Sommario. 1. Premessa. 2. La prima falla: gli organi costituzionali. 3. La seconda falla. Il sistema dei referendum. 4. La terza falla: la Corte Costituzionale. 5. La quarta falla: i valori massonici della costituzione. 6. Il cosiddetto “diritto al lavoro”. 7. L’effettivo stato di cose. 8. Effetti della normativa a tutela dei lavoratori. 9. Considerazioni conclusive e di diritto comparato.
La nostra Costituzione è considerata dalla maggior parte dei costituzionalisti come una legge molto avanzata, fortemente protettiva delle classi deboli e con un bilanciamento quasi perfetto tra i vari poteri.
Rappresenta la legge fondamentale per la tutela dei diritti di qualunque cittadino, nonché il parametro di legittimità cui rapportare tutte le altre leggi.
All’università questa era l’idea che mi ero fatta sui vari autori, Mortati, Martinez, Barile.
Solo da qualche anno ho cominciato a riflettere sul fatto che qualcosa non va nel modo in cui tutti ci presentano la Carta Costituzionale.
Vediamo cosa.
In effetti la storia (quella vera e non quella ufficiale) ci insegna che la Carta Costituzionale fu voluta dalla massoneria. Oltre due terzi dei padri costituenti erano ufficialmente massoni (e sospetto anche quelli che non lo erano ufficialmente). E la massoneria rivendica a sé altre leggi importanti, come la dichiarazione dei diritto dell’Uomo.
Dato che il fine ultimo della massoneria è il nuovo ordine mondiale, riesce difficile pensare che abbiano voluto consegnare ai cittadini, al popolo cioè, una legge che tutelasse davvero tutti, e che non fosse invece funzionale agli interessi massonici.
Infatti, leggendo la Costituzione senza preconcetti, e sgombrando il campo da tutte le sciocchezze che ci insegnano all’università, è possibile farsi un’idea diversa della Costituzione.
Essa è una legge illiberale, pensata apposta per opprimere i cittadini anzichè tutelarli.
Però il punto è che è scritta così bene che è difficile capirne l’inganno. Apparentemente infatti sembra una legge progredita e che tutela i diritti di tutti. Ma la realtà è ben altra.
E’ noto infatti che nessuno è così schiavo come quelli che pensano di essere liberi senza sapere di essere schiavi.
Ora, la Costituzione è fatta apposta per questo: renderci schiavi, facendoci credere di essere liberi.
Purtroppo per capirlo occorre essere molto esperti di diritto, e contemporaneamente conoscere anche la politica, la cronaca, l’economia, ecc.; una cosa impossibile finchè si è giovani, e quindi una preparazione universitaria non è sufficiente per individuare dove stanno le immense falle di questa legge – burla. Bisogna inoltre avere alcune conoscenze del sistema massonico. I laureati in legge quindi escono dall’università senza avere la minima conoscenza del sistema reale, ma avendo a malapena mandato a memoria i pochi libri che hanno letto per gli esami universitari.
Vediamo dove stanno queste falle, iniziando dalle meno importanti.
Per finire poi occupandoci della presa in giro più evidente, che non a caso è proprio quella contenuta nell’articolo 1 della costituzione.
2. La prima falla. Gli organi costituzionali.
Anzitutto nella costituzione sono previste efficaci garanzie per tutti i poteri dello stato meno uno. Sono previste garanzie per il governo, parlamento, la Corte Costitutuzionale, la magistratura, ma non per i servizi segreti che, come abbiamo spiegato in un articolo precedente, sono l’organo dello stato più potente e il più pericoloso. Quindi i servizi segreti possono agire fuori da coperture costituzionali.
Ciò ha una duplice valenza a mio parere, una giuridica e una psicologica.
Dal punto di vista giuridico infatti questa mancanza consente ai servizi di operare nell’illegalità.
Dal punto di vista psicologico, invece, tale omissione fa sembrare i servizi segreti quasi una sorta di organo secondario che svolge ruoli di secondo piano per il funzionamento della Repubblica; si dà al lettore, allo studioso di legge, e all’operatore del diritto in genere, l’impressione che essi non siano in fondo così importanti; allo stesso tempo ci si assicura che nessuno studente apporfondirà mai la figura dei servizi dal punto di vista giuridico, cosicchè ogni laureato esce dall’università con un’idea solo immaginaria e fantastica di questo organo dello stato, quasi come fosse inesistente, da relegare nelle letture romanzesche dell’estate o dei film di James Bond, e non uno dei poteri più importanti del nostro stato, con un numero di dipendenti da far impressione a una qualsiasi altra amministrazione pubblica.
3. La seconda falla. Il sistema dei referendum.
Un’altra mancanza gravissima è quella del referendum propositivo. Il referendum, che è un istituto importantissimo per la sovranità popolare, può solo abrogare leggi esistenti, ma non proporle.
Il che, tradotto in parole povere significa che se con un referendum è stata abrogata una legge, il parlamento può riproporla tale e quale, oppure con poche varianti, solo per prendere in giro i cittadini a fingere di adeguarsi alla volontà popolare. Una presa in giro bella e buona.
4. La terza falla: la Corte costituzionale.
Un’altra immensa presa in giro è il funzionamento della Corte Costituzionale. Tale organo dovrebbe garantire che le leggi siano conformi alla Costituzione, annullando le leggi ingiuste.
Il problema è che il cittadino non può ricorrere direttamente contro le leggi ingiuste. E questo potere non ce l’hanno neanche i partiti o le associazioni di categoria.
Per poter arrivare ad una dichiarazione di incostituzionalità di una legge infatti è previsto un complesso sistema per cui bisogna dapprima che sia instaurato un processo (civile o penale); dopodiché occorre fare una richiesta al giudice che presiede il processo in uestione (che non è detto che la accolga). In gergo tecnico questo sistema si chiama “giudizio di rilevanza costituzionale effettuato dal giudice a quo”; in gergo atecnico e popolare potremmo definirlo “sistema per paralizzare la giustizia costituzionale”.
Ne consegue che è impossibile impugnare le leggi più ingiuste, per due motivi:
1) o perché per qualche motivo giuridico non è possibile materialmente instaurare il processo (ad esempio: non è possibile impugnare le leggi che prevedono gli stipendi e le pensioni dei parlamentari; non è possibile impugnare le leggi elettorali; non è possibile impugnare le leggi con cui la Banca d’italia è stata di fatto privatizzata);
2) o perché – anche quando le legge è teoricamente impugnabile – il cittadino non ha nessuna voglia di instaurare un processo per poi andare davanti alla Corte Costituzionale. Ad esempio; ipotizziamo che un cittadino voglia impugnare l’assurda legge che prevede che ogni professionista debba versare allo stato il 99 per cento del reddito dell’anno futuro, per incassi ancora non percepiti; in tal caso bisogna dapprima rifiutarsi di pagare (quindi commettere un illecito); poi occorre aspettare di ricevere la cartella esattoriale da parte dell’agenzia delle entrate con le relative multe e sovrattasse; e solo dopo queste due mosse si poi impugnare la cartella, peraltro senza nessuna certezza di vincere la causa. Se invece si volesse impugnare l’assurda legge sul falso in bilancio prevista dagli articoli 2621 e ss. Cc. (legge chiaramente incostituzionale perché rende di fatto non punibile questo reato, con la conseguenza che chi ruba una mela in un supermercato rischia diversi anni di galera, mentre chi ruba qualche milione di euro da una grande azienda non rischia quasi nulla), la cosa diventa praticamente impossibile, perché prima commettere il reato, poi occorre aspettare di essere processati per quel reato, e che in tale processo colui che impugna sia parte in causa. Una follia!
A tutto ciò occorre aggiungere i rilevanti costi di un giudizio davanti alla Corte, tali da scoraggiare qualcunque cittadino con un reddito medio.
La conseguenza è che la Corte Costituzionale si occupa in genere della costituzionalità delle leggi più stupide, ma i cittadini sono impotenti di fronte ai fatti più gravi.
5. La quarta falla: i valori massonici introdotti dalla Costituzione.
Ci sono poi altre lacune molto gravi come quella relativa alla possibilità per lo stato di espropriare beni dei cittadini senza corrispondere il valore di mercato.
Ma l’aspetto più grave della nostra Costituzione, e allo stesso tempo anche quello più difficile da percepire, è relativa ai valori tutelati dalla Costituzione.
Ci raccontano sempre che la Costituzione tutela la persona umana. Ma è falso, perché in realtà a ben guardare essa mortifica la persona umana relegandola a poco più che uno schiavo.
Vediamo perché.
6. Il cosiddetto diritto al lavoro.
Il perché è in realtà sotto gli occhi di tutti, messo in modo plateale, bene evidenziato già nell’articolo 1 della Costituzione, ove è detto che: “la repubblica italiana è fondata sul lavoro”.
Nesuno si sofferma mai a riflettere sull’assurdità logica, giuridica, e filosofica, di questa norma.
Cosa significa che una repubblica è fondata sul lavoro? Nulla.
Giuridicamente una repubblica si fonda su tante cose. Sulla legalità. Sulla giustizia. Sull’equilibrio dei diritti. Sul rispetto delle leggi. Sull’equilibrio tra poteri dello stato.
Ma non si fonda, né dobrebbe fondarsi, sul lavoro. Non a caso credo che il nostro sia l’unico caso al mondo di una Costituzione che abbia messo il lavoro all’articolo 1, tra i fondamenti della Repubblica. Non a caso neanche repubbliche dittatoriali come la Cina o la Russia contengono una disposizione tanto demenziale.
L’idea di uno stato fondato sul lavoro è infatti una sciocchezza per vari motivi.
Prima di tutto perché ciò presuppone che il giorno che venga trovato un modo per far avere a tutti, gratuitamente, cibo e un tetto, e la gente fosse dispensata dal lavorare, lo stato dovrebbe crollare. Il che ovviamente è giuridicamente un non senso.
Quindi il primo dei presupposti errati di questa norma è proprio quello giuridico.
In secondo luogo perché se la repubblica fosse fondata sul lavoro, ne deriverebbe che i soggetti peggiori della società sarebbero i preti, i monaci e le suore di clausura, il Papa, il Dalai Lama, gli asceti, coloro che vivono di rendita, chi si dedica solo al volontariato, i politici (la maggior parte dei quali non ha mai lavorato in vita sua) ecc.
L’articolo 1 della nostra Costituzione si apre insomma con un concetto assurdo, ma straordinariamente nessuno ne ha rilevato il non senso. Anzi, autori come Mortati (il costituzionalista più famoso) hanno addirittura plaudito a questo articolo.
La nostra Costituzione poi prosegue con altri articoli dedicati al lavoro, e tutti inevitabilmente basati su presupposti teorici sbagliati.
Il lavoro infatti è considerato un diritto.
Ma riflettendoci bene, il lavoro non è un diritto.
Il lavoro è – o dovrebbe essere – una libera scelta per esplicare la propria personalità.
Il lavoro è un dovere per coloro che non hanno abbastanza denaro per vivere.
Il lavoro è poi una scelta di vita, in quanto dovrebbe essere l’espressione della personalità del soggetto.
Chi ama dipingere vivrà di pittura; chi ama la giustizia cercherà di fare il giudice o l’avvocato; chi ama i soldi cercherà di lavorare in banca e così via. Ma ben possono esserci scelte alternative altrettanto nobili. Basti ricordare che le più grandi religioni del mondo si basano sulla figura dei loro fondatori, che non erano certamente lavoratori e che i primi discepoli di queste persone tutto erano tranne che lavoratori. Cristo non era un lavoratore e i anche i discepoli non erano tali ; o meglio, lo erano proprio finchè non hanno incontrato Cristo.
La stessa cosa vale per Budda e i suoi discepoli che erano dei mendicanti, e tutt’oggi i monaci buddisti vivono sempre di carità.
Una persona che accudisce i propri figli e fa vita solo casalinga non fa una scelta meno nobile di un dipendente delle poste, o di un funzionario di banca, o di un magistrato o un avvocato (che spesso passa la vita a dirimere questioni condominiali e cause assicurative, cioè occupandosi di cose infinitamente meno nobili dell’educazione di un figlio).
Ricordiamo poi che la maggior parte dei politici non ha mai lavorato in vita sua. D’Alema e Bertinotti, che difendono i diritti dei lavoratori, non hanno mai lavorato né hanno mai creato veramente lavoro (al di fuori di quello delle cooperative rosse che serviva e serve per mantenere i partiti di sinistra).
Quindi il concetto del lavoro come diritto, e come fondamento della Repubblica, non sta in piedi né filosoficamente né giuridicamente, né dal punto di vista logico.
E’ una delle balle giuridiche più colossali che ci abbiano mai raccontato.
A questo punto occorre capire perché al lavoro è stata data un’importanza così grande, introducendo nella Costituzione dei concetti falsi e che non hanno alcune attinenza con la realtà.
7. L’effettivo stato di cose.
Il reale significato delle norme sul lavoro previste dalla nostra Costituzione possono essere capite se si conosce il meccanismo effettivo con cui il nostro sistema massonico funziona.
Il sistema massonico funziona, effettivamente sul lavoro.
Il lavoro è infatti il grosso problema della società attuale. Se voi chiedete a qualcuno qual è la più grande preoccupazione oggi, in Europa, vi diranno: il lavoro. Non c’è lavoro.
Cosa promette un politico in cambio di voti? Un lavoro.
