Il diritto alla privacy nella prassi
In questi anni si parla moltissimo di diritto alla privacy. Esiste addirittura una legge apposita, la 196/2003, che comporta una serie di norme minuziose per tutelare la privacy dei cittadini e che ha comportato dal punto di vista fattuale, un’immensa mole di scartoffie da far firmare anche nelle occasioni più demenziali.
Il diritto alla privacy è in realtà una colossale fregatura.
Anzitutto è inesistente nei fatti; qualunque hacker può entrare in ogni pc e sapere vita, morte e miracoli di chiunque.
Inoltre è notorio (e i vari scandali come quello Telecom o quello del dossieraggio illegale del Sisde lo dimostrano) che tutte le categorie di cittadini che presentino possibili potenzialità di rischio per il sistema – quindi politici, giornalisti, avvocati, magistrati, agenti e funzionari delle forze dell’ordine, ma anche dipendenti statali e commercianti – sono sottoposti a continui controlli illegali per monitorare le loro attività.
Le recenti leggi fiscali sugli studi di settore, sullo spesometro, e altre chicche di questo genere, consentono all’agenzia delle entrate di monitorare ogni spesa dei cittadini in tempo reale, tanto è vero che talvolta alcuni acquirenti di auto di lusso si ritrovano il controllo fiscale direttamente all’uscita del concessionario.
Ma allora ci si domanda: se, nella realtà dei fatti, tale diritto è inesistente, perché creare un sistema di regole farraginoso, complesso e sostanzialmente inutile come quello della legge 196/2003?
Tale diritto serve solo a creare una massa di persone paranoiche e ossessionate dalla privacy, e a fornire contemporaneamente a delinquenti di ogni tipo degli strumenti per rimanere impuniti.
E’ difficile descrivere la situazione da barzelletta del diritto alla privacy nell’età contemporanea, ma voglio provarci con due aneddoti.
Il primo riguarda un caso di separazione che mi capitò anni fa. Una signora venne da me per separarsi dal marito, figlio di uno dei massoni più potenti di una grande città del nord. Le dette il mio nome un’amica in comune, una cartomante e sensitiva da cui lei era stata il mattino. Il pomeriggio mi telefonò, prendemmo appuntamento per la mattina dopo, e io il pomeriggio stesso chiamai lo studio legale del padre del marito per prendere i primi accordi.
– Buongiorno, sono l’avv. Franceschetti, da Viterbo, mi può passare l’avvocato X?
– Certo, mi dice la segretaria, attenda che lo chiamo.
Dopodiché sento che quella grida ad alta voce: “Gianni, chiama un po’ l’avvocato X, che c’è al telefono l’avvocato della Carla”.
In 24 ore la notizia era nota pure alla segretaria dello studio legale avversario.
Un altro episodio riguarda un mio compagno di università, oggi magistrato, con cui abbiamo scritto libri insieme e con cui ho condiviso insieme corsi di insegnamento negli anni successivi.
Mi disse che qualcuno lo aveva informato che i magistrati sono sottoposti ad un continuo e costante controllo giorno per giorno su tutta la loro attività. Parlandone con un amico, il cui padre lavorava in Banca d’Italia, costui gli disse: “Non so se è vero. Aspetta che chiedo a mio padre”.
Il giorno dopo questo amico gli portò un dossier di diverse pagine, in cui erano descritti minuziosamente tutti i momenti della sua giornata, dal momento della sveglia al momento di coricarsi.
“Paolo – mi disse il mio amico – c’era tutto. Pure il caffè che prendevo a metà mattinata. E ho letto cose del tipo “ore dieci, preso il caffè con Tizio, mafioso”, ma io non sapevo che era un mafioso, era solo uno che salutavo tutte le mattine andando al lavoro e che mi ha offerto qualche volta il caffè essendo il titolare del bar.
Esemplificando quindi a cosa serve il diritto alla privacy, posso fare questi casi:
– nell’eventualità che venga ripreso un furto in un supermercato o in luogo pubblico, dal momento che le registrazioni devono essere buttate dopo un certo numero di giorni, il delinquente è sicuro nel 99% di farla franca;
– se un datore di lavoro vuole sorprendere un lavoratore che non fa nulla o che ruba durante il lavoro, non può farlo, perché il lavoratore è tutelato dal diritto alla privacy;
– se un cittadino chiede copia di una sentenza penale di condanna riguardante un politico o un qualsiasi delitto, nonostante le sentenze siano rese “in nome del popolo italiano”, si sentirà rispondere che non ne ha diritto, perché vige il diritto alla privacy.
