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4 Comments

  1. adriana
    29 Novembre 2016 @ 22:19

    Ciao Paolo, grazie di aver condiviso questi stimolanti pensieri sull'amore. Mi permetto di esprimere un mio pensiero sull'amore per un figlio, e nel mio caso naturalmente è una esperienza soggettiva e felicemente vissuta. Confermo decisamente che questo tipo di amore è incondizionato, ma non la ritengo però una forma di identificazione, piuttosto un sentimento decisamente vivido di amore per un figlio, per " una parte di sè ". Comprendo benissimo che questa mia definizione potrebbe far rabbrividire coloro che promuovono libertà ed individualismo, ed emancipazione in tutti i sensi di ogni essere umano. Lo comprendo e lo condivido, e nonostante ciò però sottoscrivo che il legame intrinseco creatosi durante la gestazione tra i due esseri viventi, madre e figlio, trattandosi di una forma di vita temporaneamente unita nella separazione comunque presente, rende necessariamente i due legati indissolubilmente, a prescindere dall'illusorio trascorrere del tempo, ed è perciò espressione forse più pura e vicina alla realizzazione auspicata, da varie correnti metafisiche a scopo evolutivo, della riunione in " uno" della dualità del nostro mondo virtuale. Difatti la madre, pur sapendo di esserne fisicamente divisa, sente il figlio come una parte viva di sè, e questo perchè gli dà vita. Il nuovo essere da parte sua percepisce nella madre l'archetipo della fonte della vita, e la ama perchè riamato.Dunque lei ama dando vita, e lui ricevendola, lei si rigenera dando la vita, lui inizia un viaggio verso la morte nella percezione dello scorrere della vita.Ed entrambi a specchio vivono l'esperienza dell'altro. La dualità mi sembra presente, ma anche la riunione. E questa esperienza eccezionale accade tutti i giorni, in ogni istante, ad esseri di tutto il pianeta,…Personalmente credo che anche l'amore di un uomo per una donna, archetipicamente, sia in fondo dettato dal desiderio di ritornare non banalmente alla propria madre, ma bensì alla fonte della vita. L' amore profondo potrebbe dunque essere sempre espressione simbolica dello stesso accadimento, l'espressione della dualità, ma intesa come l'origine della vita e della morte, che originano da qualcosa di preesistente, verso cui tutti aneliamo ritornare.Questo naturalmente è solo il mio pensiero.

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  2. Anonimo
    30 Novembre 2016 @ 19:04

    Grazie

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  3. Anonimo
    30 Novembre 2016 @ 19:05

    Grazie

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  4. Elena
    3 Settembre 2019 @ 15:59

    Grande Paolo,
    Molto interessante e di grande verità. Sicuramente andrò a comprarmi “Libro magico” di Ramtha.
    Grazie!

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