Perché la mafia al sud è tenuta in considerazione più dello stato? Perché dà lavoro.
Perché la maggior parte delle persone, oggi, è spinta ad entrare in massoneria? Per cercare lavoro o per aumentare quello che ha.
Se non ti allinei alle direttive del sistema qual è la punizione più immediata che subisci? La perdita del lavoro.
Perché un magistrato copre un omicidio, un poliziotto non indaga, un dipendente pubblico commette una scorrettezza, un giornalista non pubblica una notizia importante? Perché altrimenti perdono il lavoro.
Perché si danno le mazzette per avere gli appalti? Perché altrimenti l’appalto non ti viene assegnato (ovverosia non hai lavoro).
Perché la maggior parte della gente non sa cosa è il signoraggio, cosa sono le scie chimiche, cos’è la massoneria? Perché la TV non informa su questo, per informarsi da soli ci vuole troppo tempo, e la gente non ha tempo perché “deve lavorare”.
In altre parole, il lavoro, con i suoi perversi meccanismi per il suo mantenimento, è lo strumento che viene usato dai poteri occulti e dalla politica per poter piegare i cittadini.
In tal senso, allora, l’articolo 1 è perfettamente coerente col sistema attuale e allora acquista un senso. La repubblica (massonica) si fonda sul lavoro.
In altre parole l’articolo 1 dovrebbe più correttamente essere letto in questo modo:
L’Italia è una repubblica massonica, fondata sul lavoro, e il potere massonico, per mantenersi, ja bisogno di gente che sgobbi 12 ore al giorno senza mai alzare la testa per pensare, altrimenti capirebbe l’inganno in cui la teniamo”.
.
A questo stato di cose si sono aggiunte le leggi che proteggono il lavoratore a scapito del datore di lavoro.
Queste leggi sono l’attuazione dell’articolo 4 della Costituzione, che dice espressamente che “la repubblica riconose a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che favoriscono il loro diritto”.
Il risultato delle leggi che hanno promosso la condizioni che favoriscono i diritti dei lavoratori è sotto gli occhi di tutti: l’impossibilità per il lavoratore di licenziare in tronco il lavoratore sgradito (anche se ha rubato, se è un nullafacente, ecc.), nonché la nostra demenziale politica fiscale, che ci fa pagare tasse anche per l’aria che respiriamo, hanno prodotto lavoro in nero, stipendi ridicoli, e lo sfruttamento sistematico di intere categorie di lavoratori da parte dei datori di lavoro.
Questa normativa ha raggiunto il risultato esattamente contrario a quello programmato dall’articolo 4; infatti danneggia il lavoratore, perché distorce il rapporto di forza tra lavoratori e datori di lavoro. Mi spiego.
Il rapporto di lavoro dovrebbe essere basato sulla parità delle parti. Io lavoratore ho bisogno di lavorare per vivere; ma anche tu, datore di lavoro, hai bisogno del lavoratore altrimenti la tua azienda non funziona.
Il sistema di leggi che riguardano il mondo del lavoro invece, tassando dissennatamente gli imprenditori, facendo mancare il lavoro ovunque grazie alla crisi, e impedendo il licenziamento arbitrario, ha prodotto come risultato un sistema in cui la gente va a mendicare il lavoro da datori di lavoro che il più delle volte lo concedono come se fosse un favore; favore di cui i lavoratori devono ringraziare, spesso facendosi umiliare pur di non perdere il lavoro, subendo ricatti sessuali e non, ecc.
La corruzione nei concorsi pubblici, volta a selezionare non i migliori, ma i più corrotti e i più raccomandati in tutti i settori della vita pubblica, nella magistratura, in polizia, negli enti pubblici, ecc., ha portato come ulteriore conseguenza una classe di lavotori demotivata; la maggior parte di essi infatti non hanno scelto il lavoro in base alle loro capacità, ma in base ai posti che ha reso dosponibile il sistema.
Il risultato di questa politica del lavoro durata nei decenni è la perdita di dignità di tutte le categorie di lavoratori, anche di quelle dirigenziali. Ovverosia:
– la maggior parte dei lavoratori fa lavori che non sono adatti a loro;
– la maggior parte dei lavoratori accetta di essere sottopagata;
– la maggior parte dei lavoratori pur di lavorare accetta anche umiliazioni e trattamenti disumani;
– spesso si sente dire “non ho lavoro, quindi non ho dignità”; i valori massonici del lavoro infatti hanno instillato nella gente l’idea che un disoccupato non abbia dignità: a ciò contribuisce anche il demenziale detto, accettato da tutti, che “il lavoro nobilita l’uomo”; brocardo che non so chi l’abbia inventato, ma certamente doveva essere un imbecille.
– poliziotti, carabinieri, magistrati, fanno il loro lavoro non per missione di vita, come dovrebbe essere, ma dando la prevalenza allo stupendio, ai problemi di mobilità, di avanzamento di carriera, ecc.
– i datori di lavoro sono costretti dalla dissennata legislazione italiana ad assumere lavoratori in nero, sottopagarli, ecc.
– Nella massa delle persone si instillano concetti distorti; ad esempio non è raro sentir lodare una persona con la frase “è un gran lavoratore, lavora tutti i giorni anche dodici ore al giorno” come se questo fosse un pregio. E ci si dimentica che chi lavora dodici ore al giorno non ha tempo per i figli, per riflettere, per evolvere. Anche Pacciani, infatti, per dare di sé un’immagine positiva, al processo sul mostro di Firenze disse che era “un gran lavoratore”.
Tutto questo sistema fa si che il cittadino sia un docile e remissivo strumento del sistema in cui viviamo, ove la frusta è stata sostituita dallo spauracchio della perdita del lavoro.
9. Considerazioni conclusive e di diritto comparato.
In conclusione, la nostra Costituzione è organizzata e strutturata in modo molto abile, per favorire l’illegalità e l’ingiustizia, grazie ai suoi principi e alle sue lacune, difficilmente riscontrabili ad una prima lettura.
Tra i vari partiti politici e i costituzionalisti, non mi risulta che nessuno abbia mai rilevato questo stato di cose, ad eccezione della Lega Nord, che nel 1993 aveva fatto una proposta di modifica dell’articolo 1 per cambiarlo in: L’italia è una repubblica democratica basata sul mercato e sulla solidarietà.
Ovviamente la proposta è stata contestata dalla sinistra. Perché si sa. La sinistra è a favore di lavoratori. E infatti il risultato della politica di sinistra si è visto nei pochi anni in cui abbiamo avuto governi di questo colore. Uno sfascio se possibile anche peggiore di quello di destra, perché in effetti il più acerrimo nemico dei lavoratori, in questi decenni, non è stata la destra, ma la sinistra.
In compenso, anche la costituzione del Sudafrica è più progredita della nostra, ove il diritto al lavoro non compare, ma compaiono invece la tutela della dignità umana e compare il diritto dei datori di lavoro. In altre parole l’Italia è seconda anche a stati che, culturalmente, in teoria dovrebbero essere più arretrati di noi.
L’articolo 1 della Costituzione del Sudafrica (all. 4), molto più avanti del nostro, recita: La costituzione del Sudafrica provvederà all’istituzione di uno Stato sovrano, di una comune cittadinanza sidafricana e di un sistema di governo democratico, mirante a realizzare l’uguaglianza tra uomini e donne e fra genti di tutte le razze.
Tra gli stati europei, invece, sarebbe sufficiente citare il caso della Spagna.
La Spagna ha in gran parte mutuato dal nostro sistema i principi giuridici più importanti. Tuttavia, non a caso, l’articolo 1 della Costituzione spagnola non fa cenno al lavoro e dichiara di fondarsi – molto più intelligentemente di noi – su libertà, giustizia e uguaglianza.
Infatti, mi disse un professore universitario di Lima, che aveva la docenza anche in Spagna, un certo Juan Espinoza Espinoza: in Spagna nessuno si prostituisce per avere un semplice posto da portiere o da cameriere, come da voi. Da voi occorre essere raccomandati anche per avere un lavoro a termine per sei mesi alle poste.
Non a caso da loro il lavoro è collocato all’articolo 35, che dice il contrario di quanto dice la nostra Costituzione: tutti i lavoratori spagnoli hanno il dovere di lavorare e il diritto alla libera scelta di una professione o di un mestiere.
E non a caso nel campo di concentramento di Auscwitz compariva una scritta all’entrata: arbeit macht frei. Il lavoro rende liberi.
Più o meno lo stesso concetto contenuto nell’articolo 1 della nostra Costituzione.
Maria AA
16 Dicembre 2010 @ 10:39
"Gloria al lavoro" è un motto massonico.
Non a caso c'è chi dice che gli Dei extraterrestri ed evoluti che ci hanno creato lo hanno fatto per un unico scopo:
lavorare al loro posto.
Budda e Gesù erano degli iniziati.
Le donne sono le serve dei servi.
Fare la casalinga è un lavoro nobilissimo, con un'unica pecca:
non è retribuito.
Il lavoro è spiacevole e doloroso e per una semplice ragione:
è un dovere.
E' così spiacevole che in passato dovevano pagarci per lavorare.
Oggi sono stati così bravi a rimescolare le carte che lo consideriamo un diritto o un favore concesso dall'alto.
Non è difficile trovare giovani disposti a lavorare gratis sobbarcandosi anche le spese per arrivare al lavoro, solo in cambio della PROMESSA di un lavoro futuro retribuito anche temporaneo.
Siamo davvero al paradosso, ci hanno fregati devvero bene.
Anonimo
16 Dicembre 2010 @ 11:53
L'ex presidente della provincia di Chieti Tommaso Coletti (nonch
è ex senatore della Margherita) scelse proprio la frase scritta all'ingresso del campo di sterminio nazista di Auschwitz per un suo volantino elettorale. "Il lavoro rende liberi – scrisse Coletti nella pubblicità – Non ricordo dove lessi questa frase ma fu una di quelle citazioni che ti fulminano all'istante perché raccontano un'immensa verità". Un altro personaggio di queste parti, l'ex vescovo della diocesi Chieti Vasto soleva ripetere: "Il lavoro è un dono di Dio, chi lavora è benedetto da Dio". Penso che con questo articolo l'avv. Franceschetti abbia centrato perfettamente il bersaglio.
Paolo Franceschetti
16 Dicembre 2010 @ 12:35
Chi lavora è benedetto da Dio…
detto da un vescovo, che non mi pare rientri tra i "lavori"…
democrito
16 Dicembre 2010 @ 13:47
Caro paolo
Sicuramente un buon articolo per quanto riguarda la prima parte, ma secondo me totalmente cannato sull’analisi del mondo del lavoro.
Tu sostieni:
1. Ricordiamo poi che la maggior parte dei politici non ha mai lavorato in vita sua.
La politica è un lavoro, altrimenti anche le professioni forensi non lo sono. Il lavoro è un concetto ampio. Non solo gli addetti alla produzione sono lavoratori. In questo caso la maggioranza degli italiani non fa un bel niente.
2. D’Alema e Bertinotti, che difendono i diritti dei lavoratori, non hanno mai lavorato né hanno mai creato veramente lavoro (al di fuori di quello delle cooperative rosse che serviva e serve per mantenere i partiti di sinistra).
Seguendo il ragionamento nessun imprenditore ha mai lavorato, nemmeno Berlusconi che ha creato mediaset per mantenere i socialisti, prima, e il suo partito-azienda dopo. Nemmeno agnelli, importante finanziatore di associazioni massonico-umanitarie. Per non parlare del mondo finanziario e speculativo.
3. Perché la maggior parte delle persone, oggi, è spinta ad entrare in massoneria?
A me non me lo ha ancora proposto nessuno e questo vale per la totalità delle persone che conosco. Se lo hanno proposto a te, non significa che lo propongono alla maggioranza delle persone.
democrito
16 Dicembre 2010 @ 13:48
4. Perché la maggior parte della gente non sa cosa è il signoraggio
A dire il vero dopo essermi letto l’artcolo di Barnard ho qualche dubbio che l’ipotesi sia corretta. Però io di economia non capisco un bel niente.
5. A questo stato di cose si sono aggiunte le leggi che proteggono il lavoratore a scapito del datore di lavoro.
Spero che ti renda conto dell’effetto comico di questa affermazione. I lavoratori, strapagati (ben 1000 € al mese) nullafacenti, si associano in organizzazioni criminali (sindacati) allo scopo di ricattare e rapinare il loro benefattore (imprenditore, meglio se del nord), con la complicità del governo, che notoriamente sforna leggi a loro favore (specie negli ultimi 20 anni).
6. l’impossibilità per il lavoratore di licenziare in tronco il lavoratore sgradito (anche se ha rubato, se è un nullafacente, ecc.)
il furto è la prima causa di licenziamento, dopo la dismissione dell’industria. Ci sono, è vero, casi emblematici, come quello dei lavoratori della SEA che rubavano nelle valige dei passeggeri, ma la SEA è una società pubblica, non privata. Nel privato ti licenziano e punto.
Quanto ai nullafacenti, è vero il contrario. La prassi abituale delle grandi aziende è di tenere lavoratori “sgraditi” in una condizione di ozio coatto, contando sul fatto che per quanto esistano leggi che vietano tale prassi, vincere una causa per mobbing è praticamente impossibile per il lavoratore.
democrito
16 Dicembre 2010 @ 13:49
7. Io lavoratore ho bisogno di lavorare per vivere; ma anche tu, datore di lavoro, hai bisogno del lavoratore altrimenti la tua azienda non funziona.