Purtroppo la demenziale legge sulla privacy ha prodotto questo effetto paradossale: che coloro che vivono nella legalità sono terrorizzati dall’essere spiati e controllati, mentre i delinquenti possono fare tranquillamente tutto ciò che vogliono, tanto sono tutelati dal diritto alla privacy.
Per questo motivo mi fanno ridere tutti quelli che sono attentissimi alla loro privacy. E in questi anni, quando mi sono occupato di casi legali riguardanti massoneria e dintorni, a coloro che mi dicevano “vorrei però mantenere la massima riservatezza” o “non posso parlarne al telefono, meglio vederci di persona”, rispondevo: “Guardi che non è lei che deve nascondersi e che sta commettendo un’illegalità, ma casomai quelli che la intercettano e ascoltano le chiamate; sia sereno e faccia tutto liberamente”.
In questi anni poi la Cassazione si è inventata addirittura il diritto all’oblio; cioè il diritto del delinquente, dopo un certo numero di anni, a far sparire da internet tutto ciò che lo riguardi.
A chi insisteva con la paranoia della riservatezza, rispondevo (e rispondo): “Lasci perdere… non mi interessa l’incarico e non ritengo ci siano i presupposti affinché io possa tutelarla in qualche modo. Sono contrario alla riservatezza”.
Ecco perché spesso dico cose anche riservate pubblicamente; perché so che non posso difendere la mia privacy da coloro che avrebbero, se vogliono, il potere di nuocermi; inutile quindi che la difenda rispetto ai miei lettori o ai miei contatti Facebook, che certamente non potranno mai nuocermi.
Qualcuno mi domanda: “Ma non ti dà fastidio che qualcuno possa accedere ai tuoi dati personali?”. La domanda mi pare proprio da paranoici. Infatti:
a) Chi accede illegalmente ai dati personali, comunque non li potrà mai diffondere.
b) Chi ha accesso ai dati personali dei cittadini, non conosce individualmente la persona, quindi non gliene frega nulla di sapere le sue abitudini intime. In definitiva, quindi, non dovrebbe interessarci se qualcuno che non conosciamo accede alla nostra posta e legge le nostre lettere d’amore, o vede che tipo di sito porno consultiamo nel tempo libero.
c) I dati personali dei cittadini non vengono mai diffusi, per il semplice fatto che l’opinione pubblica non è interessata a conoscere le abitudini personali di cittadini anonimi; quindi non esiste il pericolo della diffusione dei dati personali acquisiti illecitamente.
Il cittadino, insomma, può dormire sonni tranquilli anche se viene spiato notte e giorno.
Il discorso cambia, invece, per chi è un personaggio pubblico, sia un politico o un cantante/attore famoso; perché tali dati sono interessanti per un vasto pubblico, quindi anche le abitudini sessuali diventano un problema (il caso Clinton in America, o Marrazzo in Italia, ma anche le vicende di Berlusconi).
Ovviamente il rischio aumenta in modo esponenziale se il fatto che si vuole tenere riservato è un reato.
Il mito della privacy, insomma, è solo una colossale invenzione del sistema per far perdere tempo, compilare scartoffie, firmare documenti, e poter poi, quando bisogna difendere un delinquente, opporre questo inesistente diritto alla privacy.
Tempo fa ad una mia amica bloccarono i conti correnti e protestarono degli assegni; si scoprì che una truffatrice aveva preso i suoi dati e falsificato i documenti, aprendo conti correnti a suo nome e rilasciando assegni a vuoto. Questa telefonò alla banca e chiese di sapere gli importi e tutti gli estremi degli assegni protestati.
– Ma li ha emessi lei gli assegni?, chiese il solerte impiegato.
– No certo che no. Le ho detto che è stato effettuato un furto di identità, è stato usato il mio nome.
– Allora non posso darglieli i dati, signora. Sa, c’è il diritto alla privacy.
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Post su Facebook. Maggio 2015.
Ho disdetto il contratto di locazione dello studio legale, accordato col mio amico Salvatore Solaro per andare a lavorare da lui in Inghilterra a partire dal 2016, e col mio amico Maurizio Fani per aiutarlo nella sua azienda agricola facendo le consegne delle marmellate a domicilio, dedicandomi in futuro soprattutto a spiritualità e religione, e riservandomi solo l’insegnamento del diritto di ciò che riguarda il mio passato. Tutto pronto per un cambio di vita… ma…
Manco a farlo apposta, con quella sincronia tipica che caratterizza certi periodi, arriva una telefonata. Mi telefona una persona per propormi un lavoro come legale assieme a Solange. “Potrebbe venire qui al nord? Se non potete venire veniamo noi da voi. Fate come volete”.
