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1 Comment

  1. Anna
    29 Novembre 2020 @ 9:48

    Ho letto tutti i libri di Terzani e li ho davvero molto apprezzati.
    Perfetto figlio del suo tempo e del suo background familiare e sociale fiorentino, persino troppo, cosa che bonariamente gli ho sempre rimproverato in quanto non gli ha permesso di accostarsi ad una spiritualità matura e davvero consapevole. Lo avesse fatto, scrollandosi finalmente di dosso quel suo scetticismo corrosivo unito a quel materialismo cinese entusiasta, avrebbe compreso che non c’è bisogno di andare a vivere sull’Himalaya per connettersi al proprio Sé superiore, perché quando l’allievo è pronto il maestro arriva anche nei modi e nei luoghi meno canonici e ortodossi, com’è accaduto a me e tanti altri al mondo.

    Una grande verità però Terzani l’ha detta, a proposito delle cure da scegliere quando si ha un cancro: bisogna credere in quella cura, qualunque sia quella che si sta facendo, altrimenti nessuna funzionerà mai davvero.
    Aveva ragione ovviamente. È la nostra mente e il modo in cui essa riprogramma se stessa e il corpo in cui è inserita a determinare tutto ciò che facciamo della nostra vita.
    Quindi se uno crede che la chemio sarà la sua salvezza, e ci crede in modo fermo e costante nel tempo, sconfiggerà il cancro con quella. Un altro lo farà con cure alternative.

    Quello che non fa guarire mai davvero le persone è la non volontà di farlo, Paolo ne ha già parlato più volte nel corso degli anni, portando anche sue personali esperienze dolorose come esempio.

    Terzani ha iniziato a morire quando la Cina che aveva così idealizzato si è sgretolata davanti a lui e lo ha buttato fuori dai propri confini, facendo crollare entro di lui l’idea del mondo nuovo e perfetto che Mao (e la sua follia – furia anti storica rinnovatrice) pretendeva di aver costruito, quando la realtà era molto più squallida e tetra. Dell’impero cinese non è rimasto che un vago ricordo in Occidente, rimpiazzato da un capitalismo in salsa totalitaria comunistoide e digitale che vogliono imporre ora anche a noi europei.

    Terzani quindi ha dovuto fare i conti con i suoi ideali infranti, e la malattia lo ha aiutato. Non a caso quando ha rifiutato ulteriori cicli di chemio è vissuto oltre un anno in più, sereno e forse, solo forse, riconciliato con se stesso e la delusione per quel drago glorioso che ha partorito mostri.

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