Sarebbe così in un mercato equilibrato, ma la sovrabbondanza di manodopera fa si che i rapporti tra lavoratore ed azienda siano totalmente a favore di quest’ultima, da cui l’esigenza per i lavoratori di riunirsi in associazioni sindacali.
8. impedendo il licenziamento arbitrario, ha prodotto come risultato un sistema in cui la gente va a mendicare il lavoro
nel paese guida dell’occidente, gli stati uniti, il licenziamento arbitrario è sempre stato consentito e l’effetto sulle classi lavoratrici sempre stato devastante, specie nelle fasce di età oltre i quarant’anni. Noi abbiamo il problema della disoccupazione giovanile, complici le dissennate leggi sull’età pensionabile e sul precariato, che tra l’altro vanno proprio nella direzione da te proposta, loro un enorme problema sociale su persone costrette praticamente alla fame dopo i 50 anni.
9. spesso facendosi umiliare pur di non perdere il lavoro, subendo ricatti sessuali e non, ecc.
questa è una prassi molto più attuata in paesi come gli Stati Uniti che non in Italia. Senza arrivare agli eccessi, basti pensare che è prassi abituale per un imprenditore americano, farsi servire il caffè da un dipendente, meglio se di sesso femminile.
democrito
16 Dicembre 2010 @ 13:51
10. L’italia è una repubblica democratica basata sul mercato e sulla solidarietà.
Ovvero, il capitalismo più sfrenato. Via libera alla logica di mercato più estrema, con l’opzione della beneficenza per non sentirsi cristianamente in colpa. È quello che sta succedendo e i risultati li abbiamo visti a Roma.
Insomma, la vera colpa della sinistra è di aver voluto fare la destra, vedi leggi sul lavoro interinale, co-co-co ecc. che di fatto hanno bypassato l’articolo 18 del codice del lavoro, causando proprio quei problemi di ordine sociale che tu indichi nel tuo scritto.
Con immutata stima
stefano
16 Dicembre 2010 @ 15:29
ora et labora diceva qualcuno
Ver
16 Dicembre 2010 @ 19:31
Per non parlare del rapporto stato/religione, che nella nostra costituzione è paradossale
sasà
16 Dicembre 2010 @ 21:44
Ora et labora dicevano un tempo.
Comunque bell'articolo, stimolante direi.
Consiglio la lettura di frederic bastiat, in particolare a Democrito.
Ciao
Anonimo
16 Dicembre 2010 @ 23:00
l'art. 4 della Costituzione dice..
la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto …
domanda ..
un disoccupato riuscirà mai ad ottenere lavoro rivolgendosi davanti ad un giudice come se rivendicasse un suo diritto costituzionale ?
Anonimo
16 Dicembre 2010 @ 23:38
Gentile professore , l'articolo è interessante ma incompleto, manca di alcuni punti,.
prima di tutto, il lavoro si alimenta di vanità, all'uomo piace dire, io ho fatto , io ho detto, io ho guadagnato,e cosi' via. E' una forma di affermazione dell'io , un uomo senza far nulla non resiste, le faccio un esempio, quando gli uomini costruirono la torre di babele ecco cosa dissero "Genesi 11:4
Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre la cui cima giunga fino al cielo; acquistiamoci fama, affinché non siamo dispersi sulla faccia di tutta la terra».
Ecco in questo è il sentimento che anima, gli esseri umani che non vogliono vivere in base a criteri spirtuali, e faticano, per avere fama, onore, e successo, e non solo per il pezzo di pane, di contro Gesu' insegna a dare anche a chi sai non ti puo' restituire, ad aiutare gli ultimi, a invitare a tavola persone che sono socialmente emarginate, non i professori spagnoli che le danno saggie indicazioni,oggi nel mondo si fa capire che il successo di qualcuno si ha l' avere beni ed essere titolato con lauree , ruoli, e titoli,il cosidetto imprenditore che lei dice vessato ingiustamente dallo stato ,spesso deve il suo successo a quegli operai, che faticano per lui, ed è giusto che l'operaio socialmente svantaggiato, abbia qualche tutela in piu', e non sia facile licenziarlo anche in casi gravi, molte delle cose che lei e io abbiamo sono gratis, l'aria è gratis, il sole è gratis, e tanti tantissime cose , che non abbiamo certo faticato o lavorato per avere,, la falsa tesi di poter licenziare come e quando si vuole, perchè vi sono persone che non lavorano come dovrebbero, è un vecchio motto liberista, della peggior specie, fascisti e i nazisti lo hanno applicato alla lettera e all'estremo, volevano fuori , vecchi ,handicappati e minorati, erano da loro mal visti, pesi morti, e quindi eliminati, ecco cosa c'è dietro la logica del lavoro vuoto, e del licenziare facile, fare fuori i pesi morti, mi duole spiegarle professore che un solo essere umano , sol perchè èsiste produce ricchezza, provi a immaginare lei quando era in fascie sporcava , piangeva, e mangiava, e non lavorava, sinceramente io l'avrei licenziata, dato che non era un gran lavoratore, ma un peso morto, la vita senza un motivo spirituale produce queste , tormentate ide, , io mi chiedo come sia possibile che lei avendo una tale consapevolezza di tante cose riesca ancora a fare tranquillamente l'avvocato, il lavoro piu' sporco della terra, e non a caso tutti i piu' potenti massoni sono avvocati, mi chiedo come sarebbe la sua vita se non avesse il ruolo, che ha,? come farebbe a sentirsi vivo, senza il titolo di professore , avvocato scrittore, giornalista, bloggere, centauro, organizzatore di convegni ed esperto di pizze, e amanti di viaggi, vediamo come sarebbe, la sua vita' non credo mi rispondera, comunque l'articolo è bello, e interessante peccato la seconda parte che denota una piccola mentalita' fascista, e chiariamo non lo dico perchè va hai convegni di forza nuova, dove anche io andrei a sentire quel che dicono, tranquillamente un saluto 🙂
Anonimo
17 Dicembre 2010 @ 1:33
Aoo Paolo,
ma ci fai o ci sei ????
Anonimo
17 Dicembre 2010 @ 3:30
Centro, Paolo. Vorrei far sapere a Democrito che anni fa anch'io, donna 'italiana', ho servito ogni mattina il caffè al mio datore di lavoro 'italiano'… al NWO piace omologare.
Paolo Franceschetti
17 Dicembre 2010 @ 9:32
Maria. Tu dici che fare la casalinga è un lavoro nobilissimo, ma purtroppo non retribuito, perchè – perdonami se te lo dico francamente – sei troppo ancorata ai valori tradizionali della nostra società.
Il lavoro dovrebbe essere importante e valido indipendentemente dalla retribuzione.
Anzi. I lavori più nobili, sono in genere non retribuiti.
Ritengo ad esempio molto più importante il lavoro che conduco con il blog, che non è retribuito, rispetto a quando faccio una causa in tribunale.
Budda non era retribuito per ciò che ha fatto, ma credo abbia fatto uno dei lavori più importanti del mondo.
Molte associazioni di volontariato fanno il loro lavoro gratis.
E non sono retribuite
Paolo Franceschetti
17 Dicembre 2010 @ 9:37
Rispondo ora all'anonimo del 17.12, ore 0,38.
Il lavoro dell'avvocato, è vero, è uno dei più sporchi della terra.
Ma ciò non dipende dal lavoro in sè, ma da coloro che lo fanno.
Anche il lavoro del politico è uno dei più sporchi della terra. Ma solo perchè le persone che lo scelgono sono le più sporche.
In realtà fare il politico implicherebbe uno spirito di sacrificio, di dedizione, di continua attenzione al bene comune, sacrificando ferie, domeniche, ecc… per poter far funzionare la macchina statale. E in teoria dovrebbe essere uno dei mestieri più nobili.
E' l'uomo che ha sporcato questo lavoro.
E l'avvocato, in teoria dovrebbe difendere i deboli, le vittime, dovrebbe garantire la corretta applicazione della legge.
Il problema non è della professione in sè, ma di chi la fa.
Paolo Franceschetti
17 Dicembre 2010 @ 9:49
Ora rispondo alla domanda finale dell'anonimo. Come mi sentirei senza i miei titoli di professore, avvocato, bloggaro, ecc.?
Io credo che mi sentirei bene lo stesso. A vent'anni sarei stato contento di sapere che un giorno avrei avuto tutti questi titoli.
Ma oggi a 40 e oltre non mi importa
I momenti più belli della mia vita sono quando vado in moto, e non sono nessuno se non un tizio che va in giro con la moto
O quando sto in meditazione, o quando vado in un tempio buddista insieme da solo o insieme ad altre persone, in cui sono semplicemente me stesso.
Un altro dei momenti più belli dell'anno è quando vado in germania a trovare mia sorella. Perchè non conosco la lingua, e vado in giro in uno stato di beatitudine; non capisco quello che la gente dice quando parla e mi sento sereno.
Appena varco la frontiera, e vedo un tg italiano, o sento il discorso di qualcuno in un bar che dice "Berlusconi lo vogliono fare fuori i comunisti; lo dicevo io che dietro alla morte di sarah scazzi c'era lo zio… si vedeva dalla faccia". Li mi incazzo e vorrei chiudermi in un convento.
Poi sto bene quando gioco ad un videogame (ok lo ammetto… sono un fan di Doom, Dune e Steel Soldiers), quando vado in giro per il lago.
In tribunale mi sento soffocare.
E quando mi chiamano professore o quando da altre parti scrivono "professore Paolo franceschetti" per ragioni pubblicitarie e di marketing mi verrebbe da rispondere… "ma professore di che? Insegnavo all'università di teramo ma mi hanno dato un calcio in culo e non ci insegno più".
E mi verrebbe da essere volgare.
Paolo Franceschetti
17 Dicembre 2010 @ 9:54
Alla donna italiana che ha servito il caffè, vorrei dire infatti che il discorso di democrito mi apre fuori dalla realtà.
la realtà è che la maggior parte dei lavoratori in genere subisce umiliazioni varie dai datori di lavoro, di ogni tipo.
A 18 anni per qualche mese ho lavorato in campagna e ricordo il fattore che regolarmente si scopava le lavoratrici a turno.
Adesso come avvocato, vedo molte mie colleghe che vanno a letto con titolare dello studio solo epr continuare a rimanere li, o colleghi maschi che accettano stipendi da fame, e condizioni di lavoro inumane.
Nelle ditte, i miei amici lavorano spesso 12 ore al giorno, in nero.
Nel sud il lavoro nero è la regola, ma anche al nordo, nell'edilizia ci sono condizioni disumane e lavoro in nero (specie di extracomunitari) in dimensioni tali da non credere che siamo in uno stato cosiddetto civile.
Conte Senza Palazzo
17 Dicembre 2010 @ 11:10
Un bellissimo articolo, specialmente dove parla del lavoro come falso valore imposto dalla massoneria. Posso aggiungere che nelle societa' protestanti anglosassoni di cui ho esperienza diretta e' ancora peggio che da noi e il lavoro, benche' non citato dalla costituzione, unitamente ai soldi che porta, viene spesso visto come l'unico scopo della vita. Esso e' invece il peggiore fattore di controllo sociale: ad ogni classe o sottoclasse corrisponde un tipo di lavoro, la mobilita' sociale e' nei fatti combattuta ferocemente dall'establishment (anche se incoraggiata formalmente). Da noi si aggiunge la mentalita' mafiosa che pervade la maggioranza degli italiani: esempio da commedia trash e' la parentopoli di Ale-danno.
Personalmente, vorrei una societa' dove i soldi vengono aboliti, si lavora da volontari (che e' bellissimo e divertente) quando e come si vuole e si prende quello di cui si ha bisogno quando se ne ha bisogno.
Anonimo
17 Dicembre 2010 @ 11:21
Il lavoro sicuramente è utile alla società per produrre i beni essenziali e non per soddisfare i nostri bisogni o aspirazioni, quindi la soluzione migliore sarebbe quella di ridurre le ore lavorative, nel settore pubblico infatti l'orario di lavoro è di 6 ore, che danno il tempo all'individuo di pensare alla famiglia e alle faccende private, riducendo il numero delle ore lavorative si creerebbero nuovi posti di lavoro anzichè far sgobbare un singolo individuo per 8-10 ore come accade nel settore privato, che nn danno la possibilità di fare nient'altro. Sicuramente come dice Lei Avvocato, è uno strumento per tenere a guinzaglio la popolazione, creando da un lato la disoccupazione che fa sentire gli inoccupati inutili e depressi, e dall'altro lo sfruttamento del lavoratore, che rende il dipendente schiavo del suo lavoro.
Anonimo
17 Dicembre 2010 @ 11:44
ConteSenza
Lavorare gratis per passione?? ok!
Conosci gente che per passione stappa e svuta fosse nere per i liquami? A casa spesso ne abbiamo bisogno. Speriamo quindi in un mondo migliore. Così questi potranno liberamente passare la giornata con passione a spalare mmerda…
La riduzione dell'orario di lavoro mi pare che dovrebbe essere ovvia, visto il crescente avanzare della tecnologia.
Sempre GAYO
Anonimo
17 Dicembre 2010 @ 12:41
Paolo il tuo commento delle 10:49
è l'unica cosa autentica che hai scritto (le altre sono stupidate
supeficali); ma tu che sei buddista
studiati il meraviglioso sutra dell'originazione interdipendente per capire in profondita' la natura del samsara.
