Presento con questo post, un pezzo scritto espressamente per il nostro blog da Marino Balducci, esperto dantista, il quale ha pubblicato da poco un romanzo dantesco dal titolo “Inferno scandaloso mistero”. In realtà non si tratta di un romanzo ma di una rivisitazione in chiave personalistica della Divina Commedia e del viaggio iniziatico di Dante Alighieri. Per quanto mi riguarda non sono un letterato né una persona colta. Al liceo ho sempre odiato la Divina Commedia e non ne ho mai letto una riga (e in effetti i miei voti non erano eccelsi). In questi anni ho letto alcuni pezzi della Commedia dantesca interessandomene unicamente sotto il profilo massonico e rosacrociano, per capire di più i delitti che insanguinano la nostra società. Non posso quindi dare un giudizio sull’opera di Balducci, potendo solo dire che leggendola l’ho trovata affascinante, quasi calamitante. Essendo scritta con la tecnica che alcuni definiscono del “flusso di coscienza”, durante la lettura sembra di entrare nella testa dell’autore e di fare il viaggio insieme a lui.
DANTE TEMPLARE, MASSONE?… COMUNQUE UN FANTASTICO VISIONARIO
di
Marino Alberto Balducci
per il
BLOG DI PAOLO FRANCESCHETTI
<paolofranceschetti.blogspot.com>
Prendendo spunto da un articolo di Paolo Franceschetti e Stefania Nicoletti dal titolo Dante templare, massone, rosacrociano, eretico, anticattolico ed incompreso, ampiamente diffuso e discusso in ambito telematico, mi sento di esprimere un parere in merito alla tanto vexata quaestio dell’esoterismo dantesco.
Senza dubbio la presentazione di Bernardo di Chiaravalle come guida estrema e fondamentale del Viaggio verso la contemplazione ultima della ‘ruota’ di amore Verità e Gioia (Par. XXXIII) non è casuale. Bernardo è così altamente considerato in primis come grande teologo mariano e dunque ideale mediatore al fine di ottenere umilmente la necessaria grazia ed aprire la nostra coscienza, purificandola di ogni egoismo e rendendola specchio dell’infinito; ma certo Bernardo è anche il parente di quel feudatario della Champagne Hugues de Payns che fu il fondatore dell’Ordine Templare, regolamentato ed esplicitamente elogiato dal santo stesso nel 1135, nella sua opera De laude novae militiae ad Milites Templi. Nonostante questo, non possiamo dire con assoluta certezza che la presenza determinante di san Bernardo nella Divina Commedia mostri la prova definitiva di un’affiliazione occulta di Dante al gruppo dei Cavalieri del Tempio che forse avevano scoperto a Gerusalemme i segreti di proporzioni ideali e perfette rivelate a Mosè dal divino ed esplicitate da Salomone nella sua opera architettonica. Questi principi segreti rappresenterebbero basi essenziali per l’edificazione delle diverse cattedrali dell’epoca gotica, principi segreti dei più esperti maestri fra i muratori europei: quegli eredi nel Medioevo del simbolismo arcano che sarà poi tramandato ai fratelli massoni moderni. Dobbiamo comunque ricordare che Dante nel poema depreca come ingiusta la violenta soppressione dell’Ordine Templare da parte di Filippo il Bello (Purg. XX). Nella Divina Commedia, inoltre, la parola ‘tempio’ (da un punto di vista fisico-concreto e storico) viene sempre usata per indicare strutture pagane classiche oppure il Tempio di Gerusalemme e certo anche i luoghi di culto templari. In quest’ultimo senso dovremmo evidenziare un precipuo riferimento nel canto di Farinata (Inf. X), dove il poeta mostra comunque di dissociarsi dall’eccessivo rancore dei Cavalieri Templari (affiliati dei guelfi) verso i ghibellini Uberti e dalle loro preghiere per una vendetta impietosa della terribile carneficina di Montaperti. Secondo molti studiosi, esistono senza dubbio nella visione dantesca dei forti riferimenti a un esoterismo tradizionale; e questo mi sembra si debba accettare senz’altro, considerando comunque che niente in questo campo specifico, essendo per sua stessa definizione un ambito misterioso, si può affermare come assoluto. L’analisi dei ‘segni oscuri’ è infatti sempre inevitabilmente influenzata dal soggettivismo interpretativo. E dunque credo sia giusto ricordare che, a tutt’oggi, nulla di concreto a livello letterale (che è il primo livello di riferimento di ogni accorta e corretta operazione ermeneutica) ci porta a affermare con sicurezza che Dante fosse un Templare e che abbia voluto lasciarci con la Divina Commedia una sorta di ‘cattedrale poetica’ includendovi volutamente e programmaticamente elementi essenziali del simbolismo muratorio di Salomone, Mosè e, ancor prima, dei costruttori delle Piramidi e della Sfinge di Giza.
