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2 Comments

  1. IndoEuropean
    2 Aprile 2017 @ 14:37

    Egregio Paolo Franceschetti, guardi un po' questo Personaggio appena scoperto [Diego Cugia], quel che fa, quel che dice, quel che racconta [Simbolismo, senza ammetterlo apertamente] e le sue Lotte, e anche come giustifica qualche Kilo di più: a me sembra valido, quantomeno da citare nelle Ricerche attorno all'Attualità [Corruzione, occultata] e agli Omicidi [rituali] https://youtu.be/uaqxJ4aqoqI .

    Auguri etici di Felicità interiore-esteriore, e la Luce, a tutti simultaneamente.

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  2. Anonimo
    6 Aprile 2017 @ 10:24

    da Diego Cugia, Blog Alcatraz-Italia, "il Ritorno di Jack Folla", Estratto (dello stesdo Autore segnalo anche i Video "Donne in Rinascita", "Ragazza del terzo Millennio" e, della Serie "Jack Folla", il Video "Coscienza" <- ci vuol Coscienza piuttosto che Coraggio; validissimi, ed in Onore dei passati, presenti e futuri veri Eroi della nostra Societa' o, Razza/Specie, umana) :

    Da ultimo, prima di salpare sull’El-Kseur, sono andato a salutare una mia amica giornalista sarda a Milano. È una free-lance non in tacchi a spillo. Si è macerata le suole facendo reportage da tutto il mondo per quei periodici milanesi zeppi di pubblicità per berluscones. Quelle pubblicità di moda e oggettistica da milionari mi fanno sempre venire in mente la battuta inedita di Luchino Visconti dopo aver assistito a “La dolce vita” di Fellini. «Quella è la nobiltà vista dal mio cameriere.» Sui magazine, uguale. Valeria si è fatta l’Asia, l’Oceania, la Terra del Fuoco, sempre sola, col portatile e la macchina fotografica in spalla. Prima le rimborsavano il viaggio e le pagavano il servizio. Poi niente più viaggio, e lei si è industriata con i consolati e le aziende di soggiorno che, per il ritorno di pubblicità indiretto, le pagavano il biglietto. Adesso per quindici giorni di lavoro negli angoli più remoti della terra, le redazioni milanesi pagano uno dei suoi servizi come un redazionale qualunque, scritto con i piedi da una velina degli inserti cellofanati, che bivacca a Via Solferino o a Segrate sentendosi Anaïs Nin (ma non sa chi era), e ciacolando al cellulare come un’oca. La mia amica è una nota firma, scrive divinamente, è una fotografa di razza, ha intelligenza e cuore. Non la dà, non perché non gliela chiedano, oltretutto è pure carina, ma perché le marchette con lo scrivere fanno a pugni. Non sa come arrivare alla fine del mese, davvero, mentre un finto invalido di guerra qualsiasi parcheggia nello spazio giallo per handicappati in via Monte Napoleone, si prende l’aperitivo da Cova e cincischia di fronte alla vetrina di Cartier. C’è qualcosa in questo paese che profondamente non va o sbaglio? Queste giovani personalità luminose che stanno marcendo, e non hanno dietro sindacato, confederazioni, sit-in, proteste, libri bianchi, piazze, che non si chiamano Guzzanti o Grillo, ma esibiscono un curriculum e un’esperienza da far invidia, e una partita Iva da far tenerezza, lo sapete che stanno finendo ai margini o no? Sono le migliori intelligenze, l’Italia le tratta da spazzatura. Io non so se nel piano di Castiglion Fibocchi della P2 ci fosse tracciato questo, ma sono certo che un paese emendato dall’intelligenza, dalla diversità, dalla creatività, e dalle donne in gamba, per dei mediocri al potere sarà sempre più controllabile.
    ***
    George Orwell, da Looking Back on the Civil War: “Un mondo da incubo, in cui il Capo o la cricca al potere controllano non solo il futuro ma il passato. Se il Capo dice di questo o quest’altro fatto «Non è mai accaduto», bene, non è mai accaduto.”

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