O puoi leggereti un vecchio medico viennese ed il suo disagio di civilta'.
Ma visto che siamo vicini a Natale
tieni aperta la porta al Mistero inconcepibile per qualsiasi mente umana dell'Incarnazione.
Auguri con "Matteo 11,25-30"
maurizio
democrito
17 Dicembre 2010 @ 13:46
alla donna italiana che ha servito il caffè vorrei porre una domanda cruciale, a cui spero voglia rispondere con sincerità:
la ditta in cui lavoravi, aveva più di 15 dipendenti?
a franceschetti chiedo:
1 gli studi legali di cui parli hanno più di 15 dipendenti?
2 le lavoratrici del fattore avevano una protezione sindacale?
3 i lavoratori dell'edilizia sono assunti con contratti regolari?
4 la più importante, c'è una volonta politica di far emergere il lavoro nero, punendo pesantemente i trasgressori, o al contrario i legislatori pensano solo a compiacere gli amici mafiosi, che sono poi quelli che guadagnano dal lavoro nero?
paolo, visto che l'esempio stati uniti non ti piace, rimaniamo in europa. pensi che la facoltà di licenziare sia così ammessa in paesi come la germania, la francia, il benelux o la danimarca?
questi paesi hanno forme di protezione del lavoro diverse dall art.18, ma egualmente efficaci. in germania un licenziamento arbitrario comporterebbe un risarcimento talmente alto che tutti si guardano bene dall'attuarlo. eppure non mi sembra che le schifezze di cui parliamo siano presenti nel numero e nella gravità così come in italia. il problema italiano è la corruzione estrema, la faccia tosta e la totale impunità della classe politica.
i ragzzi a roma, dopo i fatti violenti di cui sono stati protagonisti, urlavano nelle assemblee che questo è solo l'inizio. temo che abbiano ragione. è una situazione insostenibile la loro, perchè sono stati privati del minimo di protezione sociale a cui avrebbero diritto. io non ho alcun pregiudizio nei confronti dei fascisti dell'ultima ora, ma a loro vorrei solo ricordare che la gente, una volta privata delle minime sicurezze sociali, tende a diventare violenta e non a caso l'esperimento del fascismo si è concluso a piazzale loreto. oggi vi è un rigurgito di tipo liberal-totalitario molto pericoloso. speriamo di non finire ancora una volta a piazza loreto. non sono begli spettacoli e soprattutto sono scomodi da vivere e io non ho più 18 anni.
conte, e tu saresti di sinistra? amico mio, in politica oltre le belle idee occorre sporcarsi le mani e fare i conti con l realtà. ecco perchè, dopo 20 anni, non me ne occupo più. non sono più di sinistra perchè preferisco affrontare problemi teorici, mentre essere di sinistra (o di destra)significa essenzialmente affrontare problemi di ordine pratico. l'ho fatto per troppo tempo, ne ho le palle piene.
Anonimo
17 Dicembre 2010 @ 15:25
@Democrito: sì, aveva molti più di 15 dipendenti, è una nota casa editrice delle mie parti con tanto di redazione, sede amministrativa e commerciale e 2 capannoni per la realizzazione dei materiali, rifornisce librerie e centri commerciali di mezza Italia. Tra l'altro (piccola nota 'trascurabile'), smistando la posta personale del mio datore di lavoro, da brava segretaria quale ero, sono anche incappata in materiale fotocopiato di una rivista massonica.
Conte Senza Palazzo
17 Dicembre 2010 @ 15:32
x Democrito,
L'abolizione del sistema monetario non e' un'esigenza teorica, ma estremamente pratica: risolverebbe il problema della scarsita' provocata da chi i soldi li controlla quindi, ad esempio, della poverta', della violenza, dell'insoddisfazione, di molte malattie mentali. Certo, sarebbe l'antitesi del mondo come ce lo hanno fatto conoscere per secoli e ci si scontrerebbe con il potere piu' spietato al mondo. Ma sarebbe, in pratica, molto utile.
x Gaio: Se hai la fossa nera per i liquami, molto probabilmente vivi in una casa abusiva. Comunque, per queste cose ci sarebbe abbastanza tecnologia per non doverle fare manualmente. Le macchine dovrebbero servire a questo: lavori pesanti e sporchi. Invece nella societa' di oggi vengono usate solo per delle cazzate.
Conte Senza Palazzo
17 Dicembre 2010 @ 19:18
Democrito dice:
"conte, e tu saresti di sinistra? amico mio, in politica oltre le belle idee occorre sporcarsi le mani e fare i conti con l realtà. ecco perchè, dopo 20 anni, non me ne occupo più. non sono più di sinistra perchè preferisco affrontare problemi teorici, mentre essere di sinistra (o di destra)significa essenzialmente affrontare problemi di ordine pratico. l'ho fatto per troppo tempo, ne ho le palle piene."
– E chi lo ha deciso che non si possano affrontare problemi teorici E ANCHE affrontare problemi di ordine pratico, oppure una delle due soluzioni separatamente, per avere degli ideali (di destra o di sinistra)? Tu?
Poi, per quello che possa interessare, guarda che io non sono di sinistra nell'accezione che tu sottintendi e non mi lascio mettere in una scatoletta da nessuno, tantomeno da te. Per quello che possa interessare, sono invece di idee anarchiche (non individualiste, tanto per puntualizzare). In altre parole, non riconosco nessun partito (nemmeno di sinistra), nessuna autorita', nessuna classe sociale, nessuna gerarchia, nessuna chiesa. E affronto problemi teorici, pratici, o tutt'e due quando e come mi pare.
democrito
17 Dicembre 2010 @ 20:05
anonima,
male, molto male. io ai miei datori di lavoro do del tu e se mi chiederessero di portargli un caffè, cosa che non si azzardano minimamente nemmeno di pensare, si prenderebbero un vaffanculo in diretta. se poi volessero replicare si beccherebbero anche una causa di lavoro, perchè portare il caffè non fa parte dei miei obblighi contrattuali.
qualcuno vorebbe forse insinuare che in questo modo stò vessando i miei datori di lavoro? no, sto solo difendendo i miei sacrosanti diritti. non sono io che sono privilegiato, sono le nuove generazioni, a cui sono stati negati dei diritti fondamentali attraverso il precariato e la "flessibilità" che sono sfigati, quindi scendono in piazza e sfasciano tutto. hanno il mio pieno appoggio e solidarietà. l'onda ideologica e demagogica del berlusconismo, del leghismo, e del prodismo, alla lunga ha portato i risultati che meritava. spero che non sia finita qui, il mondo che si prospetta a quei ragazzi è una merda inaccettabile.
democrito
17 Dicembre 2010 @ 20:36
conte,
vedo che te la sei presa, non era mia intenzione offenderti.
il fatto è che se vai in una fabbrica occupata a parlare di soppressione del sistema monetario, come soluzione dei loro problemi di sopravvivenza, rischi un sacco di botte.
idealmente mi riconosco in quello che dici, ma se inizi a fare politica davvero, allora devi scendere a compromessi sempre di più, fino al punto di essere costretto ad azioni che nulla hanno a che fare con gli intendimenti originari.
e poi si, lo dico io che in politica teoria e pratica non vanno d'accordo.
tu rivendichi il diritto di fare come ti pare e io non ho nulla da obbiettare, è tuo pieno diritto. ma mi spieghi come faresti a realizzare qualunque progetto senza un'organizzazione alle spalle? senza un finanziamento che comunque dovresti rifiutare, perchè non puoi combattere il sistema dei soldi chiedendo finanziamenti. quindi in teoria sarebbe bello poter fare a meno dei soldi, in pratica si tratta di un'utopia e in politica non c'è spazio per le utopie. non si può andare davanti a persone che hanno delle necessità impellenti, che magari implicano la sopravvivenza o la dignità delle persone, e dargli una utopia. no, servono risposte pratiche ed immediate e chissenefrega dei valori costitutivi del tuo movimento.
la politica non è fatta di troppe idee o di principi, è fatta di interessi e di necessità contingenti ed è sporca per sua stessa natura. nel mio mondo ideale non c'è spazio per la politica, io la abbolirei del tutto, ma nel mondo reale sei costretto a sporcarti le mani per sopravvivere, o per far sopravvivere la tua dignità. quello che conta sono i rapporti di forza. gli imprenditori hanno il coltello dalla parte del manico, non c'è bisogno di fargli sconti demagogici. arrivare ad un compromesso spesso rappresenta una grande vittoria sociale, anche se ci fa vomitare.
la difesa dell'art.18 rappresenta un compromesso vomitevole, ma accettabile. io abbolirei il lavoro dipendente, le tasse, i soldi, le leggi, dio e lo stato, ma vista la situazione, devo domandarmi se ho la forza di farlo. siccome la risposta è no, meglio per tutti difendere quel poco che rimane del welfare e dello stato sociale.
Anonimo
17 Dicembre 2010 @ 20:44
(Ora rispondo alla domanda finale dell'anonimo. Come mi sentirei senza i miei titoli di professore, avvocato, bloggaro, ecc.? )esime professore 🙂 la ringrazio della sua risposta, comunque mi permetta , anzi mi consenta, di dirle comprendo lo stato di beatitudine che si prova in moto, a non avere pensieri per la testa, e con cio' deduco che anche lei , comprende appieno cosa voglio dire che le cose piu' belle della vita sono gratis, e l'affanno che uno si da', non vi aggiunge nulla, pero ha trascurato di darmi, due spiegazioni, a cui ha eloquentemente risposto democrito, che ringrazio, riguardo al licenziar facile, idea a lei tanto cara, quanto folle,! vede franceschetti la vita, delle perone e sempre meno vita, è una corsa verso la fine della giornata, dove tutto si perde e nulla si stringe, i titolo sono un meccanismo umano e alieno che annienta ed fa assumere un ruolo, :spero che lei un giorno si decida a lasciare , l'indecente professione di avvocato, per il resto ringrazio democrito per la saggia e serena risposta, lo ringrazio per il buon senso che malgrado tutto non ha perso, e per aver detto quel che pensavo , la poverta' il rubare la vita, umiliare sistematicamente i giovani oltraggiandoli, con lavori precari, e con immensa facilita' di licenziamento non è bene, .
Anche io lavoro, grazie a DIo, e ci sono colleghi, che mi danno sui nervi, ma spesso mi chiedo a quanto io do sui nervi, ???, per questo ritengo doveroso il sopportare anche le persone meno produttive possibili, e mi va di lavorare anche per chi è in malattia, se no che senso avrebbe la vita, una caccia all'egoismo, si ricordi una cosa , tutti noi siamo dipendenti l'uno dall'altro, le strade che lei percorre con la sua moto, le ha realizzate una impresa in cui lavorano delle persone a lei sconosciute, le cose che lei ha le ha perchè, qualcuno vi ha messo del tempo per dargliele , anche la frutta che è sul suo tavolo adesso, tutto viene da altri, vi è interdipendenza e un contribuire insieme, alla vita, spero di essere stato chiaro,?: il mio nome è PUPO
Anonimo
18 Dicembre 2010 @ 2:47
@Democrito: concordo con te perfettamente, adesso, ma all'epoca ero ancora una povera ingenua di 24 anni. Il problema è che la società attuale non insegna l'indipendenza di giudizio, non insegna ad ascoltare il "sè", e occorre sputare sangue prima di comprendere da che parte pende la bilancia… è per questo che i giovani scendono in piazza con tanta violenza, quelli della nuova generazione, perchè "percepiscono" quel "sè", quel qualcosa che non va, è comprensibile… ma dovranno fare ancora molta strada prima di capire che l'arma dello scontro violento porterà solo a rinnovare, sotto una guisa apparentemente diversa (cadendo un governo ne sorge cmq un altro, diverso nell'immagine ma pur sempre uguale nei metodi – la storia insegna), la stessa pappa di sempre. I veri poteri non sono destra e sinistra, agiscono dietro le quinte… Il Principe di Macchiavelli, hai presente?
UNICO BOSS VIRILE
18 Dicembre 2010 @ 7:29
L'unico che in Italia LAVORA (e da' lavoro a tutti voi, massa di screanzati) sono IO !!!
ringraziatemi e baciatemi i piedi.
La societa' anagramatica italiana mi ha inviato l'anagramma del mio nome : UNICO BOSS VIRILE !!!
e ora vediamo se quel cujunas, finto lavoratore, del Galeazzo si fa vivo.
Tiè
Anonimo
18 Dicembre 2010 @ 17:52
Una domanda per tutti voi: il lavoro che avete l'avete trovato da soli o grazie alle raccomandazioni?
In Italia chi non e' raccomandato non lavora a nessuna eta', e in nessun settore, lo dico per esperienza, il che mi ha portato ad andarmene a vivere all'estero, dove se non altro il concetto di meritocrazia esiste ancora.
Avendo vissuto e lavorato in paesi anglosassoni per anni, posso confermare che li' ad esempio i giorni di malattia sono pagati a discrezione del datore di lavoro, e anche se si ha un contratto a tempo indeterminato, il datore di lavoro puo' licenziare con una scusa qualsiasi pagando una liquidazione e liberandosi quindi del lavoratore non piu' desiderato.
Pero', ripeto, e' anche (era, vah) piu' facile trovare un altro lavoro anche oltre i 40, perche' in quei paesi non si fanno problemi di eta' ma di esperienza lavorativa e soprattutto voglia di lavorare, cosa che manca a molti lavoratori Italiani del settore pubblico.