Nonostante questo, comunque, avendo studiato l’opera dantesca ormai da oltre trent’anni, mi sento proprio di dire che non ho dubbi: la Commedia è davvero divina. E, proprio parlando di letteralità e di valore assoluto della parola del nostro autore, noi non dobbiamo mettere in forse quanto lui stesso ci dice a proposito della visione e della sua conseguente rappresentazione in quel libro che non è solo un capolavoro di arte poetica, ma è insieme un vero “poema sacro,/ al quale ha posto mano e cielo e terra” (Par. XXV, 1-2). Certo, in un’epoca desacralizzata culturalmente come la nostra, quanto io affermo può a molti sembrare assurdo… eppure lo devo dire perché è necessario, in buona fede. E questo non lo dichiaro soltanto perché affascinato e travolto dall’infinita sorgente di poesia e di scienza dell’opera, così come dalla prodigiosissima investigazione della coscienza che in essa si scopre attraverso le fasi diverse del labirintico itinerario interiore, un itinerario simbolico che è autentico esempio di psicoanalisi ante litteram. No, io lo dico per quel geometrismo perfetto e non umano — ma astrale, celeste — che anima tutte le parti di questo poema, che si sviluppa come spirale, in un pensiero che germina e si avvicenda con ritmo perfetto di corsi e di ricorsi mentali capaci di rappresentare, in maniera chiarissima, affetti e pensieri tutti legati gli uni con gli altri, previsti, anticipati, proposti e riecheggiati e trascesi come per opera di alta magia. Quanto ora affermo in sintesi estrema riguarda i risultati maggiori della ricerca ermeneutica caratteristica dell’istituto internazionale di dantologia che io dirigo in Toscana e che in vari studi più precisamente io ho definito col termine di ‘sinfonismo dantesco’ e che è un ‘sinfonismo’ di mera natura compositiva e strutturale.
Secondo la tradizione massonica, le tavole ricevute da Mosè dall’Eterno, che sono scritte su entrambi i lati (Ex. XXXII, 15-16), oltre ai famosi comandamenti avrebbero pure avuto sul retro indicate le regole della perfetta geometria costruttiva divina: il segreto della creazione dell’universo, espresso in un linguaggio purissimo di armonie matematiche. La conoscenza di questo linguaggio avrebbe in seguito permesso a Salomone di costruire il suo tempio meraviglioso a imitazione di un tale processo ‘musicalissimo e proporzionato’. In questo senso, io credo che Dante poeticamente si possa senza alcun dubbio proporre come un fratello spirituale di re Salomone e di tanti altri che quanto lui hanno saputo tradurre nell’arte il respiro divino. Ho detto ‘tradurre’ e non ‘creare’ o ‘costituire’ proprio perché altro aspetto fondamentale della Commedia di Dante è l’umiltà del poeta (humilitas mariana) che sempre assurge alle vette più alte proprio nel suo rinunciare al protagonismo del solo creatore dell’opera. L’opera è sua, in quanto fatta di terra e materiata in concetti ed immagini chiare (per noi della terra), ma non è sua, d’altro canto, perché è ispirata principalmente dal cielo.
Non c’è davvero motivo di dubitare della visione avuta, descritta e testimoniata dal nostro poeta. Noi non dobbiamo discutere la sua buona fede e dunque la lettera del suo poema, cioè a dire quel senso più letterale del suo parlarci nelle diverse parti del libro dove ci dice che tutto — tutto il viaggio — è stato da lui percepito in una fase di trasognamento: non ‘sogno’ comunque, bensì appunto ‘visione’, visione di cose inviate dall’alto, dall’alto dal grande mistero al di fuori di noi. Prima di preoccuparci di ciò che la lettera della Commedia non dice esplicitamente, prima di chiederci se Dante fosse un templare un antico massone, un precursore dei rosacroce del XV secolo o magari un iniziato del tasàwwuf, che è poi l’islamico misticismo dei sufi (e in questo caso comunque siamo sicuri che il nostro poeta conoscesse bene il pensiero di Abu Hamid al-Ghazali), noi ci dovremmo a mio avviso porre quella che è una domanda fondamentale: crediamo o non crediamo all’onestà intellettuale di Dante, crediamo alla visione?
Il mio parere è che il poeta non abbia avuto bisogno di essere adeguatamente iniziato da un gruppo di confratelli per fare quello che ha fatto artisticamente. Il poeta, come egli stesso ci dice, ha avuto infatti una visione. E questa — per sé — ha davvero costituito la fondamentale esperienza iniziatica che sta alla base della Divina Commedia. Tale visione ha posto Dante in contatto (così, faccia a faccia, spontaneamente) con una messe di simboli arcani che fanno parte di un patrimonio originario, un tesoro di vera sapienza che nel fluire del tempo e della storia viene adombrato in varie forme dai più diversi rituali misterici. È ovvio comunque: quello che Dante ha ‘veduto’ nel mezzo del suo cammino esistenziale non era certo alla lettera quanto ha descritto negli anni a venire nei suoi tre libri. Infatti l’arte (la maestria dell’artista) e poi anche ispirazioni ulteriori gli hanno permesso di ripercorrere e di spiegare in dettaglio, precisamente, le caratteristiche di un improvviso e sinergico, totalizzante ‘vedere’. Questa è la fantasia del poeta.
La fantasia, da un lato, in senso scolastico (seguendo Maimonide e san Tommaso), appare come una forma imperfetta di rivelazione, quel «casus a prophetia» che è quasi un cascame, un frutto immaturo che scivola via e si stacca dai rami del Vero; comunque, da un altro lato, la stessa per Dante non è solo più quel concetto che è tipico del Medioevo, la cosiddetta ‘phantasia’, una mera rappresentazione di ciò che vediamo attraverso i nostri sensi o gli influssi degli astri oppure il volere divino (Purg. XVII). No, non è questo. Non è più questo.
