Ho conosciuto Padre Rolando nel 2006.
Un giorno la mia amica e collega Solange accompagnò una nostra amica comune da padre Rolando, nella sua piccola abitazione in cima ad una collina di Fassia, vicino Gubbio. Appena padre Rolando la vide le disse “sai che tu sei stata partorita dal demonio, proprio per combattere quel demonio che ti ha partorito? Non è un caso che tu vada spesso a pregare nella chiesa del Murialdo, a Viterbo; lì c’è l’immagine di Don Bosco, e anche lui ha combattuto la massoneria deviata”.
Solange tornò a casa sconvolta, perché non capiva come lui potesse sapere della chiesa del Murialdo, ma soprattutto per le sue parole riguardo al demonio. Gli spiegai che per un prete è normale vedere “Il demonio” nella massoneria, specie quella da cui lei proveniva, cioè l’ambiente deviato dell’alta finanza torinese. E in linguaggio metaforico, in effetti aveva detto la verità; il padre di Solange era un esponente della massoneria deviata torinese, e lei stava cercando la verità su suo padre e su quel mondo.
Ma come ha fatto a sapere della mia vita, senza conoscermi? mi chiese Solange.
Perché deve essere un santo, le risposi. I santi hanno queste capacità.
Dopo poche settimane lo incontrai anche io, per una serie di fatti apparentemente casuali.
Avevo conosciuto una donna, Emanuela Torri; una regista e pittrice. Mi ero imbattuto per caso in una sua immagine su internet e per un mese la sognai tutte le notti, e questa immagine mi veniva continuamente in mente tutto il giorno. Finchè decisi di scriverle e dirglielo. Lei mi telefonò e mi chiese di incontrarci; la sua telefonata mi arrivò mentre stavo facendo un viaggio a Como e in quel momento andava la canzone di Don Giosy dal titolo “vattene satana”. Quando Emanuela mi dette i suoi numeri telefonici, compreso quello di casa, notai che sia nei due numeri di cellulare, sia nel fisso, c’era il 666. Allora le dissi “Emanuela, il nostro rapporto non mi sembra iniziare sotto i migliori auspici; hai il 666 in ben tre numeri di telefono, e in questo momento sta andando la canzone “vattene satana”.
Lei mi rispose “non preoccuparti; tu reciti il daimoku, e devi sapere che se reciti il daimoku, se anche incontri un demone, questo si trasformerà in un angelo che ti proteggerà. Non devi temere nulla”.
Nel viaggio di ritorno mi telefonò mentre la radio si accese da sola, e da Radio Maria sentii le parole “il demonio non può mai vincere, perché il male non può sconfiggere il bene, in quanto tutto l’universo è bene, essendo creato da Dio”.
Nei giorni successivi capitarono una serie di fenomeni strani. Il cellulare si bloccò per giorni; non potevo né chiamare né rispondere, e si formavano da soli i numeri 666 e 777 sul display. La tivù si accendeva da sola, mentre andava in onda il film L’esorcista. E altri fenomeni di questo tipo.
Tra l’altro l’automobile con cui andavo a Como non era mia, ma di una mia collega, e quando le raccontai l’episodio della radio e di Emanuela, lei mi disse “Paolo ma è impossibile che tu ascoltassi la radio. Non funziona da anni, ed è rotta”.
Allora una mia amica, Milena, mi disse “Paolo devi andare da Padre Rolando. Ti ci porto io. Lunedi mattina ti vengo a prendere”.
Andai da Solange la domenica e le dissi “ma sai che domani vado da Padre Rolando a Gubbio?” e le raccontai tutto. Solange, con tono tranquillo, come se mi dicesse la cosa più naturale del mondo, mi rispose: si, sapevo che saresti andato da Padre Rolando. Perché devi portargli un messaggio da parte mia ma io non posso andarci. Non volevo chiedertelo, perché mi scoccia chiederti di fare 200 km , e allora mi sono detta “Paolo lunedi andrà da Padre Rolando, anche se non glielo chiedo e sarà per sua volontà.”