Io sul lavoro la penso esattamente come Silvano Agsoti e il Conte. Il denaro ha distrutto il mondo, e non e' retorica. Lavorare meno, godersi la vita, e avere cio' che serve quando serve con scambio, baratto, prestito, ecc.
Un'utopia possibile? Forse se cominciamo a cambiare mentalita' rispetto ai soldi e ai nostri finti bisogni, si, possibilissima.
Ciao.
Anonimo
18 Dicembre 2010 @ 18:13
siamo incantati da un paradigma ..
quando l'uomo scelse , nel biblico paradiso , di mangiare il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male , fece si che un dio obsoleto lo costringesse a guadagnarsi il vivere con la propria fatica ( lavoro ) .
l'uomo di cosa ha bisogno ?
del lavoro o della conoscenza del proprio essere ?
ZN
18 Dicembre 2010 @ 20:26
Rispondo all'Anonimo "18 dicembre 2010 19:13"
Domanda:
l'uomo di cosa ha bisogno ?
del lavoro o della conoscenza del proprio essere ?
Risposta:
L'uomo ha bisogno di "lavorare", si, ma alla CONOSCENZA DEL PROPRIO ESSERE.
Anonimo
19 Dicembre 2010 @ 2:37
Il discorso sulla meritocrazia del lavoro all'estero è una chimera.
Anche li esiste parentopoli, anzi, forse di più che da noi.
Poi la leggena dei lavoratori che lavorano meno è una balla inventata dal potere per costringerci a guadagnare molto meno che all'estero.
In italia si lavora di più e si viene pagati meno, questa è la verità.
In Inghilterra e negli Usa, c'è una gran disoccupazione e povertà, dico, per fortuna non siamo ancora messi male così, ma ci ariveremo dopo ventanni di rieducazione di Berlusconi.
La sanità nei paesi sassoni te la auguro tutta, se non hai i soldi sono cazzi tuoi, qui, nonostante tutto, abbiamo ancora qualche garanzia, Trattato di lisbona permettendo!
Guarda solo la deregulation delle banche, in quei paesi è ancor più forte che da noi.
Il problema, semmai, che ci stanno togliendo tutti gli ammortizzatori sociali, iniziarono dalla scala mobile e arriveranno a togliere anche la cassintegrazione, che conterà poco, ma almeno garantisce per un periodo qualche moneta piuttosto che sbatterti nella strada come auspichi maldestramente tu, caro anonimo disinformato.
Vota Brunetta e sai cosa bevi 😉
Anonimo
19 Dicembre 2010 @ 2:50
Avendo vissuto e lavorato in paesi anglosassoni per anni, posso confermare che li' ad esempio i giorni di malattia sono pagati a discrezione del datore di lavoro, e anche se si ha un contratto a tempo indeterminato, il datore di lavoro puo' licenziare con una scusa qualsiasi pagando una liquidazione e liberandosi quindi del lavoratore non piu' desiderato.
—–
Bella roba, auspichi una gran carognata, il datore di lavoro che licenzia e da la malattia a sua discrezione, che cazzo dici per favore dai, ma non ti vergogni?
Magari alla sua amichetta sotto ricatto sessuale, come sempre avviene, concede la mutua, invece ad un persona che ne ha veramente bisogno lo lascia nella merda, perchè magari gli sta sui coglioni?
Robe da matti, e tu vorresti combattere la piramide del sistema pensando in questa maniera?
Se fossi il tuo datore di lavoro e fossimo negli USA, ti licenzierei per quello che dici, anzi non ti darei la malattia…
Daltronde, dici che sarebbe giusto, è una mia discezionalità!
🙂
Valter Conti
19 Dicembre 2010 @ 9:28
"L’isolamento della sfera dell’essere puro, che costituisce la prestazione fondamentale della metafisica dell’occidente, non è senza analogie con l’isolamento della nuda vita nell’ambito della sua politica” (da "Homo sacer" di Giorgio Agamben).
Ritorna qui il tema dell’eccezionalità. Come funziona la figura logica dell’eccezione? Si tratta di una paradossale “esclusione inclusiva”, come quella implicita nel potere di proclamare lo stato di eccezione. Secondo Carl Schmitt il potere sovrano è “monopolio della decisione ultima”, ossia della decisione intorno alla sospensione dell’ordinamento giuridico normale attraverso la proclamazione dello stato di eccezione. L’articolo 48 della Costituzione della Repubblica di Weimar assegnava al presidente questo potere, di cui il regime totalitario di Hitler fece uso ininterrottamente a partire dal 28 febbraio 1933, instaurando una sorta di “stato di eccezione permanente”. A questo punto sorge un’altra questione: dove si colloca il sovrano rispetto alla legge, posto che ha il diritto di sospendere il diritto?
Il sovrano, che segna il limite dell’ordinamento giuridico, è, contemporaneamente, fuori e dentro l’ordinamento giuridico (in altre parole, la legge è fuori di se stessa, in quanto l’ordinamento giuridico riconosce al sovrano il potere di sospendere l’ordinamento giuridico stesso). In questo senso l’eccezione è la forma originaria del diritto, il presupposto delle coordinate giuridiche fondamentali: ordinamento e localizzazione.
La sovranità costituisce una soglia indecidibile tra diritto e violenza, come aveva intuito Pindaro nel celebre frammento 169 (Nómos, re di tutte le cose, conduce con mano più forte giustificando il più violento). La legge giustifica il più violento; il diritto quindi ha a che fare con la violenza fin dalla sua origine. È alla possibilità di spezzare questo nesso, o meglio di recidere questo nodo che alludono le riflessioni del giovane Benjamin Per la critica della violenza.
La comprensione della logica della sovranità esige un ripensamento dei concetti metafisici di potenza e atto. Il bando sovrano è infatti potenza di affermare la legge solo in quanto è in pari tempo potenza di non affermarla, o meglio di sospenderla, di non passare all’atto. In altre parole: nello stato di eccezione si manifesta l’impotenza del potere sovrano. Agamben, riprendendo l’idea benjaminiana di una radicalizzazione dello stato di eccezione, allude qui ad una prospettiva ulteriore, in cui si manifesta appieno l’implicazione reciproca tra ontologia e politica: “pensare l’esistenza della potenza senz’alcuna relazione con l’essere in atto – nemmeno nella forma estrema del bando e della potenza di non essere, e l’atto non più come compimento e manifestazione della potenza – nemmeno nella forma del dono di sé e del lasciar essere” .
Valter Conti
19 Dicembre 2010 @ 9:35
Se sostituiamo la sovranità popolare con la sovranità delle persone entriamo in quella semeiotica dell'indecidibilità dovuta dal fatto che nell'ordinamento americano "people" si coniuga sia come popolo che come persone. Anzi, persone sono la "Repubblica" e popolo è la Nazione.
In Italia invece persone sono le persone, popolo è il popolo e la Nazione è il Potere del popolo sulle persone.
Valter Conti
19 Dicembre 2010 @ 9:42
Dimenticavo: la Repubblica è il
Potere del popolo con le persone.
Maria AA
19 Dicembre 2010 @ 10:23
Paolo concordo con te riguardo al fatto che a volte i lavori più belli sono quelli per i quali nessuno ci paga.
Ho scritto infatti che il lavoro è doloroso e spicevole perchè è un dovere, un dovere legato alla retribuzione o a valori sociali falsi.
Il lavoro della casalinga è bellissimo per chi sceglie di fare la casalinga.
Spesso però non è così.
Le donne sono a volte tagliate fuori dal mondo del lavoro e fanno ciò che la tradizione ha sempre richiesto da loro.
La differenza non sta nella retribuzione, ma nella scelta.
Anonimo
19 Dicembre 2010 @ 11:10
Mi permetto di dissentire e di irridere una tale ricostruzione. Magari un po' di studio approfondito della storia non guasterebbe, ferma restando la mia stima nei confronti del blog e del suo autore.
Testualmente riporto ( anche se la questione e ancor più complessa )
Cosa esprime invece il nostro articolo 1? Esso dichiara che l'Italia è una Repubblica democratica, e lo dice come prima cosa in assoluto. Quindi la Repubblica, la democrazia e l'Italia non sono scindibili, sono una in funzione dell'altra. Questo concetto è talmente importante che si ricollega direttamente con l'ultimo articolo, il 139, che afferma:
La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale.
Quindi mai più monarchia, o dittatura, o impero, o qualsiasi altra forma di Stato che non sia pienamente e democratico e repubblicano.
Poi, sempre al primo comma dell’art. 1 si sostiene che la nostra Repubblica è fondata sul lavoro. Questo concetto nobile è in realtà molto debole, non afferma nulla se non una speranza, e non obbliga lo Stato a dare lavoro a tutti. Infatti l'Italia ha moltissimi disoccupati, e nel passato tantissimi italiani sono dovuto emigrare all'estero per lavorare, e si parla di milioni di persone. Non è neanche un vero e proprio obbligo per i cittadini di lavorare (come era in Unione Sovietica, una dittatura comunista!). È solo una sintesi ideologica di parte del pensiero socialista, comunista e popolare, osteggiata, nella sua formulazione e nella sua collocazione, da quasi tutti gli azionisti, e che fu ideata, non a caso, da Amintore Fanfani, uno dei leader della Democrazia Cristiana, che volle e riuscì a concludere un dibattito piuttosto prolungato e che rischiava di impaludarsi per mesi dando una sorta di contentino ideologico a quella sinistra operaista alla quale, in cambi, la DC chiese ed ottenne molto, molto di più in termini di definizione dei rapporti con la Chiesa, degli articoli sulla famiglia e sulla istruzione, e certi articoli sulle libertà.
Dire che l'Italia è “fondata sul lavoro” non costava nulla, e rendeva molto, alla parte più moderata dell'Assemblea costituente. I comunisti, soddisfattissimi, accettarono felici il “lodo Fanfani”. Ringrazieranno, con gli interessi, al momento della votazione sul Concordato.
Anonimo
19 Dicembre 2010 @ 12:32
Democrito condivido le tue idee sul fatto della situazione lavorativa dei giovani, essendoci dentro in pieno.
Anni di precariato, zero speranze, sia che fai 2 ore di straordinario al giorno, sia che esci all'orario normale il tuo futuro è appeso a una occulta decisione di non si sa chi.
Ti rinnovano magari per 4 anni di seguito con contratti tri o semestrali e poi..vai a cagare grazie e tanti saluti, nessuno si accorge più di te.
Soprattutto sei un grande se mandi aff…un tuo sottoposto se osa offrirti il caffè…qua tutti sono diventati dei leccaculo da paura, opportunisti e pronti a pugnalare alla schiena il "collega" pur di "brillare" un secondo in più …ma agli occhi di chi poi!
Un continuo agitarsi e tirare merda al prossimo dove ci si rovina soltanto interiormente per poi crepare, se va bene, da vecchi rintronati e poter dire di aver fatto cosa nella vita?
Il nichilismo nella sua apoteosi…il "lavoro" e l'avidità fatti a idoli…gli unici idoli di questa società di merda costruita a tavolino da chi sappiamo…è il loro specchio.
Conte Senza Palazzo
19 Dicembre 2010 @ 14:05
Anonimo 18 dicembre 2010 18:52 dice:
"Lavorare meno, godersi la vita, e avere cio' che serve quando serve con scambio, baratto, prestito, ecc."
(e per Democrito)
Certe cose si realizzano a partire da piccoli gruppi di persone. Vere e proprie piccole regioni geografiche franche all'interno delle quali i soldi non circolano esistono gia' in Italia e in tutta Europa e stanno diventando sempre piu' numerose (io ho a amici che da anni hanno aderito a tale sistema). Certo, ci vorrebbe un po' di propaganda per diseducare dal consumismo e per far vedere alle persone che un diverso modo di vita non legato al lavoro e ai soldi esiste. Insomma, certe cose esistono gia', ma ovviamente non vengono pubblicizzate.
PS: il baratto e' vietato all'interno dell'Unione Europea. Chi baratta e' un pericoloso criminale…
Conte Senza Palazzo
19 Dicembre 2010 @ 14:11
Nota linguistico-dialettale sul lavoro. Adoro come lo chiamano a Napoli: "A fatica", per principio. Ma il massimo e' in Sicilia, dove diventa "U travagghiu", quasi a suggerire un accostamento alle doglie della partoriente.
