Klod:
Un paio di mesi fa venni a Roma per la conferenza, e mi innamorai della città. Il contrasto fra Tartaria e tante altre civiltà antiche e il degrado urbano moderno sono state motivo di un colpo di fulmine che si è trasformato in vero amore, soprattutto durante le mie passeggiate notturne senza meta. Chi vive la città come residente, lavoratore o per via di qualche vincolo, qualsiasi città sia, non la vive come chi ci va da straniero.
Ho vissuto da straniero in ogni città d’Europa, più volte, e ciclicamente rivisito tutti i posti significativi per constatare l’effetto del Tempo sulle cose e sulla gente, e osservare con nuovi occhi i posti che mi hanno lasciato qualcosa.
Tutti dicono che Roma è caotica e invivibile, il traffico lo smog la delinquenza. A volte esco di giorno, per visitare musei o luoghi storici, ma per lo più esco verso sera, vado nei locali punk e nei quartieri bui e malfamati, concerti e serate ogni notte, mi piace molto usare la città per i miei scopi, quello di poter fare il cavolo che mi pare è sicuramente un vantaggio, che mi sono guadagnato.
I miei scopi sono puramente estetici, mi intrattengo anche ma l’unica gente che sopporto è quella hardcore e underground, anche per la musica è così. Roma è tra le poche città al mondo, assieme a Berlino e Madrid, ad avere ancora molta gente che è impossibile che si inserisca nel sistema, e che quindi ha escogitato metodi alternativi di vivere. A me davvero interessa solo questo tipo di gente.
Alcuni ancora pensano che il fatto che abbia sgamato la maggior parte dei trucchi con cui Matrix imprigiona i suoi utenti debba farmi detestare completamente questo posto, non è così, ho molti interessi qui e alcuni sono davvero divertenti.
Ben prima che diventasse una specie di implacabile trend su YouTube, giravo per i quartieri più pericolosi del mondo per osservare come vive quel tipo di gente.
Mi affascinano i vorticosi sentieri del male, del crimine e del peccato, sono una specie di esteta maledetto, puoi portarmi nel posto più fashion del mondo, che io finirò in una bettola a giocare a poker con evasi di galera e narcotrafficanti.
Puoi scommetterci. Con la scusa che stai cercando un po’ di fumo puoi entrare ovunque, succedono sempre avventure così.
A Tepito, che sta a Città del Messico, che è il posto più pericoloso del mondo, dopo aver evitato un paio di cadaveri per strada, arrivai al mio albergo, che scoprii poi essere un ospedaje para gente della calle. Una specie di carcere tugurio messicano, però senza le guardie. Fu veramente una specie di immersione in una dimensione parallela e stagnante, che aveva inghiottito i criminali e i derelitti che abitavano quel luogo assurdo, che per errore era pubblicato su Booking, e che per la fretta di fare il visto per Cuba, non avevo letto le recensioni. Uscii di lí grazie a un’amica che mi venne a prendere per portarmi a casa sua.
Nel quartiere più folle d’Europa, invece, che è las Tres Mil Viviendas, nel poligono industriale di Siviglia, mi tremarono le gambe e mi andò via la saliva, non appena misi il piede fuori dalla macchina.
L’atmosfera di quel posto incuteva terrore. Non sapevo esattamente dove mi trovavo, ma quando finii di perlustrare il barrio Las Vegas e di finire in diversi locali abusivi gitani in cui avvenivano le cose che la gente per bene non fa, guardai su Google dove mi ero cacciato e uscivano solo notizie di sparatorie, inseguimenti, scene turche e far west.
Anche Marsiglia con Quartier Nord Malpassè e Bouganville non scherza per niente. Se entri nei portoni dove vedi gente appostata col cappuccio, come sali le scale trovi una scrivania che sbarra la strada, gente col passamontagna, kalashnikov bilancini e sacchi di ganja sul tavolo e la tensione che ricopre ogni particella presente intorno a te e si insinua fino nelle fondamenta di questi palazzi tetri e intrisi di malizia. Le file di persone che entrano ed escono, gli sguardi schivi, gli sguardi allucinati, la rue de l’abisme. Stavo in uno squat anarchico che ora ha chiuso, avevo il contatto con uno dei boss della banlieue marsigliese, bei tempi. La gente ha paura di Marsiglia, ha ragione fa bene.
