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21 Comments

  1. Anonimo
    17 Aprile 2014 @ 6:51

    Grazie Mariangela

    Reply

  2. Anonimo
    17 Aprile 2014 @ 6:52

    Grazie Mariangela

    Reply

  3. Anonimo
    17 Aprile 2014 @ 6:52

    Grazie Mariangela

    Reply

  4. sabrina franchella
    17 Aprile 2014 @ 11:18

    Orgogliosa di voi. Orgogliosa di leggerti. Orgogliosa di esserti amica su FB. Orgogliosa di quanto mi arricchite. Orgogliosa di te… amico dell'anima di Mariangela… degno di lei…..
    E' un male che fa bene….

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  5. Nazzaria Grendanin
    17 Aprile 2014 @ 11:31

    sono CONVINTA che Mariangela, come dice Paolo ci stupirà anche questa volta per la sua scelta, IO SO CHE MARIANGELA VUOLE VINCERE , ha solo bisogno di sentire che siamo tutti MA DICO PROPRIO TUTTI CON LEI , PER DIMEZZARE E SCIOGLIERE ANCHE STAVOLTA QUESTA ENNESIMA ANSIA PER SEMPRE… I LOVE YOU MARIANGELA … UN ABBRACCIO UNIVERSALE… <3 <3 <3

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  6. laurama
    17 Aprile 2014 @ 12:19

    cit." Comunque mi piacerebbe che non si parlasse più di cure contro ma di cure a favore dell’anima, dello spirito, della salute, della vita."

    E' questa la strada.

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  7. Anonimo
    17 Aprile 2014 @ 12:33

    Forse Mariangela sa meglio di tutti noi cosa è meglio fare, forse in fondo se deciderà verso l'epilogo lo farà perchè potrà risistemare azioni che riguardano l'intera famiglia e non solo la sua vita….ciò che appare come fine e dolore non è mai fine a se stesso…
    grazie e un abbraccio forte
    Silvia Galluzzo

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  8. Anonimo
    17 Aprile 2014 @ 19:01

    Bella e sincera lettera…complimenti anche a te paolo per tutto quello che fai per la tua amica…e per il tuo blog!!

    Moebius

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  9. gio
    17 Aprile 2014 @ 21:32

    Potrà sembrare una banalità, inutile e demagogica, e non realistica, ma se il soggetto (la povera Mariangela) viene sottoposto ad uno shock, potrebbe cambiare il suo modello mentale, negativissimo nel caso di M. Trattarla male come suggeriva qualcuno è una idiozia. Direi che sortirebbe l'effetto di amplificare la tristezza e giustificare un acuirsi del vittimismo e della depressione. Il soggetto dovrebbe essere preso, contro la sua volontà, sradicato dal suo ambiente di vita e proiettato in un contesto di vera morte e sofferenza. Dove muoiono i bimbi per le mine, dove le madri si disperano con in grembo i figlioletti senza vita, sparati o peggio. E li, deve aiutare, aiutare e aiutare. Donarsi, dare un senso al suo intreccio di vuoti e tristezze, capire la depressione, capire, non guarire, non si può guarire. Di fronte alla disperazione vera, o diventa consapevole e purtroppo forse muore, ma evolvendosi, o affonda. Ma il soldatino dai parenti no, mai, piuttosto mi faccio una over di roba sull'Everest.

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  10. Anonimo
    17 Aprile 2014 @ 23:18

    grazie mariangela grazie paolo grazie maurizio grazie a mio padre grazie a mia madre grazie a mio fratello grazie a tutti che in un modo o nell'altro mi hanno reso questa incarnazione faticosa triste insopportabile grazie a tutte quelle teste da quiz che mi hanno impedito di realizzarmi e a quelli che mi hanno fregato grazie a quanti mi hanno fatto gioire e soffrire perchè alla fine sono ancora qui ancora in viaggio con le armi spuntate il fiato corto ma ancora qui pronto a prendere legnate e subire umiliazioni ma non ancora arreso a questa prigione

    jj

    Reply

  11. Anonimo
    17 Aprile 2014 @ 23:23

    Reply

  12. Anonimo
    17 Aprile 2014 @ 23:47

    Reply

  13. Anonimo
    18 Aprile 2014 @ 8:59

    Forza Mariangela, Forzaaaaa!