Anonimo
19 Dicembre 2010 @ 15:40
la Massoneria, o per lo meno il suo vertice, ha una conoscenza della vita che per voi e' inimmaginabile.
ogni vostro commento, ogni vostro giudizio, viene generato dal vostro personale punto di vista. questo e' in genere sotto scacco della paura in generale e soprattutto della paura di conoscere voi stessi.
no, i massoni sono molto piu' in alto, hanno raggiunto se non il massimo per lo meno il minimo di contatto col divino creatore di tutto cio' che c'e' e si sono resi conto (per averlo provato) di esserne una parte, di essere una parte dell'uno.
per cui, al contrario di chi non ne e' consapevole, loro sanno di fare parte del progetto totale della vita in cui ognuno fa la parte che gli compete con minimi margini di liberta' (libero arbitrio), per lo meno nel nostro ancora abbastanza basso piano di esistenza.
quindi da loro non nascera' mai nessuna competizione con voi e nemmeno nessun astio nei vostri confronti ma solo compassione per il fatto di non aver potuto ancora conoscere quali siamo le vostre vere potenzialita'.
voi siete Dio ed operate con la potenza di Dio nell'esatto punto della vita in cui siete, generando in ogni istante la creazione attraverso il pensiero attratto dall'amore (la vera energia creatrice).
tutto e' mente, tutto e' mentale per cui le leggi della creazione non sono limitate alle semplici leggi della fisica ma a quelle del pensiero (le leggi della fisica essendo generate da esso).
scoprite questo ed entrerete nel vero livello dell'esistenza, non quel matrix fatto di pregiudizi generati dalle vostre false conoscenze indotte.
la vera conoscenza viene da dentro e non si impara poiche' e' gia' scritta nel progetto della vita. chi si lascia andare al cuore e' colui che ottiene il massimo potere di creazione.
per chi in questo momento si sentisse partire la propria curiosita' (amore per la curiosita') puo', dopo aver fatto un reset dei vecchi pensieri, entrare in contatto col vero sapere ermetico della vita (che non deve necessariamente essere solo dei massoni, io per esempio non lo sono) partendo per esempio dal KYBALION.
buona lettura, soprattutto quella fatta a occhi chiusi, ascoltando il CUORE.
questo mio scritto, per chi se lo sentisse, e' stato chiamato dal Cuore di alcuni di voi per il motivo che ben presto conosceranno, motivo puramente interno ad ognuno e completamente estraneo con politica e quant'altro.
buona lettura,
ivan
Anonimo
19 Dicembre 2010 @ 20:20
se Tutto è Uno , mi chiedo , perchè chi conosce questo assioma , "tende" a creare situazioni diametralmente opposte di vita ?
Anonimo
19 Dicembre 2010 @ 20:26
Paolo mi hai letto nel pensiero!
Sono una studentessa di giurisprudenza che deve fare l'ultimo esame (diritto costituzionale) e con tesi assegnata in diritto del lavoro; mi sono chiesta le stesse cose sull'articolo 1 della Costituzione e vedo che ci siamo dati risposte analoghe. Sto studiando Mortati, Orlando , Carl Schmitt e le loro teorie in due libri scritti da un famoso professore della Sapienza: mi chiedo chi sono queste persone in realtà, cosa veramente affermano, perchè li studiamo e perchè proprio loro. So che il giorno dell'esame dovrò riportare quanto imparato sui libri facendo vedere che ho imparato tutto e bene, ma PER ME risulta necessario capire in fondo la realtà.
Anonimo
20 Dicembre 2010 @ 8:13
"Anonimo ha detto…
se Tutto è Uno , mi chiedo , perchè chi conosce questo assioma , "tende" a creare situazioni diametralmente opposte di vita ?
19 dicembre 2010 21:20"
perche' sono le differenze che creano la vita. senza il caldo e il freddo non puo' esistere la temperatura.
la dualita' e' ESSENZIALE al creare la vita e l'Uno la sperimenta in ogni sua forma.
visto da un punto di vista piu' alto dell'uomo non c'e' niente di giusto o sbagliato, semplicemente esperienza di vita, creazione.
il giudizio che noi diamo agli stati delle cose e' nostro personale e dipende da cio' che conosciamo, tutto e' soggettivo e serve per muovere la creazione in una certa direzione piuttosto che in un'altra.
ogni cosa e' al suo posto, piuttosto in questo momento siamo ad un punto di svolta importante e sta ad ognuno di noi riuscire a percepirlo per quello che e'. niente comunque a che fare con politica o altre cose, il cambiamento e' molto diverso da quanto la gente conosce, talmente diverso da sembrare incredibile.
ivan
democrito
20 Dicembre 2010 @ 13:19
l'articolo 1 della costituzione è debole. vero, anzi verissimo. come diceva l'anonimo del 19 12,10.
è debole perchè nasce da un compromesso fra le parti. la proposta originale era stata di togliatti e recitava: …è una repubblica fondata sui lavoratori…
ovviamente questo cozzava con i padri costituenti che invece difendevano gli interessi dei proprietari, pertando si giunse ad un compromesso accettabile per tutte le parti in gioco. la proposta dei comunisti avrebbe caratterizzato la nascente repubblica come un paese difatto ad ordinamento socialista, cosa che non ci si poteva permettere, un po a causa della divisione avvenuta a yalta, un po perchè si campava di aiuti americani. ecco perchè si arrivò ad un nonsenso. in effetti una repubblica, o un paese in genere, non potrebbe che basarsi sulle persone, o su principi ed idee legati alle persone, non su condizioni contingenti.
l'ancient regime, pur non avendo ovviamente una carta costituzionale, si appoggiava sull'aristocrazia e sul clero. persone quindi che detenevano il potere e lo usavano a loro discrezione.
la costituzione firmata il 26-08-1789 dall'assemblea nazionale invece dichiarava: l'uguaglianza degli uomini (art. 1); l'esistenza di diritti naturali e inalienabili di ogni singolo individuo – libertà, proprietà, sicurezza e resistenza all'oppressione -, che nemmeno lo stato può calpestare (art. 2); la sovranità popolare (art.3) (wikipedia)
si parte quindi sempre dalle persone e si prosegue con i diritti e i doveri di ognuno. penso che la costituzione italiana sia da considerare alla luce della proposta comunista del tempo, non su seghe interpretative del compromesso successivo.
Anonimo
21 Dicembre 2010 @ 0:01
A questo stato di cose si sono aggiunte le leggi che proteggono il lavoratore a scapito del datore di lavoro.
Spero che ti renda conto dell’effetto comico di questa affermazione. I lavoratori, strapagati (ben 1000 € al mese) nullafacenti, si associano in organizzazioni criminali (sindacati) allo scopo di ricattare e rapinare il loro benefattore (imprenditore, meglio se del nord), con la complicità del governo, che notoriamente sforna leggi a loro favore (specie negli ultimi 20 anni).
capisco che è difficile accettare quanto detto da Paolo in questo articolo, ma se ci si ferma un'attimo a riflettere per esempio ad una cosa citata nell'articolo e cioè che in altre costituzioni vengono tutelati anche i diritti dei "datori di lavoro" ci sarà un perchè, e allora si ringrazierebbe il Franceschetti per il coraggio intellettuale che è da pochi.
Sono una "partita iva" da trent'anni. Più sfigato di così:-(….. Quando si è trattato di assumere una persona, avendo una piccola attività, mi sono SEMPRE trovato a dover fare gli straordinari, che nell'ottica assolutamente sottoscrivibile di questo articolo è proprio da megaschiavi, per riuscire a pagare lo stipendio (comprensivo di contributi tasse e quant'altro buttati in un pozzo dove nè io nè il dipendente berremo mai). I miei sogni fantozziani sono da anni quelli di vincere la classica lotteria, o fare una scelta coraggiosa che sortirebbe lo stesso effetto, e quindi recarmi in ufficio e cagare sulla scrivania del dipendente dopo avere annunciato le mie dimissioni definitive!
Ma lo sai Democrito quanti piccoli autonomi sono da sempre sotto il livello della sopravvivenza e prima di caricarsi il fardello di un dipendente (quasi sempre incolpevole perchè anch'egli vittima di un sistema che vede il lavoro come carcere a vita per i pìù) ci pensano dieci volte e quando lo fanno spesso se ne pentono amaramente. Ma è poi mai possibile che debba esistere il ruolo di "dipendente"? ma pensiamoci, un conto è dipendere reciprocamente gli uni da gli altri un conto è che una persona si senta e faccia il "dipendente" e abbia un padrone! Si permetta alle persone, una volta per tutte di rapportarsi liberamente nell'intraprendere una "attività" (possiamo a chiamarla così) senza vincoli, e ovviamente senza particolari disparità di funzioni e compensi, magari dividendo anche il rischio che qualsiasi attività comporta…
Ma parlare ancora di dipendenti e padroni, di repubbliche fondate sul lavoro, di lavoratori che non possono fare un caffè ad altri lavoratori….!! ma cosa ci si deve odiare e basta, combattere guerre tra poveri confondendole con la lotta di classe senza pensare, pensare proprio mai, mettere in discussione mai?
Segretius
democrito
21 Dicembre 2010 @ 7:43
caro segretius,
so benissimo di cosa parli quando elenchi le difficoltà dei piccoli imprenditori e hai tutta la mia solidarietà, però non farti fregare dalla propaganda tipo leghista. loro non sono dalla tua parte, vogliono solo il tuo voto cavalcando il tuo malcontento.
tornando al punto, l'impossibilità di licenziare senza giusta causa non dipiende dall'art.1 della costituzione, il quale non è che una dichiarazione di principio, ma dall'art.18 del codice del lavoro, il quale non è applicato alle imprese sotto i 15 dipendenti.
franceschetti fa risalire l'origine del "male" all'art.4, quello del diritto al lavoro, ma anche l'art.4 non è che una dichiarazione di principi, presente in tutte le costituzioni europee, che permette all'art.18 di esistere, ma non ne causa l'esistenza, prova ne sia che è stato possibile proporne l'abbrogazione attraverso referendum senza suscitare dubbi di incostituzionalità.
il punto di franceschetti infatti è sull'obbiettivo sbagliato, questa discussione è già avvenuta in ambito istituzionale, mirata al vero obbiettivo (l'art.18), senza che nessuno tirasse in ballo la costituzione. se paolo vuole essere più essere più realista del re, sono affari suoi. io posso solo constatare che nessun movimento o partito, nemmeno di estrema destra, nemmeno berlusconi che è l'unico che lavora in italia, stia o abbia contestato gli art.1 e 4 della costituzione. lo stesso art.18 non è più da tempo oggetto di discussione in quanto bypassato dalle leggi sul lavoro formulate dalla destra rappresentata da prodi e compari. la politica, caro amico, è come una torta. la fai con gli ingredienti che hai, non con quelli che non ci sono, ma immagini sarebbero adeguati. lo stravolgimento dello stato di fatto è possibile solo in casi veramente straordinari, ma storicamente, come giustamente ricordava l'anonima del caffè, non porta mai ai risultati auspicati.
Anonimo
21 Dicembre 2010 @ 13:18
Innazitutto due premessa:
1) Paolo penso che prima di scrivere questo articolo tu non fossi nelle piene capacità tue
2) Democrito..mi inchino alla tua sapienza..davvero
Però vorrei fare una domanda a democrito: dici che non sia possibile fare politica senza scendere a compromessi, ed è un fatto. Dici che la politica è una torta che si ha da fare con i soli ingredienti a disposizione ed è un fatto. Ergo , io credo, che fare politica così non sia politica…sia solo giocare con le carte messe in mano da chi vuole che non si giochi..limitate per definizione…ergo…togliersi tale carte dalle mani e puntare al vero obiettivo….avere in mano le carte pulite…ossia tutti gli ingredienti…ecco allora la politica si occuperebbe di soli discorsi economici e sarebbe vera politica…non credi ?…del resto i motivi veri di questa crisi e di questa nascita dell'europa sono li a dimostarcelo o no ?…sono li a dirci che la politica politica è un ostacolo per non far capire e fare la politica vera…ossia la gestione della finanza statale…solo quella democrito ti permetterebbe di scendere di nuovo in politica avendo tutti gli strumenti…avendo tutti gli ingredienti…in caso contrario avresti solo compromessi ….compromessi che ti scaglierebbero contro gli stessi che tu vorresti difendere….loro lo sanno bene e gli altri, i molti, non capiscono cosa è questa vera politica … Paolo, lasciamolo perdere, in quest'articolo ha abdicato alla sua intelligenza…spero sia un fatto momentaneo
Anonimo
21 Dicembre 2010 @ 13:41
Democrito non tirare in ballo i leghisti che non mi ingannano per tante ragioni, primo non ascolto la lega semmai se voglio SONO leghista, (in verità l'ho già detto altre volte chiaramente sono comunista), ciònonostante non c'è da vergognarsi ad esser leghista perchè hanno tante tantissime ragioni per essere contro lo statalismo romano, la burocrazia, la mafia, la massoneria, il vaticano e gli stati uniti d'america, i monopoli, tipo quello della cosidetta medicina ufficiale (vatti a leggere le proposte di legge che facevano all'inizio per esempio sulla "regolarizzazione mutuata" delle medicine alternative)!!! Questa era la lega all'inizio. Ora cos'è? La merda che definisci tu (condivido pienamente). Corrotta e stracorrotta da tutte quelle cose che combatteva. Se pensi che dall'"altra parte" i sindacati hanno promosso i fondi pensione privati (in gran parte azionari), che governi di sinistra hanno dato le basi per gli aerei che bombardavano i fratelli serbi, governi di sinistra hanno privatizzato ogni fetta di stato possibile e immaginabile, e assecondato (anche loro) Usa vaticano mafia massonerie e sopratutto le banche con i loro sporchi giochi di finanza…..
