Non sparate a casaccio sulla polizia, si raccomanda Franco Gabrielli dalle pagine del “Manifesto”, ripercorrendo l’inferno del G8 di Genova rievocato dal “quotidiano comunista”, secondo cui «la credibilità della polizia è da ricostruire». A stretto giro, la risposta – durissima – del padre di Carlo Giuliani, affidata al blog “Contropiano” dopo che, scrive, il “Manifesto” ha rifiutato di pubblicargliela. La tesi del capo della polizia: c’erano anche i carabinieri, a Genova, insieme ad altri organi dello Stato; per questo non è giusto criminalizzare un’istituzione che, assicura Gabrielli, si è ampiamente emendata dai gravi errori commessi. Giuliano Giuliani concorda solo in parte: è oggi questore di Pesaro, scrive, il funzionario che a piazza Alimonda accusò un manifestante di aver ucciso suo figlio, «completando così l’indegna azione di un carabiniere che con una pietra ha spaccato la fronte di Carlo agonizzante». Paura e odio, furore, guerriglia: sotto i riflettori, per anni, gli attori di quella spaventosa pagina italiana, per la quale si è parlato di “sospensione della democrazia”. D’accordo, ma il movente? Perché trasformare Genova nel teatro di una carneficina? Lo spiega un ex dirigente della Nsa, Wayne Madsen. L’intelligence Usa, rivela, ha piegato le forze dell’ordine italiane a un disegno oscuro: quel sangue doveva servire a seppellire per sempre il movimento NoGlobal, di cui le multinazionali avevano il terrore, all’alba del nuovo millennio.
Missione compiuta, si direbbe: dopo Seattle, Praga e altre fiammate, a Genova nel luglio del 2001 è stato letteralmente soppresso «il primo movimento di protesta, nella storia dell’Occidente, capace di mobilitarsi in modo disinteressato, cioè senza più difendere singole cause territoriali, nazionali o di categoria, ma schierandosi in modo permanente a tutela dei diritti dell’umanità, in ogni continente». Lasciata l’intelligence Usa (l’agenzia resa tristemente celebre dallo scandaloso “datagate” spionistico del governo Obama), Madsen è divenuto un fiero accusatore di un sistema manipolatorio che a Genova, dice, richiedeva un preciso tributo di sangue: la morte di Carlo Giuliani, la “macelleria messicana” dei ragazzi inermi nella scuola Diaz (col pretesto di bombe molotov introdotte dagli stessi agenti) e poi l’incubo delle torture inflitte ai “prigionieri” nella caserma di Bolzaneto. Tutta quella violenza barbarica sembra portare la stessa “firma” della mano segreta che, di lì a un paio di mesi, avrebbe pilotato l’immane attentato delle Torri Gemelle a New York, dando inizio alla “guerra infinita” contro il “terrorismo”. Un nome? Il massone “controiniziato” George W. Bush. Esponente, secondo Gioele Magaldi, della “Hathor Pentalpha”, definita “loggia del sangue e della vendetta”. La costola più nera e tenebrosa dell’élite globalista, formata da “signori della guerra” che «non hanno esitato a reclutare, tra i loro affiliati, prima Osama Bin Laden e poi Abu Bakr Al-Baghdadi».
Da Al-Qaeda all’Isis, stesso copione (opaco) del terrore, scatenato contro civili, polizia e militari – ma non all’insaputa di precisi settori dell’intelligence. Prove? «Dispongo di 6.000 pagine di documenti», assicura Magaldi, autore del saggio “Massoni”. «Entro due anni certe carte verranno rese pubbliche», afferma Gianfranco Carpeoro, che ha firmato il volume “Dalla massoneria al terrorismo”, fornendo anche – insieme allo stesso Magaldi – un’accurata lettura della simbologia non certo islamica, ma “templare”, del recentissimo terrorismo targato Isis che ha insanguinato l’Europa a cominciare dalla Francia. Identico lo stile degli attentati: colpire nel mucchio, sparare sulla folla per terrorizzare tutti (e rendere accettabili le leggi d’emergenza, sul modello del Patriot Act statunitense disegnato per confiscare libertà e diritti). Genova? Una pietra miliare: il Rubicone varcato da un potere globalista “medievale”, neo-feudale, smisuratamente avido e bugiardo, estremamente feroce. Lo sostiene Madsen, intervistato da Franco Fracassi nel saggio “G8 Gate”. Una vera e propria confessione: «Mesi prima, per la tragica “riuscita” di quel G8 – dice – la Nsa mise a disposizione 1.500 funzionari, e a Genova (oltre alla polizia italiana) c’erano 700 agenti dell’Fbi».