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  14. Anna
    18 Aprile 2014 @ 9:42

    Cara Mariangela, se sceglierai un "altra" cura non sarà un disperato, inutile attaccamento alla vita terrena, ma uno sguardo sereno e spavaldo verso la "Vita" , comunque vada potresti sia essere l'esempio per tutti che nulla è impossibile all'Essere Umano; sia che, prima di uscire dal corpo, hai detto 'sì' alla speranza, alla leggerezza, e 'no' alla resa, perché questa è la valigia che ti porti di là .
    Ti abbraccio, Anna

    Reply

  15. carpeoro
    20 Aprile 2014 @ 7:41

    Dedicato da Carpeoro alla sorella in Eva Mariangela, ai fratelli in Adamo Maurizio e Paolo e a tutti i fratelli in Adamo ed Eva lettori del blog:
    La morte non è niente.
    Sono solamente passato dall’altra parte:
    è come fossi nascosto nella stanza accanto.
    Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
    Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.
    Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
    parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
    Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria solenne o triste.
    Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
    di quelle piccole cose che tanto ci piacevano
    quando eravamo insieme.
    Prega, sorridi, pensami!
    n mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
    pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
    La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
    è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza.
    Perchè dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente,
    solo perche sono fuori dalla tua vista?
    Non sono lontano, sono dall'altra pane, proprio dietro l'angolo.
    Rassicurati, va tutto bene.
    Ritroverai il mio cuore,
    ne ritroverai la tenerezza purificata.
    Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami:
    il tuo sorriso è la mia pace.

    “La morte non è niente”, Agostino D’Ippona,comunemente conosciuto come S.Agostino,
    filosofo e teologo latino, testo poi ripreso da Henry Scott Holland (1847-1918),
    canonico della cattedrale di St. Paul (Londra).

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  16. Anonimo
    20 Aprile 2014 @ 12:25

    "La morte non è niente", di Agostino, postato da Carpeoro, è molto bello in quanto vero e poetico; mi ricorda il discorso sulla morte fatto da Osho.

    Kalì

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  17. Anonimo
    22 Aprile 2014 @ 21:19

    Ti sono vicina e ti ammiro. Viola

    Reply

  18. Anonimo
    23 Aprile 2014 @ 9:19

    Sto cercando di aiutare una mia cara amica a trovare la strada per la cura a causa non di un tumore, ma di una patologia bruttissima che se non curata opportunamente, la porterà alla fine.Nonostante i famosi "protocolli" e la giungla delle lobby delle case farmaceutiche, la scienza ufficiale non è stata ancora in grado di dare risposte certe. L'ho accompagnata dalla dott.ssa Braschi a Roma che è stata splendida nell'approccio e nella sua chiarezza scientifica. La cura Di Bella può fare molto, ma purtroppo c'è un grosso ostacolo: è costosissima. Chi, come tanti di noi hanno un normale stipendio da impiegati sono tagliati fuori dalle cure che possono durare anche per anni. Con tutta la buona volontà di questo mondo, ci vorrebbe una colletta colossale per aiutare tutti coloro che credono in questa terapia e non potranno permettersela neppure se stessero "a pane ed acqua" per il futuro. Come uscirne? Le persone lo sanno che si tratta di cure molto costose e la maggioranza ne resterà tagliata fuori pur credendo nel metodo e nella sua efficacia? Che si può fare? Grazie per l'articolo, lo condivido.