Le intenzioni sane possono nascere dovunque, nella lega come ovviamente a sinistra ( in un partito come forza italia invece non vedo neanche queste intenzioni perchè è un movimento nato dalla mafia, ivi cresciuto e mi auguro perisca presto cementato con la sua stessa manovalanza- pur essendo sostenuto da milioni di coglioni veri che si sono bevuti il cervello e dall'altro sostegno-invisibile ma tangibile- di brogli che neanche immaginiamo) ma alla fine sappiamo che l'opera di corruzione delle persone è arrivata a disintegrare quelle stesse intenzione. Le "parti sociali" nei loro vertici anche locali, insieme ai media hanno DISINFORMATO sistematicamente le basi fino a distruggere ogni reale consapevolezza. Si potrebbe stare qui anni ma il punto è che bisogna riconoscere a Paolo Franceschetti di andare OLTRE rispetto ai "punti fermi" che molti ben intenzionati, come penso siamo tutt'e due, hanno fissato a causa della confusione di tali argomenti. Quando leggo alcune sue affermazioni all'inizio sono perplesso anch'io, ma per esempio non ti è mai venuto in mente che da parecchi anni sopratutto i governi di "centro destra" minacciano di voler cambiare anche solo parte della costituzione. I più in cuor loro sapendo che in teoria sancisce dei diritti fondamentali sono contentissimi che ciò non avvenga, e quindi rinunciano a cambiarla, come sarebbe giusto e legittimo, per migliorarla veramente….. spaventa et impera, mantenendo lo status quo……
Segretius
Anonimo
21 Dicembre 2010 @ 20:57
Siamo sicuri di voler vedere in maniera così negativa il lavoro?
Quando un'uomo produce,crea,trae sostanza da ciò che è inerte od ostile,non è realmente un qualcosa di divino e tutt'altro che massonico?
Una persona che crea per se e per gli altri,non sta partecipando al benessere comune?
Temo che si confonda il Lavoro con la L maiuscola,
con lo schiavismo massonico-capitalistico che di essere definito "lavoro" non è degno.
Non buttiamo via il Grano con la gramigna.
Anonimo
21 Dicembre 2010 @ 20:57
Siamo sicuri di voler vedere in maniera così negativa il lavoro?
Quando un'uomo produce,crea,trae sostanza da ciò che è inerte od ostile,non è realmente un qualcosa di divino e tutt'altro che massonico?
Una persona che crea per se e per gli altri,non sta partecipando al benessere comune?
Temo che si confonda il Lavoro con la L maiuscola,
con lo schiavismo massonico-capitalistico che di essere definito "lavoro" non è degno.
Non buttiamo via il Grano con la gramigna.
Conte Senza Palazzo
21 Dicembre 2010 @ 21:54
Il concetto di lavoro come lo conosciamo da almeno cent'anni e' alla base del sistema capitalistico. Ma vorrei ricordare che il sistema capitalistico si fonda sull'estrema ineguaglianza dei cittadini (questa non e' semplicemente un "effetto indesiderato", ma un presupposto). Non esiste al mondo capitalismo "buono" o "illuminato", in cui i cittadini abbiano uguali diritti, condizioni di vita e possibilita'. Tutto questo rappresenta la negazione di qualsiasi costituzione di qualsiasi Paese capitalista che si finga democratico, come ad esempio l'Italia.
Anonimo
22 Dicembre 2010 @ 15:56
L'articolo 1 dice semplicemente che la ricchezza dello stato proviene dal lavoro.
Il principio è quello di dare un'importanza cruciale al lavoro e soprattutto ai lavoratori.
Nell'assemblea Costituente questa parola fu voluta dai socialisti e dai comunisti che avevano scelto il termine "lavoratori". Tale scelta fu fortemente criticata dagli altri esponenti dell'Assemblea i quali giunsero ad un accordo e sostituirono -2lavoratori" con "lavoro" che è un termine più generico.
Che diavolo centra la massoneria e l'oppressione!!!!!!
Anonimo
22 Dicembre 2010 @ 19:05
"Temo che si confonda il Lavoro con la L maiuscola,
con lo schiavismo massonico-capitalistico che di essere definito "lavoro" non è degno."
Sì, sì certo ma è il troppo lavoro e la sua iniqua distribuzione che sono il sale di questo capitalismo che non demorde. Un esempio classico ed assurdo di come il lavoro sia non strumento di produzione ma di potere e mantenimento dello status quo è che mai e poi mai è stato concesso di ridurre l'orario di lavoro, che permetterebbe di evitare disoccupati e di PENSARE, AGLI UNI E AGLI ALTRI. Semplice vero? E ancora una volta il post di Paolo è illuminante perchè è questo poi il centro della questione lavoro, anche in considerazione del fatto che, con le macchine e gli strumenti tecnologici esistenti, il lavoro, insieme a ciò che con esso si produce, è in gran parte INUTILE….
Segretius
Anonimo
23 Dicembre 2010 @ 11:41
"anche in considerazione del fatto che, con le macchine e gli strumenti tecnologici esistenti, il lavoro, insieme a ciò che con esso si produce, è in gran parte INUTILE".
Infatti come cadono 2 cm di neve si fermano le ferrovie,perchè col vizio degli "strumenti tecnologici esistenti"
non c'è più un omino che riscaldi con una torcia gli scambi ghiacciati…
A me sembra molto più grottesco un mondo tecnologizzato,piuttosto che un mondo a misura d'uomo.
Ovviamente senza giustificare il sistema che sobbarca di lavoro gli schiavi odierni.
Anonimo
24 Dicembre 2010 @ 22:25
..insieme a ciò che con esso si produce…..dicevo, qualcosa come il 30 per cento, forse più, di cio' che si produce è inutile, viene prodotto solo perchè il sistema lo esige…..
Anonimo
29 Dicembre 2010 @ 10:34
" L’idea di uno stato fondato sul lavoro è infatti una sciocchezza per vari motivi.
Prima di tutto perché ciò presuppone che il giorno che venga trovato un modo per far avere a tutti, gratuitamente, cibo e un tetto, e la gente fosse dispensata dal lavorare, lo stato dovrebbe crollare. Il che ovviamente è giuridicamente un non senso."
ebbene, a mio modesto avviso hai una visione incompleta o al piu distorta, di lavoro…il lavoro non serve solo per soddisfare bisogni primari, ma serve anche per realizzarsi attraverso l'esercizio di una attività che da gioia….proprio a tale dimensione di lavoro si ispirano spesso i pensatori illuminati (non in senso massonico, si intende). Quindi in questa ottica, il soddisfacimento di beni primari realizzata attraverso il non lavoro non è condizione causale effetti giuridici tali da legittimare il crollo dello stato in quanto fondato sul lavoro.
"Il lavoro infatti è considerato un diritto.
Ma riflettendoci bene, il lavoro non è un diritto.
Il lavoro è – o dovrebbe essere – una libera scelta per esplicare la propria personalità.
Il lavoro è un dovere per coloro che non hanno abbastanza denaro per vivere.
Il lavoro è poi una scelta di vita, in quanto dovrebbe essere l’espressione della personalità del soggetto."
e perchè mai non si possa annoverare il lavoro tra i diritti ? e se non lo si annoverasse tra di essi sarebbe poi possibile che lo stesso venisse tutelato ? Non è forse corretto dire che il lavoro è un diritto nel senso soggettivo, cioè come un "potere di agire per soddisfare un interesse tutelato dalle norme giuridiche" ?..non verrebbero meno le non superflue regole del Diritto del Lavoro nel loro implicito fondamento ?
"Ricordiamo poi che la maggior parte dei politici non ha mai lavorato in vita sua. D’Alema e Bertinotti, che difendono i diritti dei lavoratori, non hanno mai lavorato né hanno mai creato veramente lavoro (al di fuori di quello delle cooperative rosse che serviva e serve per mantenere i partiti di sinistra)."
quanto di piu sbagliato….fermo restando la mia scarsa simpatia verso i citati….i politici lavorano come tutti gli altri e se lavorano bene creano posti di lavoro (indirizzando una giusta politica di investimenti e una giusta politica economica) e facilitano la felicità di tutti noi…..se però essi agissero (come dovrebbero) nella legalità e onestamente e per fini pubblici e non superiori che nulla hanno a che fare con la res pubblica…ma questo un uomo di legge come te capisce bene che è tema magari di una revisione delle modalità di controllo dell'azione politica …..insomma se un ladro ruba a casa mia telefono alla polizia e non invece a un costituzionalista per modificare la Carta.
"Il risultato delle leggi che hanno promosso la condizioni che favoriscono i diritti dei lavoratori è sotto gli occhi di tutti: l’impossibilità per il lavoratore di licenziare in tronco il lavoratore sgradito (anche se ha rubato, se è un nullafacente, ecc.), "
esiste il licenziamento per giusta causa….è inefficace ? perchè è inefficace ?…per debolezza della norma o per debolezza dei modelli giurisdizionali operativi…..e non è una differenza da poco…quindi si soffermi a pensare a ciò. Se c'è una norma che prevede la galera per un reato x e il "sistema" non riesce ad assicurare che il reato x venga perseguito…..che dice Lei….togliamo la norma de quibus o riformiamo il "sistema" operativo in modo che divenga veramente operativo.
Anonimo
29 Dicembre 2010 @ 10:36
" L’idea di uno stato fondato sul lavoro è infatti una sciocchezza per vari motivi.
Prima di tutto perché ciò presuppone che il giorno che venga trovato un modo per far avere a tutti, gratuitamente, cibo e un tetto, e la gente fosse dispensata dal lavorare, lo stato dovrebbe crollare. Il che ovviamente è giuridicamente un non senso."
ebbene, a mio modesto avviso hai una visione incompleta o al piu distorta, di lavoro…il lavoro non serve solo per soddisfare bisogni primari, ma serve anche per realizzarsi attraverso l'esercizio di una attività che da gioia….proprio a tale dimensione di lavoro si ispirano spesso i pensatori illuminati (non in senso massonico, si intende). Quindi in questa ottica, il soddisfacimento di beni primari realizzata attraverso il non lavoro non è condizione causale effetti giuridici tali da legittimare il crollo dello stato in quanto fondato sul lavoro.
"Il lavoro infatti è considerato un diritto.
Ma riflettendoci bene, il lavoro non è un diritto.
Il lavoro è – o dovrebbe essere – una libera scelta per esplicare la propria personalità.
Il lavoro è un dovere per coloro che non hanno abbastanza denaro per vivere.
Il lavoro è poi una scelta di vita, in quanto dovrebbe essere l’espressione della personalità del soggetto."
e perchè mai non si possa annoverare il lavoro tra i diritti ? e se non lo si annoverasse tra di essi sarebbe poi possibile che lo stesso venisse tutelato ? Non è forse corretto dire che il lavoro è un diritto nel senso soggettivo, cioè come un "potere di agire per soddisfare un interesse tutelato dalle norme giuridiche" ?..non verrebbero meno le non superflue regole del Diritto del Lavoro nel loro implicito fondamento ?
"Ricordiamo poi che la maggior parte dei politici non ha mai lavorato in vita sua. D’Alema e Bertinotti, che difendono i diritti dei lavoratori, non hanno mai lavorato né hanno mai creato veramente lavoro (al di fuori di quello delle cooperative rosse che serviva e serve per mantenere i partiti di sinistra)."
quanto di piu sbagliato….fermo restando la mia scarsa simpatia verso i citati….i politici lavorano come tutti gli altri e se lavorano bene creano posti di lavoro (indirizzando una giusta politica di investimenti e una giusta politica economica) e facilitano la felicità di tutti noi…..se però essi agissero (come dovrebbero) nella legalità e onestamente e per fini pubblici e non superiori che nulla hanno a che fare con la res pubblica…ma questo un uomo di legge come te capisce bene che è tema magari di una revisione delle modalità di controllo dell'azione politica …..insomma se un ladro ruba a casa mia telefono alla polizia e non invece a un costituzionalista per modificare la Carta.
"Il risultato delle leggi che hanno promosso la condizioni che favoriscono i diritti dei lavoratori è sotto gli occhi di tutti: l’impossibilità per il lavoratore di licenziare in tronco il lavoratore sgradito (anche se ha rubato, se è un nullafacente, ecc.), "
esiste il licenziamento per giusta causa….è inefficace ? perchè è inefficace ?…per debolezza della norma o per debolezza dei modelli giurisdizionali operativi…..e non è una differenza da poco…quindi si soffermi a pensare a ciò. Se c'è una norma che prevede la galera per un reato x e il "sistema" non riesce ad assicurare che il reato x venga perseguito…..che dice Lei….togliamo la norma de quibus o riformiamo il "sistema" operativo in modo che divenga veramente operativo.
Anonimo
29 Dicembre 2010 @ 10:44
" Il rapporto di lavoro dovrebbe essere basato sulla parità delle parti. Io lavoratore ho bisogno di lavorare per vivere; ma anche tu, datore di lavoro, hai bisogno del lavoratore altrimenti la tua azienda non funziona "
certo però la sopravviovenza è un bisogno primario…il funzionamento dll'azienda solo secondario soprattutto nel breve medio periodo se l'imprenditore come spesso succede ha qualche riserva per soddisfare i bisogni primari…..suvvia sig. Franceschetti.queste cose sono elementari. Le racconto una favoletta come si fa ai bambini sulla parità tra lavoratore e imprenditore: c'era una volta un padrone con il suo carretto pieno di mercanzia e il suo servitore, entrambi devono attraversare il deserto per arrivare al mercato, il padrone paga il servo che traina il carretto e lo fa con l'acqua e il cibo e con alcuni denari, il servo ha bisogno del padrone per il vitto e i denari, il padrone ha bisogno del servo per il traino della merce…..se però il servo non riceve piu il vitto nel giro di pochi giorni muore mentre il padrone al piu perderà la mercanzia ma non la vita e arrivato al mercato anche senza mercanzia avrà sempre ancora un po di vitto e qualche denaro e quindi si vedrà…l'anima del servo nel frattempo sulla base dell'agognata parità è già da tempo in paradiso.
