Leggevo i post di Sara Ascoli su facebook, e mi parevano i post più intelligenti e profondi che avessi letto. Avrei quindi desiderato conoscerla ma mi metteva anche in soggezione.
Feci una ricerca in rete e vidi che aveva pubblicato due libri. Acquistai quindi il suo ultimo testo, Cenerentola, l’inganno, l’anima e il Sang real, e iniziai a leggerlo. Fin dalla quarta di copertina, ogni frase mi colpiva ed entrava dentro, come nessun altro libro aveva mai fatto nella mia vita.
Nella quarta di copertina lessi “allora apprenderai che gli occhi non vedono e le orecchie non odono e apprenderai il potere della libertà: la scelta dell’ascolto”.
La frase mi colpì perché quella dell’ascolto è una delle tematiche della mia vita, tanto che ci feci anche una trasmissione e scritto degli articoli; ritengo l’ascolto una delle doti che bisogna apprendere per poter evolvere nella vita (l’ascolto degli altri, di se stessi, e del mondo). E ritengo che il percorso evolutivo cessa quando si smette di ascoltare, e allo stesso tempo ciascuno incontri il suo limite nella propria capacità di ascolto. Smetterò di evolvere quando smetterò di ascoltare pensando di aver capito tutto non solo di me stesso, ma anche degli altri.
Proseguendo nella lettura, il libro mi ha costretto a confrontarmi con alcune mie debolezze, mostrandomi come un mio pregio potrebbe nascondere in realtà un mio bisogno, o attaccamento e mi ha costretto a ribaltare alcune visioni di me stesso.
Ci sono camuffamenti notevoli con i quali ingannare noi stessi: si può coprire l’insignificanza con la umiltà; la paura dell’abbandono con l’empatia o la generosità, la vigliaccheria col disinteresse, il bisogno di approvazione con il perfezionismo; la tirannia con il vittimismo; la mancanza di autodeterminazione con la completa dedizione all’altro (pag 77).
Bisogna anche abbandonare l’idea di essere buoni, e nel giusto, e con essa l’idea di bene e male, il che non è da tutti.
La meta è quella di qualsiasi altro viaggio: scendere nell’inferno di se stessi, per trasformare la propria volontà in quella divina, per mutare la nostra personale percezione degli eventi, da vittime ad artefici degli eventi, e trasformarci in “verità impersonali agite da potenze celesti”
Come si fa per arrivare a trasformarci in questo? Mutando la nostra percezione del mondo, e trovare l’amore ovunque, è una delle chiavi.
Una delle frasi che mi ha colpito del libro, e che ha contribuito a mutare alcune mie prospettive, è questa:
Se la paura di agire non fosse che amore per la propria incolumità? Se la diffidenza verso il diverso non fosse altro che amore per la propria identità? Se l’abbandono lo vedessimo come amore per l’indipendenza? Se riuscissimo a leggere nella manipolazione l’amore per la propria posizione, nell’indifferenza quello per la tranquillità? Nel rifiuto, l’amore per le proprie idee; nel tradimento quello per il piacere; nell’illusione l’amore per la speranza, nella saccenza quello per la cultura….
Se fosse proprio questa facoltà di vederne l’essenza in ogni apparenza ciò che siamo chiamati a operare nelle nostre vite?
Qualche giorno fa, una persona a cui tengo moltissimo, ma con cui discuto regolarmente senza mai trovare un punto di incontro, mi ha detto “tu uccidi la vita” (e mi ha elencato i motivi, che riguardano sostanzialmente una diversa concezione della vita, della magia, e della volontà).
A causa del legame (e della stima) che ho per questa persona la frase era idonea a massacrarmi psicologicamente. Ma, applicando il principio del libro di Sara, mi sono dapprima domandato il perché mi avesse detto questa cosa, cercando di estrapolare la parte di analisi che avesse comunque un senso (c’è sempre una verità anche nelle parole più terribili che ci vengono dette, perché queste, come ripete spesso la mia coach, Daniela, evidentemente risuonano da qualche parte nel nostro inconscio, altrimenti non ci colpirebbero).
Dopodichè mi sono detto: dietro questa frase c’è l’amore per le sue idee, l’amore per i suoi ID (Id sono le varie identità a cui siamo affezionati, secondo la terminologia dei libri di Sara; e questa persona ha una volontà fortissima, e quindi degli ID altrettanto forti), l’amore per la sua libertà e indipendenza. Del resto, perché questa persona è entrata nella mia vita? mi sono detto. Perché è intelligente, indipendente, diversa, ha una forza di volontà eccezionale, e una potenza magica straordinaria, e mi ha sempre offerto continui spunti di crescita e di introspezione.
Utilizzando l’amore come chiave, sono andato alla vera essenza del nostro rapporto che è, appunto, l’amore (perché questa persona ha attaccato in questo modo proprio me, e non suo cugino, un amico, o un cliente?). Del resto, da parte sua, l’amore lo sento, anche se poi a questa energia che ci lega noi diamo nomi diversi.
A dividerci, sono i vari ID a cui siamo identificati.
E le ho mandato alcune parti del libro di Sara, dove c’è la soluzione ad alcuni aspetti della sua vita.
Un giorno Sara mi ha detto “questo libro lo abbiamo scritto insieme, in astrale. Ecco perché lo senti tuo, e lo hai pubblicizzato più di quanto tu abbia fatto per i tuoi libri. Io, invece, non l’ho mai pubblicizzato, perché evidentemente aspettavo te e sapevo che era un lavoro che avremmo fatto insieme”.
In effetti, mi pare di conoscere questo libro di Sara (ma anche l’altro “La stirpe delle anime guerriere”) più di quanto lo conosca lei. Ed insieme abbiamo iniziato un lavoro su noi stessi, basato sul suo libro, per niente facile, perché ci fa confrontare con tutti i nostri limiti e debolezze. La mia sensazione è che le sue guide, nel suo primo libro “la stirpe della anime guerriere” suggeriscano a Sara la via per migliorare la sua vita per mezzo della volontà, ma che lei non abbia mai applicato in toto i loro consigli (come tutti del resto… anche io se applicassi nella mia vita quotidiana i principi che espongo nel mio libro “alla ricerca di Dio” sarei un illuminato). E quindi le abbiano dettato il secondo libro, Cenerentola, che forse è ancora più chiaro per certi versi, o comunque ne rappresenta un completamento.
Per me è il lavoro su me stesso più affascinante che abbia fatto in vita mia, con un libro che sento mio per averlo scritto in astrale.
Che non so se sia la verità (io non vado in astrale consapevolmente), ma siccome il mondo fenomenico è il riflesso di ciò che abbiamo dentro, e fuori di noi non incontriamo altro che noi stessi, questa visione magica del mio incontro con Sara e col suo libro mi rispecchia, mi piace, e rende la mia vita ancora più magica.
Magia, del resto, viene dal termine Maya, illusione. E il mago sa bene che tutta la realtà è solo un illusione, perché il mondo esterno è un riflesso del suo mondo interno. Quindi Sara è un riflesso di me, e io sono un riflesso di lei.
La strada è lunga, perché applicare nella pratica i principi di questo libro non è affatto facile. Ma il viaggio è comunque magico. E arriveremo tutti alla meta, in questa vita o in un’altra.