Nessuno lo sapeva, all’epoca, ma tutti videro lo stesso spettacolo: i reparti antisommossa si accanivano contro manifestanti inermi, ignorando deliberatamente i famosi “black bloc” spuntati dal nulla, liberi di devastare impunemente la città. I “neri” colpivano i loro obiettivi e poi si disperdevano rapidamente tra i vicoli. «E’ una tattica di guerriglia insegnata nelle scuole Nato: si chiama “swarming”», afferma – sempre nel libro di Fracassi – il generale dei paracadutisti Fabio Mini, già comandante della missione atlantica Kfor in Kosovo. «Esistono precise strutture – rivela Mini – in grado di far affluire in piena sicurezza centinaia di persone, da tutta Europa, senza il rischio di subire controlli alle frontiere, neppure dopo l’evento». Lo strascico del G8 di Genova è ancora fatto essenzialmente di rabbia e di dolore: le vittime denunciano omissioni e indulgenze, il nuovo capo della polizia (che ha preso le distanze da De Gennaro) giura che, oggi, simili episodi non potrebbero più ripetersi. Carlo Giuliani, intanto, a piazza Alimonda è morto. E la meccanica delle ricostruzuioni difficilmente va oltre i dettagli del crimine. Una coltre di silenzio protegge ancora gli aspetti più decisivi: il movente e i mandanti.
Per questo è importante la voce di un uomo come Madsen. «I mandanti sono le multinazionali – dice – che erano letteralmente terrorizzate dal crescente consenso di quei ragazzi: il movimento NoGlobal andava stroncato. E il loro uomo, Bush, ha semplicemente eseguito gli ordini». Com’era, il mondo, nel 2001? Stava molto meglio di adesso, secondo tutti gli indicatori. Archiviata la storica sfida con l’Urss, la guerra era praticamente assente. Anche per gli italiani, all’epoca, l’Unione Europea poteva sembrare un’istituzione amica. Si pagava ancora in lire: l’euro avrebbe iniziato a circolare solo l’anno seguente. In Afghanistan c’erano già i Talebani, ai quali si opponeva solo un leader laico e nazionalista come Ahmad Shah Massud: quando l’Alleanza del Nord è entrata in azione, per prima cosa è stato assassinato l’ingombrante Massud, autorevole interprete della sovranità afghana. Ucciso da un certo Hekmathyar, collegato ai servizi del Pakistan addestrati dalla Cia. «Il governo di Islamabad ha sostenuto Al-Qaeda in accordo con Bush», denunciò Benazir Bhutto, a sua volta assassinata nel 2007 per impedirle di vincere le elezioni e smascherare le trame che legavano Bush e Bin Laden al generale Musharraf, dittatore “americano” del Pakistan. Da anni, ormai, la “guerra infinita” era diventata la nuova normalità fondata su bombe e menzogne, fino all’attuale conflitto siriano.
Un film dell’orrore, sostiene Madsen, grazie al quale nessuno si è più sognato di contestare frontalmente lo strapotere delle corporation e dell’oligarchia finanziaria, che in Europa è riuscita a ridurre alla fame un paese come la Grecia, senza più medicinali per i bambini, e di destituire con un golpe bianco il governo italiano democraticamente eletto. Si arrivò a insediare a Palazzo Chigi uno spettro come Mario Monti, cioè l’essere umano più lontano possibile dall’antropologia di una rockstar come Manu Chao, eroe del “social forum” che a Genova nel 2001 sognava una fratellanza universale capace di opporsi alle diseguaglianze create dalla rapina sistematica del mondo, quella che oggi spinge verso l’Europa milioni di migranti in fuga dalle loro economie sapientemente disastrate dal nostro apparato economico e politico, finanziario e militare. Un mondo migliore è possibile, recitava lo slogan dei ragazzi che guardavano al mito del “subcomandante” Marcos, esotico e mediatico custode di una biodiversità civile fondata sui diritti. Oggi, il dibattito pubblico è precipitato sotto terra, tra le rovine dell’Ue e della Bce: si parla al massimo di soldi, di Flat Tax e reddito di cittadinanza. Siamo caduti in basso? Il primo passo, sostiene Wayne Madsen, è stato il corpo esanime del militante che i grandi poteri economici, dai loro palazzi, volevano morto. E’ toccato a Carlo Giuliani. Forse, riletta così, può sembrare meno oscura la ragione (mostruosa) di quella fine così atroce.
ragnar lothbrok
18 Aprile 2018 @ 16:30
sono senza parole, tutto appare chiarissimo, purtroppo.
roberto
18 Aprile 2018 @ 21:27
se queste cose servono ai più giovani e a chi non c’era, va bene. Ma non mi sembra che ci siano novità. Sapevamo già tutto. Sappiamo anche che il carabiniera Placanica non è l’assassino di Carlo.
