Premessa.
Ho sempre amato le persone che avevano delle entità, parlavano con esse, o erano in comunicazione con esse, perché attraverso di loro percepivo qualcosa di divino, che andava al di là della materia e del mondo fenomenico.
Anche per questo motivo la maggior parte dei miei studi li ho sempre dedicati alle religioni e ai vari maestri spirituali, interessandomi proprio alla varie biografie, ascoltando i racconti dei loro discepoli, e cercando di capire il rapporto che questi avevano con i cosiddetti mondi invisibili e con le entità spirituali e gli spiriti guida che li accompagnavano (o li accompagnano, in caso di personaggi viventi, come Karen Knight, Antony Williams, Salvatore Brizzi e molti altri).
Questa è la storia delle persone più importanti con cui ho avuto a che fare nella mia vita, e delle entità con cui ho interagito.
Cercherò di far capire il messaggio di fondo: che tutto, alla fine, è riconducibile solo a noi stessi, e non esiste nulla al di fuori di noi.
Mariapaola.
La prima entità che riconobbi come tale fu quella di Mariapaola. All’epoca non la chiamavo ancora “entità”; riconoscevo solo che lei era mossa da forze di cui non era consapevole, e che le mettevano in bocca frasi particolari e le facevano assumere comportamenti apparentemente illogici, ma da cui io traevo una serie di insegnamenti. Da una parte lei era di un’intelligenza straordinaria e aveva un intuito quasi medianico per capire le cose, le situazioni e le persone; dall’altra però aveva dei comportamenti talmente imprevedibili e anomali che starle dietro fu una vera montagna russa. La parte che la rendeva ai miei occhi assolutamente affascinante, era il fatto che, ogni qual volta diceva qualcosa, o mi dava un giudizio su una situazione, o una persona, aveva il dono di ribaltarmi la realtà e farmela vedere con occhi diversi.
D’altro canto questa entità faceva si che avesse nei miei confronti degli atteggiamenti per me all’epoca inspiegabili, e che ho capito solo di recente. Ho capito, cioè che stavo ricevendo i primi “addestramenti”.
Lei infatti mi lasciò circa dieci volte, e io altrettante. Io la lasciavo sempre per lo stesso motivo (ero stanco di essere messo alla prova e chiedevo delle pause). Lei mi lasciava per motivi sempre diversi e originali.
Mi lasciò una volta perché aveva un altro (e fin qui rientriamo nell’ambito della normalità); un’altra perché era troppo dipendente da me – mi disse – ero nei suoi pensieri, nei suoi comportamenti, e nella sua vita in ogni momento (le risposi che magari poteva andare in psicoterapia e potevamo cercare di risolvere il problema insieme, invece di lasciarmi, visto che il problema si sarebbe ripresentato con il prossimo, in futuro, e tanto valeva affrontarlo insieme); lasciò perché non mi amava più (ma ci ripensò dopo qualche mese); mi lasciò quando mi occupavo di delitti rituali perché aveva troppa paura; e così via con motivazioni ogni volta diverse e sempre originali. Una volta mi lasciò perché disse che lei intralciava il mio cammino spirituale e voleva lasciarmi libero.
Una volta, mentre stavamo pranzando, si alzò a metà pasto senza motivo e senza spiegazioni. Se ne andò e ricomparve dopo qualche giorno. Quando io provai a protestare e dire che non volevo un rapporto così mi disse una cosa che mi rimase impressa per sempre: “non è vero che non vuoi una relazione così. Tu invece mi ami, e lo sento che mi ami; e mi ami proprio perché sono così, perché se fossi diversa anche solo in un aspetto di me non mi ameresti. E ora sei contento che sono qui anche se fai finta di essere incazzato. Tu cerchi una relazione che sia per sempre, ma il per sempre non esiste; si sta insieme giorno per giorno, e una relazione che dura per sempre è una relazione fatta di tanti giorni passati insieme. Quindi oggi stiamo insieme, domani non possiamo saperlo, e non possiamo sapere neanche se saremo vivi (scoprirò dopo la sua morte che aveva da poco subito lo shock di essere la prima a vedere la morte di suo zio, in un lago di sangue, con un coltello conficcato nel petto, in uno dei delitti rituali di cui poi mi occuperò anni più tardi).