Ho abitato con gli zingari a Skopje in Macedonia, anche in India nel deserto di Pushkar. Anche in Romania vicino Targu Mures. Ho abitato con così tante persone fuori dal comune che non potrei mai finire di continuare a ricordarne. Hai presente i personaggi del quadro di Bosch? Li ho incontrati tutti.
La vita delle persone ordinarie è terribilmente monotona e noiosa.
Non ho orari, dormo quando ho sonno e mangio quando ho fame, faccio tutto quello che mi passa per la testa e vedere le persone sempre indaffarate a fare cose che odio e non farei per niente al mondo, mi continua a costernare.
È più forte di me, cerco di non avere impegni mentre la gente fa cose terribili tipo lavorare o andare a mangiare in posti molto illuminati, per non assorbire quel tipo di energia, che io chiamo energia di morte. L’ideale è beccarse alle 3 de notte.
Mi piace la penombra delle locande e il disordine atemporale delle osterie. I parchi di borgata le mignotte pe strada e i muri pittati.
Le canzoni di De André sì ma non tutte, e le poesie di Baudelaire sì ma qualcuna. Condivido molti istinti di Houellbecq e la nausea di Sartre sí, ma più bile la mia.
Odio le persone in generale. Odio la vita come viene concepita da quasi tutti gli altri. Cosa devo fare a me piace l’avventura, la vita mi innamora quando mi seduce con l’avventura.
Amare la vita è una follia, una di quelle follie che vanno fatte. Senza eleganza e romanticismo non sarebbero mai fioriti i tulipani di Van Gogh e non si sarebbero incrociati gli assi del tempo e dello spazio di Kandinsky.
Questi ingredienti sono necessari nella vita.
L’esoterismo è interessante però se ci fai caso si tratta di fiumi di parole e nella pratica ci si riduce a una vita molto noiosa, rigida e spesso arida in certi aspetti.
Per me lo scopo della conoscenza è la rivoluzione, e se non proprio la rivoluzione, almeno la rivolta. Da ragazzino sognavo di fare il latitante per un periodo, così poi l’ho fatto. Ho conosciuto una ragazza in Messico che voleva sposarmi, e mi ha fatto andare fino in Sri Lanka per dirmelo. Siamo andati in Birmania e poi in India, e poi ci siamo lasciati. Poi ne ho conosciuto un’altra e un’altra e un’altra e tante altre ancora. “Voglio figli e una famiglia”, dicono. E io volevo essere latitante, secondo te siamo compatibili?
Quando mi è passato il trip del vagabondaggio mi è venuto quello del camper. Che è sempre vagabondaggio. Errare humanum est, no?
Cupido non mi ha mandato altro che donne che volevano la casa e la stabilità, secondo te perché? Non una, cento volte.
Non lo vedi che giro con un camper, amo l’ozio, i verdi prati, i cavalli andalusi, camminare scalzo sulla riva del Portogallo? Non lo vedi che leggo Cioran e le profezie di Telaretti?
Non ho mai capito perché le persone si circondano di persone insopportabili. Come fai a sopportare qualcuno che non condivide il tuo disprezzo per la banalità e la normalità?
Non mi riferisco alla trasgressione, ma proprio a una modalità automatica, uno state of mind. L’Alchimia sociale si traduce in esorcizzare con cinismo tutti quei risvolti della realtà che sono insopportabili. E il fatto che la gente li sopporti con relativa facilità, è certamente la massima gradazione che può raggiungere la cristallizzazione dell’ipnosi collettiva, ossia la schiavitù. Fra le condanne degli schiavi che si sono autoimprigionati, e autosabotati fino al punto in cui siamo oggi, c’è senza dubbio quella di dover essere provocati fino a esplodere. Scusate ma questa voglia di salvare il mondo non riesco a togliermela, solo così possono essere liberati, e se manco così funziona, sono utili come oggetto di ulteriore e surreale contemplazione. Perseverare diabolicum est, non ne voglio tipe che non sono arrivate a questo, e da sole, caro Cupido.