Nel frattempo, ogni tanto Emanuela continuava a telefonarmi e scherzosamente mi diceva “allora, hai deciso se vedermi o no? L’hai capito che se reciti il Nam myo ho renghe kyo sei protetto e non devi temere neanche il demonio?”.
Io e Milena andammo quindi da Padre Rolando, portandogli il messaggio da parte di Solange, il quale mi disse, in sintesi: “hai fatto bene a venire. Quanto a Emanuela stai tranquillo. Puoi frequentarla, lei è stato lo strumento di Dio per portarti a me e iniziare un cammino con me. Ma anche lei ha cose molto importanti da insegnarti, Vedrai che da oggi il tuo cellulare ricomincerà a funzionare e i fenomeni strani cesseranno”. E terminò il suo discorso con una frase che Emanuela mi aveva ripetuto spesso “non preoccuparti, sei protetto; se anche incontri il demonio, non devi temere nulla, quando hai fiducia in Dio” (aveva solo sostituito la parola Dio a “Nam Myo ho renghe kyo”, che poi significa, in ultima analisi, avere fiducia nella volontà dell’universo).
Incontrai Emanuela, e fu infatti uno dei tanti incontri della mia vita che mi insegnarono molto. Fu grazie a lei che compresi la differenza tra magia e religione, tra pratiche spirituali e magiche (differenza, che, in sintesi, non esiste). Lei infatti è una maga, e quando entrai in casa sua vedendo libri di magia, le chiesi come mai era passata dalla magia al buddismo, mi disse “perché con la magia potevo spostare tavoli, e fare magie varie; ma l’amore l’ho trovato solo con il buddismo e la recitazione del daimoku, che è comunque sempre una pratica magica, come qualunque altra pratica spirituale, anche se ai buddisti non piace chiamarla così”.
Del resto, la formula Abracadabra significa “io creo con la parola”. E che altro fanno coloro che recitano un mantra, se non creare la loro realtà con la parola?
Mi colpì molto la sua frase “l’amore l’ho trovato solo con il buddismo“; e negli anni ho potuto constatare infatti che la maggior parte dei maghi, streghe, sciamani, che ho conosciuto, hanno poteri magici ma vite sentimentali che definirei disastrose. Perchè coltivano troppo i loro poteri magici, e poco la loro capacità di amare.
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Una volta portai da Padre Rolando una donna indemoniata; aveva un demone interno che ogni tanto, con voce roca, insultava le persone attorno (come nel film l’esorcista) e provocava tormenti fisici alla donna. Quando la presentai a Padre Rolando dissi “padre, questo è un caso grave. Neanche Padre Amorth è riuscita a liberarla”. E lui mi rispose “Padre Amorth no. Ma Dio si, può liberarla. Non la libererò io, la libererà Dio. Io sono solo il suo strumento”. E infatti la donna uscì rasserenata, e la voce che mi insultava era scomparsa.
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Ci fu un periodo in cui, a causa delle vicende legali di cui mi occupavo quando facevo l’avvocato, minacciavano non solo me, ma anche i miei familiari. Mio padre mi chiese di smettere di occuparmi di massoneria, di chiudere il blog e di abbandonare ogni causa legale che riguardasse Solange. Io non capivo come una persona credente come lui, potesse abbandonarsi alla paura in quel modo. Se c’è un disegno divino dietro a tutto, perché uno dovrebbe preoccuparsi?
Portai quindi i miei genitori da Padre Rolando, il quale espresse più o meno quello che pensavo. Disse loro che non dovevano preoccuparsi, e che c’era un disegno divino dietro a tutto. La cosa straordinaria di quell’incontro fu che i miei genitori non ebbero bisogno di parlare. Padre Rolando aprì a caso una pagina del vangelo e lo lesse. Era il brano della tempesta, in cui i discepoli erano spaventati, e Gesù li rassicurò. Dopo averlo letto, disse “quindi qualcuno di voi hai perso la fiducia in Dio, e ha paura… di cosa avete paura?”.