Dante è uno spirito innovativo e moderno. Lui apre le porte alla modernità con un sentimento diverso della poesia che non è mai descrizione pedissequa di ciò che si osserva, ma è un ripercorrere le varie strade dei propri pensieri e dei simboli che entrano dentro la mente dell’individuo: artista e uomo libero. L’uomo-poeta per Dante (come dirà poi Ficino, un secolo dopo) deve essere ‘mago’, e dunque collaboratore — dal basso dalla sua terra — del piano divino. Lui ha ricevuto l’incarico di custodire il giardino del mondo creato, ai tempi di Adamo. Poi ha commesso l’errore. E dopo, come un artista e come un poeta, lui deve ancora lasciarsi ispirare dall’alto, lui deve rappresentare le cose non solamente per quello che sono, ma come dovrebbero essere, come dovranno essere al fine, alla fine dei tempi io voglio dire… quando l’errore scomparirà dalla terra ed essa diventerà uno specchio del cielo. Dante è capace di intravedere in questo specchio e ci offre dunque un’immagine di perfezione e un miraggio di riferimento ideale in quel suo gran libro.
È vero — e il nostro poeta ce lo confessa impotente alla conclusione, ma anche nel corso dell’opera — la sua parola non può rappresentare compiutamente quello che ha visto e, in particolare, quello che ha scorto al di là della sfera terrestre, nel paradiso, immagine somma di perfezione. Comunque, anche nel fallimento, quella parola, quel ‘fare poetico’, diventa ogni volta capace di rivelare, ci lascia intuire per via amorosa, sentimentale, quanto non dice perché è indicibile… è il puro ineffabile. E poi la struttura compositiva, la geometria dei pensieri, rispecchia anch’essa (sì, quasi attraverso la concisione di un mandala) ciò che è distante da noi: Sublime Intoccabile.
Il balzo stilistico e contenutistico, rispetto allo Stilnuovo, il miracolo di verità travolgente dell’improvviso realismo espressivo della Divina Commedia sono un prodigio, un’epifania. No, non si spiegano, se non ammettendo fra le due fasi fondamentali dell’esistenza dantesca — la vita a Firenze e la vita d’esilio — un’esperienza scioccante e ‘iniziatica’, anche se io non voglio proporre ovviamente quest’ultima aggettivazione nel mero senso esclusivo e ritualizzato dell’esoterismo tradizionale. Qualcosa di enorme è dunque avvenuto che ha provocato nel cuore dantesco una profonda e radicale trasformazione, portandolo a un sentimento diverso, più forte e più vero dell’essere. Dante ‘sapeva’ del Grande Architetto. Questo per me è sicuro. Era un templare, un massone?… Di nuovo, a tutt’oggi non lo possiamo affermare con assoluta certezza. Ma poi è davvero importante?… Comunque, se anche non fosse stato un fratello dei liberi muratori, Dante fu senza dubbio un artista ispirato dal Muratore.
Marino Alberto Balducci dirige in Toscana il centro di ricerche dantesche Carla Rossi Academy – International Institute of Italian Studies
(Non-profit entity in collaboration with Harvard University U.S.A. since 1998). Ha insegnato per molti anni alla University of Connecticut U.S.A. È autore di studi critici sull’arte, la filosofia e la letteratura italiane di vari periodi, dal Medioevo al Novecento. Come poeta ha dato voce a esperienze spirituali legate ai suoi viaggi in India e alla sua collaborazione con la University of Delhi. Mario Luzi ha scritto su di lui, prima di morire. Fin dal 2007, organizza in Italia e all’estero Evocazioni Dantesche. Un Viaggio nella Divina Commedia (Immagine, Danza, Musica e Parola), un programmi di conferenze-spettacolo & performance art patrocinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, assieme alla Società Dante Alighieri di Roma, al Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali di Ravenna ed alla Società Dantesca Italiana di Firenze.
Recentemente Balducci ha espresso il suo punto di vista sulla modernità del poema di Dante nel romanzo filosofico Inferno. Scandaloso mistero (“Premio L’Autore/Firenze Libri 2010”), appena pubblicato a Milano e reso disponibile in rete da < Libreria Universitaria.it. >.
Anonimo
7 Aprile 2012 @ 18:07
come torno in italia me lo compro!!!! grazie paolo!!!! cmq primo!!!!!!!!!!!!!!1
Anonimo
7 Aprile 2012 @ 22:51
Se non disturbo con l'OT…vorrei chiedere a NMF se il sigillo sionista comprenda anche l'evidente tentativo di creare una "religione della Shoah" attribuendo a questo,pur terribile evento,un aurea di "malvagita' insuperabile" che instaura un senso di colpa permanente in tutti popoli europei e non solo,e che questo giustifichi tutte le atrocita' sioniste.
Paolo Franceschetti
8 Aprile 2012 @ 7:36
all'anonimo fiero di essere il primo. 🙂
Penso che tu possa anche ordinarlo via Internet.
Giorgio Andretta
8 Aprile 2012 @ 9:19
Steiner sostiene che il Poeta abbia il terzo occhio aperto, chiunque voglia sincerarsi dell'affermazione può farsi un giro nell'akasha.