Non sono così spietato, in realtà, lo sono molto di più.
Mi piace la gente che fa gli scherzi telefonici truci come i Tamarri, ma anche più sofisticati come i The Show, mi fanno ridere le persone quando perdono la testa. Quando litigo o discuto con qualcuno non ho lo scopo di avere ragione, ma di fare impazzire il mio avversario.
Se poi ho ragione, non ho interesse che prevalga la ragione, il tempo lo farà, mi interessa esclusivamente che l’avversario impazzisca.
Da bambino uscivo con la cerbottana e lo stucco per rompere le scatole alla gente, farla impazzire, e farmi inseguire. Se rido ora a ripensarci figurati allora. Figurati cosa penso quando qualcuno si mette contro di me: perdonalo signore non sa quello che fa. Voglio vagabondare senza meta, non voglio figli stabilità e pensieri del cazzo. Non voglio convertire nessuno all’anarchia, non sono un prete e se uno all’anarchia non ci è arrivato da solo, significa che ha sbagliato strada.
Voglio fare il cazzo che mi pare.
Allineare i miei chakra al cazzo che mi pare, radicarmi su una nuvola o su un tappeto volante.
Non sono un seduttore: questa vita non fa per molti, vuoi che non lo sappia? Guidare tutta la notte per andare alle terme in Bulgaria, e rompermi le scatole dopo poche ore, e decidere di andare da un’altra parte, perché posso fare quello che mi pare. Perdermi in Bolivia durante gli scioperi e ritrovarmi nei sotterranei di Teotihuacán, con il miglior archeologo del mondo che mi fa l’occhiolino quando parliamo degli alieni. Voglio che la società mi ripudi e mi dia per disperso, che mi dimentichi e maledica, poiché rappresentarne la negazione, l’annientamento, ed essere l’incarnazione di qualcosa di unico e irripetibile, totalmente alieno e indefinibile, errante senza meta e straniero, che ha come unico fondamento la promessa “Libertà o Morte”, è ciò che mi va di fare. Ho fondato la mia causa sul Nulla.
Conosco solo un modo di vivere, ed è improvvisare la libertà, perché nessuno nasce libero, ma chi vuole lo diventa a sue spese.
Nessuna posizione richiede più responsabilità di colui che si pone sprezzante sul margine della società, e nega a qualsiasi il potere di giudicarlo. Quando gli assi del bene e del male vengono travolti dall’amorale etica anarchica dell’individuo in rivolta, l’ha già spiegato Camus che cosa accade: la sua stessa esistenza diventa un bagliore nell’oscurità.
Ho lasciato un pezzo di cuore in ogni montagna, giungla e deserto del mondo.
Uccidere la società della noia è una scritta che avevo fatto a Berlino quando abitavo dal mio grande maestro Konrad, ex professore di fisica e filosofia, avevo vinto una stanza in casa sua in una partita a biliardo nel locale più punk di Rigaer Strasse. 3 di notte, te l’ho detto a quell’ora si incontrano le persone migliori. Il più grande che ho conosciuto.