    Reply

  19. carmelo maria carlizzi
    23 Aprile 2014 @ 13:55

    Alle 18,50 di ieri, 22 aprile, Paolo mi comunicava con un sms che Mariapaola "E' andata. Ha oltrepassato la soglia", quella che separa la vita terrena dall'altra vita, voleva naturalmente dire. Mariapaola doveva essersi addormentata da pochi minuti. Questo sms l'ho letto solo questa mattina alle 11, quando sinceramente mi preparavo a collegarmi con Paolo, come tutti i giorni da molti giorni, per scambiarci le consuete e attese espressioni di speranza, anche se negli ultimi giorni erano divenute prive di novità, come avrebbe potuto essere invece solo l'annuncio di un miracolo.
    In questo periodo ho scoperto un Paolo diverso, senza più l'ironia bruciante e insofferente dei suoi vaffa sempre presenti, come le ciliege, sulle torte che lanciava in faccia a tanti interlocutori del suo blog quando gli facevano perdere la pazienza. Ma ho scoperto anche che Paolo è molto amato, in primis proprio da Mariapaola, e poi da innumerevoli sconosciuti, maschi e femmine, tanti che senza conoscerlo fisicamente lo hanno di certo indovinato così com'è, fuori dieta eppure sempre scattante, miope ma con lo sguardo acuto come quello di un'aquila che si appresta ad avventarsi sull'ultima notizia meritevole d'essere ghermita, apparentemente distratto e scanzonato ma combattivo sino allo stremo delle forze per salvare dall'abisso una persona cara.

    La dedica di Carpeoro, da Sant'Agostino, è il saluto più delicato e vero che si potesse desiderare di inviare alla persona amata o da essa ricevere quando si determina il passaggio o transito dell'uno o dell'altro dalla Terra al Cielo. E' un saluto struggente, una speranza, un arrivederci, ma quanto è amaro nella sua dolcezza!

    Il cancro, in tutti i suoi aspetti, rappresenta uno dei simboli più "democratici" dei guasti che siamo riusciti a determinare in un pianeta che pur nacque intatto e vergine dalle mani del Creatore così come ancora pur nascono intatti e vergini quasi tutte le creature.

    Caro Paolo la battaglia che si è appena conclusa merita d'essere subito ripresa, per invertire la terribile profezia del prof. Veronesi e perché ogni cosa ritorni a quando tutto era ordine e giustizia.

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  20. Anonimo
    24 Aprile 2014 @ 8:34

    Sapendo che l'essere umano è un essere sia spirituale che fisico, mi chiedo quanto incida un approccio energetico e quanto uno fisico sulla guarigione di malattie come il cancro. Se una persona adotta un'alimentazione sana, si cura con terapie che lavorano sul corpo fisico, ma conserva pensieri ed emozioni negative, è depresso, guarirà completamente? E se, invece, non ha un'alimentazione sana, ma cambia interiormente, in modo profondo, acquistando una visione della vita più felice? Immagino che l'ideale sia "lavorare" su più piani, eppure spesso molti approcci si concentrano solo un aspetto. Mi potreste consigliare dei testi che affrontano l'argomento in modo completo, aspetto energetico, psicologico, emotivo, fisico?
    Vi mando un abbraccio.
    Lia

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  21. Materialista
    25 Aprile 2014 @ 1:41

    Il mio intento, negli ultimi post, non era offenderti ne offendere la persona a te cara. Ma il sussiego non mi è mai piaciuto. Anche io ho perso mio Cognato che a 46 anni, era primario in ospedale ed era gravemente malato ma continuava ad andare dai suoi assistiti. Gli ho chiesto perché non si prendesse un periodo di riposo per curarsi e mi ha risposto che non poteva lasciare i suoi pazienti . Dopo 2 giorni è morto in corsia. Adesso i suoi pazienti sono assistiti da altri, ma al funerale erano in centinaia. Alla fine "che sia fatta la sua volontà". Ti porgo le mie più sentite condoglianze. Comunque, qualunque cosa sia, la Vita è bella!

    Reply

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