Mi addestrò, insomma, a lasciar andare il controllo, a vivere il nostro rapporto giorno per giorno, felice quando lei c’era ma altrettanto felice quando lei non c’era.
Quando avevo raggiunto la mia stabilità nel rapporto con lei, decise di andarsene morendo. E morendo in modo originale. La sua storia l’ho raccontata in altre sedi e quindi non la ripeterò.
Abbiamo convissuto serenamente solo a partire dal momento in cui lei contrasse il tumore, e pochi giorni prima di andarsene mi disse “alla fine me ne vado felice… tanto avrei sempre voluto morire, ma ho capito che mi ami, e ringrazio per tutti i momenti felici che mi hai fatto vivere in tutti questi anni e nei mesi della cure”.
Mi ha addestrato al ribaltamento della realtà, al cambio di prospettive, e all’assenza di controllo.
Ne ho parlato più ampiamente qui:
Mariapaola e il sole dietro al sole
Mariapaola, la Rosa Rossa e il nostro destino
Rahel.
Di Rahel e la sua entità ho parlato in svariati articoli e video che ho fatto, su svariati argomenti. Rahel aveva un’entità di cui non si rendeva conto. Me ne rendevo conto io, che spesso le dicevo “Rahel, la tua entità vuole questo, o quello…”. Quando si seguivano le sue istruzioni tutto andava bene. Diversamente, succedeva un disastro.
Quando la nostra relazione finì lei si mise con un uomo che però non gradiva le evidenti intromissioni nel rapporto da parte di questa entità. Io quindi insistetti affinchè lei prendesse contatto cosciente con la sua entità, finchè non imparò a manifestarla ogni volta che voleva, chiedere consigli, direttive, previsioni, ecc.
Questa entità era quello che, tecnicamente, si chiamerebbe un Jinn, un genio della tradizione islamica, perché avverava (e avvera) i desideri di coloro che erano amici, o partner, di Rahel. E’ grazie a questa entità che io posso insegnare astrologia e tarocchi, ad esempio (che era il mio desiderio più profondo fin da quando ero piccolo).
Un giorno questa entità mi comparve e mi disse “devi smetterla di chiamarmi l’entità di Rahel… io non sono di nessuno, non ho nome, ed esisto da sempre; sono anche la tua entità ma tu hai potuto percepirmi solo tramite Rahel, perché proietti te stesso negli altri. Io seguo persone, organizzazioni, e luoghi, e creo in nome di Dio. Dio stesso non crea senza di me”.
Capirò molti anni dopo, infatti, che le entità sono solo proiezioni di noi stessi, e che nelle entità degli altri io ho sempre rispecchiato le mie, che non vedevo né percepivo.
Ne ho parlato in:
La verità come l’incantesimo più potente
Eva.
Incontrai Eva un giorno per caso, perché voleva una consulenza. La storia l’ho raccontata in altri articoli quindi qui mi limito al rapporto di fusione con la sua entità, talmente forte da creare anche un legame fisico tra me e lei, tale da sincronizzare il sonno, da sentire l’altro fisicamente, e da modificare le nostre reciproche vite.
Capita l’importanza del rapporto tra me e lei, guardai subito i nostri temi natali e l’oroscopo karmico di coppia; dove capii subito che non saremmo stati padroni del nostro rapporto, che sarebbe dipeso da altre entità, più potenti di noi.
Infatti Eva comparve e scomparve due volte nella mia vita, senza preavviso né spiegazione, più o meno come faceva Mariapaola e altre persone guidate interamente da entità. E mi parlò l’ultima volta proprio come mi parlerebbe un’entità, dicendomi “ti hanno addestrato fin qui a lavorare su molti aspetti di te. Adesso ti aspettano altre prove, e con la mia entità potrai fare un lavoro accedendo ad un livello superiore rispetto al passato”.