Fu li che capii chiaramente che nella maggior parte della gente “gli occhi non vedono, e le orecchie non odono”; avevano davanti un santo, che aveva dato prova, sia in passato che nel presente, di vedere e ascoltare oltre le parole e le immagini, perfettamente fuso con la volontà divina, ma loro non vollero né vedere né sentire. Non andarono più da Padre Rolando, perché non aveva detto loro ciò che volevano sentirsi dire. Mentre io continuai a frequentarlo, perché vedevo in lui un esempio di fusione della volontà umana con quella divina.
I miei genitori erano di fronte ad un miracolo vivente, ma preferirono continuare la loro vita ordinaria. E da quel giorno non ci parlammo più per circa dieci anni.
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Andai da lui decine di volte. Con la mia ex Mariapaola quando era ammalata di tumore, con Solange, Milena, Stefania, Rahel, talvolta da solo, ma in genere accompagnando persone, anche sconosciute, che ne avevano bisogno. Per raggiungerlo infatti occorreva percorrere qualche chilometro di strade sterrate per raggiungere la cima di una collina, dove aveva eretto una piccola chiesa; ma era impossibile trovarlo con le sole indicazioni stradali, quindi quando qualcuno voleva incontrarlo mi facevo volentieri la strada fino a Gubbio, perché sapevo che sarebbe stata un’esperienza spirituale anche per me. Incontrava incessantemente persone, benedicendo, aiutando, consolando, e confortando. Per decenni non ha fatto altro che ricevere persone, tutto il giorno, ogni giorno, accogliendo persone di tutte le fedi (una volta gli portai una mia amica induista; altre volte persone atee) con amore e col sorriso sempre perenne sulle labbra. In alcuni casi gli ho portato persone atee che, dopo averlo conosciuto, si sono convertite al cristianesimo.
A volte, dopo aver ricevuto la persona che accompagnavo, riceveva anche me. Altre volte non mi riceveva, ma si limitava a benedirmi e a dirmi “non hai bisogno di me Paolo, in questo periodo stai bene”. Se invece avevo un problema, o un dubbio, mi riceveva sempre, ma non c’era bisogno che glielo chiedessi.
Spesso parlava in modo chiaramente ispirato, e dopo non si ricordava neanche quello che aveva detto.
La cosa straordinaria era che, la maggior parte delle volte, non c’era bisogno di parole; lui apriva un brano del vangelo a caso, e poi lo commentava, dando le risposte che la persona si aspettava (almeno nel mio caso e con le persone che io gli portavo; con gli altri ovviamente non lo so).
Solo due volte andai da lui e non mi ricevette.
La prima volta fu quando, un giorno, passai a trovarlo solo per fargli un saluto. Aspettai nel piazzale, come sempre, attendendo che lui mi vedesse, ma passò diverse volte, senza vedermi né parlarmi, come se io fossi invisibile.
La seconda volta fu quando andai con una mia amica strega, Rahel, che era curiosa di conoscerlo. Io le dissi “Rahel, padre Rolando non lo si incontra per curiosità. Non ci riceverà”. Lei volle andare lo stesso. Lui ci vide, gli presentai Rahel, le prese le mani, la benedisse e la accarezzò, ma disse che quel giorno non aveva tempo. Al ritorno dissi a Rahel “te l’avevo detto che non ci avrebbe ricevuto; Padre Rolando non fa mai nulla a caso, né dice qualcosa a caso. L’unica volta che andai dal lui, senza un motivo preciso, non mi vide neanche…”.
Quando iniziai ad occuparmi della vicenda del mostro di Firenze, un giorno andai da lui, terrorizzato da alcuni fatti a cui avevo assistito. Mi disse “non aver mai paura. C’è un disegno divino dietro a tutto. Non fare mai le cose per denaro, per notorietà, o sperando in un risultato terreno, e questa sarà l’esperienza spirituale più forte della tua vita”.
E così fu.
Potrei raccontare molti altri episodi capitati con lui, ma forse appesantirei questo articolo, e non cambierebbe il senso di quello che voglio trasmettere.