Non che sia un obbligo, Paolo, ma il sig.Marino Alberto Balducci può leggersi i testi che raccolgono le conferenze del fondatore dell'antroposofia, da me a lei, di recente, indicati in concomitanza con la conferenza di Resana, oppure studiarsi la geometria pitagorica di ispirazione megatroniana.
Ad majora.
MinT ' Ossico
8 Aprile 2012 @ 9:30
Auguroni a tutti !!!!
il periodo è fantastico !
abbiamo Monti (il tecnospagirista mezzo Golem) che va addirittura a messa al Santo Sepolcro
http://www.repubblica.it/esteri/2012/04/08/news/monti_a_gerusalemme-32961131/
e addirittura dice di aver provato "una emozione molto intensa " !
rimango sempre piu' stupefatto
per festeggiare vorrei condividere con Voi il fantastico video del mitico Kanye West – POWER
http://www.youtube.com/watch?v=L53gjP-TtGE&ob=av2e
i nostri "avversari" sono sempre piu geniali
michele
8 Aprile 2012 @ 11:44
si acenna alle tavole sacre e quindi d bibbia…in merito invito TUTTI a cercare Mauro BIGLINO su youtube nella conferenza "cirié" l'esegeta Biglino che ha scritto per le edizioni SAN PAOLO, evidenzia come il significato letterale biblico sia stato stravolto…nascondendo il resoconto storico più palese… avv. Franceschetti spero lo visioni se non lo conosce già! lo reputo davvero molto autorevole come esegeta! http://www.youtube.com/watch?v=LuovED_8I8w
NonMiFirmo
8 Aprile 2012 @ 17:42
Anonimo 08aprile2012 00:51
Sì. E proprio l'apposizione sull'ambito divino (della proiezione) di quel SIgillo è la manifesta testimonianza dell'imposibilità di uscire dalla complessa situazione se non attraverso un evento straordinario.
Proprio perchè come già detto la teoria dei SIgilli prevede per la rottura o lo scioglimento, l'impiego di forze dell'ordine di quelle impiegate nella creazione (o superiori nell'atto iniziale…una sorta di innesco per il salto entalpico).
In questo caso il fattore tempo ha dimostrato tutta la sua inefficacia.
Ciò ha anche una spiegazione interpetabile nella teoria dei campi di cui, nella fisica dei quanti, si è totalmente rivisto le caratteristiche.
Ma evito altrimenti a Carletto gli collassano le sinapsi (scherzo :).
pietro villari
8 Aprile 2012 @ 19:23
All'@nonimo delle 11:30
non vedo per quale motivo si stupisca che Monti vada a Gerusalemme in visita al Santo Sepolcro.
Per il credente, la Pasqua e' un momento di straordinaria importanza, del cambiamento:
per coloro che vestono l'abito del pellegrino e si credono uomini di buona volonta' e' augurio di un nuovo sole che splenda al suo zenit e che il mare della vita inghiotta il precedente.
Anonimo
8 Aprile 2012 @ 19:59
@Michele
Grazie del link interessantissimo, invito tutti a visionarlo, dato che chi espone sembra essere davvero preparato.
Anonimo
8 Aprile 2012 @ 20:19
Cosa ne pensate della denuncia fatta in procura dall'avv. Paola Musu ripresa da Paolo Barnard? E' un'azione che può servire?
Giuditta
8 Aprile 2012 @ 20:40
Ciao. Una segnalazione su una vicenda stracolma di simboli e moventi politici ed esoterici.
I fatti di Tolosa.
Oltre moventi politici locali (elezioni presidenziali):
1-Un assassinio politico pianificato da Israele per fare pressione sull'UNIFEM e il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite.
2-Con l'eliminazione del nome della famiglia Sandler, Israele e Stati Uniti, sempre mano nella mano nel commettere le peggiori azioni, hanno definitivamente spazzato via il passato di cui si sentivano esclusi e rivendicano come tutti il diritto alle Nazioni Unite di cui oramai si sentono i Padri Fondatori! Essi mostrano cosi' alle nazioni, che vi sono rappresentate, che niente e nessuno li può fermare nella loro marcia verso la mondializzazione.
3-la famiglia Sandler è ultra-ortodossa (l'80% degli ultra-ortodossi sono contro l'apartheid e i crimini commessi dal Tsahal, l'esercito israeliano, e molti di loro sono anche contro lo Stato di Israele poichè il sionismo è di natura puramente politica, al contrario gli ultra-ortodossi credono che si debba attendere il Messia per poter tornare nella terra di Israele
http://tuttouno.blogspot.com/search?updated-max=2012-04-06T21:05:00%2B02:00&max-results=3
(vi prego di non pensare che voglio solo e soltanto fare pubblicita' al mio blog).
Giuditta
8 Aprile 2012 @ 21:04
Siiiiii cercate Mauro BIGLINO e anche Giuliana Conforto. Franceschetti-Manfredi-Malanga-Biglino-Conforto nel mio percorso di "consapevolezza" sono stati molto importanti.
Carletto
8 Aprile 2012 @ 22:06
NMF…..magari!!!Vorrebbe dire che qualche sinapsi ancora ce l'ho!!!!
Invece da come sai le ho finite tutte :)))
Tu invece con l'alzahimer come va???