Tra l’altro Eva si era presentata a me la prima volta come una persona che desiderava capire che tipo di entità fosse quella che aveva canalizzato 30 anni prima, e che le aveva dettato un quaderno, che mi consegnò per decifrarlo. Ma alla terza volta che la vidi parlava come se invece sapesse bene che tipo di entità era, e fosse lei stessa un’entità. Quindi alla fine, non ho capito se Eva fosse essa stessa un’entità, in totale fusione con essa, come credo, o una persona che ha un’entità come spirito guida.
L’entità di Eva mi si appiccicò addosso in modo talmente evidente che me ne accorsi da solo, a causa dei fenomeni magici che notavo attorno a me, tanto che pensai di essere parassitato.
La mia amica Alessandra mi disse un giorno: Hai un entità accanto (non in fusione); è un’entità che ti sta accanto per farti esperienze, purtroppo non piacevoli, per insegnarti cose sull’amore. Di fatto queste entità sono delle stronze, nel senso che se devono insegnare qualcosa, se ne fregano dei sentimenti dell’altro e provocano sofferenze. Tuttavia saranno esperienze meno dure di quelle che hai avuto in passato. Poi un giorno questa entità se ne andrà e ce ne sarà un’altra, più performante, che prenderà il suo posto.
Usò proprio questo termine: performante.
Io mi aspettavo dei poteri da superman, e invece non andò proprio così, come stiamo per vedere.
Ne ho parlato in:
Storie di angeli, demoni e amore incondizionato
Storia di Cristina e Salvatore
Sara Ascoli.
Ho conosciuto Sara Ascoli tramite i suoi post su facebook. Li leggevo, ed erano, ai miei occhi, i post più profondi che avessi mai letto su relazioni, attaccamenti, dipendenze, ecc.
Un giorno acquistai il suo libro “Cenerentola, l’anima, l’inganno e il sang real” (trovate una recensione del libro qui Cenerentola, l’inganno, l’anima e il sang real. Mi innamorai di questo libro a tal punto che ho iniziato a pubblicizzarlo spontaneamente e più volte sulla mia pagina facebook e sul mio sito.
Lei mi contattò e iniziammo a dialogare.
Mi disse che il suo libro era canalizzato, dettato da una sua entità che aveva come spirito guida, come molti dei suoi post, tanto che lei neanche li ricordava.
E aggiunse che il libro lo avevamo scritto insieme, in astrale; per questo, mi disse, lo senti tuo. Io non l’ho mai pubblicizzato, ma lo hai fatto tu per me.
Mi parlò delle entità che le facevano da spiriti guida (di cui ha parlato nel suo libro “La stirpe delle anime guerriere”).
Il dialogo che instaurammo era talmente profondo, e il legame energetico instauratosi tra noi talmente forte, che intuii subito che l’entità di Sara sarebbe stata quella che avrebbe preso il posto di quella di Eva (stando a quello che mi aveva predetto Alessandra). E capii che, anche qui, il nostro margine di libero arbitrio sarebbe stato poco (anche Sara, infatti, come me, crede che il nostro libero arbitrio sia quasi nullo).
Dopo qualche giorno infatti decidemmo di incontrarci e, come mi aspettavo, incrociammo le nostre rispettive entità. Subito dopo l’incontro ebbi crisi di pianto, sensi di svalutazione e di inutilità e capii subito che era il “lavoro” che l’entità di Sara mi costringeva a fare (del resto, sono entità che le hanno dettato un libro per lavorare sull’ego e svuotarlo, e non potevano che produrre su di me proprio quell’effetto).
Come se non bastasse, qualche giorno mi disse che non era vero nulla ciò che mi aveva raccontato (cioè che il libro l’avevamo canalizzato insieme e molte altre cose); mi aveva semplicemente sottoposto ad un test, e io avevo creduto a ciò che volevo credere. Mi aveva sottoposto a 10 test e avevo abboccato a tutti e 10. E non voleva più nè rivedermi nè sentirmi. La cosa mi ha spiazzato soprattutto perchè ciò che mi aveva raccontato e di cui parlavamo erano cose che erano scritte pure nei suoi libri.