Era molto devoto a Padre Pio (una grande statua di questo santo era proprio all’ingresso del viale che portava alla sua chiesa), e – vivendo a Gubbio – naturalmente a San Francesco e Santa Chiara, che citava spesso quando parlava. E se ne è andato l’11 agosto, giorno di Santa Chiara.
Ora che se ne è andato da questo piano terreno, non mi mancherà; erano anni che lo sentivo sempre più stanco e malato e so che se ne è andato in pace, e che la sua anima continuerà a guidare tutti quelli che credevano in lui, come accade con tutti gli illuminati. So che sentirò spesso la sua presenza, e la sentiranno tutti quelli che lo hanno amato e hanno avuto il privilegio di poterlo vedere e ascoltare. Perchè era un santo, e le sue parole venivano direttamente dal divino, e frequentarlo permetteva di sentirsi vicino a Dio. Ma per farlo, occorreva avere occhi per vedere e orecchie per ascoltare.
maria
25 Agosto 2023 @ 17:32
Ma il padre di Solange non l’ha partorita
maria
25 Agosto 2023 @ 17:38
Anche io sono stata partorita da un demonio ed è per questo sono in prima linea a combattere. Proprio in questi giorni riflettevo sul fatto che i pericoli più insidiosi di questa epoca siano la paura e la fuga dalla realtà.
Del resto chi ha paura fugge, e viceversa chi fugge spesso ha paura.
Anna
25 Agosto 2023 @ 19:27
Sulla vita sentimentale degli sciamani ti do pienamente ragione Paolo, ma vorrei chiarire alcune cose che secondo me non hai considerato, forse per disinteresse, o per errata interpretazione delle situazioni.
Noi praticanti non pensiamo solo alle nostre tecniche tralasciando l’amore.
Agli sciamani non è consentito molto spesso distrarsi con una famiglia e affetti terreni, io stessa lo trovo poco giusto ma lo trovo sensato. Sono le entità dei mondi con cui lavoriamo a decidere per noi, ci piaccia o no. Alla fine è una nostra scelta quella di diventare strumenti di guarigione, e dobbiamo affrontarne le conseguenze. E hai voglia a dire “ma puoi mollare il percorso”. No. Se quello è il tuo destino proprio no. Tanto per tornare alla questione del famoso libero arbitrio…inesistente.
Per quanto mi riguarda poi l’amore non è quello di coppia, che ho avuto e che forse tornerò ad avere se mi andrà, ma l’amore da coltivare è tutto tranne quello di coppia, che è anzi il meno nobile e armonioso.
Il sesso poi è uno spreco enorme di energia che allo sciamano invece serve in gran quantità, e i rapporti di coppia tendono a indebolire il campo energetico con le inevitabili problematiche del quotidiano.
A me onestamente interessa essere nell’amore, non necessariamente condividere la vita o il letto con un’altra persona. Preferisco la natura e gli animali.
Il cammino verso la felicità è in solitaria, lo sanno bene monaci, eremiti, preti, sciamani e lo stesso Buddha, che abbandonò moglie e figlio per perseguire il suo cammino di risveglio.
La vita terrena e quella spirituale non vanno d’accordo ahimè, si può dire quello che si vuole, ma ad un certo punto non si ha più nemmeno la minima voglia di sesso ed effusioni.
Ed è una liberazione indescrivibile a parole.
Paolo Franceschetti
29 Agosto 2023 @ 10:12
Grazie Anna. Si, questa cosa di chi fa il percorso sciamanico l’ho capita con l’esperienza, infatti. 🙂
Anna
25 Agosto 2023 @ 19:30
Ah, quando ho scritto è una nostra scelta e poi ho detto che il libero arbitrio è inesistente so che suona come una incongruenza, ma l’ho scritto apposta.
Se uno sceglie di fare un percorso è perché è stato scelto, nulla è casuale in nessuna vita. Le nostre scelte sono pilotate dall’alto, sempre.
Francesco
11 Marzo 2024 @ 23:15
Caro Paolo bellissimo ritratto di un angelo ti benedico e ti voglio bene grazie.