AHAHAHAHAHAHA
lo so che skerzi!
ciao e non mangiare troppo domani che poi nno digerisci
Giorgio Andretta
9 Aprile 2012 @ 6:30
Lei, sig.michele ha invitato TUTTI a prendere visione delle traduzioni dell'"ermeneuta" sig. Mauro Biglino, ma non era più pratico indicare il traduttore di Google?
Le sembra che per tradurre in sanscrito un trattato di cucina di Gualtiero Marchesi sia sufficiente incaricare il più indiscusso maestro conoscitore della lingua?
La ringrazio per quanto vorrà rispondermi
Anonimo
9 Aprile 2012 @ 8:17
Scusa Paolo ma questa simpatica bambina/o nella foto a lato chi è? Io leggo tutto ma poi non so che cosa capisco, comunque grazie. Fab
Paolo Franceschetti
9 Aprile 2012 @ 8:20
Questo bambino a lato l'ho preso da internet perchè ha una faccia simpatica. Come il bambino ciccione accanto al cane. Serve per mitigare con immagini carine e che sprigionano innocenza, l'orrore che raccontiamo in questo blog.
Anonimo
9 Aprile 2012 @ 8:30
Indubbiamente fa l'effetto che tu dici: è troppo simpatica. (Ormai ho fatto la domanda … e quindi non posso più pensare come prima che potevi essere tu da piccolo oppure Solange.) Ti ringrazio ancora per il blog. Guardiamo avanti.
NMRK Fab
Giuditta
9 Aprile 2012 @ 8:43
@ Giorgio Andretta. E' vero Biglino preso da da solo non e' assolutamente sufficiente, un semplice autore di science-fiction.
Ma, voglio fare un esempio di percorso mio personale: se si ascolta e legge alla fine (si fa per dire, perche' la fine non c'e' mai) di anni di ricerca e di presa di coscienza, e si prende in considerazione anche le corrispondenze scientifiche di cui parla Biglino nelle sue conferenze (le mie basi scientifico -galileane), tutto si mette a posto, o quasi, perfettamente. Non so se mi spiego 1+1=1,99.
Come ho detto in un mio commento precedente, per me (in ordine cronologico questa volta,purtroppo sono costretta a tralasciarne molti) G.Bruno+11settembre+Franceschetti+Manfredi+Pizzuti+Malanga+Biglino+Conforto+le ultimissime esperienze di Malanga =1,99
A me Biglino ha aperto un mondo, le ultime catene dell'educazione religiosa in mille pezzi, ecc.
Non le dico l'ebrezza della liberta'! che sensazione magnifica!
Anonimo
9 Aprile 2012 @ 9:25
Ciao a tutti, vado smaccatamente OT e vi chiedo scusa.
Qualcuno puó darmi una sua interpretazione sul erché compaia spessissimo un rettile/serpente/dragonei giochi dei bimbi??? Esempi: la pista Hot Wheels con la macchinina che imbocca il serpente per uscirne dalla coda a tutta velocità, la mania (creata ad arte?)dei Dinosauri, su rai yoyo "il formidabile mondo di Bo"con il draghetto onnipresente come un' ombra,Dragon Ball senza arrivare a citare l'intrigante serie "il piccolo principe"( rai yoyo) vero florilegio di simboli alchemici (rosa rossa, la volpe, l'uccello di fuoco ecc ecc) ostentati e amplificati rispetto all'originale di St. Exupery..
Volontà di Agganciarsi agli archetipi già nell' infanzia o pure coincidenze?
Giorgio Andretta
9 Aprile 2012 @ 10:48
D'accordo che Gualtiero non è sufficiente per introdurci completamente in cucina, ma ci porta avanti di un bel pezzo, sig.ra Giuditta!
Sono soddisfatto per lei se Biglino le fa provare l'ebrezza della libertà, purché non sia quella dell'alcol.
Con simpatia.
Anonimo
9 Aprile 2012 @ 11:49
interessante il Centro Ricerche Dantesche Carla Rossi Academy. Stavo cercando il sito internet, ho provato con CR Academy, ma nulla, ho provato anche con RC Academy, ma ho trovato solo scuole con riferimenti a santi, con croci e cuori come simboli. Sara' sicuramente un caso. Grazie!
Megatroniano Ispirato
9 Aprile 2012 @ 15:40
Anvedi Andretta, ahò…
Se magna du sorci e sputa pure er rospo. Senteme nonnetto, sai che te digo… li mortacci
Anonimo
9 Aprile 2012 @ 16:39
@Giuditta,
Non ho letto nwssun libro di Biglino e dopo le Tue indicazioni ne ho visionato il blog.
Avendo letto tutto Sitchin ho la senzazione non solo che Biglino dica le stesse identiche cose, anche il tipo di lavoro e' del tutto simile: Biglino traduce la Bibbia e Sitchin le tavolette sumere.
Mi confermi?
PS: aggiingendo la Carlizzi e togliendo Biglino abbiamo iniziato sulla stessa via.
Aisha
Anonimo
9 Aprile 2012 @ 17:56
@Franceschetti.Io ero convinta che quel bambino dall'espressione simpaticissima e biricchina fossi tu…..ti somiglia troppo!