" In conclusione, la nostra Costituzione è organizzata e strutturata in modo molto abile, per favorire l’illegalità e l’ingiustizia, grazie ai suoi principi e alle sue lacune, difficilmente riscontrabili ad una prima lettura. "
se Lei non riesce a confutare quanto sopra detto, be quest'ultima affermazione è alquanto singolare perchè lo status quo non è sicuramente addebitabile a concorsi truccati (basterebbe far funzionare la giustizia…e la costituzione lo prevede…sappiamo che togliere fondi alla giustizia o fare quello che piu in generale si fa per facilitare prescrizione e quant'altro molto in voga se si volesse veramente andare a fondo nelle loro disamine di incostituzionalità….insomma ci siamo capiti) o al fatto che a causa della crisi si debba elemosinare un lavoro (del resto proprio Lei dice a causa della crisi…ecco ridiamo allo stato il suo diritto — direi in modo improprio dal punto di vista giuridico ma Lei mi capirà— naturale di proprietà della funzione di emissione e nessuna persona dovrà piu elemosinare alcunchè e tutte le negativitàda lei ascritte, a mio modesto avviso, al lavoro in quanto diritto previsto dalla Costituzione, scomparirebbero in un attimo …e Lei questo io presumo, lo sa bene )
" Tra i vari partiti politici e i costituzionalisti, non mi risulta che nessuno abbia mai rilevato questo stato di cose, ad eccezione della Lega Nord, che nel 1993 aveva fatto una proposta di modifica dell’articolo 1 per cambiarlo in: L’italia è una repubblica democratica basata sul mercato e sulla solidarietà. "
un esempio…ora i nostri " politici banana " vogliono privatizzare l'acqua , sono certo poi l'aria così, sarà piu facile sopprimere le loro vite nascondendosi dietro un innocuo innalzamento della tariffa sul respiro…si sa i piu poveri non potrebbero pagare e guarda caso in genere sono poi quelli che rappresentano l'80 % degli oppositori. Dicevo, se si fosse modificato in quel senso dissennato l'art. 1 su quali basi si sarebbe poi obbiettato che l'acqua come bene primario debba essere pubblico ossia sottratto alle leggi di mercato…Lei conosce un po di economia sig. Franceschetti..ritorno a dire, le cose a livello dei bambini ehh non pretendo di piu, la famosa legge della domanda e dell'offerta…se la vada a vedere e ponga sul grafico come oggetto della stessa il bene acqua ….sono certo che anche Lei saprà tirare le conseguenze in ambito riflessi sul bevitore e sul proprietario…forza faccia uno sforzo
Anonimo
29 Dicembre 2010 @ 10:46
" L’articolo 1 della Costituzione del Sudafrica (all. 4), molto più avanti del nostro, recita: La costituzione del Sudafrica provvederà all’istituzione di uno Stato sovrano, di una comune cittadinanza sidafricana e di un sistema di governo democratico, mirante a realizzare l’uguaglianza tra uomini e donne e fra genti di tutte le razze. "
e infatti è risaputo sig. Franceschetti che la maggior parte degli italiani quando gli si chiede in quale altro stato volesse andare a vivere il 100 % risponde Sudafrica per le garanzie di democraticità, libertà e giustizia grantite da quella modifica rispetto al nostro dell'art summenzionato…Egr. sig. Franceschetti chieda a un bambino se preferisce andare a vivere in Sudafrica o che ne so, magari in Svezia…sono certo che rimarrà sbigottito.
" Infatti, mi disse un professore universitario di Lima, che aveva la docenza anche in Spagna, un certo Juan Espinoza Espinoza: in Spagna nessuno si prostituisce per avere un semplice posto da portiere o da cameriere, come da voi. "
egr. Franceschetti se là avvenga ciò, non ne ho certezza assoluta…se comunque le condizioni là in Spagna sono meglio che qui in Italia non è certo addebitabile alla Carta Costituzionale….semmai al sistema di potere sotterraneo che si sottrae regolarmente e puntuoalmente al controllo della magistratura…..se un concorso è truccato e lei fa una denuncia la denuncia si perde nel vuoto….se lei viene pressato dalla mafia che gli chiede il pizzo verrà trucidato nella indifferenza della magistratura (il piu delle volte…ne abbiamo di prove provate ) ecco non vado avanti in un elenco dei problemi e delle cause vere degli stessi, perchè esercizio inutile persino agli occhi di un bambino …bambino che mai vedrebbe comparire in quella fatidica lista come causa la Carta Costituzionale….e non a caso…forse potrebbe sembargli di vedere come causa quella da Lei adombrata mancanza di regolazione dei Servizi Segreti…ma anche qui sig. Franceschetti fa il triste esercizio di buttare il bambino con l'acqua sporca perchè, lei, presumo sa benissimo che la devianza dei servizi non è addebitabile alla Carta Costittuzionale ma alla sua piena approvazione…vada a vedere come sono normati i servizi in cascata da cio che è previsto dalla Carta Costituzionale e poi faccia un articolo su questo argomento…ne discetteremo.
" E non a caso nel campo di concentramento di Auscwitz compariva una scritta all’entrata: arbeit macht frei. Il lavoro rende liberi. "
Lei veramente non conosce l'etimologia funzionale a quei campi di quella scritta…beh non mi rimane che esortarla a informarsi…Le racconto una favola che si racconta ai bambini: il lupo disse sono capuccetto rosso..per entrare ovviamente…i ladri insomma mai suonano il campanello e si presentano come ladri…o si cammuffano o cercano di fare in modo che noi stessi apriamo loro le nostre porte.
Gennaro
31 Dicembre 2010 @ 11:37
Condivido il post dell'ultimo anonimo.
Franceschetti, Lei ha toppato alla grande, non si avventuri in campi a lei ignoti, la critica sociale, politica e giuridica le faccia fare a chi se lo può permettere.
Continui a parlare di Rose e massoneria.
Anonimo
31 Dicembre 2010 @ 14:35
A San Gennaro dell'ultimo dell'anno e postino precedente:
non devo certo fare l'avvocato dell'avvocato ma forse non avete capito che si vuole dire che la parola PROPAGANDA nell'accezione più fascista del termine non si applica solo alle dittature "evidenti" ma anche e sopratutto a quelle che si ergono a paladine della democrazia (ripeto per l'ennesima volta "quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia" concetto gaberiano che meglio esprime l'essenza di ciò di cui stiamo parlando. Sporca proprio perchè si basa, in facciata, sulle cosidette costituzioni, ma se è vero, e sembra proprio che sia vero, che l'hanno scritta fior fiore di massoni, già il sospetto è naturale.
Chi, gestendo le sporcherie del potere, scriverebbe una costituzione con regole del tipo
" i cittadini devono credere di decidere, col voto ed altri strumenti, ma i loro eletti dovranno fare i conti con lobby industriali e Usa + Regina Elisabetta, e fare tutto lo stramaledetto cazzo che questi ultimi decidono" ?
o
"i cittadini provengono da una finta resistenza perchè senza gli Usa + Regina non si sarebbe avuto il regime fascista e neppure una finta resistenza, sulla quale basare una finta, e sporca, democrazia, di conseguenza devono credere che il lavoro sia il valore massimo cui aspirare, guadagnandosi, con esso, un reddito che già gli spetterebbe in ragione di una divisione equa delle risorse e della ricchezza, ma che serve, oltre che per una penosa sopravvivenza, anche per non avere il tempo di pensare e di ribellarsi"
Ovviamente viene scritta una lista di regole che garantiscono cose negate da un regime precedente imposto e che al momento possono sembrare sufficienti e addirittura inviolabili. Anche se la condanna te la sbattono lì, nel primo articolo, semplicemente facendo passare una condanna (il lavoro) per un valore fondamentale, senza il quale il cittadino, quasi, non esiste.
E' lì, sbattuto in faccia a tutti i "fruitori" nel suo subdolo travestimento ideato da coloro che non lavorano mai, perchè chi l'ha scritta magari ha un reddito garantito, è mantenuto dai milioni di fondi neri che non conosciamo ma che esistono e contribuiamo, con il nostro "valore", il lavoro, a sostenere.
Ma noi no, non ce lo possiamo permettere, vero San Gennaro, non possimo parlarne, neppure mettere in discussione, semmai dovremmo rivolgerci, per una consulenza a emeriti costituzionalisti, magari massoni, o a te……
Segretius
Anonimo
26 Gennaio 2011 @ 13:49
Egr Segretius, delle due l'una o Lei è un emerito ignorante (nell'accezzione buona del termine si intende di ignorare …non mi permetterei mai) o Lei è proprio deputato non a difendere l'avvocato (la cui assenza di risposte è di per se una risposta, essendio il tema così prorompente … parlare di lavoro nel termine in cui si è fatto nell'articolo non è semplicemente massonico è ben piu cpntrorivoluzionario e conservatore….a mio modesto avviso) ma a fare in proprio propaganda per conto terzi….. e a nulla valgono le sue arti retoriche nel dare in incipit ciò di quanto piu lapalissiano e onesto per poi però piegarlo contorcendosi in un arte retorica retrograda a piegarlo ai suoi voleri infischiandosene della logicità conseguente che viene a mancare…io nonostante ciò la voglio considerare ignorante e quindi le dico :
Qual è la differenza fra informazione e propaganda?…La prima non può ignorare il terreno storico, politico o economico su cui si incentra la notizia, mentre la seconda trae forza dall’ignorarlo. Infatti, scopo della propaganda è quello di attrarre l’attenzione su questioni particolari o su informazioni parziali, prive del nucleo che consentirebbe una vera comprensione. Più cresce l’ignoranza verso la Storia, la politica e l’economia e maggiore efficacia ci sarà nella propaganda
…segue…
Anonimo
26 Gennaio 2011 @ 13:49
Ecco partendo da questo sacrosanto presupposto le tocco i punti della sua ignoranza:
1) non è vero che nella costituzione stanno scritte le cose che dice Lei "" i cittadini devono credere di decidere, col voto ed altri strumenti, …." e nemmeno " "i cittadini provengono da una finta resistenza perchè senza gli Usa + Regina non si sarebbe avuto il regime fascista ….." . Queste sono cose che dice lei e sono condivisibili anche da me ma non stanno scritte nella costituzione quindi Lei ignora che lì non siano scritte, quindi Lei se vuol far credere che la Carta è una porcheria perchè riporta questo …insomma sta facendo propaganda come ha fatto e qualsiasi lettore può appurare.
2)Lei procede poi, dopo aver fatto intendere che dentro alla carta siano scritte porcherie che non sono, come già svelato al punto 1, a cercare con un contorsionismo logico a far credere che se esistono gli uomini del potere che non lavorano e che si mantengono con danari provenienti da fondi neri che noi alimentiamo, ciò sia provocato dalla Carta Costituzionale e da quel lucifero articolo che pone il lavoro come diritto. In semplicità a voi che leggete, attenzione alla propaganda perchè andatevi a leggere la definizione, essa si nutre di decontestualizzazioni e il nostro illustre segretius ne è un esercente eccezionalmente valido…lo ammetto potrebbe essere inconsapevolmente pilotato. Allora: il lavoro non può essere eliminato e vivere tutti di rendita nemmeno nella piu perfetta democrazia (illusoria lo so ma facciamo l'ipotesi che essa potesse esistere) e questo solo per un motivo, perchè non avremmo di che mangiare senza il lavoro dell'agricoltore e l'agricoltore di che usare per produrre senza i macchinari che gli sono necessari …e quando ci ammalassimo non troveremmo dottori etc etc , cercate di seguirmi non posso fare trattati di economia qui cercherò di farvi capire il nuce con esempi elementari…quindi il lavoro è il fondamento di una democrazia …..lo è meno la presenza di poteri occulti, vero segretius ? …. e la carta se venisse veramente calata nel reale non lascierebbe posto a essi….perchè si parla di indipendenza dei poteri …secndo lei segretius ?….. e allora se vuole essere meno ignorante e capire come mai la democrazia è una forma di governo che sapientemente è stata piegata ai poteri occulti guardi se il problema è la Carta o è la sua applicazione …perchè non è applicata ?…. perchè quando un imprenditore (si ricorda Libero Grassi ? ) denuncia che non pagherà il pizzo non si leva un rappresentante del potere a difenderlo e lo si lascia trucidare su un freddo marciapiede ? …. perchè la Costituzione non prevedeva ciò o perchè il potere ha sbeffeggiato e non applicato ciò che dalla Carta scende poi in cascata, dovrebbe scendere in cascata….ma si sa la genialità del potere occulto caro segretius è vestirsi di abiti belli per poi nascondersi sotto di essi per fare le cose truci vero Segretius…. delle due l'una come Le dissi e tutti con un cervello non consegnato al macero potranno ben capire
saluti
Enrico Leoni
29 Agosto 2011 @ 11:51
@Anonimo (quello del commento del 26 Gennaio)
io credo fermamente che Lei non abbia capito una beneamata minchia di tutto ciò che l'articolo dice.
La inviterei a rileggere e rileggere e rileggere ulteriormente sia questo articolo che molti altri pubblicati su questo blog, prima di esporre commenti sciocchi come quest'ultimo.
Anonimo
12 Novembre 2016 @ 11:23
Sarò superintelligente ma senza mai aver studiato diritto (se non quello insegnato alle superiori a ragioneria) ho sempre pensato che la frase "Repubblica fondata sul lavoro", fosse un'enorme cazzata
Alessandra Vitali
5 Maggio 2017 @ 4:43
Cosa vuol dire lavorare?
Acrimonia AV kinetica