Per me il mondo è un luna park, Roma un suo vertice, Varanasi la sua apoteosi; la vita è un cammino iniziatico che senza tormento e senza drammaticità non avrebbe mai partorito il genio di Tarkovsky e le melodie dei Molchat Doma, ad esempio. E cosa dire dei Clash e di Bob Dylan. Sono ingredienti che servono, che nutrono la passione della resurrezione. Devi rinascere in Spirito bro. Konrad e io giocavamo a ping pong al parco e discutevamo del Tempo, lui annotava tutti i progressi filosofici delle nostre conversazioni su una lavagna in cucina. Fumavamo le canne insieme e ascoltavamo Bob Dylan, perché era una delle poche cassette che funzionavano. La mattina la radio passava Kulturradio, atmosfere da guerra fredda e gli uccellini di Tchaikovsky. La notte nei locali underground in mezzo ai matti. Gli unici che abbiano un’idea politica e sociale che condivido: l’insurrezione e la rivolta permanente col fine di polverizzare l’esistente a partire dalla società della noia e i suoi vili sostenitori. Giocavamo sempre a qualcosa, aveva 70 e passa anni, poi è morto, felice perché rideva sempre delle mie rocambolesche peripezie amorose e mi prendeva in giro perché ero senza documenti e latitante. Sono stato istruito dal più grande lupo della steppa mai conosciuto, a raccogliere un fiore al parco e metterlo in un bicchiere d’acqua sul tavolo, accendere una vecchia radio e ascoltare una buona canzone, riflettere sull’assurdità della vita e con una dignità e nobiltà di fondo che costituisce la vera integrità dello Spirito, odiare il lavoro.
Ho sempre odiato i comunisti.
Lo spirito è nella materia e ci può giocare se vuole qui dentro. Ho sempre usato una parte dell’anno, ogni anno, per fare l’eremita, hai presente quando ti piglia quella voglia di sparire da tutto e isolarti in cima a un monte?
L’ho fatto molte volte. È certo che non vedo l’ora di tornare all’inferno, starci, attraversarlo e risorgere. Mesi che bramo questo viaggio, ma avevo le conferenze… A Natale ero da solo nel peggiore quartiere di Bruxelles, veramente un disastro di posto, fighissimo, grezzo al supremo grado di autenticità, poi ho perlustrato alcune parti del Belgio, un paese profondamente gotico e oscuro, un inverno lunghissimo e infinito. Si tratta fondamentalmente di integrare la propria ombra, sono viaggioni danteschi e senza tempo questi. I love it. Tenebre e perdizione. J’adore. Daimon e bussola delle viscere. Il labirinto di Chartes e la Leffe Blonde. Se non tocchi l’inferno non arriverai al cielo, l’ermetismo junghiano lo ha stabilito da tempo. Ho in programma di viaggiare per almeno i prossimi cinque anni della mia vita.
Dopodiché non ho programmi, magari diventerò un aghori, o mi fumerò tutto il Ketama e il Manali, o prenderò l’ultimo treno per Tozeur. Ho iniziato a vagabondare a 16 anni, occupai una casa in Olanda, ci vennero anche due boss latitanti conosciuti per strada, mi mantenevo vendendo erba alle ragazze del quartiere a luci rosse, trascorrevo i pomeriggi alla biblioteca anarchica di Waterlooplein, che c’è ancora ci sono entrato l’altro giorno, poi entrai nel giro degli squatter, non ne sono più uscito, fortunatamente.
Ah sì comunque prima di distrarmi e raccontare queste cose a voce alta, volevo dire che mi sono innamorato di Roma, e ho pensato che sarebbe proprio figo viverci. Sai trovare una casa è una rottura di palle, pagarla poi non ne parliamo. Prezzi altissimi, il giubileo, la capitale. Ma che sei matto. Poi io viaggio sempre, chi ha testa di stare dietro a tutto questo? Da qualche tempo ho imparato delle nuove tecniche di magia, chiamiamole così, si tratta di entrare in connessione col proprio Spirito. Visualizzare. Fuoco. Beh sta di fatto che ho trovato posto a Roma e non devo spendere una lira. Ho pure trovato 6-7 persone compatibili con cui condividere uno spazio e autogestirlo. Appena tornerò dall’inferno vedremo come fare.
Se tornerò.
La ragione per cui sei libero di fare come ti pare è dovuta al fatto che cessi di andare col vento, e ascendi ad arbitro del tuo destino. Il fato si può snodare e dirigere.
L’astrologia è lo strumento più serio a disposizione per aprire le prime porte del labirinto iniziatico.