Anonimo
9 Aprile 2012 @ 18:37
Gent. Dott. Balducci, ho letto con attenzione il suo articolo e ho riflettuto sulla sua domanda a proposito dell'"onestà intellettuale" del Sommo Poeta. Forse ho frainteso, ma mi pare di cogliere questo implicito: o Dante, quando parla di una "visione", dice la verità, oppure, se fosse una finzione letteraria, il Poeta sarebbe "intellettualmente disonesto" nei confronti del lettore. E' così? Suvvia Sig. Balducci, Lei è un dantista e come tale saprà che Dante stesso nell'epistola a Cangrande della Scala definisce la Commedia un'opera "polisemica". Lo sanno anche gli studenti liceali che dietro ciò che Dante dice si cela un messaggio che va oltre la lettura letterale. Io credo che la Commedia, per essere apprezzata e amata debba essere compresa, come comprese dovrebbero essere le intenzioni del suo Autore.Personalmente , come lettore, le dirò che sì, credo all'onestà intellettuale di Dante, nel senso che non penso abbia voluto ingannare il suo pubblico, o farsene gioco, ma quella visione di cui parla, come ogni altra cosa che dice o fa dire ai suoi personaggi, può essere letta a più livelli, a seconda dell'intelligenza (etimologicamente parlando) di chi legge. Cercare una sola verità, quando si tratta di Dante, è quantomeno riduttivo. Ma Lei è un dantista e queste cose le sa molto meglio di me. Un cordiale saluto.
Giuditta
9 Aprile 2012 @ 18:55
@ anonimo. Su Sitchin ho visto 2-3 video, non lo conosco molto, pero' si, credo che il loro lavoro sia complementare. Bliglino fa riferimento anche agli scritti sumeri, e non solo.
Dimenticavo importantissimo per me, come base, e' stato Velikovsky con il suo Mondi in collisione.
Purtroppo l'alcol non lo sopporto molto, bevo solo quando mangio, e in compagnia, un mezzo bicchiere di vino rosso e solo rosso con molto tannino (preferibilmente aglianico o bordeaux). "Je me shoote" con chili di cioccolato ION (e' greco ed e'il miglior cioccolato al mondo!).
Giuditta
9 Aprile 2012 @ 19:35
@ anonimo, scusa non avevo letto che ti chiami Aisha (che bellissimo nome).
@ michele e andretta, Biglino non e' assolutamente, lui stesso lo dice piu' volte, un esegeta.
Biglino e' un traduttore, traduce alla lettera la Bibbia, non interpreta non inventa, non cerca di mettersi nei panni dello scrittore…
Chi ha scritto il Vecchio Testamento voleva dire esattamente quello che descrive, con termini della sua epoca ma papalepapale.
Anonimo
10 Aprile 2012 @ 15:06
Ho ascoltato attentamente Biglino, tutto molto plausibile, ma mi frulla in testa una domanda:come fa ad essere ancora vivo?
La risposta che mi do è chè forse sia protetto da quella fazione di gesuiti che vogliono il disclosure di tutte le informazioni piu' scottanti, ma rilasciando questo tipo di informazioni anche il loro potere verrebbe meno, quindi a che pro?
Ipotesi peregrina?
Anonimo
10 Aprile 2012 @ 19:28
Anonimo delle 17.06, 10 Aprile
Tutto puo' essere, ma come si accenava prima il lavoro di Biglino e' complementare o perlomeno segue la stessa via, di quello di Sitchin che scrisse in materia molto tempo prima di Biglino.
Sitchin e' morto recentemente in veneranda eta'.
Aisha
Anonimo
10 Aprile 2012 @ 20:12
Difficile che sitchin e company sapessero tradurre alla perfezione le tavolette sumere. I suoi scritti sanno un pò di boiata e di sensazionalistico, e ciò lo si può dedurre dal fatto che in alcuni libri di Sitchin vengono addirittura descritte giornate tipiche di alcuni personaggi, cosa difficile da tradurre dalle tavolette che come tutti sanno rappresentano un tipo di scrittura molto meno dettagliata di quella odierna, e in cui un simbolo ha un significato molto ampio, che non permetterebbe a nessuno di potersi sbizzarrire nel descrivere giornate di vita tipiche di un anunnaki
Anonimo
11 Aprile 2012 @ 20:25
@anonimo 10 aprile 2012 22:12
Adesso pero' non buttiamo via l'acqua sporca con tutto il bambino.
P.S
Per il tipo che ce l'ha su con i tentacoli e polipi di mare,il mio commento è un modo di dire non ti affannare ad infilarmi nella tua insalatona misto mare.
Anonimo
11 Aprile 2012 @ 21:25
@ Anonimo delle 22:25
Va beh non buttiamo sia bambino che acqua sporca, mettiamola cosi:
Sitchin voleva guadagnare bene dai suoi scritti e ne ha approfittato, mettendo un bel 85% di storie sensazionali che vendessero, ma si è guardato bene di raccontare come le cose stanno veramente (ammesso che lo sapesse). Col risultato che alla fine chi leggeva i suoi libri capisse tutto il contrario di chi fossero le entità descritte nei suoi libri, non vedendo l'ora tra l'altro di reincontrarle nel momento in cui si fossero palesate di nuovo
Marino Alberto Balducci
12 Aprile 2012 @ 8:58
Alcuni commenti anonimi sollecitano delle precisazioni intorno al mio articolo dantesco. A proposito della genesi del poema, mi sento di riconfermare quanto detto. Il poeta letteralmente ci spiega di avere avuto una visione. Si tratta di un'esperienza trascendentale che porta l'autore a contatto con una realtà superiore: quella descritta, ripercorsa e rielaborata dall'alta fantasia nella Divina Commedia. Io non metto in dubbio la buona fede di Dante e credo quindi anche al valore letterale della sua affermazione, per tutti i motivi da me indicati nel saggio. Il libro scaturisce dunque inizialmente da una ispirazione metafisica. Sono consapevole che ciò che affermo debba apparire quantomeno insolito, in un epoca culturalmente desacralizzata come la nostra. Mi dispiace, ma non posso davvero evitarlo.