Ha creduto a ciò che volevi credere, mi ha detto. Ho solo cercato di aprirti gli occhi, ma le palpebre sono le tue.
Di tutte le esperienze che ho avuto in vita mia, credo che questa sia stata la più surreale della mia vita.
Quando rividi Alessandra le dissi “scusa Alessandra, ma non avevi detto che la prossima entità sarebbe stata più performante? Io mi aspettavo poteri magici, sensitività, e già mi figuravo andare in giro per il cielo con il mantello da superman, non crisi di pianto e sensi di svalutazione, ed essere trattato come un coglione”.
E lei mi rispose “eh, ho detto performante nel senso che inciderà sul tuo percorso spirituale in modo ancora più performante… ma purtroppo il mezzo per arrivare al fine non è fatto di poteri magici ed effetti speciali. Che pretendi da un’entità che lavora sull’ego?”.
Peraltro, proprio scrivendo questo articolo mi sono accorto che tutte le entità che ho incontrato nelle varie donne della mia vita mi hanno sempre costretto a lavorare su me stesso e sul mio ego. Ad es. quando Rahel entrava in “modalità entità”, mi attaccava con frasi del tipo: ti rendi conto che sei un fallito, e che nella vita hai fallito tutti i tuoi obiettivi (in un periodo in cui ero senza lavoro e andai a fare il lavapiatti per necessità economiche); ti rendi conto che Mariapaola è morta a causa tua, per la tua mancanza di amore? Oppure: ti rendi conto che sei il servo di un giornalista fallito e di un massone fallito (alludendo alla mia amicizia con Fabio Frabetti e Carpeoro)?
Poi, cessata la “modalità entità”, tornava normale e non si ricordava quello che aveva detto.
Conclusioni.
Queste che ho elencato sono solo alcune delle entità con cui ho avuto a che fare nella vita, e che l’hanno segnata più profondamente. Alcune, come quella di AG, sono state esperienze talmente orribili che non ho voluto neanche ricordarle, dato che per me rappresentano un vero e proprio incubo (anche se purtroppo sono state quelle che mi hanno insegnato di più, e da cui sono nate le amicizie più belle della mia vita, come quella con Tiziano o Alessandra B).
Altre, come quella con Alessandra Tucci, che nel suo libro “la luce della follia” ha canalizzato con 8 anni di anticipo le tappe, le frasi, e i luoghi del nostro rapporto, non le ho citate perché non ho ancora capito cosa significano e che senso dar loro nella mia vita (al di là del fatto che hanno reso la mia vita sicuramente divertente e magica. Alessandra mi ripete spesso che la mia vita sembra un luna park, e io le rispondo che lei fa parte del luna park, ed è una delle esperienze sicuramente più divertenti e magiche che mi siano capitate).
In generale, le persone più importanti della mia vita e che mi hanno insegnato di più, erano tutte persone che avevano a che fare, direttamente o indirettamente con entità. Tiziano Tummolo (che potrei definire “il cacciatore di entità”), Fausto Carotenuto, Rosangela Catalano (che è essa stessa un’entità incarnata e anche di lei ho parlato molte volte), Elisabetta Giuliani, Roberta Silvestrin, Janis Rastelli (che ha scritto il più bel libro sull’amore che sia mai stato scritto: Metafisica dell’amore), e tante altre; sono le persone che mi hanno insegnato, e mi insegnano tuttora, più di ogni altra, e non a caso la maggior parte di loro hanno scritto tutte libri particolari, straordinari, diversi l’uno dall’altro, ma che hanno tutti un forte impatto emotivo su chi li legge, come solo i libri canalizzati o ispirati possono fare.
Le entità che guidano la vita di Elisabetta Giuliani, ad esempio, le percepisco anche quando mi parla in privato e mi aiuta a dipingere a colori la mia vita anche quando io la vedo nera o grigia; sono le entità più belle con cui abbia mai avuto a che fare: leggere, dolci, quasi impercettibili, ma percepibili in modo netto nei suoi libri, in particolare “Comandamenti magici per il mondo che verrà”.