Il Transurfing ha spiegato con estrema chiarezza come funziona la realtà. Questo è un upgrade sincretico secondo me senza precedenti, eppure lo rivelerò con cautela, quando ne avrò sufficiente pratica. Sta uscendo fuori una conoscenza spaventosamente potente e incredibilmente semplice da utilizzare. Come anima ognuno ha un proprio compito e missione, in Oriente alcuni lo chiamano Dharma. Il tuo è fare ciò che ti dice il cuore. La connessione con lo Spirito è possibile in questo periodo perché si è aperta una finestra di opportunità. Secondo me è dovuto a una rigenerazione ciclica della realtà, l’ho già spiegato altrove. Puoi rigenerare la tua realtà. Hai questo diritto. Hai questo potere. Hai questa facoltà. La ragione per cui faccio quello che mi pare è dovuta a un’insieme di condizioni, una delle più importanti è che non mi interessa niente del giudizio altrui. Potrei ridurre Bukowski a un decadent dilettante e Kerouac a un lupetto in gita, se mi mettessi a comporre aneddoti della mia vita, e sai che c’è? Che mi piace, ed è tutto ciò che conta, che piaccia a me. Si scandalizzino e si turbino pure le persone che odio, io non sono caduto da nessun Cielo, io sono risalito dall’Inferno, e certe volte me lo porto negli occhi. E sai che c’è, che mi son divertito a far sta strada, soprattutto quando mi guardo negli occhi. Se fai altrettanto, hai ottime probabilità di riuscire nei tuoi intenti. È tutto un equilibrio fra buonsenso e follia. Un equilibrio tutto tuo.
Non ha nessuna importanza che tu diventi pazzo o poeta, profeta o delinquente, tutto ciò che conta è che segui il cuore, l’unico destino che hai è trovare te stesso e camminare con te stesso, come ti va e come ti viene, l’importante è che sia vero. La società è un delirio mentale, profondamente malato chi si adatta a tale condizione. Hesse e Krishnamurti devono averne fatta di strada per aver compreso queste cose.
L’unica maniera di capire le cose è viverle.
“Fatti gli occhi della tigre alza lo sguardo e prendi tutto”, hai visto quanta strada ha fatto Jake La Furia?
Che poi gli altri, secondo me, non esistono neanche, sono un qualche cazzo di scherzo della mente.
Figurati se qualcuno ha davvero letto tutto questo.
Mia risposta.
Chi saremmo senza la Matrix? Che universo potrei creare se fossi un demiurgo?
Caro Klod Nagal, poco tempo fa mi ero ripromesso di rispondere a questa domanda: che universo potrei creare se fossi un demiurgo. E chi saremmo senza la matrix?
Iniziamo…
Prima tappa. Iniziamo dal punto in cui ci siamo conosciuti e su cui concordiamo. Eliminiamo il Dark Cupido. Non mi pare giusto che uno debba faticare così tanto per trovare l’amore. Ne avremmo diritto tutti. Allora facciamo che ciascuno, appena si innamora di una persona, si abbraccia, ci va a letto, si diverte insieme… e tutto va bene.
Fine dell’attività del 50 per cento degli psicologi. Tu non avresti scritto il libro Dark Kupido. Noi non ci saremmo mai incontrati. Non avresti mai conosciuto Giusy Gatti, che è matta quanto te, più o meno. Ma in fondo chi se ne frega. Se siamo felici e contenti.
Gli psicologi rimarrebbero a curare quel 50 per cento delle persone che hanno disturbi mentali di vario tipo. Ma non vogliamo togliere pure quei disturbi? In fondo sono loro – i fantasmi della mente, li chiamano le Guide del Cerchio – che provocano dolore e sofferenza. Allora eliminiamo pure quelli. Spariscono gli psicologi dalla faccia della terra.
Poi però resterebbe la possibilità che quel nostro meraviglioso amore che abbiamo costruito con la persona amata sia interrotto da un assassino; o da un terremoto che uccide il partner; o da un incidente stradale, o da una malattia.
Allora dobbiamo eliminare gli omicidi, i terremoti, la possibilità di incidenti e le malattie.