Per quanto riguarda l'istituto di ricerca da me diretto in Toscana, si può accedere facilmente al suo sito elettronico digitandone il nome per intero su internet, vale a dire: Carla Rossi Academy. L'indirizzo telematico è il seguente: .
Marino Alberto Balducci
Marino Alberto Balducci
12 Aprile 2012 @ 10:09
Alcuni commenti anonimi sollecitano delle precisazioni intorno al mio articolo dantesco. A proposito della genesi del poema, mi sento di riconfermare quanto detto. Il poeta letteralmente ci spiega di avere avuto una visione. Si tratta di un'esperienza trascendentale che porta l'autore a contatto con una realtà superiore: quella descritta, ripercorsa e rielaborata dall'alta fantasia nella Divina Commedia. Io non metto in dubbio la buona fede di Dante e credo quindi anche al valore letterale della sua affermazione, per tutti i motivi da me indicati nel saggio. Il libro scaturisce dunque inizialmente da una ispirazione metafisica. Sono consapevole che ciò che affermo debba apparire quantomeno insolito, in un epoca culturalmente desacralizzata come la nostra. Mi dispiace, ma non posso davvero evitarlo.
Per quanto riguarda l'istituto di ricerca da me diretto in Toscana, si può accedere facilmente al suo sito elettronico digitandone il nome per intero su internet, vale a dire: Carla Rossi Academy. L'indirizzo telematico è il seguente: .
Marino Alberto Balducci
Paolo Franceschetti
12 Aprile 2012 @ 13:50
l indirizzo telematico della Carla rossi academy
http://www.cra.phoenixfound.it
Anonimo
12 Aprile 2012 @ 16:45
@anonimo 11 aprile 2012 23:25
"si è guardato bene di raccontare come le cose stanno veramente"
Scusami non voglio entrare in polemica, ma da tuo discorso si evince che tu ne sia al corrente.
"Col risultato che alla fine chi leggeva i suoi libri capisse tutto il contrario di chi fossero le entità descritte nei suoi libri, non vedendo l'ora tra l'altro di reincontrarle nel momento in cui si fossero palesate di nuovo"
Su questo ti do ragione a meta', ovvero, possiamo dare qualche responsabilita' a Sitchin, se esistono lettori tanto sprovveduti da fidarsi del primo alieno che incontrano?
Seguendo comunque il tuo discorso sulle entita' dalle quali guardarsi bene ti consiglio questi video:
http://www.youtube.com/watch?v=8HSrCOaSWzc
Anonimo
12 Aprile 2012 @ 22:20
Beh dalle ricerche di malanga è emerso proprio il contrario, altro che cosmonauti, c'è un progetto ben preciso.
E poi non si sa perchè, ma i nomi di alcuni protagonisti delle opere di sitchin li si ritrovano fra i nomi di noti dèmoni (meglio indagare prima di credere ciecamente a tali opere).
Comunque ho abbandonato la strada di sitchin e cosmonautari vari da un pezzo
saluti
Malebranche
21 Aprile 2012 @ 22:13
Vorrei ringraziare il dott. Balducci per questo articolo (e poi lo farò pure per il libro, quando lo avrò letto). Sono una studentessa di Lettere di Bologna, e sono una grande appassionata della Comedia sin da quando ero bambina (non è un'iperbole, ho cominciato a spulciare la splendida edizione illustrata da Doré dei miei genitori quando avevo nove anni). Crescendo, e approfondendo i miei studi, mi sono resa conto che l'Opera di Dante è molto più di un libro, di un malloppone di 14233 versi che si è costretti a studiare per prendere 8 all'interrogazione di italiano. E' un compendio interminabile di poesia e scienza, come scrive giustamente nel Suo articolo. Poi un giorno sono inciampata nell'articolo di questo blog che tratta proprio di Dante e dell'esoterismo interno alla Comedia, e credo sia inutile sottolineare che mi si è aperto un mondo: da Guénon a Pascoli, ho cominciato a vedere la Comedia sotto una diversa luce, percorrendola secondo un itinerario che, ingenuamente, non credevo neppure praticabile. Ma ci sono molti aspetti che mi lasciavano un po' interdetta, e che non sono mai riuscita a far coincidere.
Il lato positivo è che Lei, a differenza di molti dantisti, o comunque illustri professori universitari, sa comunque prendere in considerazione questo tipo di ermeneutica dantesca, da molti considerata, nella migliore delle ipotesi, bislacca o quanto meno fantasiosa. Lei invece mi lascia un margine di dubbio, e (anche se so di non essere praticamente nessuno per dirlo) questo è ammirevole, soprattutto dal punto di vista di una studentella che cerca di approfondire sempre più un argomento che spera di far diventare il perno della propria vita.
E ciò non basta: grazie a questo articolo ho pure scoperto l'esistenza del Suo istituto, e Le lascio immaginare la felicità.