Consiglierei la lettura di un ottimo libro di G. Laurenti “la madre dell’uovo”.
Jenseits
20 Aprile 2018 @ 4:28
Comunque mi chiedo: ma la lotta alle multinazionali si fa con le sommosse di strada o con i comportamenti quotidiani? Quanti di quelli che sfilarono a Genova poi sono andati al supermercato a comprare prodotti delle medesime multinazionali?
Pietro
23 Aprile 2018 @ 7:26
Hai ragione, ma un “ma” ci sta: si vota tutti i giorni comprando o meno prodotti “sporchi di sangue”. A Genova però non era in programma una sommossa. Una parte piccola forse voleva inscenare casini di piazza (e non sto parlando del black block). La stragrande maggioranza dei manifestanti era lì solo per dire no al mondo che oggi conosciamo benissimo.
Come scritto nell’ottimo articolo sopra, le forze dell’ordine (quale????) si accanirono con ferocia verso manifestanti sostanzialmente inermi e pacifici. Il messaggio è passato. Due mesi dopo hanno calato l’asso delle torri e di tutti gli annessi di quel giorno di settembre 2001. Da lì è iniziata questa spirale infernale che oggi si concentra in Siria, ma è già passata da molte altre zone, lasciando dietro se solo caos e distruzione. Genova come primo tassello della follia neocon/multinazionali/finanza che vediamo essersi definitivamente imposta. Eventi, come il 911, fatti da ricchi a beneficio dei ricchi, gestiti in questo caso dalle nostre polizie.
Frances
20 Aprile 2018 @ 12:02
seguendo il Discorso ed astraendolo [come si suole, se si desidera risolvere (v. Sciogliere, solvere) i Problemi (e lasciare che le Situazioni tornino intatte, come dire, vergini, così come il cosiddetto buon Dio le ha concepite e forgiate, create)],
allora si può dire che ogni Furia scatenata, guidata da Odio e Vendetta, è malefica [fa del Male], cosicché, che siano i Pentalfa o i Pentagrammi o gli Endecasillabi o altro, a manifestarla, è scorretto e genera Crimini [Omicidi ad ogni Livello,
sia coscienziale (v. Oppressione, p. Es. anche per i Praticanti FalunGong in Cina, da quel che ne è riportato dalla Stampa),
sia mentale (v. Manipolazione tramite Propaganda, mediatica e istituzionale, come descritta pittoricamente p. Es. nella Realtà distopica del Romanzo ”1984”),
sia psicologica (tratta di ”giocare”, v. Gioco = Giogo, con i Sentimenti e le Emozioni, generalmente altrui, e relativamente a questo Tema certamente ognuno ha Esempi, dalla sua propria Vita privata, da apportare: p. Es. l’Amante interessato ad altro che finge di essere innamorato, da cui l’Adagio giovanile ”san Valentino, la Festa di ogni Cretino, che crede di essere amato, ma viene solo fregato”),
fisico (Tortura di ogni Tipo, incluso Inquinamento fonico, Tossicità dell’Aria, e poi, Violenza fisica, p. Es. Incidenti causati, Esposizione a Pericoli creati artificialmente, quale Esempio estremo anche le cosiddette Mine antinuomo, e poi generalmente, Bullismo in ogni Ambito, p. Es. Scuola, Esercito, Posti di Lavoro, Politica, altro)],
cosicché l’unico vero e definitivo, o principale, Tema da affrontare è la Gestione dell’Odio e del Sentimento di Vendetta [e beninteso, di tutto quel che sta a monte di ciò: chi scatena quelle Sensazioni, e meglio, per astrarre senza focalizzarsi sul ”chi”, come vengono generate quelle,
e specialmente, come vengono generate, al Fine di generarle, le Sensazioni di Amore e Giustezza/Equanimità/Tzadaqah,
sicché torniamo alla Questione ancestrale umana, affrontata dalle Filosofie e Religioni e Vie mistiche di ogni Tradizione etnica, le quali hanno concluso un Sacco pieno di Suggerimenti utili da applicare ma che pochi applicano (e qui subentrano tutta una serie di Motivazioni, da affrontare, inclusa Frustrazione da Schiavismo ed altro)].
Felicità dentro-fuori a ognuno.