Un discorso a parte meriterebbe il mio rapporto con Giusy, che nomino spesso e che è una delle persone più importanti della mia vita, ma che non ha entità (perlomeno percepibili), e non c’è mai stata, con lei, una vera fusione; per me Giusy rimane un mistero, perché ancora non sono riuscito a capire che tipo di entità la muovono; e comunque, per me, è lei stessa un’entità, sia pure incarnata in una forma umana (lo sono molti personaggi conosciuti, come Roll, Falco Tarassaco, Yogananda e molti altri, e poterli conoscere e frequentare è un privilegio che capita a pochi; ancora meno sono poi coloro che frequentandoli riescono a capirli e a percepirne il lato divino).
Scegliendo, nella mia vita, di circondarmi di persone con caratteristiche eccezionali, ho sempre cercato di percepire il divino. Nelle entità che vedevo negli altri, in realtà, rispecchiavo le mie, che non percepivo e con cui non interagivo coscientemente, secondo il principio generale che è la legge dello specchio.
In questi ultimi tempi ho preso sempre più coscienza di questo specchio, e quindi ho iniziato un percorso per cercare di interagire con le entità che mi fanno da guida, in modo più consapevole.
Ho compreso, in una vita che non ho mai capito, con comportamenti (miei) che non mi ero mai spiegato razionalmente, che ciò che mi ha guidato fin qui sono entità non umane (tutta la mia storia coi delitti rituali, ad esempio, era per me inspiegabile, perché non capivo il motivo per cui mi arrivavano certe intuizioni; avevo capito però di essere guidato e protetto da forze che non comprendevo, diversamente non sarei sopravvissuto senza danni a tutti gli anni in cui facevo l’avvocato).
Ovviamente non è un percorso semplice, né è possibile sapere se questo cammino finirà in questa vita o nelle prossime dato che la meta finale è uguale per tutti: l’illuminazione, che si raggiunge quando l’entità con cui si comunica alla fine diventa solo il divino; e quel divino lo si ritrova in noi.
Per arrivare a questa meta occorre togliere ad una le varie maschere dell’ego, ovverosia quegli ID (secondo la terminologia del libro di Sara Ascoli) con cui ci identifichiamo, che sono le varie personalità o identità con cui ci identifichiamo, e le varie idee, frutto della mente, che apprendiamo negli anni dalla società, dai nostri studi, dai libri, dai condizionamenti esterni (il più pericoloso parassita che impedisce l’evoluzione è infatti proprio la mente).
Tra questi ID di cui ci dobbiamo liberare, a mio parere c’è anche quello del “io ho un’entità con cui comunico”. Come le entità di Sara le hanno detto esplicitamente (nel suo libro “La stirpe delle anime guerriere”), il rapporto con le entità dipende da quanto siamo in comunicazione con il nostro Io.
Perché tutte le entità sono solo proiezioni del nostro stato di coscienza, come lo è tutta la realtà esterna. Ogni avvenimento esterno è la proiezione di ciò che abbiamo dentro.
E come dice un famoso esoterista, dal punto di vista spirituale, il dono più grande che uno possa avere è il cosiddetto “discernimento degli spiriti”, che porta a capire con quale tipo di entità si ha a che fare, sia nella propria vita che in quella altrui.
PB
18 Luglio 2023 @ 22:09
“Ogni avvenimento esterno è la proiezione di ciò che abbiamo dentro.” Forse più che proiezione è sintonizzazione e quindi attrazione? È una frequenza, come le onde radio. E il livello “medio” in cui, in ogni momento, “viviamo dentro” i vari livelli, è sempre sintonizzato con l’esterno. È come dicesse al mondo: ho bisogno di questo per andare avanti (la famosa frase, dio ti dà ciò di cui hai bisogno, non ciò che chiedi) e il mondo te lo dà anche se non lo “volevi”. E qui si potrebbe entrare a vedere, quale piano sta intervenendo di più di volta in volta? Karmico, Egoico, Psicologico, Astrologico, Destinico ecc, sono discriminazioni sottili, non mentali né giudicanti, fanno da bussola per capire il settore preponderante, è una danza leggera dell’attenzione, e tenerla lì, nel pallottoliere dell’ attenzione se dovesse servire, senza pensarci.