Detto questo, vorrei porLe una domanda, che forse potrebbe sembrare ingenua, ma ho deciso di correre comunque il rischio: da quello che leggo nei vari manuali e testi, non ci è pervenuto alcun manoscritto originale delle opere di Dante. Da buona "complottista" (termine che detesto ma che ormai mi è stato appiccicato addosso), non Le pare che questo sia un filo… "sospetto"? 🙂
Marino Alberto Balducci
27 Aprile 2012 @ 12:05
LA REALTÀ DELLA VISIONE DANTESCA
Alcuni commenti anonimi sollecitano delle precisazioni intorno al mio articolo dantesco. A proposito della genesi del poema, mi sento di riconfermare quanto detto. Il poeta letteralmente ci spiega di avere avuto una visione. Si tratta di un'esperienza trascendentale che porta l’autore a contatto con una realtà superiore: quella descritta, ripercorsa e rielaborata dall’alta fantasia nella Divina Commedia. Io non metto in dubbio la buona fede di Dante e credo quindi anche al valore letterale della sua affermazione, per tutti i motivi da me indicati nel saggio. Il libro scaturisce dunque inizialmente da una ispirazione metafisica. Sono consapevole che ciò che affermo debba apparire quantomeno insolito, in un’epoca culturalmente desacralizzata come la nostra. Mi dispiace, ma non posso davvero evitarlo.
Per quanto riguarda l’istituto di ricerca da me diretto in Toscana, si può accedere facilmente al suo sito elettronico digitandone il nome per intero su internet, vale a dire: Carla Rossi Academy. L'indirizzo telematico è il seguente: http://www.cra.phoenixfound.it
Marino Alberto Balducci
LA DIVINA COMMEDIA NON È ORIGINALE: È UN’OPERA APERTA.
Certo, ha ragione la studentessa dell’Università di Bologna che in questi giorni mi ha scritto e che commenta il mio articolo intorno a Dante e ai Templari. Oggi noi non possediamo l’originale dantesco della Divina Commedia (come neppure alcun altro scritto del nostro poeta), ma solo copie del suo poema che sono state create da numerosi copisti contemporanei. Davvero di Dante non ci è pervenuta nemmeno una firma autografa, ed a tutt’ora ogni testimonianza di suo stesso pugno ci sembra perduta. Questo dovrebbe esser reso più noto, a mio parere; ma non come un limite, anzi… Ritengo infatti che nuove edizioni divulgative dell’opera potrebbero agevolmente aiutare tutti i lettori a confrontare autonomamente le tante varianti del testo, per valutare l’enorme ricchezza delle molteplici idee e diverse possibilità interpretative che in esso si fondono. È un’opera aperta il capolavoro dantesco. Un’opera che ogni volta in cui noi la leggiamo o rileggiamo ci chiama in causa creativamente per indagarne i tantissimi significati, per dar ragione ai suoi segni, per combinarli e, in questo, comprendere meglio noi stessi proprio attraverso lo sforzo interpretativo che è il nostro sforzo. Questa apertura dell’opera accresce potentemente il suo fascino intrinseco e, senza dubbio, a mio avviso la rende ancora più in grado di rispecchiare l’immenso, l’enormità del Mistero che ci determina e sempre ci abbraccia. Esso è lo stesso Mistero che Dante ci canta continuamente, come poeta. La perfezione dell’arte conchiusa, che nasce da finitezza, esprime dunque un emblema imperfetto dell’infinito. Sempre ci pone a confronto con un risultato che è umano… è troppo umano. E questo, un tempo, lo ha inteso perfettamente lo spirito estremo dell’arte rinascimentale, ormai vicino al Barocco. In questo senso, basti pensare ai prodigi del grande Tiziano — artista vecchio e malato — ed alla sua pennellata, la più ‘fiammeggiante’ (quella che è in definitiva pre-impressionistica), ma soprattutto si pensi a Michelangelo, ai suoi Prigioni, alle Pietà di Firenze, alla Pietà Rondanini, per non parlare del caos meraviglioso dell’ultima scena: il Giudizio della Sistina. Nell’apertura del ‘non-finito’, l’opera d’arte si allarga ogni volta al possibile, al metamorfico; sfugge così ogni umana determinazione (che è logica, è razionale) e tocca il suo scopo. Ci porta altrove: introduce, noi che l’adoriamo, all’enigma dell’Altro.
Marino Alberto Balducci
Anonimo
23 Giugno 2012 @ 9:11
Dante non era solo un letterato, era un uomo politico e anche un filo-sofo, un amante della sapienza. Apparteneva ad una società segreta, i Fedeli D'Amore, che voleva operare un cambiamento sostanziale nella cultura, nella politica, nella società e perfino nella religione. Non mi sento di sposare questa teoria del Dante visionario. Quella che Dante racconta è la storia del percorso spirituale e morale di un uomo, potenzialmente di ogni uomo, che può tradursi nel progresso della società intera. Un messaggio estremamente trasgressivo per quell'epoca, anzi forse per qualunque epoca. Un messaggio che per sopravvivere alla censura ecclesiastica doveva essere dissimulato dal travestimento della finzione letteraria: la visione. Dante come San Giovanni dell'Apocalisse. Dante profeta, ma non per tutti. E' così che ha salvato la Commedia e la sfida, oggi, è ancora aperta. Altro che visionario!!