Sparirebbero quindi i poliziotti, gli studiosi di terremoti e tutti quelli che vivono per rimediare alle calamità naturali, gli studiosi di tali fenomeni; sparizione delle assicurazioni auto, dei medici, dei magistrati. Non sarebbe un gran danno, lo ammetto, ma poi occorrerebbe ricollocarli da qualche parte.
Ma dove li collochiamo? Perché poi occorre far sparire la corruzione, la gelosia, l’invidia, l’ingiustizia sociale; con buona pace di avvocati, mediatori, coach, maestri spirituali, animalisti, volontari delle varie associazioni, che non avrebbero più nulla di cui occuparsi, anche perché sparirebbero le guerre, i barboni, i vagabondi, i delinquenti, gli emarginati (proprio quelle categorie che a te piacciono tanto).
Non esisterebbero le galere, quindi tu non avresti fatto le esperienza della galera, e dove avresti viaggiato, che mondo avresti conosciuto, se tanto, più o meno, ovunque tu fossi andato avresti trovato solo persone amorevoli, gentili, in armonia ed equilibrio?
Sparirebbero, a quel punto, i politici (che cazzo ci stanno a fare se, oltre ad essere onesti e gentili, sotto di loro avrebbero solo un mondo perfetto?).
Io personalmente avrei avuto tutta un’altra vita. A differenza di te, ho sempre sognato una vita tranquilla, che non ho mai avuto. Se il mondo fosse armonico, non mi sarei occupato di omicidi rituali, satanismo, ed entità, ma magari di auto e moto, che mi piacciono tanto; e avrei viaggiato on the road per il mondo.
Ma in un mondo armonico e perfetto, esisterebbe un solo tipo di auto, perfetta, perché nessuno si sognerebbe di costruire auto migliori, moto migliori, oggetti migliori, per superare il precedente livello e migliorare qualcosa che è già perfetta.
A prescindere dal fatto che in un mondo perfetto saremmo tutti come Yogananda, Rol, ecc. e avremmo tutti il dono della bilocazione, quindi ci sposteremmo senza bisogno di auto (quindi sarebbe la fine anche di meccanici, ingegneri, collaudatori, corse sportive ecc.).
La verità, Klod, è che se non esistessero gli Arconti, tu ti romperesti i coglioni, e dovresti trovarti un altro mondo, dove esistono gli arconti che costruiscono questo mondo di merda. Come il Che Guevara, che una volta vinta la rivoluzione a Cuba, dovette andarsene altrove a combattere, altrimenti si annoiava.
Lo scopo della conoscenza è la rivoluzione, e se non proprio la rivoluzione, almeno la rivolta, scrivi nel tuo post (che ho pubblicagto sotto forma di articolo nel mio sito).
Ma a cosa ti rivolti, se non hai nulla da rivoltarti?
In realtà Klod, a te piace l’inferno in cui vivi, lo hai descritto in modo fantastico in questo post; in cui hai pure ammesso che ami la vita.
Allora io, se fossi in te, dichiarerei il mio amore e farei un altare non a Dio (che hai detto che è un pazzo a costruire un mondo così, perché tu lo faresti molto meglio) ma almeno agli Arconti che ti hanno permesso di vivere la vita che ti piace. Senza questi Arconti, tu non esisteresti.
Il succo del transurfing è che siamo noi a creare la nostra realtà. E’ il succo anche di 4200 pagine di insegnamenti del Cerchio Firenze 77, in cui spiegano che non è Dio a creare la realtà, perché Dio non è un essere, ma è l’insieme di tutti gli esseri, noi compresi, che vivono nell’illusione dello spazio e del tempo (che non esiste) e siamo noi a creare Dio, non lui a creare noi. Per la verità è il succo di molte tradizioni spirituali, dal buddismo, alla legge di attrazione, alle teorie di Goddard, ecc. E’ il succo anche di un telefilm degli anni 70, il fuggitivo, il cui il protagonista vuole uscire dalla matrix, governata dal famoso “Numero 1”, per poi scoprire, alla fine della serie, che il Numero 1 era lui.
Ecco la domanda è: e se l’Arconte numero 1 fossi tu?