Pochi giorni fa ero seduto al tavolo di un ristorante accanto ad una bambina. Nei giorni precedenti già mi aveva dato degli indizi sul fatto di essere superiore alla norma non solo per intelligenza, ma anche per capacità magiche. Eravamo appena stati ad un battesimo, e lei chiede il perché l’antipasto ce lo avevano portato dentro a delle grosse conchiglie. Per bellezza, ha risposto un adulto. E lei ha replicato “no, perché è una festa”; in effetti la conchiglia è uno dei simboli della nascita (la nascita di Venere del Botticelli raffigura proprio Venere che esce da una conchiglia). La bambina, insomma, aveva colto un simbolo, con immediatezza e naturalezza.
A quel punto ho avuto la certezza che la bambina avesse proprietà magiche, ma soprattutto che pure in famiglia debbano esserci fenomeni simili. Strega o mago, infatti, non ci si diventa; ci si nasce, e normalmente si prendono delle qualità da uno o più ascendenti.
Dal momento che la madre non è una strega e non sa nulla di queste cose le ho chiesto “ma in famiglia qualcuno di voi praticava la magia?”; in effetti sì, mi ha risposto, mia madre toglie il malocchio, e altre cose…
Una mia lettrice e ascoltatrice, Marilena, qualche giorno fa mi ha detto che quando legge i miei post sui bambini, le ricordo Il Piccolo Principe di Antoine de Saint Exupery. Il parallelo è corretto, perché quel libro è un romanzo rosacrociano, in cui ci sono, in sintesi, tutti i principali concetti della spiritualità rosacrociana, in particolare il senso della vita, l’amore, l’amicizia e la magia. Esplicitamente, poi, il libro esprime delle critiche profonde al modo di pensare degli adulti, per sottolineare come i bambini siano spesso più vicini alla verità e usino l’immaginazione in modo più corretto (e l’immaginazione è il fulcro della magia). Uno dei tanti messaggi di quel libro è chiaro: bisogna tornare ad essere bambini. “I grandi non capiscono mai niente da soli, ed è faticoso, per i bambini, star sempre lì a dargli delle spiegazioni”.
E’ scritto anche nei Vangeli: se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli (Matteo 18,1-5.10.12-14).
La frase del Vangelo non è casuale, ed esprime una verità che tutte le tradizioni spirituali sottolineano: il tornare bambini. Che non significa banalmente tornare ad essere infantili, ma tornare ad avere la purezza del “sentire” tipico dei bambini. Per farlo occorre liberarci di tutte le maschere che ci siamo messi durante la vita, individuare i condizionamenti, gli schemi mentali, e tutto ciò che ottenebra il nostro “sentire”, per recuperare la magia della vita, nostra e altrui. E’ il percorso che ho descritto nell’articolo “Fondersi col divino, il percorso alchemico”: togliere le maschere, per tornare all’essenza, come lo sono naturalmente i bambini. Non a caso, esotericamente, i Vangeli sono un testo alchemico.
Crescendo, mi sono reso conto che da piccolo avevo delle percezioni corrette, che ricordo benissimo, ma che negli anni ho perduto per via delle stronzate degli adulti. Alle elementari, ad esempio, già mi domandavo come fosse possibile che andando sulla Luna potessimo decretare che non c’era vita (e se esistono forme di vita sotto terra? o se si fossero nascosti al nostro arrivo? Mi domandavo); ho capito negli anni che sulla Luna non ci siamo andati affatto, ma la maggior parte degli adulti ci crede.
Il sistema burocratico mi pareva una follia e a dieci anni mi domandavo come facesse mio padre a ricordarsi tutte le scadenze, le tasse, ecc. Soprattutto mi domandavo perché mai gli stipendi agli statali dovessero essere calcolati lordi e non netti (ma non si fa prima a dargli la somma netta, tanto poi le tasse vanno allo stesso Stato che paga gli stipendi). Da adulto ho continuato a pensarla allo stesso modo e ho capito il perché della follia (complicare i bilanci dello stato in modo da renderli incomprensibili).
Per non parlare dello studio della storia, o di come ci veniva presentata la letteratura; percepivo ad esempio la storia dei Fedeli d’amore e di Dante come una cazzata immane e dicevo a me stesso: “sarà pure il pare della lingua italiana, ma a me queste poesie paiono una cagata”.
Ho capito da adulto che il mio intuito di bambino aveva spesso visto giusto, e oggi spiego Dante e i Fedeli d’amore in articoli e video.
Insomma, erano le mie percezioni da bambino ad essere corrette, non quelle che poi avrei avuto da adulto.
Lo scopo di un cammino spirituale e/o magico, è tornare al nostro stato originale di purezza.
A proposito del rapporto tra la magia e l’immaginazione, molti anni fa, giocavo con una bambina di tre anni, buona e intelligente ma sempre un po’ agitata; per tenerla occupata mi inventavo dei giochi. In uno di questi, andavamo per la strada e individuavamo le persone tristi, e mandavamo loro dei bacetti da lontano per renderle più felici. In alcuni casi dicevo alla bambina che i bacetti delle persone tristi si sono persi nell’aria, ma si possono prendere con le mani e lanciarli alla persona senza che lei se ne accorga. Nei casi in cui il passante triste vedeva questa bambina che gli lanciava qualcosa di immaginario si incuriosiva e chiedeva cosa stesse facendo; in alcuni casi poi la bimba provvedeva a dare dei bacetti reali, e ovviamente la persona riacquistava subito un certo buonumore. Una volta una passante mi disse: “Ma lei è un guaritore? Perché vi ho visti e mi sento meglio. Oggi stavo proprio male”. All’epoca non sapevo nulla di magia, immaginazione, volontà, energie, ecc. quindi risposi di no, e che era frutto del suo convincimento (il che era vero; ma era anche il frutto dell’unione della volontà immaginativa mia e della bambina fuse insieme).