“No, guardi, io mi sono cancellato dall’albo e sto smantellando lo studio”, obietto.
“Lo sappiamo – mi fa – ma a noi servite proprio lei e Solange. Non se ne vada all’estero. Non è il momento. Vi faremo reiscrivere all’albo e vi pagheremo le spese. E non avrete più problemi economici”.
“Ma di che causa si tratta?”, domando.
Mi dettaglia qualche particolare e anche i nomi di alcuni avvocati e magistrati che si occupavano di questa vicenda. GC, PS, GC2, ma che oggi non se ne occupano più, e per questo motivo occorre ricostruire “il team lavorativo”.
“Vi anticipiamo le spese di viaggio, e state tranquilli… sarete ben protetti da noi durante il viaggio”.
La telefonata sembra la classica telefonata di minaccia che arriva ad intervalli regolari a me, Solange e Stefania, perché è condita dai tipici “sappiamo tutto di voi”, “potreste morire da un momento all’altro”; ma arriva il bonifico con l’anticipo delle spese e l’onorario, quindi si capisce che stavolta la situazione potrebbe essere diversa.
Successivamente faccio un controllino sui nomi che mi sono stati dati e che appartenevano al team lavorativo. Così, tanto per vedere se risultano da qualche parte. In effetti di qualche nome non esiste traccia, ma tre di loro ci sono.
Dunque.
GC risulta morto di infarto nel 2003, in una caserma della Guardia di Finanza.
PS risulta suicidato, sparatosi nella sua abitazione.
GC2 risulta morto in un incidente stradale.
Peraltro PS e GC2 risultano morti lo stesso giorno, il 18.1.2013.
Non oso pensare alla fine che hanno fatto quelli meno famosi.
Capisco perché dicono che non avremo problemi economici. Con un lavoro del genere non si hanno certo problemi di bollette, affitti, Equitalia… Come dice l’economista Galloni nella recente intervista, in questo periodo il PIL è in crescita a causa di nuovi contratti di lavoro temporaneo che vanno a sostituire i vecchi, e questa allettante proposta di lavoro rientra perfettamente nel quadro della attuale crescita economica decantata da quel genio incompreso di Renzi, a torto ritenuto un coglione.
In effetti siamo noi la testimonianza vivente della ripresa economica e del fatto che la crisi è tutta una bufala.
Decidiamo quindi insieme a Solange di partire, tranquilli e sereni grazie non solo al congruo anticipo, ma alla rassicurazione “viaggiate tranquilli, tanto sarete protetti”. Infatti.
Chi mai si preoccuperebbe sapendo di godere di protezioni come quelle godute da GC 1 e 2, e PS?
Ad ogni modo, per maggiore prudenza, ci portiamo dietro pure Stefania e i rottweiler di Solange che danno una maggiore fiducia.
Ne parlo con un mio amico in polizia, che dice che secondo lui è una trappola e che vado incontro a delusioni e illusioni.
Inoltre dice che non mi vede adatto a un lavoro del genere, perché ci vuole la massima riservatezza e io sono uno che appena fa o pensa una cosa la piazza sul blog e la dice a centinaia di persone in conferenze pubbliche.
A me queste sue osservazioni non mi convincono affatto. Secondo me il problema è che lui è troppo paranoico e sospettoso.
Inoltre la sua accusa di essere uno che spiffera le cose ai 4 venti mi offende e mi ferisce profondamente. E’ ovvio che userò la massima riservatezza! Come se non sapessi mantenere un segreto!!! Infatti non lo dico a nessuno e mi limito solo a scrivere la vicenda su Facebook. Loro mi hanno detto di non dirla, non di non scriverla. E preventivamente dettaglio i particolari della vicenda con nomi e cognomi e luoghi al mio amico d’infanzia Daniele, a Piero, Fausto, Carpeoro, Fabio Frabetti, parenti, amici vari, ma tutto per iscritto, per non violare la riservatezza. Insomma, non più di una cinquantina tra amici e parenti, perché se uno è rispettoso della privacy non è che lo può scrivere proprio a chiunque.
