavo del sistema'?
    Ho passato molti anni della mia vita in una sorta di depressione, e ora non credo ancora che le cose siano totalmente risolte. Ma coltivando la spiritualità, meditando, studiando e leggendo ho potuto evolvermi come persona.
    E' giusto dire che le più grandi conquiste non si ottengono per mezzo del denaro, ma attraverso lo studio del proprio essere, ma non è altrettanto giusto passare il messaggio che se una persona è depressa questo è perché gli viene imposta una vita che non vuole, fatta di routine lavoro e accumulo di soldi, attaccamento materiale e meccanico.
    Una persona a mio avviso è depressa perché non ha ancora sciolto i vincoli meccanici che la legano a queste cose, come a molte altre, ma una volta sciolti, il lavoro e i soldi e tutto il resto saranno percepiti in maniera nuova, senza essere fonte di sofferenza. Io sto iniziando a vederla così.
    Sono d'accordo quindi, su molto, quasi tutto ciò che hai scritto ma credo che certe cose vadano approfondite evitando generalizzazioni che possano confondere. Ben consapevole che lo spazio per un post in un blog sia limitato e che non sia facile essere efficaci al massimo in poche righe. Non lo sarò stato neanche io, in queste poche righe, ma spero tu possa intuire le mie riserve su certi argomenti.
    E' un invito quindi, ad approfondire sempre più e sempre meglio, per il bene del mondo.

    FD

    Reply

  13. Giorgio Andretta
    16 Maggio 2013 @ 5:36

    Le sue riflessioni lasciano trasparire la sua sconoscenza dell'antropocrazia, egr.FD, ed il relativo reddito di cittadinanza universale. Qualora questa fosse adottata dallo stato italiano le sue necessità si azzererebbero.
    Tanto le dovevo.

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  14. chiara
    26 Febbraio 2015 @ 10:36

    Mi rispecchio molto in questo articolo, anche io ho sofferto e sto soffrendo per problemi familiari
    per problemi lavorativi
    perchè la mia ragazza mi ha lasciato e, cercando in rete mi sono imbattuto in un video che propone di alleviare la mia sofferenza. Grazie a questo video a poco a poco sto cominciando a eliminare le cause del mio disagio. Per questo motivo vi consiglio questo video sulla sofferenza (http://www.aspeera.it/promo/sto-soffrendo/video_omaggio.html)

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    • Anonimo
      19 Marzo 2015 @ 1:13

      Io penso che é giusto soffrire se soffri é perche ami e sei vivo.la felicita non é niente senza la sofferenza la vita è piu facile di quello che pensiamo in fondo per vivere serve mangiare dormire come fanno gli animali la colpa é la societa..che ti impone di fare di compiere obbiettivi in tempo come uno schema.il trucco sta nel non ascoltare nessuno solo se stessi non ce il giusto o lo sbagliato ogni persona ha il suo..tutto dipende solo da te pero non farti ingannare da nessuno ascolta te stesso e se non hai voglia. di fare un cazzo non farlo senza sentiri in colpa..sono periodi che passano come le stagioni immergiti nella merda senti il suo sapore conoscila se la conosci sai come é e li potrai scegliere.non guardare gli altri come stanno guarda te stesso..se stai bene stanno bene tutti..la depressione ti fa crescere cambiare senza paura infondo cosa perdi se stai male se peggio di cosi non si puo..questo é cominciare a vivere.

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  15. Alberto
    20 Marzo 2018 @ 10:22

    Bell articolo condivido quasi tutto meno il concetto che i depressi siano persone più intelligenti in quanto depressi,questo e’ uno stereotipo vecchio, e screditato da tutti i grandi psicoanalisti.
    L’intelligente colui che ha spirito critico cerca di creare alternative al come interessarsi alla vita,il depresso si disinteressa alla vita perché non ha stima di se dovuto a maltrattamenti adolescenziali.
    La depressione nasce sempre dal tipo di infanzia çhe ha avuto la persona,e le persone depresse hanno avuto sempre una infanzia con poco amore,il bambino ha ricevuto pochissimo amore dai genitori,e una volta diventato adulto e una persona che porta avanti la sua vulnerabilità e la sua ferita di mancanza di amore avuta nella propria infanzia.Quindi il depresso se non trova equilibrio nella sua interiorità (cioè avere amore per se stesso,,guardare con curiosità e interesse il mondo)sarà’depresso anche in una società perfetta.La psiche e’ sempre e la relazione TRA NOI E IL MONDO,DI COME NOI VEDIAMO NOI STESSI E LA REALTA’,quindi se io mi sento triste malinconico e perché mi vedo triste in una realtà triste,questa non e’ intelligenza,ma e debolezza mentale e spirituale,quindi la depressione oltre al fattore legato all’adolescenza e sempre il risultato di una mancanza profonda di SPIRITO CRITICO,CIOE’ AVERE LA QUALITÀ MENTALE E MORALE DI SAPER DIFFERENZIARE LE COSE.
    :

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