Diversi anni fa ho avuto una relazione, durata tre mesi, con una ragazza di nome Laura, madre di una bambina di nome Perla, che aveva allora meno di 5 anni. Questa bambina aveva il dono di leggermi nel pensiero e di anticiparmeli, e di darmi anche delle risposte. Le prime volte pensai ad un caso, ma poi mi resi conto che non lo era il giorno in cui dopo un pranzo vegetariano mi sentii male e dissi a Laura: “Ma era tutta roba sana, cosa può avermi fatto male?”. E la bimba con naturalezza mi rispose: “Le melanzane. Sei intollerante alle melanzane”. Non mi ero accorto, infatti, che c’era una mousse vegetale fatta anche con le melanzane, a cui effettivamente ero intollerante. E dissi stupito “ma tu come facevi a saperlo?”; e lei “uffa… che pizza che sei… ma ti ho detto che ti leggo nel pensiero e so tutto di te, ma tu non mi credi”. (“I grandi non capiscono mai niente da soli, ed è faticoso, per i bambini, star sempre lì a dargli delle spiegazioni”).
Da quel giorno le credetti. Rividi Perla all’età di 17 anni. Lei si ricordava benissimo di me, e mi disse: “Ricordi che mi regalasti un cuore blu, e tu tenesti per te quello rosso, così dicevi che eravamo uniti anche a distanza? Io ce l’ho ancora. E tu?”
Quando ci salutammo, le dissi: “Perla, se in futuro, anche fra dieci o vent’anni, avrai bisogno di me, sappi che puoi sempre chiamarmi e magari ci vediamo anche”. E lei rispose: “Ma non posso chiamarti anche se non ho bisogno?”. Ho risposto: “Hai ragione, ancora una volta dimostri di essere più avanti di me, e io di essere ancorato a schemi mentali…”
Non so oggi a che punto del cammino della sua vita sia Perla, probabilmente sarà laureata e adulta, ma sono sicuro che il legame ancora ci sia, e che un giorno potremmo anche riprendere il rapporto da dove era stato interrotto, in questa vita o nella prossima, se ci sarà l’occasione. Perché quello tra me e lei non era il legame tra un adulto e una bambina, ma tra due anime che si riconoscono per quello che sono e dialogano alla pari.
Angelo Pirrone, un mago ed esoterista, curatore della pagina facebook “Cronache Esoteriche”, scrive a proposito del gioco e della magia:
“Gli antichi indicavano i Magi, i Sapienti, i Filosofi con l’espressione ‘Bambini della Scienza‘.
In effetti, nei rituali il mago è come un bimbo che gioca. E mentre improvvisa non è per niente intellettuale, non elabora niente, non teorizza nulla, ma è presente nell’atto magico con tutto se stesso in ogni singolo istante.
Il gioco è il centro della sua attività e se il gioco funziona allora anche il rituale funziona. Se il Mago è vero allora ogni cosa trasuda verità.”
Angelo Pirrone, in effetti, sembra divertirsi molto con la magia; trasmette il senso del divertimento per ciò che fa. E questo concetto è quello sotteso al libro “Il Piccolo Principe”.
Nei tarocchi della Golden Dawn, il Matto (che è la carta del percorso iniziatico; la via esoterica infatti si chiama anche “via del matto”) viene rappresentato da un bambino.
Ma anche la carta XIX, il Sole, che rappresenta anche la fase dell’illuminazione, nei tarocchi di Marsiglia è rappresentato da due bambini, non a caso.
Se penso alla mia amica Giusy, che è una delle maghe più potenti che conosco e pratica l’alchimia, svanita la paura iniziale che avevo nel conoscerla, oggi la visualizzo come una bambina in un parco giochi; e giocano molti maghi o streghe che conosco. Con Tiziano sono più le cose scherzose che ci diciamo rispetto a quelle serie. E così con tutte le persone che gravitano nel campo della magia.
Alessandra Tucci, una mia amica veggente e strega inconsapevole fino a prima di conoscere me, ha canalizzato un libro nel 2015, “La luce della follia”; in questo libro ha canalizzato tutte le fasi del nostro rapporto, i discorsi, e anche i luoghi, che poi avremmo fatto dal giorno in cui ci siamo conosciuti, nel 2019. Mi dice spesso che la mia vita le sembra un luna park e io le rispondo che è lei il mio luna park, per le cose divertenti e magiche che ci capitano continuamente. Il protagonista del suo libro si chiama Mattia, che richiama il matto dei tarocchi (ma lei non sapeva e non sa ancora nulla di simbolismo, esoterismo, ecc.; i primi tarocchi glieli ho regalati io).
In generale c’è una cosa che faccio sempre con i miei amici maghi e streghe. Ridiamo.
Azarian
30 Agosto 2023 @ 4:20
@@@@ Nei tarocchi della Golden Dawn, il Matto (che è la carta del percorso iniziatico; la via esoterica infatti si chiama anche “via del matto”) @@@@
Lo sono tutte, tutte le carte dei tarocchi sono del percorso iniziatico dalla prima all’ultima, tutte le 22 figure son la stessa persona !!!!!
Jenseits
10 Settembre 2023 @ 12:21
Da bambino guardando la pubblicità chiedevo se bisognava compraré tutto quello che presentavano, poichè non capivo, nè capisco oggi, il senso degli spot, visto che a me non condizionano.
Stefano
26 Settembre 2023 @ 15:06
Qualcuno mi ha detto questa frase e l’ho fatta subito mia poiché la ritengo una grande verità: “Chi non ride mai non è una persona seria”.