Questo a livello del cercatore.
Il trovatore invece, colui che ha trovato ed è, è arrivato in fusione abbastanza costante/impeccabile col divino, e quindi la frase di merlino è perfetta, “inizierai a manifestare invece che attrarre” (o meglio è attratto/attrae/è il divino, che manifesta). E agli occhi della persone normali è tanta roba, pure strana, mentre a ben vedere è solo un servo capace, con un’ unica volontà costante dettata dall’esperienza che, per lui, quella è la cosa migliore nella vita. Persone con una missione a cui non rinunciano per niente al mondo. Forse era dio che cercava se stesso per ritrovarsi, il suo gioco divino.
Ovviamente ci si arriva per gradi, gradualmente aumenti la presenza e la manifestazione, e anche di questo parlano molte fiabe.
dave
18 Luglio 2023 @ 22:53
grazie. ne avevo proprio bisogno.
adesso
di un articolo cosi
ciao . un abbraccio
dave
th
19 Luglio 2023 @ 17:48
Ciao Paolo. Il commento non c’entra molto con il post ma… cose ne pensi della morte di purgatori?.
grazie.
Giuseppe Abruzzese
22 Luglio 2023 @ 12:18
Grazie, perché ci sei e i tuoi articoli, per me, sono importanti.
Anna
24 Luglio 2023 @ 15:37
Se ti riferisci ad Allan Kardec lui dà proprio le direttive, diciamo così per capire con che tipologia di spiriti si ha a che fare, nei suoi libri.
Anche noi praticanti sciamani facciamo quello che consiglia Kardec quando abbiamo a che fare con le entità, e non ci si sbaglia mai.
Posso dire tranquillamente che l’entità di Rahel è un inorganico, come viene definito nello sciamanismo, o entità parassita. Quelli in buona sostanza che quando fai i viaggi fuori dal corpo appaiono spesso come rettili e pertanto definiti erroneamente “rettiliani” da Icke e compagnia.
Vivono nella dimensione accanto alla nostra e per poter attraversare la loro dimensione-requisito indispensabile per andare in tutte le altre, loro sono la “dogana”- bisogna farseli amici piaccia o no, ma senza farci comunella o sono guai.
Anche le entità che ti dicono che sei un fallito sono pessime, non funziona così con le entità dei mondi superiori. Anche noi veniamo sgridati ma bonariamente e nessuno di loro ci ha mai detto che siamo dei falliti. Il lavoro sull’ego in genere te lo fanno fare mandando situazioni sgradevoli come test ma mai direbbero cose come “Sei un fallito” eccetera.
Mariapaola invece aveva le “giuste” entità; le entità buone agiscono in modi poco comprensibili ma molto efficaci nel medio-lungo periodo, e contribuiscono grandemente alla nostra evoluzione.
Naturalmente concordo al 100% con la proiezione del nostro stato di coscienza, e la frase di Merlino in cima all’articolo è perfetta.
Ricorderò sempre una frase di Malanga: ” Gli ultimi 2-3 anni nel dipartimento di chimica avevo raggiunto una consapevolezza tale che non incontravo più nessuno nei corridoi, sono stati gli anni più belli”.
Chi non fa un percorso spirituale serio e strutturato non comprende che ad un certo punto ti accadono solo eventi positivi o nulla. Molti interpretano quel nulla come vita piatta, senza eventi appunto, vita solitaria.
Quel “nulla” invece è tutto.
È la soglia perfetta verso l’infinito e l’esplorazione vera di noi stessi, perché l’universo intero siamo noi, cosa mai potremmo volere di più?
Un abbraccio a te e Stefania.