Non lo scrivo di certo a Marco Scarponi, Simone Galgano, Patty Cataldo o altri brutti ceffi, tutte persone poco raccomandabili di cui non mi fido molto.
Mi rivolgo quindi a tutti i 5000 contatti e alle 4000 persone che mi seguono: acqua in bocca e massima riservatezza. Non dite niente a nessuno (se volete scriverlo invece fatelo) e cercate di mantenere il segreto. Non mi fate fare brutte figure (ché qualcuno potrebbe andare a dire in giro che io mi sono fidato delle 9000 persone sbagliate) e non mettete a rischio le nostre vite. Che la privacy è uno dei valori fondamentali di ogni individuo e addirittura della nostra Costituzione, e ogni fuga di notizie può metterci in pericolo.
Ad ogni modo non è vero che siamo in un periodo di crisi e per lavorare si è costretti ad andare all’estero.
Un lavoretto tranquillo in Italia si trova sempre, checché ne dica quel paranoico del mio amico. Ci sono settori, infatti, che non conoscono mai la crisi, a causa del continuo ricambio di personale che muore per cause naturali. E ha ragione Renzi: se la gente rimane disoccupata, è solo perché non ha voglia di fare un cazzo.
P.S. Nell’eventualità non troppo lontana che non accettassimo la proposta e tornassi all’idea originaria di aiutare il mio amico Maurizio con le consegne, o nell’eventualità che il colloquio non andasse troppo bene e magari decidessero che il mio concetto di riservatezza non è in linea col loro (che di gente strana in giro ce n’è e non si sa mai che loro alludessero pure a Facebook) saranno liberi i posti per accedere al team.
Requisiti richiesti: essere automuniti, aver capacità di lavorare in team, non badare troppo al fatto che non siano previste tutte le garanzie sindacali previste dallo statuto dei lavoratori, ed essere molto riservati (che la privacy in queste cose viene sopra ogni cosa altrimenti si corrono seri rischi, e poi si fa la fine di quelli del team precedente che probabilmente non sono stati troppo attenti alla privacy).
Frances
7 Febbraio 2018 @ 19:06
ha a che fare con il Fatto che quando accendi il Computer, dalle Cuffiette Audio è emesso un Ronzio tipico di un Apparecchio acceso,
p. Es. che sta monitorando quello che senti, scrivi o altro [v. i Sistemi di Lettura persino del Pensiero altrui, tramite Decodifica delle Vibrazioni emesse, come possibile fare da chi esercita il Mentalismo,
e ci sono anche Apparecchi informatici, p. Es. usati da grandi Invalidi, che decodificano i Movimenti oculati di questi ultimi e li trasformano in Informazioni complete,
e anche, v. Lettura di ogni Evento che avviene, in Modo palese, probabilmente tramite Visione garantita da un Obiettivo, cfr. Panottico,
e in Modo occulto, probabilmente tramite Decodifica delle Vibrazioni emesse da chi sente, pensa, altro, v. Echelon https://it.wikipedia.org/wiki/ECHELON (saputo della sua Esistenza da un’Intervista all’Attivista sociale, e Artista, Silvano Agosti)],
oppure che la ”Posta in Entrata” riceve o non riceve i Segnali inviati da altri [Conferma d’Invio verbale, da Conoscenti], o che la Casella di Posta in Entrata, Documenti salvati, manca di Documenti ricevuti da certe Istituzioni [cheppure erano stati salvati], o
che dalla Reazioni a certi Scritti propri, di taluni Interlocutori, sembrerebbe che la Missiva inviata sia giunta con Modifiche importanti al Testo [tanto p. Es. da renderlo, da un Testo pieno di Etica, un Testo privo di essa],
oppure, che gli Allegati [p. Es. Links] a Missive e Commenti inviati, si scoprono essere [stati] modificati, e da Contribuiti edificanti che erano, si scoprono essere diventati ignobili,
[e questo all’Insaputa dell’Autore originale, finantoché egli o ella non lo scopra accidentalmente, e cerchi di correggere la Manipolazione avvenuta, per quanto nel frattempo una Campagna diffamatoria contro di lui o lei può già essere stata avviata dai Lettori, con il Contributo indiretto o diretto dei Manipolatori, senza che lui o lei abbia potuto o possa tutelarsene:
e l’Autore originale deve anche sopportare il Maltrattamento a suo Danno, che è un Abuso ed una Violazione della sua Integrità oltre che Salute, oltre ad aver dovuto sopportare la Violazione della Privacy, che è Sinonimo di Intimità],
oppure, che il Contenuto di Commenti personali venga chiaramente utilizzato nei Casi di Gang Stalking organizzato, per maltrattare [p. Es. verbalmente, pubblicamente o privatamente] il Target o la Vittima scelta [la cui Produzione scritta o verbale, viene (evidentemente) monitorata, a sua Insaputa e abusivamente (Uso di cosiddette ”Cimici”, ”Chip”, altro, inclusi, oltre al vecchio Sistema rodato del ”Pettegolezzo”)],
e/ma sembra che viviamo in una Società in cui la Sensibilità all’Intimità sia scarsa, e a rimetterci, come sempre, sono le Vittime degli Abusi, mentre i Sadici che abusano sembrano non rimetterci alcunché [quantomeno in questa Esistenza; pare che nel cosiddetto Aldilà invece, le Vittime di Abusi verranno compensate, e i Perpetratori di Abusi puniti, ma nessuno è apparentemente mai tornato di Qua per confermare che ciò avvenga, così Qui le Vittime soffrono e i Carnefici godono],
e perciò si pone il Quesito di come si possa ristabilire, e mantenere, l’Equilibrio nell’Universo e la sua Bellezza, [le Indicazioni per un cor-retto Comportamento sono indicate in ogni Via spirituale originale, trasversalmente ad ogni Gruppo etnico, p. Es. ne il Dào dé Jïng, o nel Vangelo, o nella Pirkei Avot, o nei 5 Precetti jainisti, o nell’8ttuplice Sentiero buddhista, o altro,
ma sembra che questi vengano perloppiù ignorati, o sia una Sfida difficile, che è anche la vera Sfida durante l’Esistenza, riuscire ad ossequiarle; così da sempre, eppure, ossequiarle è l’unico Modo per realizzare la Felicità interiore-esteriore propria ed altrui, di ognuno, simultaneamente];
Felicità interiore-esteriore a ognuno, ovunque-sempre, e” en Sof Aur” [”Luce senza Fine”] a ciascuno.
Il telefono è in ascolto: sa dove sei, chi incontri e cosa dici – Complottisti
2 Aprile 2018 @ 23:33
[…] o difendersi da esso. Mentre la creazione del diritto alla privacy, come abbiamo sottolineato in un altro articolo, è solo l’ennesima presa in giro di un sistema che fa finta di tutelare i cittadini, e […]
Il telefono è in ascolto: sa dove sei, chi incontri e cosa dici
5 Aprile 2018 @ 20:01
[…] o difendersi da esso. Mentre la creazione del diritto alla privacy, come abbiamo sottolineato in un altro articolo, è solo l’ennesima presa in giro di un sistema che fa finta di tutelare i cittadini, e poi usa […]
Jenseits
9 Giugno 2018 @ 8:10
Unico metodo per combattere lo spionaggio globale: rinunciare alle idiozie del Facebook ecc.
3 cose che il tuo smartphone sa di te senza che tu te ne accorga · IxR
18 Settembre 2018 @ 16:17
[…] la creazione del diritto alla privacy, come abbiamo sottolineato in un altro articolo, è solo l’ennesima presa in giro di un sistema che fa finta di tutelare i cittadini, e poi usa […]
Il telefono è in ascolto: sa dove sei, chi incontri e cosa dici
24 Settembre 2018 @ 9:13
[…] o difendersi da esso. Mentre la creazione del diritto alla privacy, come abbiamo sottolineato in un altro articolo, è solo l’ennesima presa in giro di un sistema che fa finta di tutelare i cittadini, e […]
Il telefono è sempre in ascolto: sa dove sei, chi incontri e cosa diciJEDA NEWS
14 Febbraio 2019 @ 17:07
[…] o difendersi da esso. Mentre la creazione del diritto alla privacy, come abbiamo sottolineato in un altro articolo, è solo l’ennesima presa in giro di un sistema che fa finta di tutelare i cittadini, e […]
NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 24 LUGLIO 2019 - Detti e Scritti
24 Luglio 2019 @ 17:21
[…] https://petalidiloto.com/2018/02/la-tragicommedia-del-diritto-alla-privacy.html […]
Il telefono è sempre in ascolto: sa dove sei, chi incontri e cosa dici
16 Ottobre 2019 @ 16:54
[…] o difendersi da esso. Mentre la creazione del diritto alla privacy, come abbiamo sottolineato in un altro articolo, è solo l’ennesima presa in giro di un sistema che fa finta di tutelare i cittadini, e […]